Gli scrittori della porta accanto

Omaggio a Ettore Scola, icona del cinema italiano

Omaggio a Ettore Scola, icona del cinema italiano

Cinema Di Ornella Nalon. Omaggio a Ettore Scola, icona del cinema italiano. I suoi indimenticabili film: ironici e a volte feroci ritratti della nostra società.

Nel mio dialetto veneziano, una credenza popolare, recita così: «anno bisesto, anno sensa sesto» a voler significare che l’anno bisestile non sia propriamente foriero di buoni eventi. Non per essere superstiziosi, ma, almeno per quanto riguarda il mondo dell’arte, sembra proprio che il 2016 sia iniziato male, anzi malissimo. A cominciare dalla morte di David Bowie, per poi proseguire con quella di Conrad Phillips, Alan Rickman, Glenn Frey, tanto per citare i più famosi, sino ad arrivare a oggi, in cui ci giunge la notizia della scomparsa di un’icona della regia italiana: Ettore Scola.
Nato a Trevico (AV) il 10 maggio 1931, si trasferisce a Roma con la famiglia, dove ha prosegue i suoi studi al Liceo classico e poi alla facoltà di Giurisprudenza.
Mentre frequenta il liceo, disegna vignette che vengono pubblicate sul giornale satirico “Marc’Aurelio”, collaborazione che prosegue per diverso tempo, anche durante gli studi universitari.
Nel frattempo esordisce come sceneggiatore, spesso in collaborazione con Ruggero Maccari, di commedie all’italiana e per alcune trasmissioni di varietà, radiofoniche e televisive.
Il suo esordio alla regia risale al 1964, con il film a episodi “Se permette, parliamo di donne”, interpretato da Antonella Lualdi, Vittorio Gassman, Giovanna Ralli, Eleonora Rossi, Walter Chiari, Sylva Koscina. Una serie che è stata accolta positivamente dal pubblico, ma piuttosto tiepidamente dalla critica.

Il grande successo lo otterrà quattro anni dopo, con il film “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” interpreta da Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier.

Da questo momento, la carriera di Scola, subirà una costante salita che lo porterà a vivere oltre un decennio di grandi successi che lo consacreranno uno dei più noti esponenti della regia italiana.
C’eravamo tanto amati è uno dei più memorabili esempi di commedia italiana, datata 1974.
La sua trama si snoda in un periodo di trent’anni e racconta le vicende di tre ex partigiani, diventati amici: l’intellettuale Nicola (Stefano Satta Flores), l’avvocato Gianni Perego (Vittorio Gassman) e il portantino Antonio (Nino Manfredi). Il film ha ottenuto una nutrita serie di premi e riconoscimenti: il Globo d’Oro, la Grolla d’Oro, tre Nastri d’argento, il gran Premio al Festival cinematografico internazionale di Mosca e il Premio César. E’ dedicato a Vittorio De Sica, scomparso durante la sua lavorazione.
La fama di Ettore Scola si espande anche all’estero e la sua produzione di film di grande successo è inarrestabile. Tanto per citarne qualcuno: “Brutti sporchi e cattivi” racconta impietosamente alcune realtà della periferia romana dei primi anni settanta, con tutte le sue miserie materiali e morali, il cui grandissimo interprete è Nino Manfredi. Il film si aggiudica il Premio per la miglior regia al 29° Festival di Cannes.

Una giornata particolare” è interpretato da due mostri sacri del cinema, quali Marcello Mastroianni e Sofia Loren, che, sulla scena, sono marito e moglie. 

La pellicola è presentata al 30° Festiva di Cannes e ottiene vari  riconoscimenti internazionali, tra i quali il Golden Globe per il miglior film straniero, due candidature per il premio oscar come miglior film straniero e per il miglior attore protagonista (Marcello Mastroianni).
La terrazza” parla degli incontri di un gruppo d’intellettuali di sinistra in crisi. Viene presentato in anteprima al 33° Festival di Cannes, in cui vince per la migliore sceneggiatura e Carla Gravina viene premiata come migliore attrice non protagonista. Vince anche il Nastro D’Argento come migliore sceneggiatura e Stefania Sandrelli si aggiudica il premio come migliore attrice non protagonista. Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant, Serge Reggiani, Stefania Sandrelli, Carla Gravina, Ombretta Colli, Milena Vukotic, Ugo Gregoretti, sono tra gli attori più noti che hanno impreziosito questo film con le loro mirabili interpretazioni.
E poi, ancora, “Che ora è” con il compianto Massimo Troisi e Marcello Mastroianni, “La Famiglia” con Vittorio Gassman e Andrea Occhipinti, “La cena” con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant, e tantissimi altri ancora.


Sino ad arrivare alla sua ultima fatica, “Che strano chiamarsi Federico” del 2013, scritto con le figlie Silvia e Paola. 

Come egli stesso ha dichiarato ”il film è un piccolo ritratto di un grande personaggio” ed è un tributo ad un altro mostro sacro della regia italiana, Federico Fellini. Vogliamo considerare questo suo ultimo lavoro come una forma di testamento? Un testamento in cui gli eredi siamo tutti noi. Gli italiani di ieri, che hanno avuto la fortuna di ammirare le sue opere appena prodotte, che hanno riso, un po’ amaramente, con i suoi ironici e a volte feroci ritratti della nostra società, ma anche degli italiani di oggi, che potranno fare un tuffo nel passato guardando le sue pellicole, testimonianza di una genialità che non ha tempo. Sì, perché la fortuna di essere un grande artista è proprio questa: di ottenere l’immortalità.


Ornella Nalon


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