Di Stefania Bergo. 24 agosto 2016: un terremoto di magnitudo 6 devasta il centro Italia. Centinaia tra morti e feriti. Amatrice, Accumoli e Arquata i centri più colpiti.
Quando la terra trema è devastante. Abbiamo ancora negli occhi le immagini dell'Aquila rasa al suolo, nel 2009. E la scorsa notte, un altro forte terremoto ha colpito l’Italia centrale, alle 3.36. Un sisma di magnitudo 6 della scala Richter, con epicentro ad Accumoli, a circa quattro chilometri di profondità, nella provincia di Rieti. Dopo poco, altre due scosse di entità minore.I danni più gravi sono stati riportati ad Accumoli, Amatrice, Pescara del Tronto. 247 sono le vittime, oltre trecento i feriti, anche se i soccorritori sono ancora alla ricerca di eventuali superstiti.
Già dalle prime immagini era chiara l'entità del disastro.
Polvere di edifici e macerie ovunque, persone per le strade, nelle piazze, a vagare come automi increduli con le coperte sulle spalle e una domanda cui nessuno darà risposta mai: perché? Perché a me? C'è chi ha perso tutto, la casa, la macchina. Chi ha perso la vita. Anche bambini. Una delle prime notizie sentite ieri alla tv parlava di Amatrice come di un paese di nonni che in questo periodo, dopo le vacanze e prima delle scuole, si occupano dei nipotini mentre i genitori sono già al lavoro...Un terremoto che ha colpito di notte, ancora una volta, mentre tutti dormivano tranquilli, ignari, nei loro letti. «Buona notte», si saranno detti chiudendo le imposte e appoggiando la testa sul cuscino, «a domani». Per qualcuno quel domani non c'è. Per altri è il primo giorno di un futuro in salita, su una strada ancora friabile e ricoperta di calcinacci.
Per loro, il ministero delle finanze ha destinato 235 milioni di euro ai fondi per l’emergenza.
Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha dichiarato ai media locali che «mezza città è scomparsa». Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, ha detto che circa 2.500 persone sono rimaste senza casa. Nelle Marche gli sfollati sono circa 1.500.Ad Accumoli, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto e Amatrice sono state montate delle tende, con allestimento di aree complete di cucine da campo, per accogliere gli sfollati e attivate per attività di soccorso e assistenza alla popolazione anche le colonne mobili di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Molise, Toscana, Emilia-Romagna e delle Organizzazioni Nazionali di volontariato Anpas e Misericordie. Impegnati sul campo, nelle attività di ricerca e soccorso, anche l'esercito, la Croce Rossa Italiana, le sezioni del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e numerose unità cinofile di Regioni, Province Autonome e strutture operative del servizio nazionale. Da subito dopo la scossa, si è attivata ovviamente anche la rete dei referenti sanitari regionali, con allestimento di presidi avanzati nelle aree colpite, per garantire i primi interventi medici.
Per gli aiuti ad Amatrice e alle altre aree colpite, è stato attivato un sms solidale: 45500.
Su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le Regioni colpite dal terremoto e grazie agli operatori di telefonia mobile e ai media, è stato attivato il numero 45500 per la raccolta di fondi attraverso l’invio di sms del costo di 2 euro. È possibile donare anche chiamando da rete fissa. Il servizio è attivato con gli operatori nazionali Tim, Vodafone, Tre, Fastweb, CoopVoce, Wind e Infostrada, TWT, CloudItalia e PosteMobile.I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma. Un modo concreto di aiutare i nostri connazionali a rimettersi in piedi e cominciare una nuova vita.
Cos’è un terremoto?
Un terremoto è il risultato di vibrazioni o assestamenti improvvisi della crosta terrestre, provocati dallo spostamento di una massa rocciosa nel sottosuolo.Ma perché accade? Perché lo strato più superficiale del nostro pianeta, non è un'unica crosta terrestre ma è formato da più parti, dette placche, che si muovono lentamente, scivolando l’una vicino l’altra. Secondo il modello della tettonica delle placche, questo movimento è lento, costante e impercettibile, sia in superficie sia nel sottosuolo (è il movimento che, nei millenni, ha dato origine alle catene montuose). Tuttavia, in alcuni momenti e in alcune aree, a causa delle forze interne tra le masse rocciose che spingono in diverse direzioni, il movimento cessa a causa di forze contrapposte, come quando si incontrano due folle di persone e premono l'una contro l'altra con la medesima intensità. Questo stallo, che può durare decine o centinaia di anni, contribuisce ad un accumulo di tensione ed energia fino a quando non raggiunge il carico di rottura e l'energia accumulata risulta sufficiente a superare le forze resistenti, causando l'improvviso e repentino spostamento della massa rocciosa coinvolta. Tale movimento improvviso, che in pochi secondi rilascia energia accumulata per decine o centinaia di anni, genera le onde sismiche e il terremoto associato.
Cosa fare in caso di terremoto.
Riferendoci agli edifici, un terremoto provoca diversi tipi di oscillazioni. Le più dannose sono quelle orizzontali, che colpiscono soprattutto le costruzioni più antiche o le case costruite senza seguire le normative antisismiche. La protezione civile ha stilato alcune norme di comportamento da seguire durante e dopo le scosse. Leggi anche Elena Genero Santoro | Progettazione sismica: perchè in Giappone funziona e in Italia no
Durante un terremoto
- In un luogo chiuso, è consigliabile mettersi sotto una trave, nel vano di una porta o vicino a una parete portante.
- Prestare attenzione a intonaco, controsoffitti, vetri, mobili: le cose che cadono potrebbero essere pericolose.
- Fare attenzione all’uso delle scale: spesso sono poco resistenti.
- Meglio evitare l’ascensore: si può bloccare.
- All’aperto, allontanarsi da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche: vasi, tegole e altri materiali che cadono potrebbero essere pericolosi.
Dopo un terremoto
- Assicurarsi dello stato di salute delle persone coinvolte.
- Uscire con prudenza, indossando le scarpe: in strada ci potrebbero essere vetri rotti e altri oggetti che potrebbero ferire.
- In una zona a rischio maremoto, allontanarsi dalla spiaggia e raggiungere un posto elevato.
- Raggiungere le aree di attesa previste dal piano di protezione civile del comune in cui ci si trova.
- Limitare l’uso del telefono.
- Limitare l’uso dell’auto per evitare di intralciare le operazioni di soccorso.
PS: Ho ancora ben viva nella mente l'immagine di me, bambina, in bracco alla mia mamma, in strada, dopo la scossa di terremoto in Friuli, nel '76. Avevo il pigiama e una figurina di Sandokan che stavo attaccando all'album poco prima. Eravamo insieme agli altri inquilini del condominio, tutti spaventati. Un amico, arrivato in bicicletta dal bar dei miei genitori, ci aveva raccontato che le bottiglie di vetro avevano fatto un frastuono terribile e alcune erano addirittura cadute.
Io il terremoto l'ho vissuto solo così. Sono fortunata. Guardo oggi la foto di un uomo seduto su un grosso sasso caduto da una casa, avvolto in un lenzuolo, attonito. Lui ha perso tutto, forse anche un famigliare. Quello che penso subito è, ancora una volta, che è solo questione di fortuna...
Stefania Bergo |
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