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[Libri] "Ma poi le donne ce la fanno" di Gaby Hauptmann, recensione di Giulia Mastrantoni

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Ma poi le donne ce la fanno, di Gaby Hauptmann, Feltrinelli, 2007. Capitoletti brevi, una trama intricata e inverosimile da telenovela, ma ricca di notazioni socio-economiche e di costume, per un lieto fine femminista.

Esistono molte cose che mi lasciano basita, nella nostra società.
La prima è questa insopportabile tendenza a dare importanza alla forma. Non che ci sia nulla di male nella cosa in sé, ma la forma è diventata molto più importante della sostanza.
Vi faccio un esempio. La settimana antecedente alla discussione della mia tesi di laurea, ho avuto scontri con chiunque perché volevo andare alla mia laurea in jeans, maglietta e giacca. Vestita normalmente, insomma. Ne ho sentite di tutti i colori, incluso che il mio gesto sarebbe sicuramente stato visto come “un insulto alla commissione”. Ma perché? Dal mio punto di vista, la mia università mi ha insegnato a essere una donna relativamente aperta, emancipata e indipendente. Perché mai avrei dovuto rinnegare tutto questo, proprio il giorno della mia discussione? Nei tacchi e nel vestito personalmente ci vedevo uno schiaffo a tutto ciò che ho imparato. Però no, per tutti quanti “la laurea è un’occasione e, in quanto tale, bisogna vestirsi adeguatamente”. Ma perché? Non ho mai capito gli abiti acquistati apposta per i battesimi, i compleanni dei diciotto anni, le comunioni, gli “eventi” in ogni loro accezione. Ad essere del tutto sincera, non capisco neanche l’uso degli abiti da sposa...
Un’altra cosa che mi lascia profondamente perplessa è la concezione dell’uomo, in quanto essere umano maschile. Non capirò mai il luogo comune secondo cui le donne sono complicate e gli uomini semplici. Non capirò mai neppure quest’idea che l’uomo, in una coppia, è quello che deve prendersi cura della donna. Non capirò neanche gli atteggiamenti viscidi e meschini di alcuni uomini, per i quali tutto ruota intorno al sesso e al potere. Non capisco dove stiamo andando, perché mi è chiaro che non siamo negli anni ’70, ma mi è anche molto chiaro che non siamo particolarmente distanti da alcuni stereotipi e pregiudizi che hanno in sé del medievale
La terza cosa che mi porta a pormi domande è l’idea di donna. Si sfocia senz’altro nel riduttivo, quando si dice che la donna indipendente spaventa l’uomo, ma non si rivela forse vero in molti casi? Si stanno ancora scardinando stereotipi importanti, che vorrebbero le donne meno portate per gli affari degli uomini e gli uomini molto più capaci a “dirigere”, ma non è forse vero che le figure di donne particolarmente sveglie, intraprendenti e di successo sono sempre più comuni? Abbiamo bisogno di altre battaglie, come quella della Fedeli su “ministra”, oppure dobbiamo dedicarci a nuovi obiettivi, come quello di aumentare la qualità della vita e migliorare l’istruzione in generale, in modo da puntare a una società migliore? Di certo, una riforma nelle scuole non ci farebbe male, ma anche su questo punto... Esiste una risposta concreta e supportata senza varianti interpretative da dati reali? Quali sono i veri diritti di una donna, oggi?

Nel romanzo Ma poi le donne ce la fanno, di Gaby Hauptmann, c’è tutto questo: l'apparire, il maschio in caduta (ma pur sempre intento a pensare al sesso e al potere) e una varietà di figure femminili, più o meno emancipate, che vanno per la loro strada. 

O che la trovano, finalmente.
Gaby Hauptmann scrive in modo molto cinematografico, con scene brevi e molto visive, basate sulle azioni e su piccoli gesti che acquisiscono importanza.
La trama scorre tra seduzioni, feste e scontri, anche legali, che vedono le donne contrapporsi agli uomini in modo sempre più netto. Laddove Dirk è orgoglioso e codardo, ad esempio, Linda è indipendente e in cerca di vendetta. Da sottolineare, poi, come Linda tenti la strada del dialogo, salvo poi arrendersi alla vista di Dirk con la sua nuova conquista. Ma l’"uomo", il "ragazzo", il "fidanzato", il "marito" sono figure che le donne hanno finalmente fatto scendere dal loro piedistallo? Oppure ci sono ancora motivi (seri) di attrito e occorre costruire un'attitudine al dialogo che ora manca? Non lo so.
Gli altri uomini sono troppo impegnati a cercare di farsi le scarpe a vicenda per pensare a comunicare e fare fronte comune. Mentre persino moglie ed ex moglie dello stesso uomo riescono ad allearsi, includendo nel clan una terza donna, Marion, che era sempre stata l’icona della “forma”, ma che poi è diventata solo una moglie tradita in cerca di supporto. Le donne, insomma, vanno oltre quello che è il passato, specialmente laddove riguarda tradimenti maschili e bassezze coniugali, per fare muro contro una classe dirigente rigorosamente maschile che vorrebbe vederle annegare nei debiti, nella solitudine e nella disperazione. Si parla di una società ancora patriarcale, in Italia, ma i divorzi hanno superato da un pezzo i matrimoni e anche noi tendiamo verso il modello statunitense, all’interno del quale i single, di cui una buona fetta felici, anche le donne quindi, proliferano. 
Vi sembra una trama estrema? Non lo è. Ѐ pungente, arguta e palesemente femminista, ma non sfocia mai nello sgradevole, nelle sue invettive contro gli uomini. Ѐ una storia che ha del reale e del romanzato, che non dimentica quale passato hanno dovuto vivere le donne per arrivare sino al 2017 e che punta a un futuro dove sia il merito, e non il genere, a determinare il posto di un individuo nella società. Ma soprattutto, è un libro che vi spinge a fermarvi e a riflettere: prima di tradire un coniuge, di sminuire un partner e di peccare di presunzione, magari sarebbe bene farsi un’analisi di coscienza e valutare quale livello di umanità denotano le nostre azioni. Perché alla fine della giornata, i soldi e il potere sono temporanei, mentre l’intelligenza, quella vera, resta. Le donne non lo sanno da sempre, come cantava erroneamente Ligabue, ma di certo lo hanno capito.
Consigliato, leggero e vivace. Ha anche una bella copertina, cosa vogliamo di più?

ma-poi-le-donne-ce-la-fannoMa poi le donne ce la fanno

Il luogo è una ricca e tranquilla cittadina nei pressi di Stoccarda. I personaggi sono: Marion, la moglie perfetta e noiosa di un sessantenne arricchitosi con le speculazioni edilizie che decide d'un tratto di tradirla con una giovanissima commessa di profumeria, a sua volta amante del figlio del sindaco; un'imprenditrice, pure lei lasciata dal consorte per una ragazza; la direttrice del canile municipale e della lega animalista locale, che finirà per farsi un sacco di soldi con un'improvvisa rivalutazione del terreno attorno al canile. 
Capitoletti brevi, una trama intricata e inverosimile da telenovela, ma anche ricca di notazioni socio-economiche e di costume, per un lieto fine femminista.

di Gaby Hauptmann | Feltrinelli | Narrativa
ISBN 978-8807815782 cartaceo 6,80€




Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.


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