Gli scrittori della porta accanto

Il treno dell’ultima notte, di Dacia Maraini

Il treno dell’ultima notte, di Dacia Maraini

Libri | Recensione di Samantha Terrasi. Il treno dell'ultima notte, di Dacia Maraini, Rizzoli, 2009. Pagine afflitte di un romanzo intimo e solitario, il girone infernale di Auschwitz- Birkenau, il senso della catastrofe e dell'abisso del Novecento, la speranza incoercibile di un mondo diverso.

Si può morire senza morire? Si può perdere se stessi senza perdere il proprio corpo?
Una giornata della memoria non basta. Da quando la mia vita ha intrecciato quella della storia tedesca, mi sono sempre chiesta cosa si provasse a parlare di storia, proprio qui, dove il nazismo ha preso piede. Qui dove la storia l’hanno costruita e subita.
Nel ricordare i milioni di ebrei e non solo caduti sotto l’ascia del nazismo, entro anche in punta di piedi in un libro di Dacia Maraini, Il treno dell'ultima notte, che è ben oltre una testimonianza. È la confluenza di due storie, quella personale di Amara ed Emanuele, due bambini divisi dalla guerra e quella della Storia che si fa prepotente, assurda, tragica, presente in tutta la sua forza.
Il ricordo struggente della seconda guerra mondiale e dell’olocausto si scontra dieci anni dopo con la ribellione dell’Ungheria. Il tutto viene condensato su un treno, metafora di un viaggio, il primo che Amara compie per Auschwitz, luogo dove cerca informazioni sullo scomparso Emanuele.
Amara la guarda incuriosita. Dopo i primi momenti di ostilità le pare di vederla un poco più distesa. Forse non le dispiace che si parli di lei, che le si facciano domande. Sta sempre sola. Le viene in mente che potrebbe cominciare un nuovo articolo per il suo giornale con questa constatazione di Frau Morgan: gli uomini sono tutti morti. Come fanno le vedove, le figlie, le sorelle dei soldati uccisi in guerra?
Vuole ritrovarlo, lui gli è apparso in sogno e le ha detto di cercarlo, e così comincia un lungo passaggio all’interno delle vite che l’hanno segnata e di quelle nuove che incontra nel suo percorso. La Storia grande e la storia piccola della sua vita si intrecciano. Le rotaie non sono che un tragitto da percorrere. Vienna, città a nudo e depredata, fa da fulcro. Budapest che le farà vivere la storia della rivoluzione ungherese. La guerra fredda che domina dopo l’eccidio nazista l’altra faccia della Storia che non conosciamo mai così a fondo.

Amara dal cuore così dolce si troverà trasportata dove non avrebbe mai immaginato. 

Emanuele un ricordo, un bambino, un amore troppo immaturo che è rimasto incollato alle parole di lettere ormai troppo consumate dalla lettura. Eppure nella sua ricerca, Amara conoscerà la verità non solo sulla sua scomparsa ma anche sulla sua vita.
Intorno a lei i personaggi di un Europa ricucita e rifatta poi a brandelli che si ostinano a cercare la libertà, si sposteranno cercando di prendere posizione. La fame che incombe su tutti come una dannazione cuce i giorni di scoperta e di verità.
L’olocausto che non è ancora un lontano ricordo, segna le pagine afflitte di un romanzo intimo e solitario. Alla lettura dei campi di concentramento si può solo pregare. La sensazione è però quella di non scendere mai da quel treno. In un’ultima lunga notte che porterà alla verità. Al giorno dopo.
Non c’è una stazione di arrivo e non c’è stazione di partenza. Solo un perverso correre verso un ignoto giocoso e irreale.


Il treno dell’ultima notte

di Dacia Maraini
BUR Rizzoli
Narrativa storica
ISBN 978-8817061247
ebook 6,99€
cartaceo 8,92€

Sinossi
Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli, si arrampica sui ciliegi e si lancia in bicicletta giù per le strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l'inseparabile amica d'infanzia, attraversa l'Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Visita sgomenta i resti del girone infernale di Auschwitz- Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta, e trema quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell'abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.

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Samantha Terrasi
Vivo tra Torino e Roma, dove sono nata. Mia nonna avrebbe voluto che mi chiamassi Maria Concetta, ma per fortuna mio padre di ritorno da un viaggio negli States mi ha chiamato Samantha, rigorosamente con la h. Formazione scientifica, una laurea in biologia molecolare per poi scegliere di tramandare il mio sapere agli studenti. Sono una professoressa di matematica e scienze senza occhiali e quando non mi trovo tra equazioni e studenti, scrivo.
Parole nel vento, Aletti Editore, 2012.
Ti aspetto, Lupo Editore.


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