Gli scrittori della porta accanto

Intervista a Nicola Fiorin, avvocato e scrittore di legal thriller

Intervista a Nicola Fiorin, avvocato e scrittore di legal thriller

People |  A cura di Loriana Lucciarini. I legal thriller di Nicola Fiorin, atmosfere noir nel chiaroscuro sociale, culturale e politico del quartiere multietnico di Brescia.

Nicola Fiorin (Brescia, 9 marzo1976), vive e lavora a Brescia dove esercita la professione di avvocato penalista. Scrive fin da bambino, quando, a nove anni si è fatto regalare una macchina da scrivere per imprimere nella carta le fiabe che inventava per i fratelli più piccoli. Da allora non ha mai smesso di raccontare le sue storie, perché «raccontare è un atto necessario a vivere, come respirare» o così ama dire. Pubblica nel 2012 il suo primo romanzo, Lentamente muore, un legal thriller che sarà il primo della serie dedicata all'avvocato Della Morte e a cui faranno seguito Il migliore dei mondi possibili (2013), Il canto delle sirene (con cui vince il premio internazionale Tantucci edizione 2014) e, nel 2017, Il tredicesmo arcano. Dai suoi romanzi è nato uno spettacolo dal titolo Io sto con gli indiani.
Collabora con i principali quotidiani della sua città e, da marzo 2018, conduce un programma tutto suo alla radio.



Intervista a Nicola Fiorin


Ciao Nicola, grazie per essere qui! È davvero un onore ospitarti nel salotto de Gli Scrittori della porta accanto. Partiamo subito con le domande. Parlaci del tuo ultimo lavoro: quali tematiche affronti? In che modo è stato concepita la trama e la struttura? Ti sei avvalso di qualche collaborazione particolare?
Ciao e grazie per l'invito: non ho dovuto fare molta strada, trattandosi della porta accanto! :-D
Il mio ultimo romanzo, Il tredicesimo arcano, è il quarto della serie dedicata ad Angelo Della Morte, avvocato dal nome strano, protagonista dei miei libri. Nei miei romanzi racconto le sue avventure secondo un genere che impropriamente viene definito giallo, trattandosi secondo me di qualcosa di più ibrido e meticcio. Volendo per forza dare una definizione, quella che uso io è legal thriller, alla John Grisham, per intenderci, solo che anziché a Memphis le mie storie sono ambientate nella pianura padana.
Trattandosi di una serie c'è un nucleo di personaggi ricorrenti e vicende che evolvono nel corso dei vari libri, tuttavia li ho strutturati in modo che possano essere letti anche separatamente, anche se io suggerisco di cominciare dal primo e seguire l'evoluzione di Angelo nell'arco della narrazione.
Per quanto riguarda le collaborazioni direi che sui miei libri ci lavora un'intera squadra: dalla mia preziosissima editor Naima, a Stefano il grafico, Riccardo il fotografo e Anna per la comunicazione, anzi colgo l'occasione per ringraziarli tutti! Contrariamente a quanto si pensi la fine della prima stesura è solo l'inizio di un lungo è complesso lavoro.

Quale aspetto della vita comune ti affascina così tanto da riproporlo nell’ambientazione delle tue storie?
Con Angelo condivido essenzialmente due cose: la professione e la residenza. Come lui sono un avvocato penalista e come lui abito al Carmine, il quartiere multietnico di Brescia. Le mie storie partono da qui: scrivendo volevo raccontare la mia professione da una prospettiva particolare, cioè quella di un giovane professionista alle prese con tutti i problemi relativi a questa condizione. Inoltre, volevo parlare della mia città, poco conosciuta da un punto di vista narrativo ma che secondo me ha grandi potenzialità come ambientazione noir o thriller, e questo in ragione del fatto che Brescia è una città molto contraddittoria e questa sua caratteristica, questo chiaroscuro sociale, culturale e politico la rende interessante. Una città che racchiude in sé grandi ricchezze e grandi povertà, generosità e ferocia, cultura e desolazione. Terza città industrializzata in Italia e terza questura d'Italia per numero di permessi di soggiorno rilasciati, è una città in rapida evoluzione sul cui territorio operano diverse organizzazioni criminali, sia italiane che straniere, due logge massoniche, è il crocevia del traffico di cocaina proveniente da est, senza dimenticare che è la città della strage di piazza della Loggia, come ricordo in ogni mio romanzo. Insomma mi sembrava la cornice adatta per raccontare una serie noir.

I legal thriller di Nicola Fiorin, atmosfere noir nel chiaroscuro sociale, culturale e politico del quartiere multietnico di Brescia.

C’è una canzone o un gruppo musicale che ti hanno ispirato nella creazione delle atmosfere dei tuoi romanzi? Nell’ambientazione ma anche nelle situazioni, dialoghi o nella delineazione dei personaggi?
La musica è parte fondamentale delle mie storie, al punto che in Lentamente muore ho indicato una canzone al termine di ogni capitolo, canzone che sceglievo in base alle emozioni che quello che avevo scritto suscitava in me. Angelo è un avvocato particolare, appassionato di cinema e rock anni settanta. E proprio a causa di questa anima rock che usa White riot di Clash, come suoneria (alternandola ai Beatles nei rari periodi di tranquillità esistenziale), suona Romeo and Juliet dei Dire Straits come serenata alla fidanzata costantemente trascurata o immagina Mick Jagger camminare accanto a lui cantando Gimme shelter mentre si reca in tribunale. Direi che di rock sono impastate le mie storie, è l'anima musicale della mia narrazione.

La parola scritta e la parola musicata. Il lavoro dello scrittore e quello del compositore non è poi così differente: lo scrittore tesse storie fatte di parole e inchiostro; il musicista tesse storie tenute insieme da note e emozioni. Ti senti vicino a qualche cantante/gruppo musicale del passato o contemporaneo, per il modo di comunicare?
Il rock degli anni '70, quello della contestazione e delle sperimentazioni artistiche, è la mia cultura musicale di riferimento che permea di sé le storie che racconto. Da questo punto di vista il mio linguaggio, fatte le debite proporzioni, è assimilabile, per certi aspetti a quello ruvido dei Rolling Stones, per altri a quello intimista dei Pink Floyd. E il ritmo della narrazione, che per me è quasi un'ossessione, deve essere un 4/4, energia pura, insomma.

A quale genere musicale assoceresti la tua produzione letteraria?
Riprendendo quello che dicevo prima io mi sento rock, perché il rock è un genere musicale indicativo di un modo di vedere il mondo e di concepire la vita, in ultima analisi. Ed è chiaro che questo mio modo di essere influenza ogni cosa, compreso ciò che scrivo a cominciare dal protagonista.

Una domanda personale: cosa c’è nella tua playlist? Quali libri sono sul tuo comodino? E quali serie tv o film sono caricate sul portatile?
Be' penso di aver più o meno tratteggiato una mia playlist ideale a cui aggiungerei The passanger di Iggy Pop (che è anche la sigla di apertura del mio programma alla radio), The River di Bruce Springsteen (che ai tempi dell'università ascoltavo prima di ogni esame e che oggi ascolto prima di un processo difficile) e Sultans of swing dei Dire Straits, sicuramente uno dei miei pezzi preferiti. Per anni questa canzone è stata la suoneria del mio telefono: un giorno, con mia grande sorpresa, ho incontrato una ragazza con la stessa suoneria e la cosa mi colpì molto perché non mi era mai capitato di conoscere altre persone il cui cellulare in chiamata sparava gli accordi di Knopfler. Ho conosciuto così Paola, la mia compagna.
Per quanto riguarda i libri devo ammettere che da quando sono diventato uno scrittore professionista, purtroppo, leggo molto meno e soprattutto leggo solo il mio genere, per vedere quali idee nuove ci sono in circolazione: in questo momento sto leggendo Nifee nere di Michel Bussi mentre, per quanto riguarda i film, l'ultimo che ho visto al cinema è stato Napoli velata di Ozpetek, regista che adoro e sul portatile ho Good morning Vietnam di Berry Levison per assecondare uno strascico sentimentale di un mio recente viaggio nel Sud Est asiatico. In termini assoluti invece: The blues brothers (per la comicità visionaria), Arancia meccanica di Kubrick (per i temi che tratta e come li tratta) e praticamente tutto Almodovàr, altro regista che adoro.
Per quanto riguarda le serie tv, The Mentalist in assoluto.


Ringrazio Nicola Fiorin per la disponibilità a stare con noi, nel salotto letterario de Gli Scrittori della Porta Accanto.
Nicola, ti ascolteremo via radio nella trasmissione di cui sarai il protagonista. Leggeremo le storie di Angelo Della Morte, che si sviluppano nella provincia bresciana, tra noir e approfondimento sociale. E, nel frattempo, ti facciamo un grande in bocca al lupo per i prossimi progetti invitando a tornare a trovarci per informarci delle novità.
Ti salutiamo con un “Augh!”, rifacendoci una frase che spesso citi, che ti rappresenta e che è anche il titolo del tuo nuovo spettacolo teatrale... perché anche noi, come te, stiamo con gli indiani!



Loriana Lucciarini
Impiegata di professione, scrittrice per passione. Spazia tra poesia e narrativa. Molte pubblicazioni self e un romanzo “Il Cielo d'Inghilterra” con Arpeggio Libero. È l'ideatrice e curatrice delle due antologie solidali per Arpeggio Libero, la prima di favole per Emergency “Di favole e di gioia” nonché autrice con la fiaba “Si può volare senza ali” e la seconda di “4 Petali Rossi – frammenti di storie spezzate”, racconti contro il femminicidio per BeFree. È fondatrice e admin di “Magla-l'isola del libro”. Una felicità leggera leggera, Le Mezzelane, è il suo ultimo romanzo.


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