Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Vittoria, di Barbara Fiorio

Vittoria, di Barbara Fiorio - Recensione

Libri Recensione di Gianna Gambini. Vittoria, di Barbara Fiorio, Feltrinelli, 2018. I moderni quarantenni, un gap generazionale che fatica a costruire il proprio futuro.

La realtà che descrive Barbara Fiorio, brillante scrittrice genovese e insegnante di scrittura creativa, è quella dell’Italia di oggi, in cui la crisi ha messo in ginocchio la generazione dei quarantenni: troppo giovani per aspirare ad una pensione anticipata, troppo vecchi per sperare in un contratto di apprendistato, ma dell’età perfetta per perdere il posto di lavoro da un giorno all’altro e per abbandonare l’utopia del posto fisso che aveva contraddistinto la generazione dei loro genitori.
Vittoria rientra perfettamente in questo gap generazionale: perde il lavoro, si butta nella sua passione, la fotografia, ma il contemporaneo abbandono da parte del suo compagno le toglie la vena creativa e anche la voglia di combattere. Il suo salvagente sono gli amici: Alice, che la ospita e si prende cura di lei, Irene che la sostiene a distanza e Giorgio, salda ancora a cui aggrapparsi quando il mare è in tempesta.
La convivenza con Federico è finita improvvisamente e come accade spesso, quando è solo uno della coppia a decidere che è il momento di chiudere, Vittoria si sente il mondo crollare sotto i piedi e, se fino a quel momento riusciva scorgere una luce particolare e unica nel mondo intorno a lei, adesso niente le appare degno di essere immortalato con l’obiettivo.
Monica, un’altra amica, le regala un mazzo di tarocchi a cui Vittoria non dà alcun peso, se non che, dopo una serata in una villa di una conoscente, intraprende la carriera di cartomante o, meglio, si dedica ad un’attività inedita: la fotomanzia. Riesce a leggere ciò che sta dentro le persone non tanto negli arcani minori o maggiori, ma piuttosto nei loro occhi, nei loro atteggiamenti.
Abile osservatrice quale è, Vittoria capisce che le persone che si siedono davanti a lei hanno bisogno soltanto di porsi delle domande e di sentirsi pronti per affrontarne le risposte.
Nella comunicazione con gli altri, passo dopo passo, Vittoria ritrova se stessa e anche il legame indissolubile che la lega alla sua passione: la fotografia.


Molto ben caratterizzati i vari personaggi restano impressi nella memoria, perché ognuno di loro racchiude dentro sé un aspetto della nostra vita che spesso ci siamo trovati ad affrontare.

E lasciano dentro l’amarezza per non aver incontrato, talvolta, la persona che ponesse la domanda giusta al momento opportuno. Tra tutte, Valentina è l’ospite di Vittoria che più mi ha colpito: pur essendo una donna bellissima, il rapporto in crisi con il marito le ha tolto la luce negli occhi e di conseguenza l’autostima: sarà l’obiettivo di Vittoria a restituirle la capacità di apprezzarsi e valorizzarsi. Tra gli amici di Vittoria, sebbene sia a quattro zampe, spicca Sugo, un gatto sornione che resta l’unico legame tra la protagonista e la casa in cui viveva con il suo compagno (per chi già conosce la scrittrice, impossibile non collegarlo con Brodo…).
Tra i capitoli più coinvolgenti mi piace citare quello in cui Vittoria si trova faccia a faccia con arcani minori e maggiori:
L’Imperatrice la si inquadra subito, è la diva della compagnia, bellissima e irraggiungibile, uno scettro in mano e due tori alle spalle, prova tu ad avvicinarti; l’imperatore sta su un piede solo come un fenicottero; il Papa su un trono, me lo terrei amico; l’Innamorato vale per due abbracciati e trafitti da Cupido; il Carro è una biga bondage, la trainano sfingi dal seno nudo, con un uomo a guardarle, una carta che sarà anche propizia ma di certo è discutibile; la Giustizia ricorda Atena e sento che sarà una delle mie preferite; l’Eremita invece assomiglia a Obi Wan Kenobi; mentre la Ruota della Fortuna sembra un party lisergico dove una sfinge tiene una spada, un uomo lupo si arrampica e un drago a tre teste cazzeggia.

Barbara Fiorio alterna brani di indiretto libero che segnano l’introspezione della protagonista a riflessioni sul mondo contemporaneo.

Tra le quali ho condiviso a pieno una considerazione sui social: 
Facebook è un luogo di una potenza inaudita, è la Circe che attira i marinai e li trasforma in porci, è il Pese dei Balocchi che tramuta i bambini in asini, è l’eden degli ego ipertrofici, è il palcoscenico di chi è sempre stato tappezzeria alle feste … È il luogo in cui la democrazia viene scalzata dall'anarchia più becera.
In conclusione, Vittoria è un romanzo davvero ben costruito, scorrevole, apparentemente leggero, ma che scava dentro nella profondità del nostro io e anche nei meandri di una società che ci obbliga a reinventarsi ogni giorno. Se con la fotomanzia Vittoria riesce a leggere dentro l’anima dei suoi poliedrici ospiti, devo ammettere, che leggendo le sue riflessioni, ha il potere quasi paranormale di leggere dentro anche all’anima dei suoi lettori.


Vittoria

di Barbara Fiorio
Feltrinelli
ISBN 978-8807032905
Cartaceo 12,75€
Ebook 8,99€

Sinossi
Vittoria non crede nella spiritualità dei manuali, negli aforismi da calamite e soprattutto non crede nei cartomanti: molto meglio un piatto di trenette al pesto con un'amica che farsi leggere i tarocchi. Fotografa genovese con alle spalle alcune pubblicità di successo, è sempre riuscita a navigare tra le difficoltà della vita grazie a un valido mix di buonsenso e ironia. Credeva anche di aver trovato l'amore ma, quando Federico se ne va, lasciandola sola in una casa piena di ricordi, il mondo le crolla addosso. Disorientata e in profonda crisi creativa, Vittoria si ritrova a quarantasei anni senza compagno, senza lavoro e senza sapere più con quali soldi comprare le crocchette a Sugo, il suo adorato gatto. A soccorrerla arriva un aiuto inatteso, sotto forma di un mazzo di tarocchi che suo malgrado, e nonostante il suo scetticismo, scopre di saper leggere con imprevedibile talento. E così, tra la carta dell'Eremita che le ricorda Obi-Wan Kenobi e la Ruota della fortuna che sembra un party psichedelico, nel suo salotto fanno la loro comparsa tanti volti nuovi, consultanti di ogni età che le portano uova fresche, insalatina a chilometro zero e ratafià in cambio di un vaticinio. Circondata da anime gentili che come lei cercano di rammendare il loro cuore spezzato, e da amici fidati che per mesi la incoraggiano e la proteggono, Vittoria senza rendersene conto tornerà pian piano ad ascoltare il mondo che la circonda ritrovando, insieme alla vena creativa, la forza di credere in se stessa.

Gianna Gambini


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