Gli scrittori della porta accanto

Le presunte molestie di un noto editore genovese

Caso Habanero: le presunte molestie dell’editore genovese

Di Giulia Mastrantoni. Un giovane editore genovese, avrebbe ricattato sessualmente svariate aspiranti autrici in cambio della promessa di pubblicare i loro libri. #losapevanotutti: come procede, tra denunce per diffamazione e post d'accusa su Facebook.

La settimana scorsa, su Fb, sono incappata in un post pubblico dell’autrice ligure Sara Boero, che parlava di un giovane editore genovese che avrebbe “ricattato sessualmente” svariate aspiranti autrici in cambio della promessa di essere pubblicate. Come potete verificare dal link seguente, Sara riproponeva in allegato un post del cantante dei Diaframma, il marchigiano Federico Fiumani, il quale ha dato il via allo “scandalo” rifiutandosi di esibirsi sul palco del Supernova, noto festival musicale ligure organizzato dall’agenzia di booking di proprietà dell’editore in questione. Nel post, Fiumani dichiarava la ferma intenzione di non esibirsi sul palco di un festival organizzato «da gente che picchia le donne, le manda all'ospedale, le tiene segregate in casa per due giorni, gli spegne sigarette in faccia e le aggredisce per strada».
Come potete verificare, Fiumani non faceva il nome dell’agenzia di booking, dell’evento musicale, né della casa editrice, ma dalle coordinate spazio-temporali che forniva nel post dedurre queste informazioni era semplice: il festival era il Supernova. Il nome dell’editore in questione, che qui non verrà fatto, era (ed è) reperibile facilmente in rete.

Diventato un fenomeno virale grazie all’ hashtag #losapevanotutti, ciò che fiocca in rete circa il “caso” sono per lo più ricondivisioni indignate del post di Fiumani o di articoli che parlano della faccenda. 

Paragonato a #metoo, #losapevanotutti non vede protagonisti i post delle vittime, ma di coloro che le supportano e che auspicano procedimenti legali, o che esortano musicisti e artisti a “prendere posizione”. L’hashtag stesso non è un’esortazione a raccontare la propria storia di vittimizzazione, che per motivi di privacy e sicurezza andrebbe raccontata solo alla polizia, ma una colpevolizzazione di chi sapeva e non ha parlato, di chi ha permesso che le supposte molestie ai danni di una serie di vittime andassero avanti per anni.
Occorre sottolineare che non è possibile querelare qualcuno per conto di terzi, quindi l’unica strada possibile per chi “sapeva” sarebbe stata prendere le distanze dall’editore e dagli eventi da lui organizzati. Questa è la scelta fatta da Fiumani e, in seguito, da Vasco Brondi e da altre band che avrebbero dovuto esibirsi sul palco del Supernova. Secondo The Sub Marine, già lo scorso aprile Colapesce aveva deciso di annullare una data, perché una delle sue musiciste aveva affermato di aver subito molestie da parte dell’editore genovese. L’Assessore alle Politiche Culturali di Genova, Barbara Grosso, si sta muovendo nella stessa direzione, dichiarandosi aperta a considerare “ogni proposta” per la concessione del patrocinio per il 2019.

L’unica vittima che ha parlato pubblicamente delle proposte ricevute dall'editore è stata Giulia, intervistata su Noisey Vice da Elia Alovisi. 

Giulia, ben prima che Fiumani denunciasse il fatto su Fb, aveva postato dal suo account anonimo Kants Exhibition gli screenshot di alcune delle sue conversazioni con il proprietario della casa editrice. Le impostazioni di privacy del post erano tali che chiunque su Fb potesse leggere. Le conversazioni negli screenshot erano riassumibili in un’offerta di sesso orale reciproco per suggellare il contratto di pubblicazione. Nello specifico, l’editore suggeriva che esistono due modi per firmare un contratto: o lo si firma, oppure lo si firma e lo si suggella con un 69. La firma, insomma, non sembrava essere messa in forse e la prestazione sessuale sarebbe stata da intendersi come “un extra”. Questo significa che non si trattava di un ricatto in senso stretto. Ciò nonostante, sembra che a seguito del rifiuto da parte di Giulia di aggiungere “l’extra” al contratto, la pubblicazione sia stata annullata. Attualmente le impostazioni della visualizzazione di tali screenshot sono private, una scelta che Giulia giustifica come segue:

Ciao carissimi,
mi dispiace dirlo ma questa situazione sta sfuggendo di mano. Vedo TANTE persone squallide godere della...
Pubblicato da Kants Exhibition su Venerdì 23 novembre 2018

Nell’intervista rilasciata a Noisey Vice, Giulia afferma anche di essersi confrontata con Alessandra Perna, voce e chitarra dei Luminal, circa un anno fa. Secondo Giulia, Alessandra avrebbe sostenuto di aver saputo di altre autrici alle quali erano state fatte proposte simili. A lei, però, che aveva pubblicato il suo primo libro sotto il marchio incriminato, non era mai stato detto nulla di sconveniente. Alessandra, su Fb, ha commentato l’accaduto. A tale post, Giulia ha risposto con un commento circa una presunta strategia di marketing da parte di Alessandra. Ne è scaturito un botta e risposta.

Riguardo la storia di molestie di cui si sta parlando:

Il nome di questa persona è legata alla pubblicazione del mio...
Pubblicato da Alessandra Perna su Mercoledì 21 novembre 2018

Come specificato da Alessandra Perna, accusare di molestie qualcuno è una questione delicata. Su Repubblica viene scritto che, al momento, non ci sono querele a carico dell'editore. 

Viene, però, specificato che qualche anno fa ci furono due querele con conseguenti indagini, che vennero poi ritirate dalle donne interessate. I tribunali coinvolti furono quello di Genova e quello di Savona. Sembra che almeno una delle due donne avesse avuto una relazione con l’editore (quindi non si trattava di un rapporto professionale in cui l’uomo era in una posizione privilegiata). Su Il Secolo XIX si parla anche di una denuncia d’ufficio a seguito di un episodio avvenuto tra le mura domestiche a Milano. Tale denuncia sembra essere stata archiviata. Nel frattempo, l’editore e il suo legale si stanno muovendo per querelare Fiumani per diffamazione. Infatti, anche laddove nel post non viene fatto il nome del soggetto in questione, se si scrivono riferimenti che permettono di individuarlo si può essere condannati per diffamazione.

Bossy.it al momento si sta occupando di raccogliere le testimonianze delle ragazze coinvolte nella vicenda per affidarle a un team legale. È stata, infatti, creata l’email losapevanotutti@gmail.com

Contestualmente alcuni avvocati si sono messi a disposizione per aiutare concretamente coloro che desiderano querelare l’uomo in questione. Circa la portata di questo fenomeno, Bossy scrive quanto segue:
Sono 24 ore che arrivano decine e decine di racconti di ragazze molestate, intimidite, minacciate e molto altro, da un noto personaggio dell’industria musicale ed editoriale.
Ha iniziato una, le altre sono arrivate a ruota, a cascata. Un flusso inarrestabile di denunce, di silenzi pagati, di terrorismo psicologico.
Il team di Bossy, contattato via email per verificare che ci sia un team legale al lavoro (quindi che ci sia la reale, concreta possibilità che l'editore genovese venga querelato, ovvero che vi siano altre ragazze, oltre a Giulia, che stanno inviando storie di molestie) e per indagare circa l’ordine di grandezza del numero di denunce giunte loro via email, ha così risposto:
In questo momento stiamo lavorando con un team di avvocati per capire come muoverci legalmente e come poter essere di reale aiuto alle ragazze che ci hanno scritto. La nostra priorità è il rispetto della privacy di queste ragazze e delle testimonianze che hanno scelto di condividere con noi.
Capiamo perfettamente l'urgenza della stampa e di chi è interessato a parlare del tema, ma abbiamo il dovere di proteggerle e non divulgare informazioni.
Cercheremo di aggiornare sugli sviluppi non appena sarà possibile e nel rispetto di tutte le parti coinvolte.

Nel frattempo, su Il Secolo XIX, si parla di circa 60 testimonianze di vittime giunte via email a Bossy. 

Su Twitter e su Fb, comunque, tali testimonianze non sono state postate dalle vittime. L’unica accusa pubblica è stata quella di Giulia, alias Kants Exhibition, che si è attivata anche tramite messaggio privato sui social network affinché coloro che erano in contatto con l'editore non pubblicassero sotto tale marchio (per i dettagli, leggete l’intervista su Noisey Vice).
Bisogna sottolineare che deve essere la giustizia a pronunciarsi e non l’opinione pubblica, perché solo la giustizia ha i mezzi per ottenere prove irrefutabili a supporto delle accuse. Nello stesso modo, occorre evitare una caccia a chi “lo sapeva e non ha parlato” perché, a meno che non si sia stati vittimizzati in prima persona, non si può querelare l’aggressore. A questo occorre aggiungere che fare pressione su una vittima affinché “parli” è sbagliato: querelare qualcuno è qualcosa di delicato, che può richiedere mesi di indagini. Bisogna sentirsi pronti per farlo.
La riflessione finale che vorrei proporre è una sola: bisogna fare in modo che le donne che desiderano querelare un molestatore, o confrontarsi con le forze dell’ordine circa la situazione che stanno vivendo, possano accedere alle risorse di cui hanno bisogno in modo facile e immediato, senza sentirsi intimidite dal sistema giudiziario. Bisogna far sì che le donne percepiscano le forze dell’ordine come un supporto, una strada percorribile, un’opzione concreta. Perché anche se Fb sembra una scelta più facile, più immediata, magari anche più “giusta”, occorre sempre pensare alla tutela di tutte le parti coinvolte, e questa può essere garantita solo se si sceglie di portare la questione in sedi legali.


Giulia Mastrantoni
Ho collaborato per quattro anni all’inserto Scuola del Messaggero Veneto. Scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada e ora vivo in Australia. Ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.
La forma del sole, Gli Scrittori della Porta Accanto.


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