Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Traumata, di Meera Atkinson

Recensione: Traumata, di Meera Atkinson

Libri Recensione di Giulia Mastrantoni. Traumata di Meera Atkinson (University of Queensland Press). Quali sono i postumi della violenza subita, quali le battaglie interiori per conquistare un'esistenza stabile e serena?

Per la serie recensioni di libri in lingua originale, vi presento Traumata di Meera Atkinson. Purtroppo non sono imparziale. Non perché conosca l’autrice o abbia ricevuto copie del libro in regalo, ma perché sono reduce da Night Games di Anna Krien, che mi ha entusiasmata con le sue domande e riflessioni al limite dell’accettabile. Se la Krien vuole interrogarsi su che cosa sia la violenza, su come vada perseguita e su quanto la vittima possa essere al centro di una serie di battaglie interiori, Meera Atkinson sposta il focus su cosa significhi subire i postumi di un trauma. E di traumi, durante la sua vita, Meera Atkinson ne ha vissuti parecchi: abuso infantile, stupro adolescenziale, alcolismo, dipendenza da droghe... Insomma, non è un libro facile, questo.

Una delle cose che penso di dover specificare è che Traumata non è un’autobiografia. Meera Atkinson cita studi, ricerche e parole di specialisti di sua conoscenza. 

Poi aggiunge le sue esperienze, un onesto resoconto di ciò che lei ha vissuto.
Specializzata negli studi sul trauma, Meera Atkinson prova a spiegare al grande pubblico fino a che punto una vittima di qualcosa, qualunque cosa che sia traumatizzante, possa ritrovarsi al centro di un ciclone. Ci sono, infatti, scelte cui veniamo messi davanti nei momenti meno adeguati: a volte non ci sentiamo pronti, non abbiamo abbastanza energia o siamo sotto shock. Ma certe scelte non aspettano e di certo non aspettano che il nostro trauma sia riassorbito. È così che ci ritroviamo a fare cose che, in condizioni normali (che poi cosa vuol dire normali?), non faremmo. Mettiamo a rischio la nostra vita, proviamo a spezzarla e... sopravviviamo.
È questo su cui vorrei soffermarmi: l’arte del sopravvivere.

Non si tratta di leccarsi le ferite, ma di elaborare un percorso che ci porterà a saper convivere con quello che ci portiamo dentro. 

Il problema del superare uno shock, o un trauma, è irrilevante, perché non esiste un vero superamento. Si tratta, piuttosto, di capire cosa è accaduto, di ripetere i fatti, per usare le parole di Thordis Elva, fino a che il racconto non fa più male. Anche l’identificazione di etichette da appiccicare sul corpo e sulla mente di una vittima di violenza è qualcosa di aleatorio: importa davvero se sono una victim o una survivor? Se il pubblico mi identifica come vittima o come sopravvissuta? Alcune femministe sostengono che le vittime di violenza vadano chiamate survivor, in modo che venga riconosciuta la loro capacità di agire e venga loro restituita questa facoltà. Altre sostengono che si tratti di una discussione sterile che non ha nulla a vedere con il reale processo di recupero.

Entrare nel merito è difficile: probabilmente non esiste una risposta unica che descriva i passi di ogni vittima verso una vita nuovamente stabile, relativamente serena. 

Ma Meera Atkinson mostra opzioni al suo lettore: enumera studi, aiuta chi legge a farsi un’idea. Qui si arriva a una svolta importante: man mano che il lettore comprende da che parte sta, con chi si identifica e quale procedimento di recupero è “suo”, le ferite del quotidiano iniziano ad assumere contorni più definiti. Tutto inizia a essere visto con gravità maggiore, perché si iniziano a comprendere le conseguenze profonde delle azioni che compiamo sugli altri. È così che il bacio che la Atkinson rubò da adolescente a quel ragazzino che le piaceva, sotto minaccia di spruzzargli la lacca per capelli sul volto, diventa qualcosa che può aver traumatizzato quell’uomo in età adulta.
Traumata di Meera Atkinson, insomma, restituisce gravità alle azioni e ci porta a chiederci quante e quali azioni sbagliate possiamo aver commesso. Magari non è una lettura scorrevole, forse a tratti si fa anche fatica a comprenderla, ma un libro che ci fa chiedere se siamo individui buoni o cattivi, e che ci spinge oltre queste etichette, è comunque una lettura da affrontare.


Traumata

(lingua originale)
di Meera Atkinson
Saggio | Non-fiction
ASIN B07BB3ZJCR
Ebook 7,06€

Sinossi
A brilliant, fiercely profound work of creative non-fiction in the vein of Maggie Nelson's The Argonauts. In this extraordinary book, Meera Atkinson explores the ways trauma reverberates over a lifetime, unearthing the traumatic roots of our social structures and our collective history. Using memoir as a touchstone, Atkinson contemplates the causes of trauma and the scars it leaves on modern society. She vibrantly captures her early life in 1970s and '80s Sydney and her self-reflection leads the reader on a journey that takes in neuroscience, pop psychology, feminist theory and much more. Searing in its truthfulness and beauty, Traumata deals with issues of our time –intergenerational trauma, family violence, alcoholism, child abuse, patriarchy – forging a path of fearless enquiry through the complexity of humanity.


Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.
La forma del sole, StreetLib collana gli scrittori della porta accanto.


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