Gli scrittori della porta accanto

Storici e romanzieri a confronto: questione di punti di vista

Storici e romanzieri a confronto: questione di punti di vista

Professione lettore Di Davide Dotto. Questione di punti di vista, storici e romanzieri a confronto: accertare la verità storica è di fatto impossibile, a meno di accontentarci di raccontare storie, se non vere, verosimili.

[Abu Ja'far Muhammad at-Tabari] non voleva narrare una versione di ogni fatto, ma tutte le versioni che gli uomini raccontano di ogni evento, così che il suo libro diventasse quell'intreccio di realtà e di eventualità, di possibilità e di impossibilità, o di possibilità opposte, che forma l'universo.
- Pietro Citati, Israele e Islam, le scintille di Dio (Mondadori)
Il punto di vista è la prospettiva con cui si guardano le cose. Ve ne è sempre uno. Difficile dire se esso sia distaccato, distante, oggettivo. Uno storico quale Federico Chabod, quando considera la Francia e il suo ruolo in Europa, ne parla come francese e, nel farlo, non può evitare di affermarne le peculiarità. Ciò pur riflettendo (egli stesso) sui rischi insiti nell’«esaltare la missione di un particolare popolo, anzi, il suo primato» (Storia dell’idea d’Europa). Il riferimento non è solo al Primato civile e morale degli Italiani di Vincenzo Gioberti, ma riguarda un po' tutta l'avventura coloniale e post coloniale.

Storia dell'idea d'Europa di Federico Chabod

Storia dell'idea d'Europa

di Federico Chabod
Laterza
ISBN 978-8842046707
Cartaceo 7,50€


Storici e romanzieri a confronto: nel caso di vicende che coinvolgono più parti si pone un problema rilevante: a chi è dato tramandarle? 

L’esigenza è quella di dar ascolto a tutte le campane, sperando che ciascuna sia in grado di pronunciarsi.
Emblematico è il conflitto arabo-israeliano. I punti di vista non si contano: non sono soltanto quello palestinese o israeliano. Si devono aggiungere fazioni, schieramenti degli uni e degli altri, di cui è arduo avere completa contezza. E non parliamo di quello asettico dei media che giorno per giorno ne riportano la cronaca, ricorrendo al registro scabro, proprio di realtà sufficientemente lontane da non comprometterci troppo, e in cui gli stessi interessati difficilmente si riconoscono.
E che dire delle Crociate, a noi note esclusivamente dalla prospettiva Occidentale? Vi sono almeno due libri da ricordare: La conquista del Paradiso. Una storia islamica delle crociate di Paul M. Cobb, e  Le crociate viste dagli Arabi di Amin Maaluf. Entrambi aggiornano, da un'angolazione diversa, quanto dovremmo già sapere dai libri di storia. In particolare Amin Maaluf ci parla di città messe a ferro e a fuoco, di atti di cannibalismo a seguito di una spaventosa carestia (a Ma’arra). L'occupazione di Gerusalemme è una pagina tragica per chi vi trova la morte e per chi la racconta. Vengono alla luce fatti sconosciuti perché non divulgati in Europa. È la faccia della medaglia che completa il quadro, cogliendo dinamiche che stanno dietro, proprie delle guerre di conquista. Lo scontro religioso, pur sembrando una giustificazione secondaria, non appare un pretesto: segue a posteriori.

La conquista del Paradiso Una storia islamica delle crociate di Paul M. Cobb

La conquista del Paradiso
Una storia islamica delle crociate

di Paul M. Cobb
Einaudi
ISBN 978-8806228927
Cartaceo 27,20€


Storici e romanzieri a confronto: in genere c’è sempre una versione che emerge.

Sebastiano Vassalli in Terre selvagge rielabora la guerra tra Romani e Cimbri, combattuta nel 101 a.C. nei Cammpi Raudii, tra Novara e Vercelli.
Prendendo posizione contro Plutarco che si basa sulle memorie di Silla,  lo scrittore esplora ciò di cui inevitabilmente si tace, dando voce a chi non l’ha mai avuta.
È quello che fa pure Franz Werfel, il quale dedica alla tragedia del genocidio armeno l'imponente I quaranta giorni del Mussa Dagh (Corbaccio).

Terre selvagge di Sebastiano Vassalli

Terre selvagge

di Sebastiano Vassalli
Rizzoli
ISBN 978-8817080729
Cartaceo 8,10€


Ci inoltriamo così in un campo minato, avvicendandosi i punti di vista dello storico e del romanziere.  

Essi si confondono nel momento in cui seguiamo Stendhal: egli ritiene l'opera letteraria lo strumento migliore per avvicinarsi alla verità storica più profonda, laddove lo storico, prigioniero delle fonti, esiterebbe davanti a una congettura di troppo. Il terreno si rimescola ulteriormente nel dar voce a quelle che Carlo Ginzburg chiama microstorie (proprio perché il protagonista di queste è un illustre sconosciuto, è vano stabilire quali differenze vi siano rispetto a un romanzo storico). Da una di queste (Il formaggio e i vermi)  è tratto per esempio il film Menocchio, attualmente nelle sale.


Tutto questo per significare che, lungi dal condurci allo scetticismo più spinto e inconcludente,  accertare la verità storica è di fatto impossibile, a meno di accontentarci di raccontare storie, se non vere, verosimili; sicuri che di qualunque cosa, purtroppo o per fortuna,  non si dirà mai nulla di definitivo.


Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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