Gli scrittori della porta accanto

Scrittori, intervista a Roberto Bugliani: «uno scrittore dovrebbe sempre avere un sogno nel cassetto»

Scrittori, intervista a Roberto Bugliani: «uno scrittore dovrebbe sempre avere un sogno nel cassetto»

Caffè letterario Intervista a cura di Silvia Pattarini. Un'occhiata fuori (Apollo Edizioni) e Serraglio Italia (Santelli Editore), le ultime fatiche letterarie di Roberto Bugliani: «per uno scrittore avere un sogno nel cassetto è doveroso».

Roberto Bugliani nasce a La Spezia; studia all’Università di Pisa, dopodiché si dedica per anni all'insegnamento nelle scuole medie della sua città natale. Compie viaggi di studio e d'intercambio solidale in paesi latinoamericani, soprattutto in Messico ed in Ecuador, svolgendo le mansioni di collaboratore e redattore di riviste letterarie.
Pubblica il romanzo di taglio sperimentale Il decennio perduto. Romanzo da verificare nel 1994, le raccolte di racconti Zucchero e altri veleni nel 1995, il reportage Dove comincia il giorno. Viaggi in Chiapas e Guerrero nel 1999, con Roberto Bertoni l'antologia poetica Voci di Liguria nel 2007, infine Serraglio Italia e Un'occhiata fuori nel 2018. All'attivo ha tre raccolte di poesie: Cronache con paesaggio (2001), Di quand'ero poeta (e non lo sapevo) (2009), Versi scortesi (2012).
Ha tradotto dallo spagnolo i romanzi ecuadoregni La città addormentata, di Alicia Yánez Cossío, Le croci sull'acqua, di Joaquín Gallegos Lara, La danza del serpente, del messicano Carlos Montemayor, i due tomi del Subcomandante zapatista Marcos Dal Chiapas al mondo e il saggio di René Báez Messico zapatista.

Buongiorno e benvenuto a Roberto Bugliani nel blog Gli Scrittori della Porta Accanto. Raccontaci qual è stato il percorso che ti ha fatto approdare al mondo della scrittura: quando hai iniziato a scrivere e cosa?

Be', a raccontare il mio percorso letterario sarebbe un po' lungo, ma, a beneficio dei lettori, la faccio breve. Ho iniziato a scrivere che si era nel secolo scorso, internet era ancora nella mente degli dei e io scrivevo poesie. Poesie sperimentali, come si diceva allora, perché l'esperienza della neo-avanguardia, il Gruppo 63, mi aveva coinvolto. Quel modo di scrivere lo sentivo nelle mie corde. Così pubblicai la mia prima raccolta di poesie, Cronache con paesaggio, ma soltanto nel 2001, perché il libro ebbe un lungo periodo di gestazione editoriale, un po' come quello dell'elefante (o dell'elefantessa, dato che è lei che partorisce).

Un'occhiata fuori e Serraglio Italia sono le tue ultime fatiche letterarie: vuoi ricordarci, i titoli delle tue pubblicazioni precedenti?

Devo dire che quest'anno mi è stato particolarmente benevolo, perché ho pubblicato due raccolte di racconti, Un'occhiata fuori e Serraglio Italia, a distanza di pochi mesi l'una dall'altra. E, a proposito di fatiche letterarie, alla luce di questa mia ultima esperienza, vorrei porre la domanda: è più faticoso scrivere un'opera letteraria o tentare di promuoverla dopo averla scritta? Io propenderei per la seconda che ho detto.
Per quanto riguarda i titoli delle mie precedenti pubblicazioni, e fermandosi alle opere in prosa, vorrei citare la mia prima raccolta di racconti, Zucchero e altri veleni, e Il decennio perduto, un romanzo di taglio sperimentale pubblicato precedentemente.

Roberto Bugliani, esiste un filo conduttore o di aggregazione nei tuoi romanzi, oppure ciascuno è un mondo diverso, per trama e genere?

Allora, dovrei fare una distinzione tra i miei romanzi, uno dei quali pubblicato e due che ho nel cassetto, e le mie raccolte di racconti. I due romanzi che sto cercando di piazzare agli editori per la loro pubblicazione (forse nel XXII secolo, se vado di questo passo) hanno sì al loro interno un filo conduttore in comune. E si tratta d'un paese latinoamericano che mi è molto caro, in cui sono stato più volte e di cui ho tradotto anche racconti e romanzi di autori locali novecenteschi. Entrambi i miei romanzi, in toto o in parte, hanno per scenario quel paese latinoamericano, che però rivelerò quando i romanzi saranno pubblicati (ossia, forse mai).
Le mie raccolte di racconti, invece, non hanno un filo conduttore comune così preciso e delineato, Certo, i racconti trattano di avvenimenti e personaggi che ci sono contemporanei, o che io immagino agire e avvenire all'interno di questa nostra società, Serraglio Italia, per l'appunto, o in questo mondo che ci è toccato vivere, come Un'occhiata fuori. Ma la loro comunanza non va oltre questo aspetto.

In generale, dei tuoi libri è nata prima la trama o il titolo? Ti sei mai dovuto documentare, hai mai svolto delle ricerche per argomentare al meglio la narrazione?

Prima sono nati i racconti, strutturati con trama e titolo, poi per ogni raccolta ho cercato un titolo complessivo, che riflettesse, almeno un po', la tematica generale. E così è successo anche per i romanzi di cui parlavo prima, tant'è che il titolo dell'ultimo l'ho cambiato già un paio di volte e non è detto che non lo cambi ancora.
Quanto al lavoro di documentazione e ricerca, ritengo sia imprescindibile per la composizione di qualsivoglia opera letteraria. L'autore non è onnisciente, e se nelle cose che scrive dà l'idea di esserlo, è perché s'è documentato prima. Poi, per quanto mi riguarda, c'è un'unica cosa che so, e cioè so di non sapere.

Veniamo ai personaggi dei tuoi libri: raccontaci qualcosa dei protagonisti, svelaci qualche curiosità che li caratterizza.

Nei miei racconti s'affollano molti personaggi, e com'è naturale, con alcuni sento più feeling che con altri. In Serraglio Italia mi sento molto vicino, non tanto per prossimità biografica, per così dire, ma per prossimità affettiva, a Nevio, il cassintegrato del primo racconto cui capitano varie vicissitudini nel tentativo di rimediare qualche soldo per rimpolpare la magra retribuzione da cassintegrato. Ma anche lo sfortunato protagonista del racconto "La mano", ambientato a Parigi e che tratta dell'impatto che il quadro di Van Gogh, Les deux fillettes, ha su di lui, riscuote la mia simpatia.
Invece riguardo ai racconti di Un'occhiata fuori, beh, il personaggio che suscita in me un sentimento di totale partecipazione alla sua vita grama, è l'anonimo precario di "Italexit". Ma anche il Felice di "Datti all'ippica!" (qui non funziona il nomen omen) o il messicano Juan Carlos di "La terza volta", che progetta l'uccisione del vescovo chapaneco Ruiz ma non ce la fa e s'impicca, mi procurano un pathos intenso. Insomma, mi rendo conto che sono tutti, per dire con un termine di moda, degli "sfigati".

Roberto Bugliani, in quali luoghi hai ambientato le vicende dei tuoi racconti?

Nel caso di Serraglio Italia i luoghi sono disseminati un po' per tutto il paese, da Genova, per esempio, a Pisa, da una cittadina del sud Italia a un lungomare della Versilia, a Milano. Poi ci sono i luoghi fuori dell'Italia, visto che qualche racconto s'incammina per quelle che una vecchia canzone chiamava "le strade del mondo". E saranno allora Parigi, o Puerto Misahuallì, o ancora, come nel caso dei racconti di Un'occhiata fuori, la discarica della cittadina brasiliana di Olinda, o un hotel del paese amazzonico di Coca, o la San Cristobal de las Casas dello stato messicano del Chiapas, gli scenari in cui agiscono i miei personaggi.

Secondo te i potenziali lettori, prima di scegliere un libro leggono le recensioni o si affidano all'immagine di copertina o alla sinossi? O a tutte queste cose insieme?

Mah, che dire? Le recensioni credo che influenzino poco l'acquisto e la lettura d'un libro. Ormai la critica letteraria, che una volta era un po' la guida all'acquisto da parte di molti lettori, è relegata in ruoli minimali, a un passo dall'estinzione. Dire il perché sarebbe troppo lungo, ci vorrebbero a spiegarlo almeno uno storico, un sociologo, un analista del pensiero dominante, per cui passo a dire che la sinossi, ossia quello che una volta si chiama il sunto di un'opera, forse potrebbe influenzare di più il lettore, nel senso che prima dell'acquisto dà un'occhiata alla quarta di copertina, o comunque dove sta scritta la "trama". Quanto alla copertina, malgrado la mia ignoranza in materia di grafica e di design, direi che può attrarre la curiosità del potenziale lettore. La copertina rende appetibile il libro. Ma, oltre a tutto questo, spesso sono le casualità della vita che ci fanno imbattere in un certo libro anziché in un altro. Siamo un po' tutti lettori casuali.

Roberto Bugliani preferisce leggere alla vecchia maniera, sfogliando le pagine e annusando il profumo dei libri, oppure si è lasciato affascinare dalle innovative tecnologie e legge gli ebook?

Sarò démodé, sarò un parruccone, come si dice, ma gli e-book, lo confesso, non mi attirano. La mia preferenza va al cartaceo. Per tanti motivi. Non ultimo, perché sono un sentimentale (e qui ci andrebbe una emoticon che se la ride di gusto).

Hai voglia di metterti in gioco impegnandoti personalmente nelle presentazioni dei tuoi libri, incontrando il pubblico, i lettori?

Nel corso degli anni, presentazioni di libri miei o di altri ne ho fatte parecchie. Purtuttavia, non credo molto alle presentazioni, perché spesso si risolvono con una specie di rimpatriata fra amici che vengono a sentirti per amicizia, appunto, il che fa anche piacere per rivedere gli amici, ma non per la riuscita della presentazione. Oppure altre volte il tutto ha inizio e fine "tra quattro gatti", come si suol dire.
Comunque, tanto per contraddirmi, il 16 febbraio ho una presentazione di entrambe le raccolte di racconti nella mia città.

Hai fatto bene a ricordarlo ai nostri lettori, magari qualcuno di loro è in zona. Hai ancora qualche sogno nel cassetto da realizzare, e perché no, anche progetti ambiziosi?

Non direi "ancora" ma "sempre" io ho qualche sogno da realizzare chiuso nel cassetto. Ritengo che per uno scrittore avere un sogno nel cassetto sia doveroso. Molto probabilmente anche, che so, Umberto Eco o Giovanni Verga almeno un sogno nel cassetto l'avevano. E i sogni sono sempre "progetti ambiziosi".

Roberto Bugliani, mi ha fatto molto piacere approfondire meglio la tua conoscenza. Ti faccio un immenso in bocca al lupo per la tua presentazione del 16 febbraio e per i tuoi progetti futuri.

Grazie a te e ai lettori. Non dico: crepi! (il lupo) perché i lupi sono in via di estinzione e vanno protetti (anche se mordono).


Un'occhiata Fuori di Roberto Bugliani

Un'occhiata Fuori

di Roberto Bugliani
Apollo Edizioni
Racconti
ISBN 978-8894921281
cartaceo 12,00€

Sinossi
Un'occhiata fuori, gettata da un'ipotetica finestra a cui s'affaccia il narratore incuriosito dal brulicare di vite sottostanti. Un'occhiata che, come un clic di scatto fotografico, fissa sulla pagina aspetti salienti, talvolta tragici, talaltra comici, delle vicissitudini esistenziali di personaggi comuni ed eccezionali al tempo stesso. Un'occhiata gettata fuori, alle strade del nostro paese quanto a quelle del mondo, e saranno perciò Parigi o il nord-est del Brasile, il Chiapas messicano o un'isola del Venezuela o ancora uno spicchio d'Amazzonia ecuadoregna a fornire adeguata cornice geografica e nel contempo a caratterizzare il campo d'azione di personaggi molto diversi fra di loro, ma che una medesima sorte accomuna: quella degli inetti, degli sconfitti, degli ultimi nel gran circuito della vita.


Serraglio Italia

di Roberto Bugliani
Santelli
Racconti
ISBN 978-8832040081
cartaceo 14,90€
ebook 4,99€

Sinossi
La giornata sfortunata d'un lavoratore che si confronta con la propria condizione di cassintegrato; le disavventure d'un turista italiano e dell'amico olandese Chris nella selva amazzonica; due passi in compagnia di Quasimodo e del suo amore per la bella Irma; la parabola sessantottesca d'una nota coppia d'uomini politici soprannominati il Gatto e la Volpe; Arcangelo e il diavolo che fa le pentole ma non i coperchi; la più riuscita interpretazione d'un attore arabo di quart'ordine fuori dal set; Genova 20 luglio 2001; vicissitudini d'un giovane precario al tempo della flessibilità del lavoro; Silverio va ai baracconi; Quintilio e la scomparsa d'Ivanka; Oronzo, la globalizzazione e il rapinatore; un commissario della mobile milanese alle prese con la confessione d'un emigrante greco; il capitano Z. e la strategia della tensione negli anni di piombo; la lap dance ai tempi del Billie B.; la scommessa di don Gigino... Una rassegna di personaggi comuni ed eccezionali nello stesso tempo, colti in momenti particolari delle loro peripezie esistenziali di natura talvolta tragica, talaltra comica.

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
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