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Recensione: Doppio carico. Storie di operaie, di Loriana Lucciarini

Recensione: Doppio carico. Storie di operaie, di Loriana Lucciarini

Libri Recensione di Giulia Mastrantoni. Doppio carico. Storie di operaie di Loriana Lucciarini (Villaggio Maori Edizioni). Dodici donne, otto interviste per parlare di battaglie – quelle vere – sul posto di lavoro, gender pay gap, mobbing, maternità e controverso rapporto coi colleghi.

Una delle problematiche maggiori del metooismo è che ha portato tutte a credere ciecamente a ciò che viene loro detto da sedicenti femministe. Si parla spesso di gender pay gap, di statistiche circa le molestie sul lavoro e di un patriarcato invisibile che ci guida come fossimo burattine. Se ne parla come se questi fossero tutti problemi ben noti, perfettamente supportati da dati e studi, ma le cose non stanno così.
Molte donne non sono in grado di stabilire con chiarezza in che modo si può provare se il gender pay gap esiste o meno; sulla stessa scia, i dati circa le molestie e la rape culture vengono spesso riportati senza tuttavia citarne la fonte, per tacere delle accuse di molestie ai danni di personaggi del mondo dello spettacolo che arrivano ai tabloid prima che alla polizia.
Il femminismo è diventato inaffidabile; prenderlo sul serio e verificarne la veridicità delle problematiche che afferma di combattere è sempre più complicato. Mi sembra una premessa importante da fare, perché spesso le donne che vogliono adoperarsi per far rispettare i propri diritti e che si appellano al femminismo per farlo, non hanno piena coscienza di che cosa stanno parlando. Non è una loro colpa; il femminismo è complesso, suddiviso in sottocorrenti che si fanno portatrici di ideali ben diversi, se non diametralmente opposti. Al di là di quale corrente si avvicina di più alla “verità” dei fatti, una cosa appare evidente: si è persa quella voglia di stabilire priorità comuni e urgenti per le donne; tutto viene considerato urgente, ma nulla è più obiettivo comune.


Alla luce di questa considerazione, personale e senz’altro opinabile, è interessante notare come Loriana Lucciarini, nel suo lavoro di non-fiction Doppio carico, abbia voluto approcciare il problema delle condizioni di lavoro in fabbrica per le donne.

I dati offerti in Doppio carico sono di natura qualitativa, quindi hanno il pregio di essere approfonditi; il rovescio della medaglia è che sono fortemente incentrati sul punto di vista di otto donne, le intervistate, per cui potrebbero non essere descrittivi della situazione media italiana attuale in fabbrica. Occorre, tuttavia, puntualizzare che molte delle problematiche che le otto donne portano alla luce non sono necessariamente legate al loro genere, anzi, sono facilmente traslabili all’universo maschile.
Nella prima intervista in particolare si parla di come una donna che lavora in fabbrica con il suo compagno potrebbe avere problemi a prendersi cura dei propri figli: se la donna e il compagno non hanno la possibilità di alternare i turni di lavoro, diventa necessario trovare una terza persona che può badare ai bambini negli orari di assenza dei genitori. Questo non è un problema prettamente femminile e non è neppure legato al lavoro in fabbrica; si tratta, al contrario, di un ostacolo che qualunque coppia di genitori incontra, laddove entrambi hanno la fortuna di avere un impiego.

La seconda intervistata porta alla luce problemi altrettanto comuni, come la difficoltà di trovare lavoro e il mobbing.

Non si tratta di un vezzo, ma di una necessità: per vivere, sostiene la donna, occorre lavorare; subito dopo aggiunge che oggi si tende a vivere per lavorare. Anche questo è un discorso ben più ampio del genere femminile, così come lo è il mobbing, una pratica particolarmente insidiosa e il motivo per cui la seconda intervistata ha perso il lavoro.
Le affermazioni fatte dalla terza intervistata sono piuttosto simili in quanto a universalità: unica donna in un ambiente prettamente maschile, la terza intervistata ha dovuto spiegare ai suoi colleghi maschi che usare lo smalto sulle unghie quando si lavora in fabbrica non è solo un atto di vanità, ma un escamotage per nascondere lo sporco sotto le unghie. Si tratta, insomma, di un problema legato a un’incomprensione di base che può essere risolto con il dialogo, soluzione adottata dalla donna, che oggi ha un buon rapporto con i suoi colleghi.
Non vi svelerò di più circa le interviste per non togliervi il piacere della lettura; mi limiterò a dire che Loriana Lucciarini ha svolto al meglio delle sue possibilità un lavoro che le stava chiaramente a cuore. Sono certa che tutti (e tutte) avrete un’opinione in merito a Doppio carico e che Loriana Lucciarini sarà felice di ricevere le vostre idee tramite messaggio.
Buona lettura e in bocca al lupo a tutti coloro che stanno portando avanti battaglie che valgono sul posto di lavoro.


Doppio carico. Storie di operaie di Loriana Lucciarini

Doppio carico
Storie di operaie

di Loriana Lucciarini
Villaggio Maori Edizioni
Non-fiction
ISBN 9788894898538
Cartaceo 13,30€

Sinossi 

«Le donne devono portare avanti ruoli molteplici. Non siamo solo lavoratrici, solo delegate, solo mamme, mogli e figlie bensì tutti questi ruoli insieme, a volte anche contemporaneamente». A parlare è Pamela, una delle tante donne che affollano le pagine di questo libro; lavoratrici del settore metalmeccanico, un ambito considerato ancora prettamente maschile e che negli ultimi anni ha subito gli effetti della crisi economica. Donne che lottano per rivendicare i propri diritti e affermare il proprio ruolo nell’ambiente lavorativo e sociale. Si raccontano, rievocando i momenti salienti della loro esperienza lavorativa: le delusioni, i successi e le ingiustizie subite. Loriana Lucciarini osserva e ascolta con attenzione queste storie provenienti da ogni parte d’Italia componendo un racconto a più voci in forma di intervista, che spinge a riflettere sulle disparità e sulla difficile condizione degli operai nel nostro paese. Un ritratto dai colori cupi in cui brilla però la determinazione a non mollare e la speranza nel cambiamento. Viene da chiedersi quanta strada ci sia ancora da fare affinché essere donna e lavoratrice non sia più un «doppio carico» da sopportare.


Giulia Mastrantoni
Ho collaborato per quattro anni all’inserto Scuola del Messaggero Veneto. Scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada e ora vivo in Australia. Ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.
La forma del sole, Gli Scrittori della Porta Accanto.


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