Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Il ragazzo fortissimo, di Mirella Borgocroce

Recensione: Il ragazzo fortissimo, di Mirella Borgocroce

Libri Recensione di Ornella Nalon. Il ragazzo fortissimo. Cosa mio figlio e io abbiamo imparato dal cancro di Mirella Borgocroce (Sonzogno). Il libro che ha contribuito a esorcizzare l'angoscia di una madre.

Una diagnosi terribile: osteosarcoma.
Un adolescente destinato a un interminabile, estenuante trattamento medico, il cui esito di guarigione non è del tutto certo.
Una madre a cui si prospetta la possibilità di perdere suo figlio.
Questi sono i tre protagonisti del libro e già si può immaginare che il suo genere non possa essere considerato di svago. Nonostante l'uso di un linguaggio semplice e di uno stile fluido, con il suo carico di dolore, diventa una lettura essa stessa dolorosa, perché è impossibile scivolare sulle parole con scioltezza, senza venire intaccati dal turbinio dei sentimenti da cui sono state generate.
L'autrice è la mamma messa di fronte a uno dei peggiori incubi cui un genitore possa assistere. E non si può fare a meno di chiedersi quanto si dev'essere forti per affrontare una simile dolorosa esperienza. Ma è lei stessa che non ci sta a essere definita tale e riporta l'esempio di un insetto che sta annegando muovendo strenuamente le zampe, sino all'ultimo istante, per restar a galla. Secondo lei, non c'è alcuna gloria nel resistere.

Secondo Mirella Borgocroce, dunque, sembra che la forza altro non sia che la necessità di sopravvivere e che ognuno di noi potrebbe esserne dotato se vivesse le medesime circostanze.

Probabilmente è così, ma credo sia altrettanto vero che ogni persona affronti le proprie angosce in maniera diversa, trovando la salvezza in appigli ad essa più connaturali.
Mirella Borgocroce ha cercato di esorcizzare l'angoscia scrivendo; ha trasposto la propria eccezionale esperienza in un prodotto letterario. Molto spesso, il valore liberatorio dello scrivere è più efficace di quello della parola, forse perché predispone a una maggiore introspezione e riflessione.
Una mattina faccio l'usuale percorso piangendo. Ma mentre le lacrime scendono impetuose, realizzo che il pianto è una forma subdola di lamentela, un'altra varietà dell'autocommiserazione. Non voglio. Cerco di trasformare questa afflizione in risolutezza, in forza creativa. E così decido di acquistare un nuovo computer per cominciare a raccontare la storia di Rocco, questa storia che avete tra le mani.
Mirella Borgocroce, Il ragazzo fortissimo

Tuttavia, stiamo parlando di un evento la cui portata emotiva non è facilmente gestibile, per cui lo scrivere sicuramente non basta, e allora arriva in soccorso la potenza salvifica della fede religiosa. 

Per l'autrice, la religione a cui rivolgersi è quella Buddista, oramai abbracciata da anni.
La meditazione, la preghiera, il conforto degli altri fedeli si rivelano una linfa che apporta un po' di vigore, di capacità di reazione, di fiducia. Se poi, a tutto questo, uniamo l'atteggiamento positivo e mai votato al vittimismo del figlio malato e una famiglia solidale e unita, ecco che la dura battaglia ha buone chance di essere vinta.
Alla fine dopo più di due interminabili anni, Rocco vince sulla malattia. È una vittoria che lascia tutti spossati ma molto più ricchi. La loro è una ricchezza che nulla ha a che vedere con il bene materiale il cui valore, se mai ne avesse avuto, è destinato a essere di gran lunga superato da quello di nuovi concetti spirituali. Dopo una tale esperienza tutto può essere rimesso in discussione, rielaborato, valorizzato o svalutato a seconda dei casi.
Ho imparato a vivere il momento presente, senza costruire nel cuore giorni futuri che hanno le spessore della carta. Ho imparato la felicità senza promesse e garanzie. Ho imparato che gli altri, molti altri, sanno essere generosi e qualcuno invece ha troppa paura. Ho imparato che il valore di quanto ci è dato nella vita lo decidiamo noi.
Mirella Borgocroce, Il ragazzo fortissimo

Alla fine del romanzo di Mirella Borgocroce non si può fare a meno di sentirsi un po' amiche dell'autrice e un po' mamme orgogliose di Rocco, il ragazzo fortissimo.

Una piccola parentesi, a dimostrazione di quanto siano strane certe coincidenze e di come il destino giochi a intrecciare determinati percorsi, se pur per brevi marginali tratti. Durante la lettura di questo libro, scopro che Rocco, assieme agli altri ragazzi del reparto oncologico, ha partecipato alla registrazione del video YouTube Palle di Natale, del quale ho scritto in un mio articolo, pubblicato su questo sito.
Allora avevo deciso di parlarne perché mi ero sentita emotivamente coinvolta dall'iniziativa e molto toccata dalla lotta contro un terribile nemico che tutti quei ragazzi stavano combattendo.
Sapere che Rocco era uno di loro e che ce l'ha fatta, mi ha riempita di gioia e mi fa sentire a lui più vicina.


Il ragazzo fortissimo
Cosa mio figlio e io abbiamo imparato dal cancro.

di Mirella Borgocroce
Sonzogno
Memoir | Non-fiction
ISBN: 8845400603
cartaceo 13,60€
ebook 9,99€

Sinossi
Rocco ha quattordici anni. Gli piace correre nei boschi. Si fa male a una gamba. Niente di che, ma secondo il medico «è meglio approfondire». Si approfondisce, e la diagnosi è: cancro alle ossa. Rocco combatterà, e al suo fianco combatterà la madre, facendo ciò che tutte le madri fanno, più una cosa: si affida alla preghiera, trovando la propria forza – e la forza di accettare la meravigliosa forza di Rocco, che affronta il cancro come una partita difficile ma non diversa da tante altre – nella meditazione. Qualche anno dopo, quando ormai Rocco, guarito, è nel tempo felice e ansioso dei controlli periodici, la madre comincia a raccogliere dalla memoria, in testi brevi come appunti o distesi in piccole narrazioni, i ricordi della battaglia. Una sorta di diario a posteriori che è il diario della malattia, del lavoro medicale, della vita ospedaliera, della paura e della speranza, ma anche il diario di una crescita e di un rafforzamento interiore. Un racconto intenso e commovente che è anche una guida alla scoperta della propria dimensione spirituale...

Ornella Nalon - Gli scrittori della porta accanto

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo, 0111 Edizioni
Non tutto è come sembra, 0111 Edizioni.
Una luce sul futuro, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.
Sulle ali della fantasia, Gli scrittori della porta accanto Edizioni (seconda edizione).


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