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Beatrice Giai Gischia presenta: Gorgò, la regina di Sparta

Beatrice Giai Gischia presenta: Gorgò, la regina di Sparta.

Presentazione Libri Intervista a cura di Davide Dotto. Beatrice Giai Gischia presenta il suo nuovo romanzo Gorgò. La regina di Sparta (Santelli). Una donna coraggiosa, volitiva, dinamica lotta per i diritti delle donne: «anche se è vissuta 2.500 anni fa, possiamo riconoscerci tutti nelle sue battaglie e molte delle situazioni da lei vissute sono estremamente attuali.»

Beatrice Giai Gischia torna in libreria con un lavoro dedicato alla figura di Gorgò, la regina di Sparta (Santelli Editore).
Di Gorgò, figlia di Cleomene I, sposa di Leonida, eroe delle Termopili, dopo il 480 a.C. non si sa nulla. Alla scarsezza di documenti non si rimedia che con l’immaginazione e l’invenzione narrativa. Lo strumento migliore per avvicinarsi alla verità storica più profonda è talvolta proprio il romanzo, laddove lo storico – prigioniero delle fonti, arretrerebbe davanti a una congettura di troppo.
Tucidide stesso, nel raccontare la Guerra del Peloponneso, immagina i dialoghi tra i suoi protagonisti.
Plutarco, più efficacemente di qualunque moderno esegeta, al principio della biografia di Nicia osserva che, nei libri sulla campagna ateniese in Sicilia, Tucidide «ha superato se stesso nel rendere immediatamente visibili i fatti che narrava»: tali cioè che il lettore si trovi, rispetto ad essi, come uno spettatore [...]
 Luciano Canfora, Tucidide
I confini tra i rispettivi campi si fanno evanescenti,  se prendiamo atto delle esortazioni di Mary Beard rivolte allo storico di professione, tra cui quella di non eccedere nelle «ricostruzioni romanzate al limite della fiction


È altrettanto vero, però, suggerisce Carlo Ginzburg, che un'opera letteraria può contenere tracce che permettono a uno Schliemann di avventurarsi alla ricerca del tesoro di Priamo o delle mura di Troia.
È con quest'ottica che ci si deve avvicinare al romanzo di Beatrice Gia Gischia. Il punto di vista privilegiato di Gorgò  ci offre un affresco della Sparta del V secolo a.C., alle prese con la minaccia dell'invasione persiana. È anche l'occasione per confrontarsi con la costituzione spartana e – di riflesso – con quella ateniese.

Gorgò. La regina di Sparta di Beatrice Giai Gischia

Gorgò
La regina di Sparta

di Beatrice Giai Gischia
Santelli
Romanzo storico
ISBN 978-8831255349
Cartaceo 14,90€

Sinossi 

Gorgò, figlia di re Cleomene I, trascorre le sue giornate spensierata come tutte le ragazze della sua età. Ma quando muore il padre, si trova catapultata in un mondo più grande di lei. Dovrà gestire la successione al trono, gli intrighi dei suoi familiari e l'imposizione del matrimonio col più anziano dei suoi zii, che non conosce né vuole conoscere. Fondendo fonti antiche e autorevoli, vengono ricostruiti con precisione storica la vita della Regina di Sparta, restituendo l'attualità del mondo classico attraverso l'immagine di una donna greca che si erge a simbolo di forza femminile. Gorgò non è solo la moglie di Leonida, eroe delle Termopili, ma soprattutto l'unica donna a cui è stato riconosciuto dagli storici antichi un ruolo di dominio nella gloriosa Sparta.


L'autrice racconta



Beatrice Giai Gischia è qui con noi e ha accettato di rispondere a qualche domanda su Gorgò, La regina di Sparta. Non mancano, nella storia, figure simili a Gorgò. Perché hai scelto di scrivere della regina di Sparta?

Gorgò è la moglie di Leonida, l’eroe delle Termopili. Con i suoi 300 (che erano, in realtà, molti di più…) nel 480 a. C., all’inizio della seconda guerra persiana, il re spartano compì un’impresa epica, trattenendo i Persiani ai margini del territorio greco per parecchi giorni. Con il suo sacrificio consentì al resto dell’esercito di organizzare la difensiva più a sud: per questo fu celebrato da tutti i più importanti autori del mondo greco ed è ricordato ancora oggi in Grecia come simbolo di virtù e di amore verso la patria. Leggendo Erodoto, mi sono accorta che anche la moglie Gorgò è considerata un esempio di coraggio e di saggezza: da qui la curiosità di fare ricerche su di lei e di delineare questo personaggio, poco conosciuto, di cui nessuno ha mai scritto un romanzo.

Qual è il significato e l’origine del suo nome?

L’etimologia del nome, con tutta probabilità, è da collegare alle Gorgoni, che erano dei mostri della mitologia greca, tre sorelle con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli. La Gorgone più nota era Medusa, in grado di pietrificare tutti coloro che la guardavano; solo Perseo riuscì ad affrontarla e a tagliarle la testa, rendendola innocua. Il nome Gorgo, comunque, è attestato in Grecia già prima dell’età classica, quindi è probabile che all’epoca fosse già diffuso.
La mia protagonista è una donna coraggiosa, volitiva, dinamica e soprattutto lotta per i diritti delle donne: per questo motivo, anche se è vissuta 2.500 anni fa, possiamo riconoscerci tutti nelle sue battaglie e molte delle situazioni da lei vissute sono estremamente attuali.

Il romanzo è, indubbiamente, il racconto di due città. Vi sono punti di contatto (la cultura greca), e profonde differenze. Qual è il rapporto tra Atene e Sparta ai tempi di Gorgò?

Diciamo di sì. Tra tanti spunti, sullo sfondo, c’è anche la contrapposizione tra Atene e Sparta. Atene è la città della democrazia, del governo del popolo, che si riunisce in assemblea per discutere di politica, cioè della capacità di vivere in armonia all’interno della polis. Sparta, invece, è governata da due re (la diarchia), ha una legislazione rigida a cui tutti devono sottomettersi, ma le donne sono più libere, hanno diritto di parola, vengono istruite e allenano il corpo con esercizi ginnici quotidiani, proprio come gli uomini.
Può sembrare una contraddizione, ma per Sparta lo Stato aveva un’importanza suprema: dunque le donne dovevano essere forti come gli uomini per garantire la discendenza e avere figli forti, che dovevano diventare guerrieri terribili.
Queste due città sono sempre state rivali, ma all’epoca delle guerre persiane fu necessario trovare degli accordi per combattere contro il comune nemico invasore.

Alla morte di suo padre (Cleomene I, re di Sparta) sono molte le preoccupazioni di Gorgò. Non può governare direttamente ma deve sottostare a un matrimonio combinato. Tuttavia è una donna libera. C’è una contraddizione in questo?

I matrimoni combinati erano stabiliti per legge, usanza che rimase tale nel corso della storia quasi ovunque e ancora oggi, purtroppo, sussiste in molti paesi del mondo.
Possiamo considerarlo un topos letterario; anche Gorgò, ereditiera di diritto dopo la morte del padre Cleomene I, doveva sposare lo zio più anziano, Leonida. Proprio perché era per natura una donna libera ed emancipata, è molto probabile che all’inizio non volesse sposarsi e che avesse tentato di sottrarsi al matrimonio, ma di certo Leonida aveva una personalità irresistibile, carica di fascino e fece di tutto per conquistarla. La finzione letteraria del rapimento è frutto della fantasia dell’autrice, ma di certo le donne all’epoca cercavano degli espedienti per sottrarsi ai matrimoni non desiderati, come è sempre successo dall’antichità ad oggi.

Ogni aspetto in Grecia ha due volti: Cleomene e Leonida sono padri affettuosi e irreprensibili re. Si può parlare di ambivalenza più che di ambiguità. Quali sono i due volti di Gorgò?

Tutto deve essere messo in secondo piano rispetto alla salvaguardia di Sparta. Lo Stato ha sempre il primato su tutto, anche se è evidente che una legislazione troppo rigida prima o poi è destinata ad avere oppositori ed alimenta la rivoluzione. È per questo che Gorgò lotta per tutta la vita per ammorbidire lo stato spartano: fa di tutto per migliorare la condizione delle donne e dei contadini, esponendosi in prima persona e parlando con gli Efori, che rappresentano il simbolo del potere conservatore. È una donna che meritava un romanzo e per me è stato un onore grandissimo ricostruire la sua vita: l’ho trattata con molto rispetto, come se l’avessi conosciuta veramente e mi sono commossa molto nello scrivere la sua storia.

Nel film 300, di Zac Snyder, la regina Gorgò ha le fattezze di Lena Headey. L’hai trovata convincente?

Le trasposizioni cinematografiche, soprattutto quelle recenti, sono spesso molto lontane dalla realtà storica dei fatti. Nella ricostruzione del personaggio io mi sono attenuta alle fonti antiche, che comunque non vanno oltre la morte di Leonida (480 a. C.). Di Gorgò non si sa più nulla oltre questa data. Nel film – graphic novel – “300” di Zac Snyder sono inserite moltissime variazioni di pura fantasia e anche il personaggio interpretato da Lena Headey rispecchia questa linea. Tuttavia credo che la sua personalità, caratterizzata da indipendenza, forza d’animo e grande coraggio, emergano con chiarezza.

Nel romanzo precedente (In mezzo al mare scuro come vino) abbiamo conosciuto Eirene e l'Atene del V secolo a.C.: una città moderna, forte e rigogliosa. Per realizzarsi impara a leggere, scrivere e far di conto. Se Gorgò e Eirene si fossero incontrate quale impressione l’una avrebbe avuto dell’altra? Quale sarebbe stata la sorte di Gorgò se fosse nata ad Atene anziché a Sparta?

Eirene era un personaggio completamente inventato, come del resto la sua storia … ma credo che se Eirene e Gorgò si fossero incontrate, di sicuro avrebbero provato simpatia e stima reciproche. Del resto sono due donne che trasmettono valori universali, molto attuali anche nel mondo odierno: la libertà di esprimersi, la volontà di migliorare la propria vita ottenendo l’indipendenza sociale ed economica, il senso di giustizia, la lealtà, il rispetto, l’amicizia, l’amore. Senza tutti questi beni eterni, la vita non ha senso e non è degna di essere vissuta.

Beatrice Giai Gischia, ti ringraziamo per essere stata con noi. Complimenti e auguri per questo tuo nuovo romanzo.


Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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