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Recensione: Come ordinare una biblioteca, di Roberto Calasso

Recensione: Come ordinare una biblioteca, di Roberto Calasso

Libri Recensione di Davide Dotto. Come ordinare una biblioteca di Roberto Calasso (Adelphi): «Non c’è bisogno che i libri siano in ordine – e neppure in disordine – per rivelare qualcosa del loro proprietario».

Come ordinare una biblioteca, di Roberto Calasso, non è la dissertazione sui diversi criteri di classificazione dei libri di una biblioteca. È un viaggio che va alla radice di tali questioni, privilegiando un discorso filosofico, storico oltre che letterario.

Cosa significa esattamente mettere ordine? E soprattutto, parlando di libri e di biblioteche, cosa si deve ordinare?

In verità molte cose. L’argomento è sfaccettato interessando degli oggetti, il luogo in cui essi si trovano, le abitudini e il gusto del proprietario o dell'utilizzatore: colui che i libri li sceglie, li ripone negli scaffali, riempie di essi una o più stanze, li sfoglia, e qualche volta li legge.
Non si deve nascondere che la parola “biblioteca” richiama de relato tanto i libri, quanto l’edificio che li raccoglie. I libri stessi sono edifici – molto o poco frequentati – di quel che contengono.

In ogni caso ci si muove all'interno di un labirinto in cui si scoprono nuove stanze o riaffiora - di tanto in tanto - un luogo dimenticato.

L'ordine, una volta stabilito, dà l'idea di qualcosa di statico. E statica potrebbe apparire una biblioteca che  avesse una disposizione fissata una volta per tutte, come in una fotografia, tipo: volumi riposti di fianco all'altro in ordine alfabetico per autore, per argomento, o per casa editrice, per collana, o per data di acquisizione e quindi per numero progressivo di inventario (perché no?).
È evidente che vi è molto più di questo.

I libri non sono necessariamente pezzi da museo ed è destino che passino di mano in mano, tanto che qualcuno fra essi potrebbe - per lunghi periodi - non trovare mai collocazione sullo scaffale.

Un lettore vero sta sempre leggendo un libro - o due o tre o dieci.
In questa “attività ininterrotta” il lettore, nella propria fitta rete di connessioni sinaptiche, segue un ordine diverso e personalissimo, dove è facile scoprire prossimità in apparenza anomale, e però giustificate da una particolare maniera di rapportarsi al mondo.
Non per niente si può viaggiare dentro biblioteche che portano il nome di chi le ha possedute, o ne è rimasto imprigionato. Come quella di Monaldo e di Giacomo Leopardi.
In fondo il celebre Zibaldone di pensieri – sintesi tra una vocazione ancora illuministica di carattere enciclopedico e qualcosa d’altro – riassume alla perfezione quanto si sta dicendo.
Ogni volta che apre un libro riprende in mano quel filo e lo complica, imbroglia, scioglie, annoda, allunga.
Roberto Calasso, Come ordinare una biblioteca

Dall'«intrecciarsi delle letture nello stesso cervello» emergono combinazioni inusitate, prive di qualunque affinità, per definizione incomparabili le une con le altre, difficilmente accostabili. 

Eppure, quale somma di singolarità, potrebbero bensì far parte di una raccolta o di una collana,  e farsi biblioteca: è il caso dei "libri unici" della Adelphi che, come casa editrice, nasce proprio così, come ben racconta Roberto Calasso in un altro saggio che vale la pena di ricordare: L’impronta dell’editore.
Se un ordine sussiste, il più delle volte è simile al caos primordiale, da cogliere prima come insieme.
Qualora si riuscisse a decodificarlo, probabilmente ci offrirebbe la realtà così com'è, replicando il caos da cui si è partiti, nel quale però più di qualcuno ha imparato - grazie alla letteratura e all'arte - a muoversi con agio e disinvoltura.


Come ordinare una biblioteca

di Roberto Calasso
Adelphi
Saggio
ISBN 978-8845934902
Cartaceo 13,30€
Ebook 6,99€

Sinossi 

Chi prova a dare un ordine ai propri libri deve al tempo stesso riconoscere e modificare una buona parte del suo paesaggio mentale. Impresa delicata, piena di sorprese e di scoperte, priva di soluzione. Molti l'hanno sperimentata, dal dotto seicentesco Gabriel Naudé ad Aby Warburg. Qui se ne raccontano vari episodi, mescolati a frammenti di una autobiografia involontaria. A cui fanno seguito un profilo del breve momento in cui certe riviste, fra 1920 e 1940, operavano come impollinatrici della letteratura e una cronaca dell'emblematica nascita della recensione, quando Madame de Sablé si trovò nella improba situazione di dar conto pubblicamente delle Massime del suo caro e suscettibile amico La Rochefoucauld. Finché il tema del dare ordine riappare alla fine, questa volta applicato alle librerie di oggi, per le quali è una questione vitale, che si pone ogni giorno.
Davide-Dotto

Davide Dotto


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