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I am Greta, un docufilm Prime Video: la recensione

I am Greta, un docufilm Prime Video: la recensione

Cinema | Prime Video Recensione di Elena Genero Santoro. I am Greta un docufilm del regista Nathan Grossman: uno spaccato della vita di Greta Thumberg, la sua lotta contro il cambiamento climatico per il futuro delle nuove generazioni.

Da quando il Covid riempie ogni giorno le pagine dei giornali, sembra che l'ambiente non sia più un problema: ci sono altre priorità.
In realtà, come diceva anche Valerio Rossi Albertini nel libro Un pianeta abitabile che ho recentemente recensito, persino il Covid è una conseguenza dei cambiamenti climatici contro i quali Greta Thunberg si è scagliata negli scorsi anni.
Greta, che ha compiuto diciotto anni lo scorso 3 gennaio, ne aveva quindici quando ha iniziato a scioperare ogni venerdì davanti al parlamento svedese per portare all'attenzione delle autorità il problema del clima e dei suoi stravolgimenti.
Alla signora che le chiedeva: «Perché non sei a scuola? Non dovresti pensare alla tua istruzione?» lei rispondeva che non avrebbe avuto bisogno di un'istruzione senza la possibilità di un futuro.


Il docufilm I am Greta, uscito di recente su Amazon Prime, mostra uno spaccato della vita di questa originale ragazza svedese.

Ha iniziato il suo personale sciopero contro il governo del suo paese e le istituzioni preposte a risolvere i problemi del mondo, ottenendo, in breve tempo, un grosso seguito soprattutto da parte dei giovani.
Come ci è riuscita? Forse perché i giovani credono che abbia ragione? Forse perché solo i giovani hanno il giusto candore per riconoscere il problema senza sentirsi obbligati a scendere a compromessi? (O, qualche maligno direbbe, perché cercano ogni scusa per tagliare la scuola?)
Di certo, al netto delle illazioni sulla famiglia di Greta, che asseconderebbe le sue fissazioni per accrescere la propria visibilità (padre attore, madre cantante), solo una ragazza come Greta poteva dare il la a un movimento del genere.

I am Greta - Una forza della natura
I am Greta, un docufilm Prime Video: la recensione

I am Greta – Una forza della natura

REGIA Nathan Grossman
SCENEGGIATURA Nathan Grossman
PRODUZIONE/PRODUTTORE Frederik Heinig, Cecilia Nessen
DISTRIBUZIONE Koch Media
ANNO 2020

CAST
Malena Ernman, António Guterres, Arnold Schwarzenegger, Greta Thunberg, Svante Thunberg

Come molti sapranno, Greta Thunberg è nata con la sindrome di Asperger, che le ha sempre creato dei problemi a relazionarsi con gli altri.

Quella, più il disturbo ossessivo compulsivo e il mutismo selettivo, di cui anche soffre, la rendevano la vittima ideale dei bulli.
Il suo essere così particolare e complicato poteva essere un handicap. Poteva e per certi versi lo è stato senz'altro.
Ma Greta Thunberg, grazie all'Asperger, è anche dotata di una memoria impressionante e di una sensibilità rara. Ed ecco un ottimo esempio di come la diversità crea opportunità e si può rivelare un valore aggiunto per chi la vive e chi le sta intorno.
E quando, verso i sette, otto anni, realizza che il mondo sta andando a rotoli, cade in un profondo stato depressivo. Mi ha fatto impressione: una bambina così piccola che smette di mangiare e perde dieci chili perché devastata dall'idea di un futuro incerto per quelli della sua generazione.
La sindrome di Asperger la porta a vedere le cose bianche o nere, senza sfumature: lo dice lei stessa. E i problemi climatici per lei sono neri.

Greta continua a leggere, a documentarsi. La sua notevole memoria le fa assimilare un sacco di concetti. Capisce cosa vogliono dire gli scienziati. E reagisce.

Si mette in testa che, prima di arrendersi, deve fare qualcosa, perché tutte le politiche attuate fino a oggi per ovviare all'inquinamento ci hanno portato sull'orlo del baratro. O comunque non sono state sufficienti.
La politica, secondo lei, ignora completamente il problema climatico e tutte le connessioni tra riscaldamento globale, innalzamento della CO2 e disboscamento.
La politica scende a compromessi e non ascolta la scienza. E la "giustizia climatica" di cui Greta parla in realtà non esiste.

Il documentario su Greta è in pratica una raccolta di spezzoni in cui si vede la ragazza prima da sola davanti al Parlamento svedese, poi in compagnia di altri giovani, in seguito invitata a tutti i congressi europei e mondiali.

Ci si domanda come siano nati tutti questi filmati, che la riprendono anche in momenti privati o quando ancora non era diventata così popolare. Lo ha notato persino mia figlia di dodici anni, non solo io: il fenomeno "Greta" pare davvero un po' costruito ad arte, forse dai genitori stessi.
Chi c'era lì a filmarla di continuo?
E, onestamente, il documentario rappresenta bene il contenitore, ma poco il contenuto. Descrive tutto ciò che Greta ha fatto, indica i convegni in cui ha esposto – l'ascesa di Greta – ma approfondisce meno ciò che ha detto e ciò in cui Greta crede. Per quello bisogna cercare i suoi discorsi su Youtube, le sue partecipazioni alle trasmissioni e il suo intervento al TED.
Ma per quanto Greta possa essere stata spinta da qualcuno più grande di lei, quello che afferma è perfettamente in linea con le attuali conclusioni della scienza: l'uomo ha cambiato il clima e le condizioni di vita sulla terra, l'energia prodotta da carbon fossile va al più presto sostituita con altro perché la CO2 è eccessiva (cosa che scrive anche Rossi Albertini).

Greta Thunberg, con il suo inglese splendido, ha una fantastica capacità espositiva, notevole per un'adolescente. Sarà grazie all'Asperger? O solo grazie alla passione e all'amore che ci mette?

Nei suoi interventi al Parlamento europeo o all'ONU se la prende coi politici e coi potenti. Celebre il suo rimprovero: «Come osate?». Si infervora. Non scende a compromessi. Non ha filtri. Sarà l'Asperger? Sarà la giovinezza? Saranno tutte queste cose insieme?
Certo ai politici dà molto fastidio e lei lo sa. Si diverte a sbattere loro in faccia la verità, a spaventarli ricordando che siamo quasi al collasso e che bisogna agire ora. Greta ha molti follower e anche molti detrattori, hater che l'hanno insultata in ogni modo sui social, a partire dal presidente Trump.
Ma come lei stessa afferma, non è una faccenda solo politica.

Tutti noi possiamo fare la differenza, limitando i nostri consumi.

E non si tratta di "decrescita felice", quanto di dare importanza a valori meno materiali (questo è venuto fuori nella puntata di "Che tempo che fa" del 18 ottobre 2020, in cui Greta era collegata in diretta).
Nella sua famiglia un tempo si consumava molto. Si compravano giocattoli, si viaggiava in aereo e su un'auto a benzina, si mangiava carne. Ora sono diventati vegani, hanno smesso di acquistare il superfluo e non viaggiano più in aereo, ma solo in treno. In ogni video Greta appare con una borraccia di alluminio.
E quando è andata negli Stati Uniti, lo ha fatto approdando a New York da una barca a vela su cui ha affrontato un viaggio allucinante nell'oceano Atlantico che a me metterebbe il panico solo all'idea.
Qualcuno, qui in Italia, definisce Greta una radicale. Di sicuro Greta ha rinunciato alla spensieratezza e al tempo libero per la causa che ha sposato. Non nega che questo le pesi, ma sente il dovere di farlo.
Ma per Greta, con l'Asperger, le cose sono bianche o nere. E l'augurio che lei stessa ci rivolge è di diventare presto un po' Asperger anche noi, almeno riguardo all'ambiente.


Elena Genero Santoro

Elena Genero Santoro


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