Gli scrittori della porta accanto

Determinazione e libertà: 5 libri che omaggiano le donne

Determinazione e libertà: 5 libri che omaggiano le donne

Professione Lettore Di Ornella Nalon. Cinque libri che omaggiano la determinazione e il desiderio di libertà delle donne.

In un mondo ideale, non dovrebbe esistere il giorno della Festa della donna, sorto sì per ricordare le sue conquiste in campo politico, economico e sociale ma anche, e soprattutto, le violenze e le discriminazioni di cui sono state da sempre oggetto. Ma come si sa, il nostro non è un mondo ideale. Tra i tanti problemi che lo affliggono, quello della disparità di genere è sotto gli occhi di tutti, ancora oggi, nonostante anni di battaglie, rivendicazioni e anche di sacrifici umani. Donne che, nel mondo del lavoro, vengono pagate di meno, che ottengono meno credito, che devono faticare il doppio per avere la stessa considerazione dei colleghi maschi. Donne che stentano a fare carriera, che con maggiori difficoltà ricoprono ruoli di rilievo sociale. A cui, nella maggior parte dei casi, vengono attribuiti i compiti di crescere i figli e custodire gli anziani a discapito di una personale realizzazione. E, non per ultimo, donne che vengono considerate una proprietà dal loro compagno di vita. Dunque, non come persona senziente con potere decisionale, ma essere inferiore destinata a diventare vittima in caso di “assurde” rivendicazioni di indipendenza. Strada ce n'è da fare ancora tanta, finché non arriverà quell'agognato giorno in cui per davvero si raggiungerà una totale parità di diritti.
Anche oggi faccio dei grandi, immensi auguri a tutte le donne per la loro "festa", attraverso le pagine di cinque libri che omaggiano la loro determinazione e il loro desiderio di libertà.
Buona lettura!


Una luce sul futuro

di Ornella Nalon | PubMe | ebook 2,99€ | 12,50€ edizione cartacea

Ora se ne stava lì seduta, leggermente imbronciata, a pensare che non avrebbe mai immaginato fosse così diventare grandi; avere il mal di pancia e non potere bagnarsi, quando se ne aveva voglia, era davvero fastidioso. Subito dopo, però, quando ai suoi pensieri si sovrappose l’immagine di Steven, si rincuorò, giungendo alla conclusione che, se doveva essere quella la contropartita per potersi fidanzare con lui, l’avrebbe accettata di buon grado.
Sua madre aveva usato un gran giro di parole per farle capire che ora anche lei poteva essere in grado di mettere al mondo dei bambini. Avrebbe voluto dirle di lasciare perdere tutti quei discorsi sull’impollinazione, perché era al corrente che un figlio nasce dall’amore di due persone di sesso opposto. Il meccanismo del concepimento le era ancora sconosciuto e le sarebbe piaciuto avere qualche dettaglio, ma si era ben guardata dal chiedere a sua madre certi particolari, della cui sconvenienza era consapevole. “Li conoscerò a momento debito”, pensò, mentre il suo sguardo fu attirato dal volo di un gabbiano. Era un piccolo puntino bianco che all’inizio si distingueva a fatica, sullo sfondo azzurro del cielo, e che poi si ingrandiva, dirigendosi verso di lei. Per pochi secondi fu sopra la sua testa e, con il naso per aria, ne seguì le volute, finché tornò a essere soltanto un puntino bianco che presto sparì dalla sua vista. Immaginò di potersi librare in volo con un leggiadro battito d’ali e poi d’essere sospinta dal vento, mentre sorvolava il mare, i prati e le montagne. Il mondo visto dall’alto le appariva piccolo e inanimato, come uno dei disegni che illustravano i suoi testi di scuola, e lei, pur essendo una parte di esso, si distingueva per la sua dinamicità e per la sua totale libertà di movimento: la sensazione era inebriante.

Storie di un'assistente turistica

di Valentina Gerini | PubMe | ebook 2,99€ | 16,14€ edizione cartacea

La mamma restava connessa giorno e notte, con la speranza di sentire in qualsiasi momento della giornata quella sua figlia pazza e giramondo.
Bastarono quattro squilli e sua madre rispose. Che bello vederla, assonnata, con gli occhi mezzi chiusi e i capelli scarruffati. E nemmeno le chiese perché l’avesse chiamata a quell’ora. Non si meravigliava più di ricevere chiamate a orari strambi, tanto era abituata. Parlarono poco e si guardarono tanto. Voleva guardarla bene quella donna che l’aveva messa al mondo per poi vederla sparire, in partenza per un’avventura che si era rivelata poi essere uno stile di vita, una vocazione. Osservando bene la madre, l’assistente notò il pigiama di pile, la vestaglia e la sciarpa. Di notte il padre era solito tenere il riscaldamento spento per risparmiare e così la casa gelava. Fece caso al suo naso rosso paonazzo, al fazzoletto stropicciato che teneva stretto in mano. E allora, vedendola starnutire, pensò al vento gelido, alla brina, alla neve, alle mani ghiacciate, alla punta del naso congelata... e la nostalgia subito passò. Meglio passare il Natale ai Caraibi, non vi era alcun dubbio. Con la famiglia poteva passare del tempo in primavera, quando la stagione si sarebbe rimessa almeno un pochino. Salutò la madre, che con il suo sguardo le mandò un abbraccio virtuale da darle carica sufficiente per passare il Natale, il capodanno e giungere ad anno nuovo!
Tornò sui suoi passi, in direzione dell’ufficio escursioni. Le commissioni l’aspettavano e quella sera, se fossero state cospicue, avrebbe festeggiato con una bella cerveza fria con i colleghi al bar della spiaggia. Passò di nuovo accanto all’albero addobbato. Era veramente spettacolare, da far invidia a quello del Rockfeller Center, pieno di luci sfavillanti e palline lucide di ogni colore. I biglietti erano aumentati e decise che, al suo ritorno, ne avrebbe attaccato uno anche lei.

Telma

di Claudia Gerini| PubMe | ebook 2,99€ | 10,00€ edizione cartacea

Riuscii a capirlo solo perché sul monitor di fronte a me era apparsa la carta geografica dell'Europa e la sagoma di un aereo era praticamente sopra al puntino rosso con scritto Ginevra. Iniziai a sentirmi euforica come non mi sentivo da tanto tempo. Allora era tutto vero, tra poco avrei messo piede sul famigerato primo mondo. Mi ritrovai a sorridere pensando che Tiago forse mi aveva solo dato una grossa mano a decidere cosa fare della mia vita. Di certo senza il suo tradimento e tutto il dolore che ne era scaturito non avrei mai preso la decisione di andare così lontana da casa, da sola. Forse non avrei mai spiccato il volo. E invece eccomi qui, a migliaia di chilometri di distanza, pronta a cominciare una nuova vita. Un brivido mi passò lungo la schiena. E se fosse andato tutto storto? E se in Italia mi fossi trovata male? E se il Signor Luigi, che sembrava una persona perbene e così simpatica fosse stato, invece, un maniaco che veniva in Brasile a accalappiare le sue vittime? In fondo io non lo conoscevo per niente, eppure avevo deciso di lasciare mamma e papà per andare dall'altra parte del mondo a casa di un perfetto sconosciuto per badare ai suoi figli, quando ancora ero praticamente una ragazzina anch’io. Se solo lo avessi raccontato in giro, di certo mi avrebbero presa per pazza. E ora che ero quasi arrivata e che tutto stava per cominciare, mi chiedevo come mio padre e mia madre fossero stati più incoscienti di me ad aver accettato questa mia folle decisione.

Il buio d'Etiopia

di Nicolò Maniscalco | PubMe | ebook 2,99€ | 9,50€ edizione cartacea

Da adolescente Michela era una ribelle e i suoi genitori ebbero il loro da fare per frenare gli ardori giovanili della ragazza. La famiglia apparteneva alla media borghesia italiana, già artefice del miracolo economico europeo avvenuto durante gli anni successivi alla crisi mondiale del 2210.
Il padre, un comandante di squadriglia aerea che, da giovane capitano, partecipò alla guerra del 2201, educò la figlia nel rigido stile militare che lei mal accettava, ribellandosi di continuo alle sue imposizioni. Dopo l’ennesima fuga da casa fu mandata in un college vicino a Bristol, in Inghilterra, che assomigliava più a una casa di correzione dorata che a una scuola.
Durante la sua permanenza nel college lei mutò man mano il suo carattere ribelle grazie alle continue sfide, regolarmente vinte, nei confronti degli altri studenti. Questo confronto continuo verso se stessa e verso gli altri cominciò a farle apprezzare il sapore delle conquiste, soprattutto se ottenute con fatica. Reagiva alle difficoltà, durante le varie attività svolte nel college, con una grande maturità e, in quasi tutte le competizioni, ne usciva vincente.

Un modo lo trovo

di Paola Napoleone | PubMe | ebook 2,99€ | 11,87€ edizione cartacea

Otto round. I risultati positivi dei controlli confermano il nostro vantaggio, festeggiamo soddisfatti la vittoria.
Alla fine della quarta seduta non solo è ridotto, ma persino rarefatto. La descrizione entusiasta di Toni mi fa pensare a una nuvola che si dipana, scomparendo nel cielo.
Il risultato è eccezionale, la chemioterapia funziona, è più cattiva.
La cura può continuare. Lo stiamo distruggendo.

Ogni tre settimane un nuovo effetto collaterale si aggiunge ai precedenti.
Ascoltando le reazioni del mio corpo, carpisco in anticipo alcuni disturbi paventati da Patrizia, tra i quali la sensazione di invecchiare.
Devo trovare il modo di placarli. L’alimentazione è a servizio della chemio: frutta e verdura, spesso e in grandi quantità.
[...] Il corpo è in piena metamorfosi.
Le unghie diventano scure, la carnagione sbiadisce, gli occhi si bagnano di lacrime. Nemmeno i profumi mi appartengono, li ho sospesi, insieme alle creme che usavo abitualmente.
[...] Cambiano gli odori, il modo di rapportarsi al mondo esterno, la metamorfosi in atto ci rende irriconoscibili a noi stessi, da ogni punto di vista. Tento di arginare il crollo fisico, ma quant’è complicato.
Dormo con i piedi fuori dal letto perché le unghie traballano, temo che il contatto del lenzuolo le faccia cadere, ho i piedi dolenti, infuocati, come se camminassi scalza sulla sabbia arroventata dal sole.
[...] Adopero lo smalto scuro per la manicure, non perché mi piaccia, ma è l’unico colore in grado di coprire il nero delle unghie.
Ho pensato di fare dei massaggi, ma non tutti sono d’accordo. A una visita di controllo con il fascinoso primario del reparto, ho cercato il suo benestare: ha immediatamente assecondato e incoraggiato la mia richiesta, in apparenza futile.

Ho incontrato Alessandra. Un colpo di fulmine, l’intuito mi ha portato verso di lei. Non ho bisogno di un banale massaggio estetico, ma di qualcuno che capisca la mia necessità di libertà.
Non è semplice emanciparsi dalla propria malattia. È un pirata, ha il potere di distogliere l’attenzione e depredare tutto, compresa la libertà di essere.
La libertà è una dimensione polimorfa, delicata, faticosa, con un lato misterioso e invisibile. È un territorio difficile da raggiungere, conquistare, conservare, direi quasi un lusso. Essere liberi implica rispettare la libertà altrui, significa essere responsabili di noi stessi. Ci formiamo attraverso le nostre scelte: la responsabilità come la libertà è inevitabile.
[...] Il mio problema non è di tutti, non voglio obbligare nessuno a condividerlo, per questo la mia scelta è accurata e selettiva.
Con Alessandra abbiamo programmato un pacchetto di massaggi per drenare e sciogliere la medicina.
Libera. È ora di rilassare anche le mie membra, costantemente sul sentiero di guerra.
Ornella Nalon - Gli scrittori della porta accanto

Ornella Nalon


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