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Osservare il cielo e vedere il passato

Osservare il cielo e vedere il passato

Scienza Di Valentina Gerini. Osservare il cielo significa vedere il passato, la luce emessa dalle stelle anni fa.

Circa seimila sono le stelle visibili a occhio nudo dalla Terra. Seimila stelle che possiamo osservare ogni notte, se abbiamo la fortuna di trovarci in una zona con scarsa illuminazione artificiale. La maggior parte di queste si trova a una distanza di mille anni luce dal Sole, la nostra stella.
Ma cosa stiamo davvero vedendo quando osserviamo queste stelle?
Il concetto è complicato e affascinante allo stesso tempo. L'ho appreso leggendo articoli di divulgazione scientifica a mia figlia Amy (sette anni), che è una grande appassionata di astronomia e ha scritto e illustrato un libro per bambini: In fila per otto col resto di uno. Il Sistema Solare.
Non sono una scienziata e le mie conoscenze in materia sono limitate, ma proverò a spiegarvi ciò che ho imparato.

Guardare una stella significa vedere la luce che questa stella ha emesso nel passato, luce che ha viaggiato fino a noi per giungere nel nostro presente.

Supponiamo che oggi, 28 giugno 2021, io stia osservando la stella Alfa Centauri alle 11:00 di sera. Alfa Centauri si trova a una distanza di 4,4 anni luce dalla Terra, pertanto io sto osservando la luce che Alfa Centauri ha emesso 4,4 anni fa, sto quindi osservando come Alfa Centauri brillava 4,4 anni fa, non come brilla oggi, alle 11:00 di sera del 28 giugno 2021. La luce, infatti, viaggia a una velocità di circa 300.000 km/s – per la precisione 299 792 458 m/s – perciò la luce emanata da Alfa Centauri ci raggiunge dopo il tempo impiegato per viaggiare fino a noi. Più una stella è lontana da noi, più indietro nel tempo – e quindi nel passato – è stata emessa la luce che oggi vediamo. Questo significa che noi non vediamo il cielo attuale, ma quello di tanti anni fa, in base alla distanza delle stelle dalla nostra Terra.
Un esempio molto noto è rappresentato dalla supernova esplosa il 4 luglio 1054 nella costellazione del Granchio. Questa impressionò molto gli astronomi cinesi: rimase splendente per ben 23 giorni anche con la luce del giorno. Poi la sua luminosità si è affievolita fino ad assumere la caratteristica forma di nube con articolazioni che tanto la fanno assomigliare ad un granchio (Crab Nebula). […] La nebulosa del Granchio si trova a circa 60 milioni di miliardi di Km dalla terra (6 seguito da 16 zeri) - 6000 anni luce, distanza che implica che qualsiasi evento osservato in quella zona sia accaduto almeno 6000 anni prima. Ovviamente, anche se con una differenza di 6000 anni, noi osserviamo gli eventi nella sequenza giusta e dunque l'oggetto che osserviamo adesso corrisponde allo stadio della supernova dopo un'evoluzione di quasi un millennio dalla sua esplosione.
scienzapertutti.infn.it

Nell'universo ci sono stelle che si spengono, ma noi le vediamo ancora accese.

L'uomo è da sempre affascinato dalla capacità di vedere nel futuro, eppure ha da sempre la possibilità di vedere nel passato: basta osservare il cielo. Grazie ai potenti telescopi sulla Terra e a quelli che vengono lanciati nello spazio profondo per studiare l'Universo – come il telescopio Hubble, che dal 1990 ci ha regalato immagini meravigliose e ha cambiato la nostra percezione del cosmo – riusciamo a vedere fino a 13 miliardi di anni indietro nel tempo, età stimata dell'Universo. Con i telescopi spaziali, infatti, è possibile osservare un cielo più nitido e definito, grazie all'assenza di atmosfera. Nello spazio niente si interpone tra l'osservatore (il telescopio) e il corpo osservato (una stella, per esempio). Sulla Terra, invece, l'occhio umano è disturbato dall'atmosfera che "opacizza" l'immagine della stella che percepiamo. In ogni caso, nitidezza a parte, possiamo osservare il cielo che fu e questa espressione regala un tocco di magia alla all'osservazione del cielo.

L'Universo è in continua espansione, le stelle si muovono, si allontanano, così il cielo cambia nel tempo.

A onor della verità, dire che guardare il cielo equivale esclusivamente a osservare il passato non è del tutto vero. Questo perché, come sappiamo, l'Universo è in continua espansione e le stelle non sono dei diamanti incastonati stabilmente in un manto scuro e freddo. Le stelle, come tutti i corpi celesti, si muovono, si allontanano, pertanto se riprendiamo l'esempio sopracitato di Alfa Cenaturi oggi possiamo osservare la luce che questa stella ha emesso 4,4 anni fa senza tener conto di un suo eventuale spostamento.
Però noi scrittori, romantici e sognatori quali siamo, preferiamo attaccarci saldamente alla convinzione che guardare il cielo significhi guardare il passato. Da oggi, dopo aver letto questo articolo, sarà bello guardare una stella e pensare che quel che vediamo non è l'ora, il subito, bensì è il prima, lo ieri.

Ne parlo in diretta con PubMe e alcuni ospiti.

Se questo argomento vi affascina, se il cosmo e i corpi celesti rapiscono da sempre la vostra attenzione, allora vi consiglio di seguire la PubMe Live di questa sera, 28 giugno, alle 21:00, sui canali Facebook, YouTube e Twitch di PubMe. Saranno ospiti lo scienziato astronomo Luca Nardi e l'astrofotografo Filippo Valacchi per parlare di astronomia. Se non doveste riuscire a vedere la diretta, potrete "vedere nel passato", proprio come accade quando si osservano le stelle, grazie alla registrazione: Live PubMe su YouTube.
Valentina Gerini

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