Professione lettore Di Stefania Bergo. Biglietto di terza classe di Silvia Pattarini vince il Premio La letteratura delle radici 2023. Ispirata a fatti realmente accaduti, la storia di Lina, che attraversa l'oceano per andare alla Merica in cerca di un futuro luminoso, senza dimenticare mai le proprie radici.
Biglietto di terza classe è un romanzo storico di Silvia Pattarini. Narra le vicende di Lina e di altri migranti, soprattutto donne, che hanno lasciato la campagna per trovare fortuna nella Merica. Il romanzo si ispira alla storia vera della nonna dell'autrice. Galeotto il ritrovamento di un vecchio biglietto di terza classe del piroscafo che traghettava gli italiani che inseguivano il sogno americano agli inizi del 1900.Il romanzo, rieditato e pubblicato in seconda edizione da PubMe, nella Collana Gli Scrittori della Porta Accanto, è quindi uno spaccato di quell'Italia che, pur mantenendo salde radici, in quegli accenti variopinti, nelle abitudini alimentari, nel legame indissolubile con la terra madre, allenta i nodi e si allontana con la speranza di un futuro migliore, in un Paese lontano, tanto diverso dalla propria rassicurante casa.
Ed è proprio per questa narrativa, che Biglietto di terza classe si è assicurato il Premio "La letteratura delle radici" lo scorso 8 giugno.
Al Tempio di Adriano di Roma si è infatti svolta la cerimonia di premiazione della prima edizione del premio letterario "La letteratura delle Radici", organizzato dall’associazione Italian in Italy ETS, fondata e presieduta dal 1987 dalla glottologa e imprenditrice Pina Foti, che riunisce le più prestigiose scuole di lingua e cultura italiana per stranieri.La parola e il racconto – un tempo orale e in seguito scritto – sono gli strumenti attraverso i quali si tramanda, da una generazione all’altra, il patrimonio culturale e identitario. Il concetto di radici non riguarda esclusivamente i processi migratori ma, in senso più ampio e pregnante, considera la riflessione sul chi siamo in relazione ai luoghi e all’appartenenza a comunità che sviluppano pratiche condivise.
Biglietto di terza classedi Silvia PattariniPubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto Romanzo storico ISBN 978-8833669502 Ebook 2,99€ Cartaceo 18,00€ |
Il premio vuole sottolineare «l’importanza che la lingua italiana ha nella quotidiana valorizzazione della nostra cultura nel mondo» (Pina Foti).
Ed è proprio sul concetto di "parola scritta", necessaria al processo di costruzione e perpetrazione della cultura, che si basa il premio dedicato alle storie di migranti, come custodi delle radici individuali e collettive che ha selezionato opere pubblicate sia da grandi sia da piccole case editrici del panorama editoriale italiano.Molti i libri individuati come rappresentanti dello spirito del Premio "La letteratura delle radici", suddivisi nelle tre categorie: narrativa italiana – biografia romanzata, saggistica e riviste letterarie. Tra i nomi più noti, Elvira di Flavia Amabile (Einaudi), Madame Vitti di Marco Cosentino e Domenico Dodaro (Sellerio) e La canzone romana di Elena Bonelli (Newton Compton editori), oltre a Biglietto di terza classe di Silvia Pattarini (PubMe – Gli scrittori della porta accanto), La libertà, e insieme il mio cuore di Luisella Dal Pra (Nutrimenti), I cancelli del Tempo di Maria Gargotta (D’Amico editore) e alla rivista Oltreoceano (Linea edizioni).
La giuria del Premio "La letteratura delle radici".
La giuria che ha selezionato i testi era composta, oltre a Pina Foti, da Ivana Jelinic, amministratrice delegata di ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo), Salvo Iavarone, vice presidente Confederazione degli Italiani nel mondo, Luigi Contu, direttore ANSA, Elisabetta Migliorelli, giornalista RAI, Donatella Gallone giornalista ed editrice, e Rosa Musto, dirigente del Ministero Istruzione e Merito. Presidentessa di giuria, Francesca Vitelli, scrittrice ed esperta di comunicazione: «La letteratura delle Radici è nata quando gli esseri umani hanno avvertito il bisogno di condividere un patrimonio identitario e trasmetterlo alle generazioni successive perché in esso si riconoscessero».Hanno partecipato ai lavori anche il sottosegretario al Ministero degli Esteri Giorgio Silli e Stefania Frabotta, esperta di turismo delle radici.
Le donne dal ponte della nave contemplavano Genova che diventava sempre più piccola. Vedevano le barche al molo, le casette colorate che si inerpicavano su per la collina, il faro che dominava imponente il golfo. Con gli sguardi rivolti verso le colline circostanti, ripensavano al loro viaggio a ritroso, alla lunga strada che avevano percorso per arrivare fin lì. Lina in quel momento avvertiva una terribile nostalgia di casa e delle sue montagne, del Monte Armelio e della Pietra Parcellara che tornavano inesorabili a materializzarsi nella mente, consapevole che per il suo bene doveva pensare al futuro. Pensare al futuro significava sbarazzarsi di ogni zavorra che la legasse a quella terra che lasciava alle spalle. Solo liberandosi da ogni vincolo affettivo poteva iniziare una nuova vita come aspirante cittadina americana.
Per ingannare il tempo le ragazze si ritirarono nei dormitori, e come aveva loro promesso, Lina cominciò a leggere l’opuscolo Guida dell’emigrante. «Guida dell’emigrante» scandì a voce alta e iniziò la lettura con lo scopo di prendere confidenza con la nave. Dopo le prime pagine pensarono di uscire fuori, sul ponte, dentro c’era troppo buio, e l’odore di chiuso era sgradevole.
Si accovacciarono tranquille in un angolino, di fianco a un mucchio di corde. In parecchi avevano avuto la stessa idea e arrivavano a gruppetti di cinque o sei persone, altri in coppia, qualcuno in solitaria. Si sistemavano chi sul cassero, chi sotto le scialuppe, chi vicino l’albero di trinchetto, chi nei pressi della stia delle galline e dei conigli, chi attorno alle trombe delle caldaie, chi dove trovava posto.
Confabulavano nei loro dialetti. Erano quasi tutti del nord Italia: piemontesi, liguri, lombardi, veneti, emiliani e qualche toscano. Gli occhi di Lina scrutarono, uno alla volta, quei volti sconosciuti. Volti in maggioranza velati da una pena e da una tristezza infinita. Come lei fuggivano da fame e miseria, non aveva dubbi. Silvia Pattarini, Biglietto di terza classe
Stefania Bergo |
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