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4 weeks, ottobre 2023: notizie dal mondo

4 weeks, ottobre 2023: notizie dal mondo

4 weeks Di Argyros Singh. Cosa è successo nel mondo a ottobre? Il conflitto arabo-palestinese, la guerra in Ucraina, il terremoto in Afghanistan, l’uragano Otis in Messico e le elezioni in in Argentina, Polonia e Slovacchia.

The Week diventa 4 Weeks, notizie dal mondo: ogni mese, il focus sui principali eventi accaduti durante le quattro settimane precedenti.
Nel mese di ottobre, è riesploso ad alta intensità il conflitto arabo-palestinese, che ho di recente approfondito, con notizie d’attualità, in uno speciale di The Week: Speciale The Week: il conflitto israelo-palestinese.
In parallelo, la guerra in Ucraina è ormai giunta a una situazione di stallo, con le due parti coinvolte che, nonostante i tentativi di offensiva e di controffensiva, non hanno guadagnato obiettivi strategici in grado di risolvere il conflitto. Il principale risultato è stato il parziale allontanamento della flotta russa dal Mar Nero, a seguito di un’intensa campagna ucraina volta a colpire le unità marine.
Uscendo dall’Europa, approfondisco due calamità naturali: il terremoto in Afghanistan e l’uragano Otis in Messico. Tratto poi della recente sparatoria nel Maine, Usa, e scrivo di tre elezioni significative in Argentina, Polonia e Slovacchia – con una parentesi sull’Ungheria.



Calamità naturali: Afghanistan e Messico

  1. Una serie di quattro terremoti di magnitudo 6,3 ha colpito la provincia di Herat, nell’Afghanistan occidentale, all’inizio del mese.

    Le prime due scosse, seguite da quelle di assestamento, si sono verificate il 7 ottobre, mentre le restanti l’11 e il 15.
    La sismicità afghana dipende dall’interazione delle placche tettoniche araba, eurasiatica e indiana. Secondo i sismologi, gli epicentri si localizzerebbero tra la faglia di Siakhubulak a nord e quella di Herat a sud.
    L’Oms ha calcolato 1482 morti, 2100 feriti, oltre 43mila persone interessate dall’evento sismico e 114mila che hanno necessità di aiuti umanitari. In un primo momento, i talebani avevano stimato oltre tremila morti, per poi ridimensionare a 1000, adducendo problemi di coordinamento con i gruppi di soccorso.
    Le vittime sono state soprattutto donne e bambini, morti nei crolli delle abitazioni dove sono costretti a stare per la maggior parte del tempo. Ci sono state persino testimonianze di donne picchiate dopo il sisma, perché uscite di casa senza burqa e mahram, l’accompagnatore maschio.

    Gli ospedali si sono trovati in situazioni critiche, con l’assenza di attrezzature adeguate, in un Paese che, dalla presa del potere dei talebani nel 2021, stava già fronteggiando una grave crisi umanitaria.

    Le abitazioni più colpite sono state quelle di fango, crollate già al primo terremoto. Alcuni villaggi sono stati rasi al suolo; altri sono rimasti gravemente danneggiati.
    I terremoti si inseriscono in una situazione sociale critica, con le conseguenze di decenni di guerra, anni di siccità e la riduzione degli aiuti esteri con il ritorno dei talebani al potere. Il direttore nazionale di World Vision Afghanistan ha riferito che le persone tentavano di salvare chi era intrappolato a mani nude o con le pale. In seguito, sono arrivati soccorsi da organizzazioni come l’Unicef e la Mezzaluna Rossa, ma anche da squadre di soccorso iraniane. I talebani hanno inoltre rilasciato 473 prigionieri in una struttura carceraria nella provincia di Herat, per il timore che l’edificio potesse crollare sui detenuti.

    Il vice primo ministro afghano, Abdul Ghani Baradar, ha annunciato la costruzione di nuove case prima dell’arrivo del freddo.

    Il governo ha poi fatto un appello internazionale, chiedendo aiuto già l’8 ottobre. Il Pakistan aveva annunciato l’invio di aiuti, ma i talebani hanno rifiutato l’offerta. In parallelo, la Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha dichiarato, al 12 ottobre, di aver raccolto solo il 36% dei 132,64 milioni di dollari richiesti.
    A livello internazionale, l’Australia ha promesso un milione di dollari australiani al Fondo umanitario per l’Afghanistan; la Società cinese della Croce Rossa ha offerto 200mila dollari; l’Ue ha approvato un pacchetto di aiuti da 3,5 milioni di euro; il Giappone ha dichiarato di voler fornire 3 milioni di dollari a organizzazioni internazionali impegnate sul campo. Al momento, il problema principale è costituito dalla gestione degli sfollati, in vista del prossimo inverno.

  2. L’uragano di categoria 5 Otis si è abbattuto il 25 ottobre vicino alla città balneare di Acapulco: è stata una delle tempeste tropicali più forti mai registrate, che ha avuto origine da una perturbazione a sud del Golfo di Tehuantepec.

    I venti di picco hanno superato i 270 km/h: ci sono state frane, inondazioni, edifici danneggiati. Le comunicazioni sono state interrotte, anche a causa del danneggiamento di molte stazioni radio.
    Con l’avvicinarsi dell’uragano, il governo dello Stato di Guerrero aveva aperto 396 rifugi per gli sfollati e l’esercito e la marina avevano inviato ottomila soldati per le operazioni di salvataggio. I morti sono stati almeno ventisette e quattro sono i dispersi. Altre sedici persone sarebbero morte negli ospedali per la mancanza di corrente. In piena crisi, sono stati segnalati numerosi saccheggi in tutta la città di Acapulco, anche a causa del blocco dei bancomat che ha lasciato gli abitanti senza contanti.
    Le società di analisi dei rischi di catastrofi naturali hanno stimato le perdite materiali tra i dieci e i quindici miliardi di dollari. Il governo degli Stati Uniti ha fornito al Messico le attrezzature per riaprire le strade, restando disponibile a qualsiasi richiesta di assistenza da parte del governo messicano. Il presidente Casabella Andrés Manuel López Obrador ha dichiarato che la calamità ha provocato ingenti danni economici, ma che a livello di vittime i messicani siano stati «fortunati».

Sparatoria nel Maine

Il 25 ottobre, un quarantenne armato, Robert Card, ha ucciso diciotto persone e ne ha ferite altre tredici in due sparatorie a Lewiston, Maine. La prima è avvenuta in una sala da bowling, il Just-In-Time Recreation; la seconda allo Schemengees Bar & Grille Restaurant.
Lo sceriffo della contea aveva avviato una caccia all’uomo ed era stato emesso un mandato di arresto con otto capi di imputazione per omicidio. Le scuole in un raggio di cinquanta miglia erano state chiuse e la popolazione allertata.
Il 27, l’uomo è stato trovato morto in un bosco vicino al fiume Androscoggin, per una ferita da arma da fuoco autoinflitta. Si trovava vicino al suo ex luogo di lavoro, un centro di riciclaggio nei pressi di Lisbona, Maine, da cui l’uomo era stato da poco licenziato.

Robert Card era un sergente di prima classe nella riserva dell’esercito statunitense e si era arruolato nel 2002.

Aveva studiato ingegneria presso l’Università del Maine, non terminando gli studi, e non aveva precedenti, se non per un arresto per guida in stato di ebbrezza nel 2007 e due accuse di eccesso di velocità nel 2001 e nel 2002. Nel luglio 2023, il personale che si stava addestrando con lui a West Point aveva chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per il suo comportamento «irregolare», poiché lamentava di sentire delle voci. La polizia lo aveva trasportato al Keller Army Community Hospital dell’accademia, dove era stato ricoverato per due settimane.

Quella di Lewiston è stata la sparatoria di massa più mortale del Maine e una delle più significative degli Stati Uniti.

Il presidente Joe Biden ha chiesto ai legislatori del Maine di offrire pieno sostegno federale al progetto di legge per il divieto alle armi d’assalto. Il senatore Jared Golden, che rappresenta Lewiston, ha annunciato il suo sostegno, sebbene in passato si fosse opposto alle misure di controllo delle armi. L’annosa questione statunitense sulla diffusione indiscriminata delle armi da fuoco torna al centro del dibattito americano.

Elezioni in Argentina, Polonia, Slovacchia

  1. Il 22 ottobre si sono tenute le elezioni generali argentine.

    Il presidente in carica Alberto Fernández e la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner hanno scelto di non ricandidarsi. Sergio Massa, di Unión por la Patria, ha ottenuto a sorpresa il 36% dei voti, contro il 30% del favorito Javier Milei, di La Libertad Avanza. La sorpresa deriva dal fatto che, quando Massa era ministro dell’Economia, c’era stato un grave aumento dell’inflazione.
    La presidenza Fernández è stata limitata dalla pandemia di Covid-19 e dalla crisi del debito ereditata dal precedente governo. L’economia era in ripresa, ma tra il 2021 e il 2022 l’inflazione è salita al 100%, il valore più alto dal 1991, con un picco del 138% su base annua a settembre 2023. Alle elezioni di medio termine del 2021, il Frente de Todos, partito di spicco del governo, aveva perso la maggioranza in entrambe le camere del Congresso. Non una novità, considerando che a oggi quattro argentini su dieci vivono sotto la soglia di povertà.

    Il ballottaggio tra Massa e Milei si terrà il 19 novembre, poiché per una vittoria al primo turno l’obiettivo da raggiungere era del 45% dei voti, oppure del 40% dei voti con uno scarto di dieci punti percentuali sul candidato al secondo posto.

    Massa ha raggruppato una coalizione peronista di centrosinistra, mentre Milei è un economista ultraliberista di estrema destra. La candidata di centrodestra, Patricia Bullrich, della coalizione Juntos por el Cambio, ha ottenuto il 23,83% e quei voti potrebbero determinare o meno la vittoria di Milei, considerando, per esempio, che Bullrich ha superato i due candidati in un’importante città come Buenos Aires.
    Massa propone tagli alle spese e politiche più attente ai mercati, ma pesa su di lui la magra esperienza al ministero dell’Economia. Milei, invece, vorrebbe adottare il dollaro al posto dell’attuale moneta nazionale, estendere il porto d’armi, ridurre o abolire il diritto all’aborto e le diagnosi prenatali. In queste settimane, sta cercando di appianare le divergenze con Bullrich in nome della fine del kirchnerismo, la corrente politica legata alla famiglia Kirchner, che governa quasi ininterrottamente da vent’anni. Da parte sua, Bullrich si è detta contraria al sostegno a Massa, considerato populista e legato a un sistema di tipo mafioso. Massa potrebbe allora recuperare voti tra gli elettori più moderati, tra i radicali che, nel contesto argentino, si collocano al centro dello spettro politico.

  2. Dopo le elezioni parlamentari polacche del 2019, il partito di destra Legge e Giustizia (PiS) ha mantenuto la maggioranza al Sejm (la Camera bassa del Parlamento polacco), con un governo guidato da Mateusz Morawiecki.

    A maggio 2023, il Parlamento ha approvato l’istituzione di una commissione che può, senza ordine del tribunale, escludere per dieci anni i politici dalle cariche pubbliche, se sospettati di aver subìto influenze russe. Il mese successivo, la legge è stata ammorbidita, consentendo comunque l’attività politica della persona sospetta.
    Alle elezioni del 15 ottobre, Donald Tusk ha guidato l’alleanza denominata Coalizione Civica (KO), in opposizione alla coalizione di Destra Unita (ZP). Tusk e altri partiti minori hanno ottenuto il 54% dei voti e si prevede che possano formare un governo. Il PiS è rimasto il partito più numeroso al Parlamento, con circa il 35% dei voti, ma ha perso la maggioranza e probabilmente non riuscirà a formare un governo.

    L’affluenza alle urne è stata del 74,4%, la più alta dalla caduta della Repubblica popolare polacca nel 1991.

    Fondamentale l’apporto dei giovani elettori, con un’affluenza al 68,8% per la fascia 18-29 anni.
    Il 24 ottobre, l’opposizione si è detta pronta a formare un governo con Donald Tusk come primo ministro. L’attuale presidente Andrzej Duda ha tempo trenta giorni per convocare il parlamento e potrebbe provare a chiedere a Legge e Giustizia di costituire un governo. Per queste ragioni, si dovrà forse attendere fino a dicembre per il giuramento.
    Prima delle elezioni, alcuni analisti erano preoccupati per una deriva sovranista o populista in Polonia; con la vittoria relativa dell’opposizione, invece, il popolo polacco ha dimostrato a maggioranza di voler rimanere legata ai princìpi dell’Unione Europea.

  3. Discorso molto diverso per la Slovacchia, le cui elezioni parlamentari si sono tenute il 30 settembre in forma anticipata, dopo che un voto di sfiducia aveva fatto cadere il governo.

    Il partito populista e socialconservatore di sinistra Direzione – Socialdemocrazia (Smer-SD), guidato dall’ex premier Robert Fico, ha ottenuto 42 seggi, contro i 32 di Slovacchia progressista (PS), partito social-liberale e filoeuropeista. Terzi i socialdemocratici con 27 seggi e quarti i conservatori con 16. Sotto questo numero tutti gli altri partiti.
    La soglia per ottenere la maggioranza prevede 76 seggi, per cui il partito di Fico ha costituito un governo di coalizione con i socialdemocratici, prestando giuramento il 25 ottobre. Il precedente governo Fico si era dimesso dopo le proteste seguite, nel 2018, all’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della fidanzata Martina Kušnírová.

    Al centro del dibattito preelettorale, l’elevata inflazione, la posizione slovacca nella guerra ucraina, la crisi energetica globale, gli scandali di corruzione e l’immigrazione.

    A elezioni compiute, la presidente Zuzana Čaputová aveva incaricato Fico di formare un governo, rifiutandosi tuttavia di approvare Rudolf Huliak come ministro dell’Ambiente, a causa del suo dichiarato negazionismo del cambiamento climatico. Un altro punto che ha già fatto discutere nell’Ue è stato il rifiuto del nuovo governo di continuare a sostenere militarmente l’Ucraina. Una dichiarazione che si aggiunge all’attuale veto ungherese sul nuovo pacchetto di aiuti europei a Kyïv e che riapre il dibattito sul tema in vista delle elezioni europee di giugno 2024.


Per approfondire

Sull’Afghanistan – news.un.org, bbc.com e news.sky.com | Sul Messico – cnn.com, reuters.com e ilpost.it | Sulla sparatoria – apnews.com, cnn.com e nytimes.com | Sulle elezioni argentine – economist.com e foreignpolicy.com | Sulle elezioni polacche – politico.eu e france24.com | Sulle elezioni slovacche – euronews.com e bbc.com



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