Gli scrittori della porta accanto

Scrittori: intervista ad Alberto Alessi

Scrittore Alberto Alessi - Intervista

Un caffè con Alberto Alessi, in tutte le librerie online con il suo romanzo distopico In basso, agli inferi. Un viaggio,  in un futuro imprecisato, verso terre libere.

Ciao Alberto, e grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale. Per rompere il ghiaccio, visto che ci troviamo in un caffè letterario virtuale, permettimi di offrirti virtualmente un caffè, un tè, una tisana, una bibita fresca o… cosa preferisci?

Va benissimo un caffè, grazie. Caffè d’orzo però, perché quello normale mi tiene sveglio la notte, già di mio faccio fatica ad addormentarmi per tutte le idee che mi vengono quando metto via il libro e spengo la luce…

Ci racconti come hai trovato il nostro blog e perché hai deciso di affidare a noi la promozione del tuo libro?

Vi ho trovato assolutamente per caso: io cerco di leggere autori esordienti, sconosciuti, ogni cinque o sei libri di autori già affermati, o classici; stavo cercando informazioni su un autore esordiente e ho notato la vostra disponibilità a dare spazio anche ad autori poco noti al grande pubblico, quindi ho provato a contattarvi.

E hai fatto bene e ora che abbiamo rotto il ghiaccio, raccontami qualcosa di te. Chi è Alberto nel quotidiano?

Un ragazzo semplicissimo, un po’ timido forse, ma aperto al dialogo con chiunque. Sono laureato in Lettere e Filosofia ma per scelta personale faccio un lavoro manuale, di fatica per intenderci; parafrasando Matt Damon nel film “Will Hunting – Genio Ribelle”, i lavori più umili sono quelli più rispettabili. La penso così, non mi ci vedo proprio in giacca e cravatta.

Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: raccontaci qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere il tuo romanzo.

Dopo i miei due romanzi d’esordio, Due novelle rock’n’roll, volevo scrivere qualcosa di meno radicato nella realtà, nell’underground, dunque ho provato a cimentarmi con un racconto di guerra, ispirandomi a film come “Apocalypse Now”, “Full Metal Jacket”, “Platoon”, “Uomini Contro”. Poi i personaggi hanno preso il comando e hanno dato vita alla trama, e quel che ne è venuto fuori è In basso, agli inferi, un romanzo dove la guerra va intesa come uno scontro personale, intimo, con tutte quelle forme di autorità che hanno reso il mondo attuale un inferno per la stragrande maggioranza degli esseri viventi. Chi sta bene forse non pensa a certe situazioni, ma credo basti un minimo di coscienza, o un minimo di sensibilità, per rendersi conto che il mondo presente è l’esatto opposto di un bel luogo dove vivere.

Trovi una macchina del tempo che ti trasporta nel passato. Hai l’occasione di incontrare un grande scrittore o una grande scrittrice: chi ti piacerebbe conoscere e perché?

Tornerei indietro di una ventina d’anni e, visto che ho la macchina del tempo, facciamo anche che riuscirei a capire e farmi capire in inglese da David Foster Wallace. La prima cosa che gli direi è di non farlo, di non uccidersi, di continuare a scrivere e condividere con noi il suo talento. Poi, dato che ci sono, gli ruberei il manoscritto di Infinite Jest: è uno di quei libri che vorrei avere scritto io.

Ore 17,00. Ti si prospetta l’occasione di un aperitivo con un grande scrittore o una grande scrittrice contemporanea: chi vorresti incontrare e perché?

Senza pensarci un secondo: Isabella Santacroce. Adoro il suo modo di scrivere, anzi: i suoi modi di scrivere, visto che nel tempo è riuscita a cambiare più stili letterari, e sempre con ottimi risultati. Poi mi piacerebbe confrontarmi con lei sul ruolo dello scrittore nell’epoca attuale, un tema in cui sono in completo disaccordo con lei, che dice di trovarsi a disagio a doversi preoccupare di arrivare a fine mese; recentemente ha affermato di sperare in un mecenate che la mantenga e le permetta di dedicare tutto il suo tempo alla scrittura. Una visione un po’ vecchia secondo me. Però mi rendo conto che, se avessi il suo fascino e la sua bellezza davanti, non riuscirei ad aprire bocca.

Fabrizio Caramagna afferma che “ogni libro è un viaggio, e l’unico bagaglio che portiamo con noi è l’immaginazione.” Vuoi raccontarci qualche curiosità su In basso, agli inferi? A che genere appartiene e a che target di pubblico si rivolge?

Il mio romanzo parla proprio di un viaggio: i protagonisti si ritrovano fuori dalla loro terra d’origine, l’Europa, o Terra Libera, dove non esistono né stati né religioni, nessuna forma di potere che limiti il pieno sviluppo fisico e intellettuale degli uomini; in Asia, Africa e America (ogni capitolo è ambientato in un continente diverso), sono invece costretti a confrontarsi con regimi dittatoriali più o meno cruenti, e il viaggio diventa quindi una fuga. Come genere penso sia affine a 1984 di George Orwell. Forse nel mio c’è una manciata di fiducia e ottimismo in più. Come target penso che possa andare bene dall’adolescenza in su, visto che comunque il mio libro si rivolge in maniera esplicita all’umanità intera; a intervallare i capitoli ci sono le parti di una lettera che il protagonista scrive, appunto, “a ciascun individuo della terra”, per diffondere i principi dell’anarchia, ovvero l’uguaglianza, la solidarietà, la pace e l’amore universale.

Secondo te che requisiti deve possedere un “buon libro” per essere definito tale?

Personalmente, penso che una trama avvincente e uno stile accattivante non siano sufficienti. Io ho letto e leggo veramente di tutto, e i libri che preferisco sono quelli in cui trovo personaggi in cui possa riconoscermi, anche solo per un aspetto caratteriale o di approccio all’esistenza. E la storia non deve staccarsi troppo dalla realtà, deve fornire qualcosa di concreto, anche se dovesse trattarsi di un libro di fantascienza.

Fornisci almeno tre motivi validi per invogliare un potenziale lettore a leggere In basso, agli inferi.

Perché è ricco di spunti di riflessione e solleva una serie di domande sulla società attuale, sul modo in cui è impostata. 
Perché offre un punto di vista originale sulla vita e sull’umanità, un punto di vista che alla televisione o nei mass media viene soffocato in maniera netta e brutale, in quanto la libertà, la libertà assoluta e incondizionata, è qualcosa che fa paura ai governi e alle chiese. 
Ma soprattutto perché è giusto leggere anche scrittori non famosi, altrimenti si rischia una stagnazione e un’immobilità che a lungo andare si riveleranno catastrofiche per la cultura.

Ottime motivazioni. Come intendi impostare la promozione del tuo libro: ti rendi disponibile per presentazioni presso librerie, biblioteche e centri culturali , preferisci il web, o tutte le soluzioni possibili?

Mi sto proponendo a librerie e circoli culturali, giornali e radio, anche on line; non mi pongo limiti, l’arte e la cultura stanno bene ovunque. Per ora qualcuno si è dimostrato disponibile, e a queste persone va tutta la mia stima per la fiducia che mi hanno accordato; tanti nemmeno rispondono alle mie richieste di informazioni o alle mie proposte, e questo è segno di grande maleducazione. Comunque ho già messo in preventivo che avrei potuto incontrare delle difficoltà, fanno parte del gioco.

Uno scrittore è prima di tutto un lettore: preferisci il classico libro di carta o meglio gli ebook?

La carta. Ho una biblioteca di quattrocento e più libri, e il numero è in continuo aumento. Gli ebook mi sanno di impersonale, di disumanizzante, ma capisco che possano essere più comodi e più economici, sia in termini di spesa che di spazio.

Hai ancora qualche sogno nel cassetto da realizzare?

Ne ho eccome, quando realizzo le mie aspettative le vivo sempre come un punto di partenza, non di arrivo; sinceramente non sogno di diventare uno scrittore di professione, il mio sogno è continuare a scrivere e basta, non esaurire mai la creatività e la vena della fantasia; e anche se la gente rubasse i miei libri invece di pagarli, sarei contento comunque. Magari tra dieci anni e con dei figli da mantenere la penserò in maniera diversa…

Dove possiamo trovare il tuo libro?

In tutte le librerie; io consiglio di ordinarlo dal sito dell’editore Montag, per supportare direttamente una medio-piccola casa editrice; comunque si trova anche in tutte le librerie on line, come Ibs, Amazon ecc. Se qualcuno ha piacere di saperne di più, ecco la mia pagina Facebook .

Alberto, ti ringrazio tantissimo per essere stato con noi e, a nome de Gli scrittori della porta accanto ti faccio i complimenti per il tuo libro, augurandoti che sia un vero successo! In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!



In basso, agli inferi - Copertina libro

In basso, agli inferi

di Alberto Alessi
Montang
Distopico
ISBN 978-8868922009
cartaceo 16,15€

Sinossi

Futuro imprecisato.
L'Europa vive in pace e prosperità, i popoli seguono principi di eguaglianza e fratellanza e nulla sembra poter turbare lo status quo, almeno fino a quando, lungo il confine che la separa dall'Asia, si verificano rapimenti e attacchi da parte degli eserciti degli stati asiatici, e a nulla servirà l'intervento degli ambasciatori europei, rapiti anch'essi.
Il protagonista, Chira, si troverà prigioniero, sepolto in una fossa e solo grazie all'intervento dell'amico Nilo verrà liberato e, insieme, inizieranno il lungo viaggio che li condurrà verso le terre libere, in compagnia di altri esiliati come Madeira e Mekong, attraverso l'Africa (colonia statunitense), gli USA (potenza incontrastata), all'inseguimento di una libertà agognata, ma che governi, interessi economici e religioni minacciano di soffocare senza alcuna speranza.


Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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