Gli scrittori della porta accanto

[Scrittori] Intervista a Vanessa Chizzini, a cura di Ornella Nalon

Vanessa-Chizzini-Vanessa

Un caffè con Vanessa Chizzini, in tutti gli store online con la sua seconda pubblicazione La vertigine del caso, 2016, che raccoglie L’eleganza matta e Vertigini e stravedimenti.

Ciao Vanessa, benvenuta. Ti presento ai nostri lettori con quello che so di te. Sei originaria di Udine, hai preso la laurea al Dams di Bologna e poi ti sei trasferita a Milano per lavoro, dove ti sei fermata e vivi tuttora. Ora continui tu?
Direi che già così è un’ottima sintesi spazio-temporale della mia vita per come si è svolta fino a oggi. Possiamo aggiungere che a Bologna mi sono spostata in cerca di un ambiente più stimolante e che a Milano mi sono trasferita per il desiderio di lavorare nell’editoria. Nanda Pivano, quando l’ho incontrata vent’anni fa per la tesi di laurea, mi aveva avvisato di non farlo, di non lavorare nell’editoria, perché le persone sono sottopagate e l’ambiente non è sempre esaltante, suggerendomi di seguire una carriera giornalistica. Non so francamente, visto poi come sono cambiati gli organi d’informazione, se la strada giornalistica sarebbe stata davvero preferibile, ma se non ho seguito il consiglio di Nanda Pivano è stato semplicemente perché lavorare nell’editoria era l’unica cosa che mi interessava e l’unica che riuscivo a immaginare di fare. E sì, è vero, molto spesso si è sottopagati e mi è abbastanza chiaro il senso delle parole della Nanda, ma nonostante tutto ancora oggi è l’unico lavoro che vorrei fare.

Hai sempre lavorato nel mondo dell'editoria, con quali funzioni? Attualmente con quale casa editrice collabori? 
Ho iniziato lavorando in uno studio che si occupava soprattutto di editoria scolastica. Il primo incarico che mi è stato affidato è stato quello classico della correzione di bozze e dopo un po’ ho cominciato a occuparmi di redazione e di impaginazione. All’attività “sul campo” ho affiancato l’approfondimento per conto mio: la mattina sull’autobus e la sera al ritorno avevo sempre un libro sulla storia dell’editoria italiana, sulle regole tipografiche e sui programmi d’impaginazione, e insomma su “tutto quello che fa un libro”. Da qualche anno collaboro con la redazione dei Gialli Mondadori.

Nel 2001, pur continuando la tua solita professione, hai anche deciso di aprire una tua casa editrice di cinema e teatro, Il principe costante Edizioni, che hai gestito per dieci anni. 

La-vertigine-del-caso
Ci racconti di questa attività e il motivo per cui hai deciso di terminarla? 
Il principe costante è stato un’avventura bellissima, una minuscola casa editrice specializzata in cinema e teatro, immaginata, voluta e gestita da me e Valeria Ravera. È stata un’immersione totale nell’editoria, perché ci siamo occupate in prima persona di tutti gli aspetti: dalla direzione editoriale all’ideazione delle collane e delle copertine, dai progetti grafici dei libri al rapporto con gli autori, dalla redazione alla correzione bozze, dall’impaginazione alla gestione del magazzino (anche se ora la mia schiena risente del glorioso periodo in cui gli scatoloni di libri arrivavano ed erano da ritirare e smistare…). E ci ha regalato la possibilità di lavorare con artisti e studiosi che stimavamo e ammiravamo. Il principe costante è stato prima di tutto un impulso vitale, credo che sia questa la definizione migliore, un’attività in cui abbiamo riversato tempo energie passione gioia: era inevitabile che l’impulso piano piano si consumasse. Era fisiologico, non essendo un’attività economicamente redditizia (è alquanto improbabile che una casa editrice di quelle dimensioni e con quella specializzazione lo sia) e a cui dedicavamo il nostro tempo libero. Grazie all’apporto della stampa digitale (di cui siamo state tra le prime all’alba degli anni Duemila ad avvalerci per la stampa dei libri) che ci ha consentito di fare piccole tirature e dunque piccoli investimenti, è stata un’impresa sostenibile (per noi l’assunto fondamentale era con i proventi di un libro si pagassero le spese di quello successivo), ma un po’ alla volta il tempo libero e le energie sono stati reclamati anche da altro. Non è una storia triste la chiusura della nostra casa editrice, è stato solo il consumarsi dell’impulso che le aveva dato vita. Naturalmente non è stato tutto rose e fiori (ci sono stati, ad esempio, alcune librerie prima e il distributore poi che non pagavano), ma Il principe costante è stato l’espressione della nostra passione per i libri, il cinema e il teatro, ed è continuato fino a quando ce ne sono state le condizioni. Non avrei mai potuto curare la scrittura, non al livello che mi interessava, se avessi dovuto ancora occuparmi del “principe”.

A un certo punto, hai pensato bene di passare dall'altra parte della barricata e di metterti a scrivere. Hai iniziato con un testo teatrale, “Le nuvole nel piatto" che si è concretizzato in una lettura scenica al Teatro Manzoni di Calenzano, con attori del calibro di Laura Curino e Federica Fracassi. Come si suol dire: un esordio con il botto! Successivamente ti sei dedicata a un progetto di narrativa suddiviso in diversi movimenti che è tuttora in corso. Ci spieghi di cosa si tratta? 
Definirlo un progetto significa innanzitutto dire che non si esaurisce in un unico libro. “La vertigine del caso” è il nome che ho scelto per l’intero progetto e il volume che è uscito quest’anno è il primo. Io però, piuttosto che di volumi, preferisco parlare di movimenti. Infatti sulla copertina, sotto il titolo e l’illustrazione, c’è scritto “Primo movimento”. Questo primo movimento è a sua volta composto da due racconti, “L’eleganza matta” e “Vertigini e stravedimenti”, che esplorano le stesse tematiche e ne rappresentano il lato A e il lato B: “L’eleganza matta” mantiene un carattere più aereo, “Vertigini e stravedimenti” va più in profondità. Ci sono gli stessi personaggi principali (Mic e Sam) e la stessa voce narrante (Mic), a cui si aggiungono via via altre figure. Alcune di queste non compaiono un’unica volta, ma le seguiremo per un po’ di tempo, come succede con la signora Adriana, che si affaccia nell’“Eleganza matta”, torna da protagonista in “Vertigini e stravedimenti”, e sarà presente anche nel secondo movimento. Non è però un progetto definito a priori, alla J.K. Rowling, tanto per citare un famosissimo caso, che ha iniziato a scrivere la saga di Harry Potter avendone già in mente l’intero sviluppo. Sto lavorando al secondo movimento e ho qualche spunto e qualche suggestione per il terzo, ma nulla è ancora deciso, nemmeno la lunghezza complessiva, per cui chissà, potrebbe continuare per decenni o anche finire il prossimo anno… Come il primo, anche il secondo movimento sarà composto da due racconti lunghi, che usciranno prima di tutto in ebook, mentre la versione cartacea verrà pubblicata solo quando il movimento sarà completo. Ho deciso dunque di sfruttare il digitale e il cartaceo in due modi differenti: il digitale mi permette di rendere disponibili anche le tappe intermedie (che sono comunque pensate per essere autosufficienti, in sé concluse).

Trovo che la tua idea, ambiziosa e interessante, possa essere frutto solo di una mente artistica ampia e dotata.

Vanessa-Chizzini
Tant'è che non ti sei limitata alla pubblicazione di un libro, ma anche alla composizione del testo di una canzone (che si trova nel libro stesso) e che possiamo ascoltare a questo link. Come ti è venuta questa idea?
In “Vertigini e stravedimenti” c’è una locomotiva d’epoca che percorre la pianura padana da Torino a Venezia. A bordo ci sono sei artisti e a ognuno di loro un festival ha affidato il compito di scrivere un pezzo che sia in tema con il titolo “Un viaggio nel tempo e nell’identità”. Uno dei sei artisti in questione è un cantautore. Ho immaginato che lui, piuttosto che buttare giù qualche riga in prosa, preferisse ragionare in termini di canzone e che finisse per scrivere i versi di un brano. Ho dunque provato a cimentarmi in quest’impresa ed è così che è nato il testo di “Stravedimento”. Però, per essere sicura che quanto avevo scritto potesse realmente funzionare (io purtroppo non ho una grande predisposizione musicale), ho chiesto aiuto a un amico cantautore, Alessandro Arbuzzi. Alessandro mi ha risposto: “C’è un unico modo per esserne certi: proviamo a musicarlo”, che è quello che ha fatto. Dato che il risultato ci è piaciuto, un caldissimo giorno di luglio ci siamo chiusi in una saletta di registrazione, per cominciare a dare una prima forma alla canzone, in attesa di ulteriori sviluppi…

Non ancora soddisfatta, dal progetto è sorto anche un brevetto industriale. Beh! Questa cosa mi incuriosisce oltre ogni limite. Ci puoi dire, a grandi linee, in cosa consiste e come si lega al progetto stesso?
Nel libro ci sono le cabine spalma-crema: sono al centro dell’“Eleganza matta”, che è ambientato in un caldo weekend di fine maggio in uno stabilimento balneare, e tornano in “Vertigini e stravedimenti” (anche se in forme diverse, vale a dire in un’installazione alla Biennale e in un videogioco). Le cabine spalma-crema sono simili a degli autolavaggi in miniatura ma le spazzole al loro interno, invece di lavare le macchine, spalmano la crema solare sul corpo delle persone che vi entrano. È un’idea che è venuta a me e Valeria Ravera, nata da una battuta detta per scherzo e diventata poi un’immagine via via più precisa, e che io mi sono divertita a trasformare in un’invenzione letteraria. Scrivendo “L’eleganza matta” ne ho immaginato fin i più piccoli dettagli, e quando poi alcune persone hanno letto il racconto e hanno saputo come era nata l’idea delle cabine hanno incitato me e Valeria a brevettarle. Non è però possibile depositare una semplice idea, bisogna presentare un progetto vero e proprio, cosa che francamente ci sembrava al di fuori della nostra portata, dato che nessuna di noi due ha competenze tecniche in materia. Però ormai la cosa aveva cominciato a girarci in testa e, come ai tempi del Principe costante, ancora una volta ha avuto il sopravvento il motto “Tentar non nuoce”. Abbiamo dunque fatto ricerche su come si presenta un brevetto, tra regole scritte e regole non scritte, abbiamo studiato i meccanismi e cercato i termini tecnici, abbiamo coinvolto un’amica che ci ha aiutato a fare al computer i disegni da allegare e abbiamo inviato la nostra richiesta all’Ufficio Marchi e Brevetti del Ministero dello Sviluppo economico. Ci abbiamo lavorato seriamente ma l’abbiamo preso come un gioco, un’incursione e un’esperienza in un ambito a noi sconosciuto. E a febbraio di quest’anno, due anni e mezzo dopo la presentazione della domanda, ci è arrivata la notizia che il brevetto ci è stato concesso. Le cabine spalma-crema da invenzione letteraria si sono trasformate in un brevetto per invenzione industriale, con il nome ufficiale di cabine di fotoprotezione con spazzole spalmanti. Ora rimane da scoprire se prima o poi arriveranno su una spiaggia che non sia quella dell’“Eleganza matta”…

E ora veniamo al libro che hai pubblicato a maggio 2016 e che si intitola: La vertigine del caso. 

Un riuscito connubio tra racconto, romanzo e poesia. Per certi scritti diventa particolarmente difficile catalogarli in un determinato genere, nel caso del tuo si può fare? Se sì, a quale genere appartiene?
Ecco, io in effetti faccio difficoltà a catalogarlo. “L’eleganza matta” e “Vertigini e stravedimenti” possono essere definiti “racconti lunghi”, è una descrizione che preferisco a quella di “romanzi brevi”, la trovo più calzante. Però non definirei “La vertigine del caso” una raccolta di racconti. Per questo parlo di lato A e lato B, perché i due racconti, pur mantenendo una loro autonomia, acquistano completezza di significato se letti come due parti di uno stesso volume e il volume è tale solo se composto da queste due parti che vanno perciò a formare un tutt’uno. Forse il progetto totale potrà essere definito romanzo, forse già questo primo movimento può essere definito tale, un romanzo fatto di due racconti. Non so. L’unica categoria in cui mi riconosco senza difficoltà è quella della narrativa letteraria. Per il resto non mi dispiacerebbe che fosse qualcun altro a trovare o a inventarsi la definizione più calzante.

La-vertigine-del-casoA grandi linee, ci racconti la sua trama? 
Qua e là nell’intervista ho già svelato alcuni elementi. Ad esempio, che “L’eleganza matta” è ambientato in una località di mare. È là che Mic e Sam si concedono un weekend all’inizio della stagione estiva, per scoprire cosa sono queste famose cabine spalma-crema di cui hanno tanto sentito parlare. Cosa siano qui l’ho già raccontato, ma quello che nel libro è fondamentale è l’esperienza sempre un po’ cangiante e totalmente personale che ne fa Mic. “L’eleganza matta” restituisce quest’esperienza che diventa anche un’esplorazione della creatività, arricchita dall’incontro con una serie di persone conosciute in spiaggia, ad esempio un bimbo che dà a Mic un’interpretazione ancora diversa delle cabine, l’inventore stesso delle cabine spalma-crema, che è un ingegnere islandese impegnato a fare il tour degli stabilimenti balneari in cui è presente la sua invenzione, e la signora Adriana, una signora settantenne che cerca di fare amicizia con Mic e Sam, nonostante la ritrosia di Mic. “Vertigini e stravedimenti” è il racconto di un altro piccolo viaggio, questa volta a Venezia e in compagnia della signora Adriana, che nel frattempo ha vinto le resistenze di Mic. C’è una locomotiva a vapore che blocca i binari la sera che Mic, Sam e la signora Adriana stanno raggiungendo in treno la città lagunare. Come si scoprirà in seguito, i sei artisti che erano sul treno d’epoca (e a cui ho già accennato in relazione alla canzone) sono scomparsi nel nulla. “Vertigini e stravedimenti” alterna lo sguardo di Mic, che sceglie di andare a Venezia perché per una domenica i canali saranno nuovamente aperti a chi ci si vorrà tuffare dentro, alle voci dei sei artisti, al fantasma di Ettore Majorana, alle riflessioni della signora Adriana, spalleggiata da Sam, fino alla sintesi finale quando Mic nuota nei canali veneziani e fa esperienza di quello “stravedimento” di cui parla la canzone.

A quale pubblico presumi possa essere rivolto? Quale vorresti principalmente conquistare?
Devo confessarti che non mi pongo preclusioni in tal senso. Non per ambizione sfrenata, ma perché non immagino una divisione per età, genere, professione, grado d’istruzione. Cerco semplicemente un lettore che abbia voglia “di essere e di fare” davvero il lettore, che significa stare al gioco e allo stesso tempo mettersi in gioco.

Per coloro che, nonostante la tua ottima presentazione, non si fossero ancora convinti a leggere La vertigine del caso, cosa potresti aggiungere? 
Che la mia scrittura ha un tocco lieve e dentro questa lievità trovano rifugio un sacco di cose.

Ora siamo giunti alla fine. Non mi resta che ringraziarti per la tua disponibilità e farti un grosso in bocca al lupo, non solo per questa tua prima pubblicazione, ma per una totale e soddisfacente realizzazione di tutto il tuo progetto. 

La-vertigine-del-caso

La vertigine del caso

Questo libro raccoglie L’eleganza matta e Vertigini e stravedimenti, che costituiscono il primo movimento del progetto intitolato La vertigine del caso
Attraverso una scrittura lieve e affilata che restituisce il vissuto e lo trasfigura, dando forma a una narrazione in bilico tra romanzo, racconto e poesia, la storia segue i due personaggi principali, Mic e Sam, durante un weekend al mare e un breve viaggio a Venezia. 
Tra cabine spalma-crema simili ad autolavaggi in miniatura, l’amicizia con l’irresistibile signora Adriana, un treno d’epoca fermo sui binari e i suoi passeggeri scomparsi chissà dove, i canali veneziani eccezionalmente aperti ai nuotatori, La vertigine del caso si interroga sugli enigmi della natura umana, alla ricerca dei tratti che definiscono la nostra identità.

Selfpublished | Narrativa, Poesia
ISBN 978-8892598768 | cartaceo 16,49€ Acquista



Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



Ti siamo davvero riconoscenti per il tempo che ci hai dedicato. Se sei stat* bene in nostra compagnia, che ne dici di iscriverti alla NEWSLETTER SETTIMANALE per restare sempre aggiornat* sui nostri argomenti? Oppure potresti offrirci UN CAFFÈ o sostenerci acquistando i GADGET ispirati ai nostri libri. Te ne saremmo davvero grati!
Oppure potresti lasciarci un commento per farci sapere che ne pensi di questo articolo, il tuo feedback è davvero importante per noi.
NB: Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Tuttavia, verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi della immagine o della onorabilità di terzi, razzisti, sessisti, spam o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti a insindacabile giudizio degli autori stessi.

About Lisi

Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
0 commenti

Posta un commento

<< ARTICOLO SUCCESSIVO
Post più recente
ARTICOLO PRECEDENTE >>
Post più vecchio
Home page

Parole chiave


Pubblicità
Abbonamento Audible Amazon




Libri in evidenza