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Oscar 2019: tutti i vincitori

Oscar 2019: tutti i vincitori

Cinema Di Stefania Bergo. Nella notte degli Oscar 2019 trionfano messicani, tre statuette al film Roma, e afroamericani, tre per Black Panter e miglior sceneggiatura a Spike Lee. Bohemian Rapsody ne vince  quattro. Il miglior film è Green Book.

Questa notte – alle due, ora italiana – sono stati assegnati gli Oscar del cinema 2019, arrivati alla loro 91ª edizione, e come sempre, tra un pisolino e l'altro, mi sono gustata la diretta su Sky. Come ormai tutti sanno, gli Oscar vengono decisi dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che riunisce circa ottomila professionisti del settore, tra registi, attori, direttori della fotografia, costumisti, professionisti del suono, editor, musicisti, e altri ancora. Le categorie, infatti, sono 24 e prevalentemente tecniche, spaziando dalla miglior performance al montaggio, dalla colonna sonora, agli effetti speciali.


I film candidati alla vigilia.

Alla vigilia, i favoriti per l’Oscar come miglior film erano Roma di Alfonso Cuarón – candidato anche come miglior regista, sceneggiatore e direttore della fotografia –, con dieci nomination e già vincitore del Leone d'oro alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, e Green Book, sebbene ne avesse solo cinque. Roma – un quartiere medioborghese di Mexico City –, prodotto interamente da Netflix, è un film in bianco e nero che mescola ricordi nostalgici e denuncia sociale nel Messico anni '70 e racconta le vicende di Cleo, la domestica di una famiglia benestante. Green Book è invece la storia di un rozzo buttafuori italoamericano con pregiudizi razzisti che si ritrova a fare da autista a un raffinato musicista afroamericano.
Gli altri film in concorso per la categoria più ambita erano La favorita, un film disturbante che con ironia denuncia la condizione della donna nella società patriarcale dell'Inghilterra del 18° secolo, A Star is Born, con una sorprendente Lady Gaga, candidata anche come miglior attrice – è la quarta versione cinematografica per questa storia d'amore del 1937, dopo i due remake, prima con Judy Garland poi Barbra Streisand –, Vice: L’Uomo Nell’Ombra, dedicato alla vita del politico americano Christian Bale, burattinaio della Casa Bianca, Black Panther, della Marvelil primo super eroe di colore, un film che mescola Star Wars, James Bond e l'orgoglio etnico africano –, BlacKkKlansman, di Spike Lee, che narra di due agenti, uno afroamericano e uno ebreo, infiltrati al Ku Klux Klan, e Bohemian Rhapsody, il film biografico sulla vita dei Queen che ho visto e grazie al quale ho vissuto un secondo innamoramento per uno dei più grandi gruppi musicali della storia.


Le altre nomination all'Oscar.

Tra gli attori il favorito era Rami Malek, che ha interpretato Freddy Mercury, mentre Glenn Close era la favorita come miglior attrice protagonista, per The Wife – alla sua settima nomination. Tra i film d'animazione il favorito era, a sorpresa, Spider-Man: Un nuovo universo, il cartone animato della Sony, a sbaragliare i soliti vincitori, cioè la Disney/Pixar – con Gli Incredibili 2 e Ralph spacca internet. Data come vincitrice come miglior canzone era invece Shallow, di A Star is Born.
Quest'anno, purtroppo, non c'era alcun film italiano in concorso come film straniero.

«And the Oscar goes to...»: a chi sono andati davvero gli Oscar?

Apertura strepitosa per questi Oscar 2019, che quest'anno non prevedono un vero e proprio conduttore, sulle note di We will rock you e poi We are the champions dei Queen, con Adam Lambert che ovviamente non ha né la stessa voce né la presenza scenica del compianto Freddy Mercury. Subito dopo arrivano le Charlie's Angels, un trio comico improvvisato in rosa, nero e blu, e subito viene consegnato il primo premio, quello alla miglior attrice non protagonista, a Regina King – un nome decisamente regale –, alla sua prima nomination, per Se la strada potesse parlare. Visibilmente commossa, in bianco, ringrazia in primis la sua mamma che risponde alle sue lacrime dalla platea.
È il momento poi di una signora inglese accompagnata da un dio maori, entrambi vestiti di rosa, che consegnano il premio al miglior documentario: Free Solo, di National Geographic, la storia vera del free climber Alex Honnold.
Seguono alcuni Oscar tecnici: per il miglior trucco e acconciatura a Vice – a un grande maestro alla sua quarta statuetta –, per i migliori costumi  e la miglior scenografia Black Panter, che esalta la regalità africana, soprattutto quella delle donne, sia sullo schermo, sia dietro le quinte, essendo le vincitrici due afroamericane – per entrambe le categorie si tratta della prima statuetta "nera". Per la miglior fotografia vince Alfonso Cuarón, con Roma, che ringrazia la sua terra, il Messico.

Dopo l'esibizione di Jennifer Hudson con il brano "I’ll Fight" candidato all'Oscar, un inno contro la violenza di genere, la cerimonia continua con l'assegnazione delle altre statuette.

Si procede con l'assegnazione degli Oscar per il miglior montaggio sonoro e il miglior sonoro, entrambi a Bohemian Rapsody.
La statuetta per il miglior film straniero se la aggiudica Roma – la prima volta di un film messicano –, che sale così a quota due.
Si alternano gli attori nella presentazione degli intermezzi musicali, ed è la volta di “The Place Where Lost Things Go”, la canzone candidata per Il ritorno di Mary Poppins. Subito dopo, Micheal Keaton consegna l'Oscar per il miglior montaggio a Bohemian Rapsody, che sale a tre statuette.
Un altro Oscar ambito, quello per il miglior attore non protagonista, viene consegnato a un emozionato Mahershala Ali per Green Book, alla sua seconda statuetta nella stessa categoria, che ha ringraziato la famiglia del personaggio interpretato con cui c'era stato qualche screzio durante le riprese del film.
Laura Dern, statuaria in rosso, introduce l'Oscar per il miglior film d'animazione, che va prevedibilmente a Spider-Man: Un nuovo universo, il cui protagonista è, ancora una volta, afroamericano. Salgono in molti sul palco a ringraziare per la Sony finalmente sul podio, tra cui anche una italiana. Per il miglior corto d'animazione vince Bao – la Disney-Pixar si rifà almeno con il cortometraggio proiettato prima di Gli Incredibili 2 –, ispirato alla storia vera di una delle due registe, mentre il miglior cortometraggio documentario è Period. End of sentence, un corto sulle... mestruazioni!, che racconta della produzione di assorbenti a basso costo a opera di un gruppo di studentesse indiane. Un segno dell'emancipazione femminile.

Dopo un lungo applauso per gli uomini e le donne che ancora ci fanno credere nella nostra umanità, si prosegue con la premiazione delle ultime categorie.

Quella per gli effetti speciali è vinta da First Man. Segue poi l'esibizione canora più attesa, quella di Bradley Cooper e Lady Gaga, con la canzone candidata all'Oscar per A star is born. Lei al pianoforte, senza il trucco esagerato cui ci ha abituati, ma quasi acqua e sapone – si fa per dire –, con i capelli bianchi raccolti, così come appare nel film. Finiscono il loro duetto cantando vicinissimi, testa a testa, ad occhi chiusi. In questo clima zuccheroso, la statuetta per il miglior cortometraggio va a Skin. Il regista: «Sono nato in Iran, i miei genitori sono sopravvissuti all'Olocausto», chi meglio di lui poteva rinnovare l'importanza di ricordare e il bisogno di andare oltre le differenze, di vederle come ricchezza?
Per la miglior sceneggiatura originale Green Book vince la sua seconda statuetta, mentre la miglior sceneggiatura non originale è quella di Spike Lee per BlacKkKlansman, che sul palco parla di schiavitù e riscatto degli «afroamericani che hanno costruito l'America», onorando anche i nativi americani, ricordando alla platea che «le elezioni sono dietro l'angolo e quello che deve prevalere è l'amore, non l'odio».
L'Oscar per la miglior colonna sonora va a Black Panter, che si aggiudica la sua terza statuetta, mentre la miglior canzone originale è prevedibilmente "Shallow" di Lady Gaga, per A star is born, che sale nuovamente sul palco con un abito nero vaporoso ed esorta a non arrendersi mai.

Rami Malek, Olivia Colman, Regina King e Mahershala Ali (Frazer Harrison/Getty Images)

Rami Malek, Olivia Colman, Regina King e Mahershala Ali
(Frazer Harrison/Getty Images)

Segue il consueto momento per rendere omaggio alle persone del patinato mondo dello spettacolo che se ne sono andate in quest'ultimo anno.

La cerimonia si avvia quindi alla conclusione, con l'Oscar al miglior attore protagonista: vince il bravissimo Rami Malek, credibilissimo Freddy Mercury in Bohemian Rhapsody, che ringrazia i Queen, in platea, per aver consentito la realizzazione del film su Freddy, un film su «un uomo gay, un immigrato», proprio come lui, figlio di immigrati egiziani. Ancora una volta il messaggio è forte e chiaro.
Glenn Close non ce la fa nemmeno questa volta, malgrado la settima nomination come miglior attrice protagonista, perché la statuetta va a Olivia Colman, per La favorita, che, incredula e imbarazzata, sale sul palco a ringraziare in preda a una risata isterica. Un'attrice brillante, umile, che ha meritato la statuetta per la sua perfetta interpretazione di Anna Stuart.
Alfonso Cuaròn vince il suo quarto Oscar, il secondo della serata, per la regia di Roma.
Julia Roberts, splendida in un abito fucsia, premia infine il miglior film: «And the Oscar goes to... Green Book!» Un film che parla di integrazione, di amicizia tra un afroamericano e un italoamericano.
Molti degli Oscar della serata sono afroamericani, messicani, premiano messaggi importanti di solidarietà, di uguaglianza e di emancipazione femminile. Il mondo dello spettacolo, così in vista, ci sta mettendo la faccia. Il messaggio è potente nelle pellicole, emozionale, ribadito nei discorsi di ringraziamento. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti dei soliti "radical chic", ma la verità è che il loro messaggio è molto più vicino al pensiero comune di quanto non lo sia quello di alcuni polituncoli fintamente dalla parte del popolo.

Le categorie e le nomination, annunciate a gennaio, tra cui sono stati scelti i vincitori

Miglior film
A Star is Born
BlacKkKlansman
Black Panther
Bohemian Rhapsody
La favorita
Green Book
Roma
Vice


Miglior attore protagonista
Bradley Cooper, A Star Is Born
Christian Bale, Vice
Rami Malek, Bohemian Rhapsody
Viggo Mortensen, Green Book
Willem Dafoe, Sulla soglia dell’eternità

Miglior attrice protagonista
Glenn Close, The Wife
Lady Gaga, A Star Is Born
Melissa McCarthy, Can You Ever Forgive Me?
Olivia Colman, La favorita
Yalitza Aparicio, Roma

Miglior attore non protagonista
Adam Driver, BlacKkKlansman
Mahershala Ali, Green Book
Richard E. Grant, Can You Ever Forgive Me?
Sam Elliott, A Star Is Born
Sam Rockwell, Vice

Miglior attrice non protagonista
Amy Adams, Vice
Emma Stone, La favorita
Regina King, Se la strada potesse parlare
Rachel Weisz, La favorita
Marina de Tavira, Roma

Miglior regia
Adam McKay, Vice
Alfonso Cuarón, Roma
Pawel Pawlikowski, Cold War
Spike Lee, BlacKkKlansman
Yorgos Lanthimos, La favorita

Miglior montaggio
BlacKkKlansman
Bohemian Rhapsody
Green Book
La favorita
Vice


Miglior film straniero
Germania, Never Look Away
Giappone, Shoplifters
Libano, Capernaum
Messico, Roma
Polonia, Cold War

Miglior colonna sonora originale
Black Panther
BlacKkKlansman
Se la strada potesse parlare
L’isola dei cani
Il ritorno di Mary Poppins


Miglior scenografia
Black Panther
La favorita
First Man
Il ritorno di Mary Poppins
Roma


Migliori effetti speciali
Avengers: Infinity War
Cristopher Robin
First Man
Ready Player One
Solo: A Star Wars Story


Miglior sceneggiatura originale
First Reformed
Green Book
La favorita
Roma
Vice


Miglior sceneggiatura non originale
Spike Lee, BlacKkKlansman
Joel e Ethan Coen, La ballata di Buster Scruggs
Nicole Holofcener e Jeff Witty, Can you ever forgive me?
Barry Jenkins, Se la strada potesse parlare
Eric Roth, Bradley Cooper, Will Fetters, A Star is born

Miglior film d’animazione
Gli Incredibili 2
Isola dei Cani
Mirai
Ralph Spacca Internet
Spider-Man: Un nuovo universo


Miglior fotografia
Cold War
La favorita
Never look away
Roma
A Star is Born


Migliori costumi
La ballata di Buster Scruggs
Black Panther
La Favorita
Il ritorno di Mary Poppins
Maria Regina di Scozia


Miglior documentario
Free Solo
Hale County this morning, this evening
Minding the gap
Of fathers and sons
RBG


Miglior cortometraggio documentario
Black Sheep
End Game
Lifeboat
A night at the garden
Period. End of sentence


Miglior trucco e acconciatura
Border
Maria Regina di Scozia
Vice


Miglior canzone originale
“All The Stars”, Black Panther
“I’ll Fight”, RBG
“Shallow”, A Star is Born
“The Place Where Lost Things Go”, Il ritorno di Mary Poppins
“When A Cowboy Trades His Spurs For Wings”, La ballata di Buster Scruggs

Miglior corto d’animazione
Animal Behaviour
Bao
Late Afternoon
One small step
Weekends


Miglior cortometraggio
Detainment
Fauve
Mother
Marguerite
Skin


Miglior sonoro
Black Panther
Bohemian Rhapsody
First Man
A quiet place
Roma


Miglior montaggio sonoro
Black Panther
A Star is Born
Bohemian Rhapsody
First Man
Roma




Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).
Mwende. Ricordi di due anni in Africa, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.
La stanza numero cinque, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.


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