Libri Recensione di Davide Dotto. Rubare la notte di Romana Petri (Mondadori). Finalista al Premio Strega, la vita di Antoine de Saint-Exupéry, pensieri, sensazioni, aspirazioni, «a mille miglia da ogni terra abitata».
Rubare la notte di Romana Petri, finalista al Premio Strega 2023, è molto più di una biografia. È un'immersione nella vita di Antoine de Saint-Exupéry, uno scrittore la cui fama è legata a Il Piccolo Principe, e di cui tendiamo a dimenticare altre opere, tra le quali Volo di notte.Attraverso le pagine di questa rievocazione attenta e scrupolosa, è difficile per noi pensare a Saint-Exupéry se non a bordo di qualche velivolo, magari impegnato nel servizio di linea postale, a trasportare lettere (più che fatture commerciali o merci).
A poco più di venticinque anni, diventa pilota per una compagnia aerea francese (l'Aéropostale) e scopre – grazie al deserto e alle sue interminabili dune – il silenzio. A suo modo, insegue la vocazione alla solitudine, e la strenua volontà di librarsi al di sopra delle preoccupazioni umane.Affezionatissimo alla madre, è altrettanto legato alla sua infanzia, da cui non si distaccherà mai, e alla quale tornerà con ostinazione e malinconia.
La sua inclinazione a fantasticare (la “testa tra le nuvole”) lo avvicina ai segreti del volo e all’aviazione.
Scrivere – ma anche disegnare – significa riappropriarsi della propria infanzia e perseguire il sogno di Icaro. Finché può, scende a patti col destino (Cur non?), non importa quanto il rischio sia serio. È una boccata di libertà di cui ha bisogno per esistere.Saint-Exupéry sembra distante da noi, e persino Il Piccolo Principe, anche a causa della sua popolarità, viene snobbato o dato per scontato. Ciò è particolarmente vero se, in quanto lettori, siamo meno inclini a coltivare la nostra immaginazione e meno propensi a rubare qualcosa alla nostra infanzia, ad attingere qualcosa da un patrimonio non più alla nostra portata.
Le motivazioni di Saint-Exupéry sono diverse e non sempre consapevoli. In parte cerca di liberarsi dai sensi di colpa, dalle responsabilità e dalle sfide della maturità. Se ci sono ostacoli, li affronta (o li evita?) sotto le spoglie di un aviatore solitario: quindi in silenzio, fino a sognare di dirigere un aeroporto, abitare un pianeta tutto suo, o di navigare tra le stelle finché il carburante glielo permette.
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In una parola, sfugge ai progetti degli uomini, non soccombe alla forza di gravità.
Nello stesso momento si pone nelle condizioni migliori per osservare il mondo dall'alto, superandone i condizionamenti a favore di una visione più ampia. Sotto un certo punto di vista, il Piccolo Principe diventa il fratello maggiore del Barone Rampante, ma anche il portatore di un'idea che ogni tanto finisce nell'oblio: che il bambino (ma anche il poeta, il filosofo, il letterato) non vive secondo regole comuni. E se lo fa, le sublima e le riscrive, al di là e al di fuori di ogni retorica.In fondo, persino Jean-Paul Sartre desiderava «vivere in pieno etere in mezzo agli aerei simulacri delle Cose».
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L'esperienza nei cieli di Saint-Exupéry è un’avventura epica e rocambolesca, fatta di guasti ai motori, atterraggi di fortuna.
Se si risparmia le angustie del quotidiano, si logora altrimenti, «a mille miglia da ogni terra abitata».La passione per il volo non aspetta tempi migliori: quelli delle tecniche di costruzione più sicure e affidabili; delle modalità di addestramento più complete e meno improvvisate; degli ausili meno empirici per difendersi dalle condizioni meteorologiche avverse.
La Prima e la Seconda Guerra Mondiale sono il momento dei bombardieri nei cieli, quando tutti i “volteggiatori dell’aria” sono eroi, al di là di ogni implicazione morale, storica o ideologica. Non importa se vengono abbattuti, o cadono come mosche quando volavano – appunto – di notte.
Romana Petri ricostruisce dopo averne letta e assorbita tutta l'opera, l'intera esistenza di Antoine de Saint Exupéry.
E lo fa tassello per tassello, immedesimandosi nei pensieri, sensazioni, aspirazioni. Tanto che nella nostalgia dell'infanzia, nell'affetto profondo verso sua madre, leggiamo il senso di sospetto non solo verso l'età più matura, ma nei confronti del mondo che sarebbe stato di lì a poco.Certo, nella sua storia c'è alla fine qualcosa di incompiuto e di irrisolto, ma anche il desiderio di non arrivare mai a un certo appuntamento (con la storia, con la vita) senza essersi prima giocato tutto e subito, in esperienze, sogni ed emozioni.
Rubare la notte
di Romana PetriMondadori
Narrativa
ISBN 978-8804764526
Cartaceo € 18,05€
Ebook 9,99€
Quarta
Tutti lo sanno: Antoine de Saint-Exupéry ha scritto "Il piccolo principe", uno dei romanzi più popolari del mondo. Quello che tutti non sanno è che Antoine, famigliarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia. Ed è la storia che Romana Petri ha scritto con la febbre e la furia di chi si lascia catturare da un carattere e lo fa suo, anzi lo ruba, tanto che il documento prende più che spesso la forma dell'immaginazione. Orfano di padre, Tonio vive un'infanzia felice nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens, amato, celebrato, avviluppato al mostruoso quasi ossessivo amore per la madre; un'infanzia che gli resta incollata all'anima per tutta la vita, fin da quando, straziato, vede morire il fratello più giovane. L'infanzia lo tallona come un destino quando, esaltato, comincia a volare, pilota civile e pilota militare, quando si innamora tanto e tante volte, quando si trasferisce in America, quando scrive, persino quando si schiera e sceglie di combattere per un'idea di Francia che forse è sua e solo sua. Dove sia andato Tonio, non sappiamo, nei cieli in fiamme del 1944. Sappiamo che ci ha lasciato le stelle della notte, il sogno di una meraviglia che non si è mai consumata, il bambino che lui ci invita a riconoscere eterno dentro di noi. Romana Petri costruisce e decostruisce, sgretola le regole della biografia, evoca e racconta amori, amicizie e sgomenti come dettagli di un appetito d'avventura mai sazio, si muove fra le date e dentro la Storia alla sola ricerca del principe che ha sconfitto la notte ed è entrato volando nell'infinito.
Davide Dotto |
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