Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Il mio nome è Sally, di Marina Vicario



Libri Recensione di Elena Genero Santoro. Il mio nome è Sally di Marina Vicario (PubMe – Collana Gli scrittori della Porta Accanto). Sally è una massa tumorale alla mammella, ma anche qualcosa di immateriale: è un concetto, per sempre una parte importante della storia di Marina.

I libri, in genere autobiografici, che parlano di malattia, di percorsi terapeutici, di discesa agli inferi e di risalita, sono molti, ma non me n'era mai capitato uno in cui la protagonista, quella che parla in prima persona, è la malattia stessa.

Io già ero lì, dentro il suo corpo. Me ne stavo per i fatti miei e non ambivo a farmi notare, mi ero acclimatata bene con il resto delle cellule. Marina Vicario, Il mio nome è Sally

Il mio nome è Sally è il titolo che Marina Vicario dà al suo racconto e la Sally che parla, che si presenta, che introduce i primi capitoli è una massa tumorale alla mammella.

Sally è maligna a livello medico, ma non pare cattiva, non è armata di nefaste intenzioni. Tuttavia diventa il motore immobile del cambiamento umorale e della vita della donna in cui è andata ad abitare. Lei, così piccola, così discreta, è la causa di uno stravolgimento che forse neppure lei si aspetterebbe.

Ho intuito che qualcosa era cambiato. Lei aveva il terrore negli occhi. La mia presenza la spaventava. Continuava a toccarmi, mi spingeva, tentava di spostarmi e, più rimanevo immobile, più il panico deformava l’espressione rilassata che aveva fino a pochi minuti prima. Marina Vicario, Il mio nome è Sally

Attraverso il punto di vista di Sally conosciamo la vicenda medica di Marina, le sue paure, i suoi stati d'animo.

Lo shock iniziale, il piano terapeutico.
Il punto di vista in realtà si alterna, alcuni capitoli sono di Marina in prima persona, in altri c'è addirittura un dialogo tra Marina e Sally.
Vengono sfatati alcuni luoghi comuni: che i malati di cancro siano per definizione dei "guerrieri". Pessima etichetta, che offende chi "perde la battaglia" e sottovaluta l'istinto di sopravvivenza umano. Chi subisce una diagnosi di tumore è costretto a ballare sulla pista da ballo dalla consistenza sdrucciolevole in cui è stato scaraventato.

Le persone hanno cominciato a guardarmi con occhi nuovi, proiettando su di me le loro paure, i loro bisogni di rassicurazione, raccontandomi storie di altre donne che hanno combattuto la propria battaglia personale, vincendola, perché il bene vince sempre sul male, inaccettabile il contrario.
Ma io, io non sento il desiderio di fare la guerra, non sento un nemico dentro il corpo, così attribuisco a quell’ammasso di cellule impazzite, un nome e un genere. Sally. Come la protagonista della canzone di Vasco Rossi. Marina Vicario, Il mio nome è Sally

E poi la fatica, quella di restare se stesse nonostante i cambiamenti fisici evidenti, la perdita dei capelli, la pelle più delicata...

Marina ne soffre. Non sono aspetti superficiali: quando la vita si capovolge, quando la salute è fonte di preoccupazione, scoprirsi diverse e sconosciute può essere ancora più destabilizzante.
Ma chi è Sally, che accompagna quasi con stupore Marina nella metamorfosi?
Sally è un grumo di cellule indipendenti, ma è anche qualcosa di immateriale, è un concetto, è un simbolo che rimane appresso all'autrice anche dopo l'asportazione chirurgica.

Come un’anima che lascia il corpo, la mia materia viene conservata affinché continuino le indagini sulla mia natura. Ma io... Io sento ancora la vita, vedo la massa che ho lasciato nelle mani del chirurgo e della sua equipe e io sono altrove, altro. Io sono altro. Marina Vicario, Il mio nome è Sally

Marina non cerca la guerra con Sally. Marina, con la sua nemica per la pelle, cerca il dialogo, il confronto.

Marina vorrebbe capire il senso, il perché di quella disavventura. Lei e Sally, volenti e nolenti, sono legate a filo doppio: il destino le ha fatte incontrare, non è colpa di nessuno. La soluzione non è il conflitto, ma la consapevolezza che Sally rimarrà per sempre una parte importante della storia di Marina.
Perdona i nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi. John Fitzgerald Kennedy



Il mio nome è Sally
Dialoghi col mio cancro

di Marina Vicario
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa non-fiction
Copertina flessibile 20x13 – Tascabile | 108 pagine
ISBN 9791254586389
Ebook 2,99€
cartaceo 12,00€


Quarta

Luglio 2022: Marina scopre di avere un tumore al seno.
Inizia allora un dialogo senza menzogne o facili consolazioni con questo interlocutore, immaginario ma reale, onesto e a volte crudele, cui attribuisce un genere e un nome: Sally.
In questo diario si alternano le voci di Sally e Marina, che nelle lunghe sedute di chemioterapia annota su un quaderno il suo percorso oncologico ed emotivo, dal loro incontro fino alla conclusione, che non necessariamente coincide con la guarigione. Ha più a che fare con il cambiamento, perché il cancro muta la prospettiva da cui si guarda la Vita e costringe a stare coi piedi ben piantati nel presente, senza inutili congetture sul futuro.

«Sally?»
«Dici a me?»
«Sì, ti chiami così.»
«E da quando?»
«Da adesso.»
«Non sapevo di meritarmi un nome.»
«Non è una questione di merito ma di necessità.»



Elena Genero Santoro



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2 commenti
  1. Ho letto il libro di Marina e ho rivussuto tutto quello che ho passato anch'io. Vero, puro, sincero e commovente. Se fossi capace di scrivere potrei dopo una grande pausa.... continuare...

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