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Il passato alle spalle, un noir di Stefano Caselli

Il passato alle spalle, un noir di Stefano Caselli

Il passato alle spalle, un noir di Stefano Caselli

Libri Comunicato stampa. Il passato alle spalle (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un noir psicologico di Stefano Caselli. Marco Fossati torna in un romanzo intenso, tra misteri irrisolti, segreti familiari e ombre del passato. Sempre in equilibrio precario tra giustizia e vendetta.

Marco Fossati contempla confuso una fila di agendine nere e raccoglitori ordinati per data. Erano celati dietro i volumi di una vecchia enciclopedia, di quelle che si usavano negli anni Settanta, destinate a fare arredo più che a essere consultate.
«Luigi una sera è venuto qui, era agitato. Mi ha detto che voleva lasciare alcuni documenti, che nessuno doveva leggerli tranne lei.»
Anita, la sorella minore di Luigi Fusco, ha lo stesso taglio degli occhi. Impossibile non rivedere in lei i tratti del suo ex collega.
L’ispettore si volta verso l’esile figura al suo fianco che gli tende un foglietto sgualcito.
Passano diversi secondi, un tempo che alla donna deve sembrare troppo lungo. Quando Fossati si decide a prenderlo, lei china la testa, quasi a volersi scusare.

Sono sicuro che saprai cosa farne.
Ma non esagerare, ragazzo.
Luigi


Riconosce l’appellativo con il quale il suo mentore era solito rivolgersi a lui durante i primi tempi della loro collaborazione. Gli pare di udire la voce graffiante di Luigi Fusco echeggiare nella stanza. Se lo immagina nascosto da qualche parte a osservarlo con il suo sorriso sbilenco e lo sguardo malizioso.
«Li porti via da qui, ispettore. Sono i suoi, adesso. Io non li voglio più vedere. Può usare quelle borse.» Indica un paio di sacche sportive appoggiate sul letto. «Quando glieli ha consegnati?» domanda, lo sguardo vacuo.
«Un paio di giorni prima che lo aggredissero.»
«Non le ha detto altro?»
Anita alza gli occhi e li punta su Fossati: «No, solo di farli avere a lei se gli fosse capitato qualcosa, ma non subito, di lasciare passare qualche mese».
Fossati annuisce in modo impercettibile, attende invano che Anita aggiunga qualcosa, ma lei appoggia una mano sul suo avambraccio e si allontana. L’ispettore afferra un taccuino, simile a quelli che usa anche lui, medesimo formato. Quello che regge in mano ha la copertina rovinata agli angoli. Si abbandona su una poltrona, lo apre liberando la calligrafia obliqua del suo mentore. Appunti di indagini, riflessioni su vecchi casi. Ma anche dettagli su personaggi più o meno noti della città e provincia: nomi, date, nature degli incontri, informazioni che Luigi ha tenuto per sé. E poi una sorta di guida per orientarsi tra tutti quei faldoni.
Pochi minuti e richiude l’agendina con un gesto lento, come se avesse paura di rovinare il contenuto. È intimorito dalla potenza del materiale che ha fra le mani. Non osa immaginare cos’altro possa esserci nascosto nel resto delle agende e dei raccoglitori. Stefano Caselli, Il passato alle spalle


Il passato alle spalle

di Stefano Caselli
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Noir | Thriller
Copertina flessibile | 238 pag
ISBN 979-1257260101

Quarta

Il passato ha sempre un prezzo, ma quasi mai lo pagano i colpevoli.
L’ispettore Marco Fossati non è più lo stesso. Ogni nuova indagine riapre ferite che non si rimarginano. Ma quando un giovane viene colpito alle spalle in un parcheggio deserto, qualcosa lo trascina in un gioco più grande di lui.
Una pallottola. Una sacca piena di vecchi taccuini. Una verità da cui è impossibile fuggire.
Mentre la pioggia batte incessante sulle strade di una città del Nord che ha smarrito la sua innocenza, Fossati si muove tra stanze d’ospedale, famiglie borghesi in frantumi, vecchie complicità e giovani vittime. Una rete sottile collega ogni cosa: gli errori di ieri, le apparenze di oggi, le ombre che si allungano sulla vita privata e professionale.
Un noir psicologico di rara intensità, dove intuizioni, silenzi e false piste si intrecciano. Una trama in cui nulla è come sembra e ogni indizio racconta qualcosa in più – su chi siamo, su cosa temiamo, su quanto siamo disposti a perdere per la verità.

Dopo Cuori nella nebbia e Fino a bruciarsi l’anima, tra fantasmi presenti e passati, Marco Fossati dovrà prendere ancora una volta una decisione che rischia di portarlo a superare il confine tra giustizia e vendetta.

«Sulla scia dei grandi maestri del thriller come Connelly, Rankin e Nesbø, Caselli dipinge un investigatore tormentato e tenace, che sembra un tutt’uno con la nebbia in cui si trova a indagare. I lettori di noir avranno un nuovo personaggio a cui affezionarsi.» Piergiorgio Pulixi



ESTRATTI E RECENSIONI




Stefano Caselli

Stefano Caselli è nato ad Alessandria e vive ad Arona. Ama leggere e passeggiare sulle rive del suo lago.
Chimico industriale con la passione per i romanzi noir e polizieschi ha frequentato alcuni corsi di scrittura ed è allievo dello scrittore Piergiorgio Pulixi. Il suo primo racconto noir è stato inserito nell'antologia Intrecci di trama nata proprio da uno di questi corsi (Corso Tecniche di narrazione applicate al romanzo e al racconto breve con Piergiorgio Pulixi).
Nel 2022 ha esordito con Cuori nella nebbia (Cento Autori Ed.), un noir con sfumature di thriller, in cui dà vita all’ispettore capo della polizia Marco Fossati. Nel 2024 ha pubblicato Fino a bruciarsi l’anima.
Piergiorgio Pulixi ha scritto di lui e del suo personaggio: “Quello di Stefano Caselli è un esordio importante, che rimarrà. Sulla scia dei grandi maestri del thriller come Connelly, Rankin e Nesbø, Caselli dipinge un investigatore tormentato e tenace, che sembra un tutt’uno con la nebbia in cui si trova a indagare. I lettori di noir avranno un nuovo personaggio a cui affezionarsi”.


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Il senso della vita, un'antologia benefica di poesie e racconti a cura di Cultura al Femminile

Il senso della vita, un'antologia benefica di poesie e racconti a cura di Cultura al Femminile

Il senso della vita, un'antologia benefica di poesie e racconti a cura di Cultura al Femminile

Libri Comunicato stampa. Il senso della vita (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), l'antologia benefica di poesie e racconti a cura di Cultura al Femminile, Emma Fenu e Pier Bruno Cosso che aiuta l'AIL. Dalla settima edizione del concorso dedicato alla memoria di Pierpaolo Fadda, versi intensi e prosa vibrante: un viaggio dell’esistenza sincero e coraggioso, tra emozioni sospese e rivelazioni intime.

Cara mamma,
come mi sarebbe piaciuto chiamarti così, ma vedi, le cose a volte non succedono, accade che si possano creare nuovi mondi e nuove vite, ma solo con la matita, con l’inchiostro, con i gesti e con la voce.
Che poi, dentro quel solo c’è molto di più.
Se tu ti vedessi quanto sei bella quando incroci lo sguardo delle altre donne intente a tirare i avanti passeggini e carrozzine, senza mai provare un filo di invidia. Come quando la tua collega più anziana ti ha confermato che: «Sì, le voci di corridoio sono vere e no, non sono ingrassata, sono incinta».
«E continui a venire al lavoro?»
«Sì, finché il corpo me lo permette.»
Il corpo.
Quanto ti sei presa cura del tuo corpo? Lo hai sempre ascoltato?
Ti chiedi se non sia una punizione per le due volte che hai ingurgitato la pillola del giorno dopo a diciotto anni.
Ti chiedi se non sia una punizione per quegli anni in cui un figlio non l’hai voluto, perché eri con un uomo sbagliato, perché ancora studiavi, perché non eri pronta e perché avevi paura, paura di te e paura del giudizio.
Ma se tu sapessi quanto sei stata saggia e se tu sapessi che la colpa non esiste e se comunque esistesse tu ne sei priva, priva perché sempre ti metti in discussione e litighi con te stessa per fare la cosa più giusta, per te e per gli altri.
Stasera mi soffermo sui tuoi occhi appena sporchi di nero, il caldo che tu non percepisci ti scioglie il tratto morbido, ma tu non ci fai caso e continui a sorseggiare il prosecco ghiacciato.
Si avvicina a te Lucia, bella e magra, più di te, pensi, ma l’altezza inganna talvolta e anche la mente.
«Tutto bene? Come va la vita da sposata?»
«Uguale a quella di prima, con la possibilità di chiedere il muto, però.»
«E figli? Non ci pensate?»
No, non hai pace, neanche dalla tua quasi testimone, che poi in quel quasi c’è del divino, adesso che ci pensi. Isabella Floris, "Erica", da Il senso della vita


Il senso della vita

di Autori Vari
a cura di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso
col patrocinio di Cultura al Femminile e AIL Sassari
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Racconti | Poesia
Copertina flessibile | Formato tascabile 13x20 | 128 pag
ISBN 979-1257260002
ebook 2,99€ – IN USCITA

Quarta

Un’antologia di poesia e prosa nata dalla settima edizione del concorso dedicato alla memoria di Pierpaolo Fadda, giornalista e poeta precocemente scomparso a causa della leucemia. Ancora una volta le parole diventano testimonianza, cura, respiro condiviso.
Attraverso versi intensi e racconti vibranti, questa raccolta esplora il viaggio dell’esistenza con sincerità e coraggio. Non offre risposte definitive, ma accende domande luminose, accompagna il lettore tra emozioni sospese e rivelazioni intime.

Dopo I mitici anni Ottanta: il decennio che ha generato il Millennio, Storie di mari e di orizzonti, Madri allo specchio, Segreti di carta, Padri allo specchio e Viaggi e sogni oltre l’orizzonte, il tema scelto per il 2025 è il senso della vita, che si fa carne, memoria e speranza nelle voci di autrici e autori capaci di osservare il mondo e se stessi senza filtri.
Ogni pagina è una stazione di passaggio: si sale, si scende, si guarda fuori dal finestrino e si riconosce qualcosa di sé nello sguardo dell’Altro. L’amore, la perdita, la malattia, la rinascita, ogni sfumatura dell’esperienza umana trova spazio in queste righe che offrono rifugio, ma anche spinta a ripartire.

Il ricavato sarà devoluto ancora una volta a Casa AIL Sassari, in ricordo del luogo che fu dimora d’anima per Pierpaolo. Perché quest’antologia è anche un gesto: di bellezza, di impegno, di vita che continua. Un viaggio condiviso, che comincia dentro di noi.



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Mutilazioni genitali femminili – Oltre il rito e la ferita: un saggio di Giulia La Face

Mutilazioni genitali femminili – Oltre il rito e la ferita: un saggio di Giulia La Face

Mutilazioni genitali femminili, oltre il rito e la ferita: un saggio di Giulia La Face

Libri Comunicato stampa. Mutilazioni genitali femminili – Oltre il rito e la ferita (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un saggio di Giulia La Face, che non si limita a fotografare la realtà: propone strumenti per capirla, mapparla e, soprattutto, trasformarla. Adatto sia a chi si avvicina per la prima volta al tema delle mutilazioni genitali femminili sia a chi opera nel campo della cooperazione internazionale, dei diritti umani o della formazione interculturale.

Immagina un’usanza antica, profondamente radicata in culture lontane, che attraversa millenni e continenti. Questa usanza coinvolge ancora oggi milioni di donne e ragazze in tutto il mondo, lasciando segni indelebili sia sul corpo che sull’anima. Le mutilazioni genitali femminili (MGF o MGF/E) non sono solo una questione sanitaria o legale, ma rappresentano un intricato sistema di tradizioni, credenze, identità e appartenenza comunitaria.
Questo saggio nasce dal desiderio di approfondire ogni aspetto del fenomeno, spesso avvolto nel silenzio o frainteso da chi è lontano dalle culture e società in cui le pratiche di mutilazione sono presenti e si perpetuano. Non ci limiteremo a esaminare statistiche e normative, ma ci addentreremo nelle storie, nei simboli e nelle motivazioni che mantengono vive queste pratiche.
Perché, nonostante gli sforzi globali per eliminarle, le MGF continuano a persistere? Quali significati attribuiscono le comunità a questi riti? Come si conciliano tradizione e diritti umani in un mondo sempre più interconnesso? Attraverso un viaggio che abbraccia diverse culture e società, cercheremo di comprendere le sfumature e le complessità che si celano dietro le MGF.
Il nostro obiettivo non è solo informare, ma anche stimolare una riflessione profonda e rispettosa. Solo comprendendo appieno le radici culturali e sociali di queste pratiche possiamo contribuire a un dialogo costruttivo, a programmi di intervento trasformativi e a un cambiamento positivo. Giulia La Face, Mutilazioni genitali femminili, oltre il rito e la ferita

Mutilazioni genitali femminili
Oltre il rito e la ferita

di Giulia La Face
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Saggio
Copertina flessibile | 246 pagine | formato tascabile 20x13
ISBN 979-1254589892

Quarta

Un saggio che non si limita a fotografare la realtà: propone strumenti per capirla, mapparla e, soprattutto, trasformarla. Con uno stile limpido ed essenziale, adatto sia a chi si avvicina per la prima volta al tema delle mutilazioni genitali femminili sia a chi opera nel campo della cooperazione internazionale, dei diritti umani o della formazione interculturale.

Qual è il confine tra tradizione e violazione dei diritti umani? Come si può spezzare una catena millenaria di dolore, radicata nella storia, nella cultura, nell’identità collettiva di intere comunità?
Le mutilazioni genitali femminili (MGF/E) sono uno dei fenomeni più complessi e dolorosi del nostro tempo. Un rito antico, trasversale a continenti, religioni e classi sociali, che oggi interpella in modo diretto la coscienza globale. Attraverso un'analisi chiara, documentata e accessibile, l’autrice guida il lettore dentro un tema spesso frainteso o relegato ai margini del dibattito pubblico. Dalle origini storiche alle implicazioni mediche, dalle strategie di prevenzione alle politiche internazionali di contrasto, esplora ogni dimensione delle MGF/E con rigore scientifico ma anche con profonda attenzione umana, intrecciando dati, storie, prospettive culturali e analisi giuridiche. Particolare attenzione viene dedicata agli approcci trasformativi di genere, ai programmi di educazione comunitaria, ai progetti innovativi portati avanti da ONG, associazioni locali e organismi internazionali come UNFPA, UNICEF e UN Women. Emergono così esperienze di resistenza, di resilienza, di cambiamento lento ma inesorabile: voci che raccontano che un’alternativa è possibile.
Mutilazioni genitali femminili. Oltre il rito e la ferita: un saggio che aiuta a comprendere la complessità del cambiamento sociale necessario per contrastare le mutilazioni genitali femminili, pratiche radicate nel tessuto stesso delle comunità, passando attraverso non la condanna astratta ma il rispetto, l’ascolto, il dialogo interculturale e l’empowerment delle donne e delle ragazze.




RASSEGNA STAMPA


Giulia La Face

Romana, si trasferisce a Bologna da giovane ventenne per motivi di studio. Dopo essersi laureata in Dams nel 1992 con una tesi sugli aspetti psico-sociali dell’Aids, prosegue la sua formazione diventando Educatrice Professionale e nel 2023 ottiene una laurea magistrale in Scienze dell’Educazione. La sua tesi, frutto di una lunga ricerca, verte sulle mutilazioni genitali femminili.
Come educatrice e professionista della salute ha lavorato per la cooperazione sociale e per la Usl di Bologna in diverse aree, tra cui disabilità, dipendenze e salute mentale. Attualmente, è in forze presso il Dipartimento di Salute Mentale di Bologna, dove si occupa di disagio psichico, inclusione e recovery.
La sua passione per l’innovazione sociale la porta a scrivere numerosi progetti in ambito socio-sanitario e riabilitativo, con un focus sulla prevenzione del disagio mentale, utilizzando anche l’espressione artistica e la scrittura autobiografica.
Recentemente, è stata coinvolta nel Progetto pERsone per il Dipartimento di Cure Primarie della Usl di Bologna, dove attualmente collabora con i servizi dedicati alla popolazione immigrata, in particolare alle donne.
Nel 2016 ha pubblicato il libro Social Mum, dedicato all’adolescenza e partecipa a diverse pubblicazioni di narrativa con i suoi racconti. Parallelamente, si dedica anche a esperienze editoriali sul web, scrivendo principalmente recensioni letterarie.



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Il rito Juju e la tratta delle donne nigeriane, un saggio antropologico di Michela Ottobrelli

Il rito Juju e la tratta delle donne nigeriane, un saggio antropologico di Michela Ottobrelli

Il rito Juju e la tratta delle donne nigeriane, un saggio antropologico di Michela Ottobrelli

Libri Comunicato stampa. Il rito Juju e la tratta delle donne nigeriane (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un saggio antropologico di Michela Ottobrelli. Testimonianze reali, dati e analisi sul campo, per ricostruire il percorso di trasformazione delle giovani donne nigeriane in vittime di una schiavitù moderna dietro cui si cela un sistema criminale ben strutturato, in cui superstizione e violenza si intrecciano.

Il fenomeno dell’immigrazione si manifesta attraverso volti e storie concrete: occhi spaventati e lingue diverse, famiglie che diventano nostri vicini di casa, bambini appena fuggiti da paesi in guerra che si uniscono alle nostre classi. Ma tra queste immagini, una in particolare cattura e turba: quella delle giovani donne – spesso ancora bambine – che vediamo ai margini delle strade o all’inizio di sentieri appartati, la loro presenza marcata solo da una sedia e un ombrellino per ripararsi dal sole. Sono figure che osserviamo, ma che faticano a raccontarsi.
Oggi il termine “immigrato”, pronunciato spesso con toni amari o insofferenti, sembra ridursi a descrivere principalmente il crescente flusso di persone che dall’Africa raggiungono – o tentano di raggiungere – le coste italiane. Un fenomeno ridotto a freddi numeri statistici, in cui si perdono le storie individuali, gli sguardi impauriti, le lingue diverse.
Eppure, l’immigrazione non è un fenomeno nuovo, specialmente per noi italiani che, tra il 1876 e il 1976, abbiamo vissuto un’intensa stagione di emigrazione, con migliaia di connazionali che lasciarono tutto alla ricerca di “una vita migliore”. Ciò che è cambiato nel tempo non è tanto il termine o la motivazione di base, quanto il significato sociale che il fenomeno ha assunto, intrecciandosi in modo sempre più complesso con dinamiche politiche, economiche e culturali, amplificate dalla diffusione tramite Internet, social media, giornali e cinema.
La nostra risposta all’immigrazione oggi oscilla tra due estremi, come le due facce di una stessa moneta: da un lato, un’accoglienza talvolta paternalistica, che si limita all’assistenzialismo invece di fornire strumenti concreti – legali, economici e culturali per costruire un’autonomia reale; dall’altro, la diffusione di stereotipi ostili: “Ci rubano il lavoro”, “Vengono qui per essere mantenuti”, fino agli insulti più volgari verso le donne immigrate.
Di fronte a questa realtà, è necessario porsi domande più profonde: perché una donna sceglierebbe di lasciare la propria casa per prostituirsi? È davvero una scelta volontaria o esistono costrizioni nascoste – giuramenti, riti, prestiti, legami familiari fragili? Perché così tante donne scelgono proprio l’Italia come destinazione? La risposta risiede nella più basilare legge economica: la domanda. Michela Ottobrelli, Il rito Juju e la tratta delle donne nigeriane

Il rito Juju e la tratta delle donne nigeriane

di Michela Ottobrelli
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Saggio antropologico
Copertina flessibile | 146 pagine | formato tascabile 20x13
ISBN 979-1254589335

Quarta

Attraverso testimonianze reali, dati e analisi sul campo, questo saggio antropologico ricostruisce il percorso di trasformazione delle giovani donne nigeriane in vittime di una schiavitù moderna.
Ogni anno, migliaia di giovani donne lasciano la Nigeria con la promessa di un lavoro dignitoso in Europa. Sono figlie, sorelle, madri, spinte dalla povertà e dalla speranza di un futuro migliore. Ma, una volta giunte a destinazione, scoprono la verità: il loro futuro è stato venduto e loro stesse sono diventate merce.
Dietro la tratta delle donne nigeriane si cela un sistema criminale ben strutturato, in cui superstizione e violenza si intrecciano. Il rito Juju non è solo una credenza, ma un vincolo psicologico che costringe le donne che lo subiscono all'obbedienza, una catena invisibile fatta di paura e coercizione. Un giuramento inciso nella carne con sangue, capelli e unghie le vincola non solo ai loro sfruttatori, ma alla loro stessa cultura, che le ha cresciute nel timore degli spiriti e della vendetta ancestrale.
Dalle confraternite mafiose che gestiscono il traffico agli inganni delle madam, fino alla difficile strada della liberazione, questo saggio getta luce su un fenomeno drammaticamente attuale, radicato tanto nell’economia della criminalità quanto nell’accettazione sociale di un destino imposto. Per chi vuole conoscere, per chi vuole capire e per chi, forse, vuole contribuire a spezzare questo ciclo infernale.




RASSEGNA STAMPA


Michela Ottobrelli

Michela Ottobrelli, classe ‘92, è nata a Biella ed è da sempre appassionata di lettura e scrittura. Laureata come educatrice e pedagogista, ha sviluppato un forte impegno verso le persone in situazioni di fragilità, lavorando in vari ambiti. Il suo percorso professionale l’ha portata a entrare in contatto con persone con disabilità, detenuti, giovani a rischio di abbandono scolastico, persone con difficoltà alla ricerca di un impiego e, in particolare, con le donne nigeriane vittime di tratta sessuale.
È proprio a quest’ultimo progetto che ha deciso di dedicare la sua tesi magistrale, raccogliendo dati, storie e esperienze che offrono una visione più ampia e sociale della Nigeria, esplorando anche gli aspetti religiosi legati al fenomeno. Questo lavoro ha avuto un impatto significativo nel suo percorso accademico, professionale ma soprattutto personale, approfondendo la sua comprensione delle dinamiche culturali e sociali legate a temi di grande rilevanza.


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Stanotte o mai, un romance di Elena Genero Santoro

Stanotte o mai, un romance di Elena Genero Santoro

Stanotte o mai, un romance di Elena Genero Santoro

Libri Comunicato stampa. Stanotte o mai un romance di Elena Genero Santoro (PubMe – Gli Scrittori della Porta Accanto | Leucotea). Un inno ai sentimenti. Una storia d’amore che si dipana su due archi temporali. Un romanzo che parla di donne e sogni, ma anche di rinunce personali, sensi di colpa, carico psicologico, malattia, crescita interiore e dei compromessi della vita.

Dara aveva lo stomaco a pezzi già dal mattino, e ora anche le tempie che le pulsavano. La attendeva un arduo compito: raccontare tutto ad Andrea. Non poteva esimersi, non c’erano scuse. E poi avrebbe dovuto informare anche sua suocera.
Aveva ancora la voce di Giulia nelle orecchie, una voce sottile, fiaccata dalla malattia, ma comunque musicale. La prima volta a Dara questo dettaglio era sfuggito. Giulia aveva un modo incantevole di rivolgersi alle persone. La ragazza che aveva parlato con lei non aveva nulla da spartire con l’arpia di cui Andrea le aveva sempre fornito delle spietate descrizioni. Tutto al contrario, Giulia era davvero dolce. Dara ora non poteva ignorare il suo discorso e ce l’aveva ancora che le risuonava in testa.
«Ti posso parlare un momento? – Giulia aveva un sorriso accattivante, che risplendeva in contrasto col suo volto grigio e spento. – Lo so che per te non sono nessuno, ma qualche anno fa, prima che arrivassi tu, Andrea e io eravamo molto vicini. Poi non ci siamo più sentiti, il che forse è stato un bene, perché siamo andati avanti… Ma adesso mi è successa questa… Cosa
Il cancro era cominciato qualche anno prima, poi si era allargato e ora era dappertutto. Lei era alla fine, le restava giusto qualche mese, e lo sussurrava con infinita rassegnazione, senza alcuna rabbia, senza alcun sentimento ostile nella voce.
Dara si era dovuta reggere al bancone senza farsi accorgere, aveva appoggiato i palmi delle mani sul ripiano. Giulia aveva scrollato le spalle e spiegato che le avevano voluto fare un ultimo ciclo di chemio, motivo per cui era ancora senza capelli, ma era stato un tormento gratuito e di fatto inutile, perché non era servito proprio a niente. Uno dei tanti fastidi che si erano sommati nel corso del tempo, insieme ad altri, tipo il bypass intestinale, i chili che prima non aveva.
Dara aveva qualcosa in gola che non riusciva proprio a deglutire.
«Ma non è questo il punto. Mi domandavo se potevi chiedere ad Andrea di incontrarci, se ne ha l’occasione. Mi dispiacerebbe andarmene senza averlo salutato.»
La prima volta che era entrata lì dentro, aveva ammesso, era stato un caso, non aveva idea che Dara ci lavorasse. Quando l’aveva vista le era sembrato che fosse la moglie di Andrea. Non ne era sicura, perché in effetti non si erano mai incontrate di persona. Così quel giorno aveva preso il coraggio a quattro mani.
«Non è un problema, vero, se mi sono rivolta a te? Glielo dici, ad Andrea, che lo vorrei vedere?» Elena Genero Santoro, Stanotte o mai


Stanotte o mai

di Elena Genero Santoro
PubMe – Gli Scrittori della Porta Accanto | Leucotea
Romance
ISBN 9791254589274 | ASIN B0DX476W3S

Quarta

Un inno ai sentimenti. Una storia d’amore che si dipana su due archi temporali. Un romance che parla di donne e sogni, ma anche di rinunce personali, sensi di colpa, carico psicologico, malattia, crescita interiore e dei compromessi della vita.
Dara, trent’anni, ha rinunciato al sogno di diventare una ricercatrice per permettere al marito Andrea, un musicista la cui carriera non decolla, di inseguire il successo.
Un giorno, nella farmacia in cui Dara lavora entra Giulia Mezzanotte, violinista di fama internazionale ed ex ragazza di Andrea, che le confida di essere malata di cancro in fase terminale e di voler incontrare suo marito prima di morire.
È l’inizio di un vortice di ansia per Dara, che prova pena per la sorte di Giulia, ma vede il suo compagno riavvicinarsi all’ex, la quale ha richieste sempre più impegnative che metteranno a dura prova il loro matrimonio.

«Era gelosa di una moribonda. Assurdo. Non lo era stata mai di nessuna delle fan di Andrea, nemmeno delle più accanite. E adesso se la prendeva con una poveretta che si sarebbe tolta presto di mezzo, in un modo o nell’altro. Però ciò non avrebbe cancellato quello che intanto stava accadendo. Andrea si struggeva per Giulia e gioiva ogni volta che ci trascorreva insieme un pomeriggio sereno.»




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Eva e Barbablù, una pièce teatrale di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso

Eva e Barbablù, una pièce teatrale di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso

Eva e Barbablù, una pièce teatrale di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso

Libri Comunicato stampa. Eva e Barbablù (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), una pièce teatrale di Emma Fenu scritta a quattro mani con Pier Bruno Cosso, con le illustrazioni di Camilla Lilliu: il tema dell’abuso familiare e della violenza maschile sulle donne attraverso il sapiente utilizzo di due archetipi particolarmente evocativi e dialoghi serrati.

BARBABLÙ. [...] Resto basito, cosa è cambiato in te? Dove ho sbagliato?
Con mia madre che si fa in quattro per te! Anche quando viene qua a preparare la crostata, sperando ogni volta che tu voglia imparare. Mentre tu, ostica.
Capisci come mi posso sentire?
E poi, non te lo dice per non farti restare male, ma con me insiste tanto, per avere un nipote. Il figlio lo avevi promesso anche a me, e poi…

EVA. Mi farai impazzire: vuoi che mi impegni ma che non mi sforzi, vuoi che sia serena e mi sottoponi a rimproveri tuoi e perfino a quelli di tua madre. Un figlio non si promette, non lo posso ordinare online: si promette l’amore e il progetto di metter su famiglia.
[Con voce tremante ma decisa.] Comunque, non voglio essere polemica, né sentirmelo rinfacciare, e ti riferisco fatti concreti. Sono stata dalla ginecologa: non ci sono problemi se non, prendine coscienza, la pressione a cui voi mi sottoponete, come se diventare madre fosse una performance, come se dipendesse da me, come se io non soffrissi la delusione e la sconfitta nel passare dei mesi. Come se io non mi sentissi fallita, sterile e vuota a ogni mestruazione. Emma Fenu e Pier Bruno Cosso, Eva e Barbablù


Eva e Barbablù

di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso
illustrazioni di Camilla Lilliu PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Pièce teatrale illustrata
Formato tascabile | 76 pagine
ISBN 979-1254589045

Quarta

«Sono Eva nell’Eden. Mordo la mela. Apro la porta.»
«Ti tengo chiusa qui per te, per preservarti. Perché, te l’ho detto mille volte: a te ci tengo.»

Eva e Barbablù esplora il tema dell’abuso familiare e della violenza maschile sulle donne. E lo fa attraverso il sapiente utilizzo di due archetipi particolarmente evocativi.
Da una parte Eva, prototipo della donna piena di talenti che, come in un progressivo vortice, rimane invischiata in una relazione che le sottrarrà libertà e autostima. Dall’altra Barbablù, il compagno orco, incarnazione di quella cultura patriarcale e possessiva che, oggettivizzando il corpo e la vita della propria moglie, finisce per macchiarsi del più atroce dei delitti.
I dialoghi serrati tra i due protagonisti ripercorrono in maniera molto precisa le tappe della relazione abusante della quale la donna rimane vittima.
Eppure, malgrado l’epilogo, ciò che gli autori riescono a veicolare è un messaggio di speranza. Nonostante tutto.
Questa coinvolgente pièce teatrale ha il pregio di mostrare le dinamiche che si sviluppano tra le due parti di una storia tossica, ponendo l’accento, senza alcuna edulcorazione, sull’enorme contrasto tra le parole apparentemente d’amore usate dall’abusante e il vero peso delle sue azioni.

Il teatro, con la sua forza evocativa, è uno strumento efficace per accendere le coscienze e stimolare il cambiamento.
Eva e Barbablù non si limita a denunciare, ma spinge a riflettere, riconoscere i segnali della violenza e immaginare una via d’uscita.
La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento.

(dalla prefazione di Veronica Sicari)

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Emma Fenu







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Fratelli in armi, un saggio storico di Tamara Marcelli

Fratelli in armi, un saggio storico di Tamara Marcelli

Fratelli in armi, un saggio storico di Tamara Marcelli

Libri Comunicato stampa. Fratelli in armi. Soldati italiani nella seconda guerra mondiale, tra Fronti, prigionia e guerra di liberazione (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un saggio storico di Tamara Marcelli. Un’opera che unisce documentazione storica e memoria personale, scavando nelle emozioni e nei pensieri di chi ha vissuto l’inimmaginabile. Perché un Paese senza memoria non ha futuro, e le storie di questi “Fratelli” meritano di essere conosciute e tramandate.

Quando partirono, non sapevano come sarebbe stata la loro vita in futuro, né se ne avrebbero avuto uno. L’unica certezza che li accompagnava era quella della vita che si lasciavano alle spalle: la casa, la famiglia, il Paese, gli amici e la protezione delle montagne.
Chi sono i “fratelli” di questa storia?
Sono fratelli di sangue, appartenenti a una stessa famiglia del centro Italia, originari di un piccolo paese tra il Lazio e l’Abruzzo, dove tutti si conoscono e i legami di parentela sono essenziali per la sopravvivenza. Un paese che aveva già dato il proprio tributo di sangue alla Patria e a una guerra sbagliata.
Sono fratelli di Patria, soldati che indossarono la stessa uniforme e calzarono scarpe logore per l’usura e spaccate dal freddo dei lunghi inverni al fronte; commilitoni del Regio Esercito italiano, che fino all’ultima goccia di sangue e sudore mantennero, con onore e senso di appartenenza, le redini di un conflitto divenuto un tragico incubo. Soldati che si riconobbero come fratelli, condividendo il poco che avevano per sfamarsi durante le lunghe marce, la prigionia e la fuga, scalzi e infreddoliti, sotto i bombardamenti, insieme alla ricerca della libertà.
Sono fratelli di questa nostra Italia, combattenti per una resistenza silenziosa e spesso lontana. Sono gli IMI, i Militari Italiani Internati nei campi di prigionia tedeschi dopo l’Armistizio. Fratelli prigionieri di altri fratelli, lottando per sopravvivere alla fame, al freddo, alle punizioni, al lavoro forzato, alle malattie e ai pidocchi.
Sono fratelli di una strada mancata, quella che avrebbe dovuto riportarli a casa dai territori occupati, quella sognata e mai percorsa. Sono esseri umani coinvolti in una guerra fratricida, tra figli di uno stesso Dio. Tamara Marcelli, Fratelli in armi

Fratelli in armi
Soldati italiani nella seconda guerra mondiale, tra Fronti, prigionia e guerra di liberazione

di Tamara Marcelli
PubMe – Collana Gli scrittori della porta accanto
Saggio storico
Brossura 21x28 | 146 pagine
ISBN 979-1254584989



Quarta

«Mentre scrivo i miei occhi si bagnano di quelle dolorose lacrime e mi sento proprio avvilito. Sento dentro di me quell’acuto dolore della disperazione. Chissà se sono tutti vivi, se nel mio felice ritorno ritroverò quella bella famigliola che lasciai nel giorno della mia sciagura.»

Quando la patria chiama, rispondere è un dovere, ma il prezzo da pagare spesso è molto alto.
Fratelli in armi racconta le vite intrecciate dei fratelli Marcelli e dei loro cugini, giovani militari legati da vincoli di sangue e di terra, costretti a lasciare il loro paese tra le montagne del Cicolano per affrontare l’orrore della Seconda guerra mondiale.
Dal fronte balcanico alla Sardegna, dalle trincee gelide del fronte orientale ai campi di prigionia nazisti, questo libro ricostruisce, attraverso un’attenta ricerca storica e la toccante testimonianza del diario di prigonia di Lorenzo Marcelli, le vicende di soldati che non furono più gli stessi. Tamara Marcelli ci guida in un viaggio tra memoria e dolore, onore e sacrificio, rendendo omaggio a chi ha combattuto per un ideale spesso incompreso.
Diviso in due parti e arricchito da importanti appendici storiche, il libro intreccia la narrazione delle vicende familiari con il più ampio contesto della guerra. Emerge quindi la storia degli IMI (Internati Militari Italiani): oltre 600.000 soldati che, dopo l’8 settembre 1943, rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò, pagando con la deportazione nei lager nazisti il loro coraggioso “No”. Attraverso i diari personali di uno di loro, scopriamo le atrocità subite e la forza d’animo necessaria per resistere.

Un’opera che unisce documentazione storica e memoria personale, scavando nelle emozioni e nei pensieri di chi ha vissuto l’inimmaginabile.
Perché un Paese senza memoria non ha futuro, e le storie di questi “Fratelli” meritano di essere conosciute e tramandate.



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