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Il mio nome è Sally, di Marina Vicario

Il mio nome è Sally, di Marina Vicario

Il mio nome è Sally, di Marina Vicario

Libri Comunicato stampa. Il mio nome è Sally. Dialoghi col mio cancro (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un libro non-fiction di Marina Vicario. Un diario in cui si alternano le voci di Marina, che scopre di avere un tumore al seno, e Sally, il suo cancro, cui sente il bisogno di dare un nome.

Mi chiamo Sally.
Sono nata l’11 luglio 2022.
O meglio, mi sono rivelata in questa data.
Lei mi ha vista. Così, dal nulla.
In un qualsiasi giorno di una calda estate, lei si è accorta di me.
Io già ero lì, dentro il suo corpo. Me ne stavo per i fatti miei e non ambivo a farmi notare, mi ero acclimatata bene con il resto delle cellule.
Ho scelto di abitare dentro uno dei suoi seni, il destro. Un nido accogliente, caldo, un luogo che ha allattato e nutrito, un posto sicuro.
Non ricordo da quanto tempo fossi lì.
[...] Nessuno mi ha notato.
[...] Ho potuto così, pian piano, prendere il mio spazio, indisturbata.
Si potrebbe pensare che sono invadente e che abitare gli spazi altrui, senza il loro permesso, può essere anche un tantino maleducato o molto aggressivo. Ma è la natura che decide.
O qualcosa di più alto.
Non lo so, sono solo Sally, non ho l’animo da filosofa. Sono solo Sally, un cancro, un tumore maligno, uno tra i tanti. Mi serviva un corpo in cui vivere, uno valeva l’altro. È capitato il suo.
Marina Vicario, Il mio nome è Sally. Dialoghi col mio cancro


Il mio nome è Sally
Dialoghi col mio cancro

di Marina Vicario
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa non-fiction
Copertina flessibile 20x13 – Tascabile | 108 pagine
ISBN 9791254586389

Quarta

Luglio 2022: Marina scopre di avere un tumore al seno.
Inizia allora un dialogo senza menzogne o facili consolazioni con questo interlocutore, immaginario ma reale, onesto e a volte crudele, cui attribuisce un genere e un nome: Sally.
In questo diario si alternano le voci di Sally e Marina, che nelle lunghe sedute di chemioterapia annota su un quaderno il suo percorso oncologico ed emotivo, dal loro incontro fino alla conclusione, che non necessariamente coincide con la guarigione. Ha più a che fare con il cambiamento, perché il cancro muta la prospettiva da cui si guarda la Vita e costringe a stare coi piedi ben piantati nel presente, senza inutili congetture sul futuro.

«Sally?»
«Dici a me?»
«Sì, ti chiami così.»
«E da quando?»
«Da adesso.»
«Non sapevo di meritarmi un nome.»
«Non è una questione di merito ma di necessità.»




RASSEGNA STAMPA



Marina Vicario

Marina Vicario vive a Borgomanero, in provincia di Novara. Laureata in Pedagogia presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal 1991 è insegnante nella Scuola dell’Infanzia, alla Primaria, alla Secondaria di primo grado e secondo grado, dove attualmente insegna Scienze Umane.
Ha conseguito un diploma di counseling presso l’IPSO di Milano e ora svolge la sua attività in uno studio privato.
La sua crescita personale è contrassegnata da percorsi di diversa natura che hanno come sfondo la ricerca spirituale.
Si è formata come facilitatrice Mindfulness e organizza sessioni di gruppi di consapevolezza. Ha tenuto sportelli d’ascolto in una scuola Superiore e corsi di formazione sull’ascolto empatico per i docenti. Nel 2021 ha frequentato una Scuola biennale di psicologia Buddista che le ha rilasciato l’attestato di professionista con abilità di Deep Mindfulness.
Scrive diari personali dall’età di nove anni.
Nel 2012, insieme al marito Massimo Diana, ha pubblicato un testo di spiritualità per Servitium Edizioni, La casa sulla roccia. Preghiere, meditazioni, rituali interreligiosi per la famiglia.


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La Squadra, un memoir sportivo di Francesco Prignano

La Squadra, un memoir sportivo di Francesco Prignano

La Squadra, un memoir sportivo di Francesco Prignano

Libri Comunicato stampa. La Squadra. La Pro Cangiani tra gli anni '80 e '90 (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un memoir sportivo di Francesco Prignano. I ricordi di un gruppo di amici si intrecciano con la storia della Pro Cangiani, la squadra di pallacanestro dilettantistica di un quartiere di Napoli, "rifugio" di molti ragazzi del Rione Alto.

Era il 1971 e un giovane giocatore di basket, aiutato da alcuni fidati amici, decise di inseguire un sogno quasi impossibile.
Pietro Pastore si sentiva pronto per una nuova sfida: costruire un rifugio sicuro per i ragazzi del quartiere.
Fu ispirato da quella strada stretta che prende il nome di Via Cangiani. Costituì la sua società di pallacanestro dilettantistica e la chiamò, semplicemente, Pro Cangiani.
Piero, così detto dagli amici, è stato un punto di riferimento non solo della Pro Cangiani, ma di tutto il Rione Alto. Per molti anni salvò i ragazzi dalla strada e dalla droga, offrendo loro un campo dove sfogare la rabbia e le frustrazioni. Coinvolse adulti e ragazzi in un progetto che ancora oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, resiste grazie all’impegno della sua famiglia. La sua passione per il basket ha fatto crescere e maturare, in un ambiente sano e protetto, giocatori di tutte le età. Sono quasi certo che intendesse accompagnare in questo processo evolutivo anche tutto il Rione Alto, insieme ai suoi atleti, poiché si è sempre speso per la comunità.
Il mio primo incontro con lui fu un inaspettato regalo del destino. Conoscevo già la Pro Cangiani a quei tempi. Ma non lo avevo mai incrociato, prima di quel giorno.
Ricordo bene quella domenica mattina.
Mi ero trattenuto nel cortile della chiesa in compagnia di alcuni amici, impegnati a discutere tra di noi, come al solito. Tempo sprecato, pensavo io, sterili conversazioni che si accendevano, più che altro per sfuggire alla noia. Stavo per andar via quando avvertii la stretta di una mano che mi afferrava la spalla sinistra. Un sole tiepido risplendeva nel cielo azzurro e la zona esterna della chiesa si stava affollando di persone che si apprestavano a entrare alla Messa delle undici.
Nel voltarmi, istintivamente pensai di trovarmi di fronte un volto amico o, quantomeno, conosciuto. Invece, niente.
Chi era questa persona che mi squadrava dalla testa ai piedi?
[...] «Bene. Hai detto che abiti nel Rione Alto. Posso chiederti quanti anni hai?» continuò, sempre più interessato. Ci mancava poco che si sfregasse le mani per la gioia.
Francesco Prignano, La Squadra


La Squadra
La Pro Cangiani tra gli anni '80 e '90

di Francesco Prignano
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Memoir sportivo
Copertina flessibile | 148 pagine
ISBN 979-1254585863


Quarta

Fine anni ‘80. La decisione di formare un nuovo gruppo sconvolge gli atleti della Pro Cangiani, la squadra napoletana di pallacanestro fondata dal visionario Piero Pastore, inaugurando però anche una stagione memorabile, culminata in un epico scontro con la nemica storica, la Partenope.
Attraverso le testimonianze dell’autore e di altri giocatori della Pro Cangiani, vengono ricostruiti eventi e ricordati i protagonisti di quegli anni, come Pierpaolo Mamone, il giocatore il cui talento e le gesta hanno segnato la storia della squadra.
I destini dei protagonisti si intrecciano con la passione, la dedizione alla comunità e la crescita della Pro Cangiani nel periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90. Il racconto si snoda tra trionfi effimeri, momenti chiave delle partite, emozioni degli ultimi secondi di gioco, tenace impegno e difficoltà e sottolinea l’importanza della lealtà, della forza e del sacrificio per il gruppo.
Le strade di alcuni di quei giocatori si sono separate ma loro conservano ancora il ricordo di quegli anni, i successi e le sconfitte che hanno alimentato la passione di giocatori e tifosi, trasformando ogni partita in un’epopea.

«È la storia vera di un gruppo di amici che aveva imparato a stare insieme, o se preferite, un racconto a tratti sconclusionato che parla di tanti giocatori, alcuni dei quali non troppo dotati dal punto di vista tecnico, diventati però protagonisti per una singola stagione, una sola partita, pochi minuti. In un certo senso, per sempre.»

ARTICOLI E RECENSIONI


Francesco Prignano

Francesco Prignano nasce a Napoli nel 1973. Da ragazzo gioca a pallacanestro e sviluppa una grande passione per la musica. Si trasferisce a Roma all’età di 18 anni e si laurea in economia e commercio nel 1997.
I suoi interessi spaziano dalla musica al cinema, dallo sport alla lettura dei moderni scrittori americani. Adora Bret Easton Ellis e ha una predilezione per autori come Mary Higgins Clark, Michael Collins, David Baldacci e Robin Cook.
Lavora come sales manager presso un cantiere navale che produce imbarcazioni da diporto ed è il cantante dei Rejction, band napoletana di alternative metal, attualmente sotto contratto con la Art Gates Records.
Vive a Napoli con sua moglie Loredana e i suoi tre figli Davide, Chiara e Simone.


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In cerca di te, un romanzo breve di Emma Fenu

In cerca di te, un romanzo breve di Emma Fenu

In cerca di te, un romanzo breve di Emma Fenu

Libri Comunicato stampa. In cerca di te (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un romanzo breve di Emma Fenu. Un diario intimo sulla maternità negata: le attese, le lotte emotive legate alla fertilità e all’endometriosi, la pressione sociale sulle donne per generare nuova vita, i momenti commoventi, teneri e drammatici, gli equilibri familiari.

Caro Lettore,
questa non è la storia della mia vita, ma solo una parte di essa. O, meglio, la parte di una parte.
Raccontarmi è difficile, perché molti sono i miei volti di donna e bambina, di madre e figlia; molte sono perfino le mie vite, racchiuse nel baccello di una sola, a sua volta frammento di una Storia che mi appartiene da prima di nascere.
Tuttavia, questa è sicuramente una storia.
La protagonista sono io, impegnata nella lunga e ardua ricerca di un figlio, il personaggio chiave attorno a cui tutto ruota.
Ci sono molti aspetti, infatti, che, in tale percorso di aspirante mamma, possono essere messi in luce: alcuni sono commoventi, altri teneri, altri drammatici, altri ancora decisamente ironici. E io li ho attraversati tutti, nel corso di dieci anni.
Ma, in questa occasione, voglio liberare la mia parte in ombra, la più fragile, quella che cede al dolore e viene subito messa a tacere dalle altre, per far spazio al sorriso e alla determinazione. Non è la parte più vera di me: è solo la più nascosta.
Questa è, dunque, la storia di una donna segreta. Emma Fenu, In cerca di te


In cerca di te

di Emma Fenu
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa non-fiction | Memoir
Formato tascabile | 120 pagine
ISBN 979-1254583982

Quarta

Emma, la protagonista di questa storia, affronta con coraggio e sincerità le sfide di un viaggio fatto di attese, esami medici e trattamenti dolorosi. Non si risparmia le lotte emotive legate alla fertilità e all’endometriosi, la pressione sociale sulle donne per generare nuova vita, né i demoni che si frappongono tra lei e il suo sogno di diventare madre.
Tra queste prove, non mancano le dinamiche familiari fatte di momenti commoventi, teneri e drammatici.
In cerca di te è intima esplorazione di sé, racconto di un percorso nella sua interezza e nelle sue sfaccettature più profonde.

«Questa non è la storia della mia vita, ma solo di una parte di essa. Ci sono molti aspetti che in tale percorso di aspirante mamma, possono essere messi in luce: alcuni sono commoventi, altri teneri, altri drammatici, altri ancora decisamente ironici. E io li ho attraversati tutti, nel corso di dieci anni. Ora voglio liberare la mia parte in ombra, quella più fragile, quella che cede al dolore, quella che subito viene messa a tacere dalle altre, per far spazio al sorriso e alla determinazione. Non è la parte più vera di me: è solo la più nascosta.»




ARTICOLI E RECENSIONI


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Emma Fenu







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Due vite. Diario di una riabilitazione, un memoir di Desirée Repetti

Due vite. Diario di una riabilitazione, un memoir di Desirée Repetti

Due vite. Diario di una riabilitazione, un memoir di Desirée Repetti

Libri Comunicato stampa. Due vite. Diario di una riabilitazione (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un memoir di Desirée Repetti. Il racconto autobiografico degli eventi che hanno scandito una lunga riabilitazione, il diario intimo e orgoglioso di una rinascita, il personale ringraziamento alle persone che l’hanno resa possibile.

“I binari non si incontrano mai”, questa è una metafora che mi fu detta da uno psicologo. Non mi aveva mai vista prima, ma capì, da ciò che aveva ascoltato, che la mia storia correva su due binari paralleli, come vivessi due vite: la “me ideale” mal sopportava la “me dell’incidente”.
Ci sono esperienze nella vita che ti segnano, e pensi di aver superato. Poi arriva uno sconosciuto che soffia sul tuo castello di carte, e a te rimangono i cocci. Due cose puoi fare: piangerci sopra, o rimboccarti le maniche e riedificarlo, mattone su mattone, fino ad avere di nuovo in mano la tua vita.
Non so se i binari si incontreranno mai, né forse voglio che lo facciano. Magari ne desidero di nuovi, a condizione di non cambiare altro di me. Mi piace pensare di essere una stazione i cui treni sono persone, eventi, passioni: alcuni convogli intraprendono viaggi lunghi dai quali si ritorna, altri rimangono fermi in sosta perché non sentono la necessità di partire. Desirée Repetti, Due vite. Diario di una riabilitazione


Due vite
Diario di una riabilitazione

di Desirée Repetti
PubMe - collana Gli scrittori della porta accanto
Non-fiction | Memoir
ISBN 979-1254583609

Quarta

«La mia storia correva su due binari, come vivessi due vite parallele: la “me ideale” mal sopportava la “me dell’incidente”.»

Sono gli anni ‘90. Desy, una bambina di otto anni, è vittima di un brutto incidente. I genitori, a centinaia di chilometri di distanza per lavoro, si precipitano.
È l’inizio di un cammino tortuoso, ma anche l’incontro con la vita e con persone che la cambieranno nel profondo facendola maturare e diventare la donna che è adesso.
Due vite è il racconto autobiografico degli eventi che hanno scandito la lunga riabilitazione, il diario intimo e orgoglioso di una rinascita, il personale ringraziamento alle persone che l’hanno resa possibile. Una scrittura catartica, un viaggio a ritroso che sana ferite per riscoprirsi più forte.

«Ricordo le inesauribili volte che mi urlava “Desy, occhi allo specchio”. Eh, lo specchio. Ballavo guardando a terra, e questo non si fa, mi veniva più facile durante gli spettacoli, lì non c’erano specchi ma persone. Durante gli allenamenti, lo specchio è fondamentale per correggersi, ma io lo odiavo, rifletteva una me che non mi piaceva, non dava l’idea che avevo di me, e soprattutto non mi rappresentava. Mentre ballavo stavo bene, mi sentivo normale, ma quella figura dentro lo specchio non era una persona normale…»



ESTRATTI E RECENSIONI


Desirée Repetti

Classe 1988, è nata a Livorno, dove ha frequentato il liceo della formazione.
Laureata in Lettere Moderne a Pisa, è laureanda in Italianistica e counselor a indirizzo Rogersiano integrato.
Ha un sacco di passioni, una su tutte la musica: ne ha fatto diventare per un po’ il suo lavoro, insegnando pianoforte.



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Gli anni del Grunge: Italia 1989-1996, racconti non-fiction a cura di Giacomo Graziano

Gli anni del Grunge: Italia 1989-1996, racconti non-fiction a cura di Giacomo Graziano

Gli anni del Grunge: Italia 1989-1996, racconti non-fiction a cura di Giacomo Graziano

Libri Comunicato stampa. Gli anni del Grunge: Italia 1989-1996 (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), racconti non-fiction a cura di Giacomo Graziano: le interviste e gli articoli dei giornalisti, le emozioni dei fan, gli aneddoti, i grandi eventi e gli incontri casuali con i protagonisti dell'ultimo grande terremoto musicale.

Ricordate gli sguardi dei nostri genitori, rassegnati a un baratro generazionale incolmabile, impotenti spettatori di una moda contro la quale i loro biasimi non potevano nulla.
La flanella, i maglioni informi, i jeans strappati; Kurt Cobain appeso a un lampadario e quella pistola che galleggiava sott’acqua; Chris Cornell che urlava al cielo verso un sole nero che inghiottiva ogni ipocrisia; Jeremy che si faceva saltare le cervella davanti a tutta la classe.
Avevamo il cuore e gli occhi pieni delle immagini di questo carrozzone impazzito che saturava gli scaffali dei negozi di dischi, di vestiti, le televisioni e le radio. Quando tutto questo galoppava ai massimi giri del motore – e le tasche delle etichette discografiche e dei manager erano gonfie da scoppiare – il grunge in realtà era già morto. Da anni.
Per trovare il vero grunge, dobbiamo tornare indietro al suo ultimo anno di vita, il 1989.
Divenuto etichetta, la sua accezione ha cominciato ad avere confini temporali, stilistici. Be’, a quel punto ha smesso di esistere.
Il vento del grunge imperversava nei vicoli di una città, negli appartamenti studenteschi del quartiere universitario, nei corridoi fetidi del Music Bank di Seattle, dove i gruppi andavano a suonare nelle sale prove, a bere caffè, alcuni a dormire e vivere per non stare in mezzo a una strada. dalla prefazione di Daniele Corradi, Gli anni del Grunge: Italia 1989-1996


Gli anni del Grunge: Italia 1989-1996

a cura di Giacomo Graziano
PubMe - collana Gli scrittori della porta accanto
Racconti non-fiction | Aneddoti,interviste
ISBN 979-1254582909

Quarta

Italia, 1989-1996. Il grunge è l’ultimo terremoto musicale, il pop si è fatto da parte per dare spazio al fenomeno underground uscito dal suo guscio alternativo, esploso in una supernova che non risparmia niente e nessuno.
Non risparmia gli ultimi eroi del rock prima del crepuscolo: Kurt Cobain, Layne Staley, Andrew Wood, Chris Cornell e tanti altri artisti sensibili e talentuosi, ciascuno capace di comunicare un disagio personale cui era possibile immedesimarsi.
Negli scritti qui raccolti di giornalisti, critici musicali, organizzatori, musicisti, strumentisti, DJ, promoter si attinge dal cassetto dei ricordi a rievocare le emozioni del passaggio del grunge, della «musica sporca e rumorosa del Northwest», dei piccoli e grandi concerti in Italia, o la trepidazione nel tenere in mano una copia fresca e scintillante di Ten o di Nevermind.
Il grunge è stato “il manto protettivo” di un’intera generazione, forse in ritardo rispetto al resto del mondo, dove le innovazioni giungono come polvere trasportata dal vento.



La playlist con le canzoni citate nel libro, a cura di Giacomo Graziano e Smell Of Grunge



ESTRATTI E RECENSIONI


Giacomo Graziano


Appassionato di musica, siciliano classe 1976, Giacomo Graziano cresce a dischi e concerti rock, con l’adorazione per la batteria che coltiva da bambino grazie ai dischi del padre. Collabora con diverse formazioni musicali indipendenti, nel 2009 incide l’album Introspective Vision con la sua band Mistery Of Friday.
Studioso del fenomeno musicale e culturale degli anni ‘90 crea Smell Of Grunge, blog e collettivo alternativo che affonda le sue radici nella scena di Seattle, protagonista della rivoluzione musicale più esaltante mai prodotta da una singola città. .




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Respiro nomade, un memoir di viaggio di Irina Pampararo

Respiro nomade, un memoir di viaggio di Irina Pampararo

Respiro nomade, un memoir di viaggio di Irina Pampararo

Libri Comunicato stampa. Respiro nomade (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un memoir di viaggio di Irina Pampararo. Ricordi in superficie, pensieri che sorvolano luoghi visitati e persone conosciute, sprazzi di una vita in movimento.

Amo gli spostamenti, non c’è dubbio.
Amo soprattutto le persone che ho potuto incontrare: sono loro che mi hanno reso e mi rendono felice.
Mi sposto per brevi o lunghi periodi con uguale leggerezza.
Porto con me idee, ricordi, esperienza. Non cancello nulla e non riparto da zero.
Spostarmi significa allontanarmi dal solito luogo e dal consueto vissuto, poter giocare un’altra carta, trovare nuova linfa, rispondere a nuove domande, vedere altre realtà e, se possibile, imparare un’altra lingua.
Sono convinta che il trasferimento in un altro Paese, se dettato da una scelta consapevole, sia fonte di profondo arricchimento: implica separarsi dalle cose certe per seguire le incerte, allontanarsi da un quotidiano rassicurante ma a volte scontato, differenziarsi nei comportamenti a seconda di dove ci si trova, pur restando se stessi.
E le relazioni personali, quelle non si deteriorano per un semplice altrove. Per rimanere in sintonia con i vecchi amici, basta rivedersi, anche per poco tempo, e ritrovarsi.
Queste pagine sono il racconto di una donna poco digitale, che è riuscita a cogliere la possibilità di vivere libera nel mondo, inseguendo i propri sogni con razionalità, determinazione, e una buona dose di studi.
Sono un invito a osare, a lasciarsi guidare dalle proprie intuizioni e percezioni, ad affrontare la vita come una personale ricerca, assumendosene in toto la responsabilità.
Sono un incoraggiamento a coltivare le proprie inclinazioni, a sperimentare percorsi alternativi, non scontati. Sono un esempio di come ci si possa sentire a casa in molti luoghi, instaurando relazioni incentrate sul valore del gesto quotidiano e del rispetto reciproco, rapporti basati su affinità elettive, su condivisioni di intenti, interessi e stili di vita, e non solo legami parentali o lavorativi.
Sono solo accenni, ricordi in superficie, pensieri che sorvolano luoghi visitati e persone in cui mi sono imbattuta, sprazzi di una vita in movimento.
La mia. Irina Pampararo, Respiro nomade


Respiro nomade

di Irina Pampararo
PubMe - collana Gli scrittori della porta accanto
Memoir di viaggio
ISBN 979-1254582145

Sinossi

«Il fatto che la mia città natale avesse cambiato nazione nell’atlante geografico, e avesse combattuto per non perdere la propria identità, mi sembrava un segno del destino: percepivo già che gli spostamenti sarebbero stati una condizione naturale della mia esistenza. Capii che avrei sempre cercato di rimanere me stessa.»

Irina nasce con la valigia in mano: appena può, parte. Lo fa da bambina, per fuggire dalla guerra tra Etiopia ed Eritrea; da adolescente, per imparare le lingue; appena maggiorenne, per frequentare l’università; da adulta, per lavorare in giro per il mondo, convinta che il trasferimento in un altro Paese, se dettato da una scelta consapevole, sia fonte di profondo arricchimento.
Questo memoir è un invito a osare, a lasciarsi guidare da intuizioni e percezioni, ad affrontare la vita come una personale ricerca. È un incoraggiamento a coltivare le proprie inclinazioni, a sperimentare percorsi alternativi, non scontati, un esempio di come ci si possa sentire a casa in molti luoghi.
«Sono solo accenni, ricordi in superficie, pensieri che sorvolano luoghi visitati e persone in cui mi sono imbattuta, sprazzi di una vita in movimento. La mia.»



Rassegna stampa

Indonesia con Bru – Recensione

ESTRATTI E RECENSIONI


Irina Pampararo


Irina Pampararo è uno spirito nomade: nata nel 1967 ad Asmara, in Etiopia, ora Eritrea, è cresciuta in Italia, si è laureata in Francia, ha visitato cinque continenti e più di cinquanta paesi. Dopo aver lavorato a lungo nel Sudest Asiatico, si è stabilita a Bali, in Indonesia, dove lavora come Sales & Marketing Manager per uno studio di design. Oltre a scrivere di viaggi ha due grandi passioni: lo scuba diving e le chiacchiere.




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Io e te... Come nelle favole, il diario intimo di Patrizia Stefanelli

Io e te... Come nelle favole, il diario intimo di Patrizia Stefanelli

Io e te... Come nelle favole, un diario intimo di Patrizia Stefanelli

Libri Comunicato stampa. Io e te... Come nelle favole (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un diario intimo di Patrizia Stefanelli. Una madre racconta a suo figlio la sua stessa storia, dalla nascita alla prematura dipartita. Un flusso di pensieri inarrestabile e disordinato, senza velleità narrative, con lo scopo catartico di trovare un senso.

Aprendo queste pagine, siamo chiamati a entrare in uno spazio sacro, nell’intimità di una relazione tra due persone precise: una madre e suo figlio. Ma non una tra tante e uno tra tanti, ma proprio loro due, questa madre e questo figlio, in una storia di vita che è unica, anche se alcuni aspetti di essa potrebbero ripetersi in tanti altri casi, per tante altre persone, in tante altre parti del mondo.
Patrizia e Gregorio hanno vissuto una relazione intensa, fatta di grandi sorprese e piccoli segreti, di scoperte sempre nuove e di conferme continue. E noi siamo pian piano introdotti nei loro modi di interagire, nel loro linguaggio in codice, nella loro cosciente complicità.
Assistiamo allo sviluppo di una personalità allegra e forte, molto più matura di quanto i suoi pochi anni potrebbero far immaginare.
Assistiamo poi, con sgomento e con un senso di sconsolata impotenza, all’ingresso della malattia, che incide un sigillo duro e, man mano, sempre più spietato a queste due vite.
Coraggio e pazienza, sopportazione e ribellione, tenacia e voglia di vincere: sono i sentimenti che la madre e il bambino vivono per anni, nella loro diversa profondità di coscienza e conoscenza. Li seguiamo in questo loro cammino, accompagnati da un piccolo esercito di persone buone e competenti, che offrono il loro sostegno nello svolgersi di questa battaglia, combattuta con tenacia. Fino alla fine, quando la speranza si spegne e il martirio del piccolo grande guerriero giunge al termine, nel silenzio della morte e nella pace di una piccola tomba.
Quando sono arrivato a leggere la fine di questa storia, nella sua bellezza difficile e dura, ho pianto. Non mi vergogno di dirlo, anche perché sono certo di non essere il solo a farlo. Ma ora rimane una domanda, quella domanda, l’unica alla quale vorremmo una risposta: perché?

[dalla prefazione di Monsignor Giovanni Tonucci, Arcivescovo prelato emerito di Loreto] Patrizia Stefanelli, Io e te... Come nelle favole

Io e te... Come nelle favole

Io e te...
Come nelle favole

di Patrizia Stefanelli
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Diario intimo
ISBN 978-8833667829

Sinossi

Perdere un figlio è qualcosa di talmente innaturale, per un genitore, che nella nostra lingua non c’è una parola per poterlo dire, come se il linguaggio si rifiutasse di denominare lo strazio di chi, deputato per sua natura a dare la vita, deve subire la morte del proprio figlio o figlia.
Questo è il diario di una madre che racconta a suo figlio Gregorio la sua stessa storia, dalla nascita alla dipartita. Un diario intimo, senza velleità narrative, che ha lo scopo catartico di rivivere e dare un senso alla vicenda vissuta, comunicando con se stessa, prima ancora che con lettrici e lettori.
Ecco perché si è scelto di rispettare lo stile personale dell’autrice, il suo flusso di pensieri inarrestabile e disordinato, il suo vagare tra i ricordi e gli aneddoti legati ai pochi anni vissuti con il figlio, il suo continuo ringraziamento a chi il viaggio lo ha reso sopportabile.
Leggetelo andando oltre le righe.
Arrivando al cuore.



ESTRATTI E RECENSIONI



La colonna sonora delle canzoni citate nel libro



Patrizia e Gregorio

Patrizia Stefanelli

Patrizia Stefanelli, mamma di Greg e autrice di questo libro, è nata a Loreto dove ha vissuto per molti anni. È Insegnante di scuola primaria presso la Scuola “G. Marconi”.



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