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[Libri] "Il bivio" di Arrigo Geroli, recensione di Ornella Nalon

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Il bivio di Arrigo Geroli, Lettere Animate, 2015. Due protagonisti, due storie che si incontrano in un finale imprevedibile.

Bello, bello, bello. So bene che è poco professionale esordire in questo modo, ma è quanto mi ripetevo durante la lettura e quanto ho pensato alla fine de Il bivio e credo renda perfettamente l'idea di quanto abbia apprezzato questo breve romanzo. 
Da circa un paio di anni, per vari motivi che non mi dilungo a precisare, mi dedico con costanza alla lettura di libri scritti da autori emergenti e posso senz'altro affermare di avere scoperto tante buone opere di altrettanti validi autori ma, non me ne voglia alcuno di loro, pochi mi hanno entusiasmata al livello di Arrigo Geroli. Il suo modo di narrare è paragonabile a quello di uno scrittore di lungo corso: sicuro, sciolto, rappresentativo di uno stile del tutto personale. Inoltre, la storia è interessante, avvincente e originale. Tutto questo diventa ancora più ammirevole se si considera che Arrigo Geroli è alla sua prima pubblicazione. 
"Il bivio" ha due protagonisti maschili, che potrei tranquillamente definire antieroi e ogni capitolo è dedicato alternativamente all'uno e all'altro. Dunque, si seguono due storie distinte, narrata in prima persona e al presente quella di Achille, al passato e in terza persona quella di Christian.
Il primo è un giovane della periferia di Milano che trasporta e installa mobili per un centro commerciale del suo paese. Convive con Jenny che ama in maniera profonda ma ossessiva, tanto da vedere potenziali rivali nei suoi colleghi e, soprattutto, in Paolo, forse anche per il fatto che ne invidia il carattere, esattamente opposto al suo. Achille riconosce di essere introverso, insicuro, apatico, insoddisfatto e pieno di manie di persecuzione, è consapevole che questi sono degli ostacoli alla sua realizzazione, soprattutto dal punto di vista sentimentale, ma non sa come porvi rimedio e continua a destreggiarsi tra la paura costante di perdere la sua donna e gli incubi ricorrenti che gli si presentano. 
Ciò che mi disturba è l’obbligo di dover condensare il significato di un’esistenza in quel poco che mi resta tra un lavoro triste e degli incubi idioti.

Milano fa da sfondo a questa storia dagli intrecci originali e dall'epilogo d'effetto.

Christian è di origini milanesi ma vive in Belgio e anche lui non si può definire l'emblema della felicità. Nonostante la giovane età, è rimasto vedovo di una moglie che amava ma che non era affatto apprezzata da suo padre, il quale ostacolava la loro relazione tanto da minare l'armonia coniugale. 
Si trova in un costante conflitto con l'ingombrante figura paterna, eppure non riesce a liberarsene. In qualche modo se ne sente dipendente e per qualche arcano motivo anche in debito, tant'è che, per fare un favore al padre stesso, decide di accettare a malincuore un incarico: dovrà cercare di ritrovare la figlia scomparsa di Jean Michel Daudet, ricco e potente uomo d'affari francese. 
Della ragazza si sono perse le tracce da circa un mese, di lei è rimasta solo un'auto ferma in una via di Milano con il cruscotto pieno di multe per divieto di sosta.
Dunque, ecco che ritorna Milano a fare da sfondo a questa storia dagli intrecci originali e da un epilogo d'effetto, raccontata in un numero limitato di battute che, tuttavia, sembrano essere frutto di una scelta tattica per mantenere sempre vivo l'interesse e il coinvolgimento. 
A conclusione, non posso fare a meno di riportare che sono stata totalmente spiazzata da un intero capitolo il quale mi sarebbe sembrato totalmente slegato dal contesto narrativo, se non fosse stato per la presenza, come soggetto, della signora Marguerite Daudet, madre della ragazza scomparsa. Un pezzo dal tenore particolarmente cupo, con un velato richiamo al soprannaturale che segna una netta frattura, come genere e consequenzialità degli avvenimenti, tra i capitoli precedenti e quelli successivi. Quale sarà il suo scopo? Cosa voleva esprime l'autore? Io credo di essermi fatta un'idea ma non la svelo, poiché preferisco che ogni lettore si faccia la propria. 
Ancora complimenti ad Arrigo Geroli per il suo “Il bivio” che consiglio caldamente a tutti.


Il-bivio

Il bivio

Questa, non è solo la storia di Achille e di Christian: è uno sguardo sul freddo scorrere della vita, in un viaggio tra Lione, Bruxelles e Milano; le intuizioni di Stanislavskij e la rabbia di una casa vivente; la preghiera di un vecchio magnate e il ricordo di una sposa sepolta. 
Il presente non è che un respiro, tra il bivio passato e quello seguente.


di Arrigo Geroli | Lettere Animate | Narrativa
ISBN 978-8868824815  | ebook 1,49€ | cartaceo 8,50€ Acquista







Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



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