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Recensione: Literary Theory for Robots, di Dennis Yi Tenen

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Libri Recensione di Davide Dotto. Literary Theory for Robots: How Computers Learned to Write di Dennis Yi Tenen (W W Norton & Co Inc.). Le radici profonde dell'Intelligenza Artificiale nella storia e nella cultura umana attraverso i secoli.

Literary Theory for Robots, pubblicato da W W Norton & Co Inc., è una storia accurata e lineare dell’Intelligenza Artificiale. Scritto da Dennis Yi Tenen, professore associato di inglese presso la Columbia University ed ex ingegnere software di Microsoft, il volume tratta un argomento impegnativo e complesso per le sue implicazioni tecniche, morali e sociali.

Non sono poche le pubblicazioni che approfondiscono lo scenario in cui è nata quella che chiamiamo Intelligenza Artificiale, la quale non si è affermata all’improvviso.

L’approccio delle varie opere è diverso e possono prevalere, pertanto, istanze etiche, sociologiche, talvolta fantascientifiche se non distopiche (quando e se si parla di un avvenire trans-umano o post-umano), oltre che questioni di carattere tecnico-scientifico. I libri che vale la pena di ricordare sono almeno due.
Il primo, Il confine del futuro. Possiamo fidarci dell’intelligenza artificiale? di Francesca Rossi (Feltrinelli) è scritto da una delle maggiori esperte in materia. Il secondo, 12 Bytes. Come siamo arrivati fin qui, dove potremmo finire in futuro, della scrittrice americana Jeannette Winterson (Mondadori) esplora gli aspetti più affascinanti che possono interessare chi voglia farsi un’idea di un argomento che riguarda un domani non facile da immaginare.

Sono innumerevoli le attività coinvolte, come interi processi e professioni soggetti all'automazione.

E non si parla solo di compiti ripetitivi, ma di operazioni complesse che richiedono l’analisi di grandi quantità di dati, di quella che viene chiamata e-learning, le tecniche di apprendimento automatico che consentono alla IA di migliorare le proprie prestazioni fino ad assumere decisioni rilevanti.
Il punto a cui siamo giunti oggi è il frutto di secoli, se non millenni, di progresso culturale e intellettuale. Il tutto ha contribuito a formare un corpus di conoscenze adeguatamente trasmesso alle generazioni che via via si sono succedute.


Nella vita di tutti i giorni possiamo fare a meno di compiere con penna e calamaio conti complicati, o di tenere a mente una gran mole di informazioni: per questo ci sono fogli di calcolo, libri, enciclopedie e biblioteche.

A questi si aggiungono appositi software o gestionali, («smart device») per organizzare ed elaborare dati.
Il tempo risparmiato ci consente o ci dovrebbe consentire di dedicarci ad altro. Ma anche questo altro alla fine e a poco a poco è entrato nell’alveo di dispositivi, in un percorso che il libro di Dennis Yi Tenen ricostruisce con meticolosità. È importante infatti comprendere il motivo di un certo stato di cose, senza darlo per scontato. È la risposta articolata a una domanda che in parte è il sottotitolo del libro di Jeannette Winterson («Come siamo arrivati fin qui»).

L'evoluzione della IA si radica a pieno titolo – presupponendola – in tutta la storia umana, nei suoi progressi, i suoi fallimenti, in tutte le discipline umanistiche.

Il modo di rapportarci oggi con le informazioni, i dati, così come la loro “estrazione”, “(ri)elaborazione”, solleva un problema di “selezione”, o persino di “decimazione” per la loro sovrabbondanza indiscriminata (Umberto Eco - L'abbondanza dell'informazione).
La questione di chi legga, selezioni, estragga dal "mare magnum" delle informazioni ciò che di volta in volta ci serve, è centrale: è lo studioso, il lettore o anche questa attività viene automatizzata e affidata al "chatbot"? Da tempo si è riflettuto sul modo di "estrarre" o di "selezionare" ciò di cui abbiamo bisogno in modo "automatico". Si è iniziato con le mappe mentali, escogitando stratagemmi in grado di passare senza sforzo da una proposizione all'altra, agevolando il ragionamento, la scoperta, lo studio.

Dennis Yi Tenen ci ricorda la figura di Raimondo Lullo e la conoscenza racchiusa e sintetizzata in tabelle e ruote.

Si tratta di un metodo non dissimile al lato pratico – con le dovute proporzioni – dalla consultazione di un “oracolo”. Non per niente Lullo era scrittore, filosofo, astrologo, alchimista e mistico, noto per la sua “arte” o “fantasia” combinatoria, colui che con la sua immaginazione aveva preconizzato qualcosa come un "Excel" prima di "Excel".
The table captures a disembodied intellect. There, from each cell (camera) of a column, it derives (abstrahitur) a calculation (una ratio) – or perhaps, the English ratio, in the sense of a “quantitative relation between amounts”. Dennis Yi Tenen, Literary Theory for Robots

Non arrivano all’improvviso, quindi, nemmeno le intuizioni di Ada Lovelace.

Figlia di Lord Byron, matematica di notevole talento, la prima programmatrice in senso moderno («imagined an engine that could manipulate any symbolic information whatsoever, not just numbers»), vissuta nel contesto della Rivoluzione Industriale, quando si realizzavano le prime macchine e si sognavano automi meccanici costituiti da ingranaggi e rotelle.
È nota in particolar modo per il suo contributo all’idea della macchina analitica di Charles Babbage, di fatto il primo computer della storia che, per la tecnologia del tempo, non poté essere realizzato, ma vi sono già le premesse per gli sviluppi futuri dell'informatica. Il primo computer – piuttosto ingombrante – in fondo vide la luce soltanto nel 1944 (Colossus), un secolo dopo.

Vi è come una corsa alla scoperta dei segreti e delle connessioni che permettano di organizzare le varie branche del sapere.

E in fondo già il tentativo sistematico di Aristotele ne è la comprova. Le sue categorie possono essere considerate i mattoni di un sapere universale, alla base dei rudimentali tentativi di chatbot. Per non parlare della quaestio medievale e del suo più insigne rappresentante, Tommaso d'Aquino, il quale tentò di armonizzare la filosofia aristotelica con la teologia cristiana. Attraverso il metodo della “quaestio” (una rigorosa investigazione basata sulla ragione, sulla logica e la riflessione) si interrogò – con un approccio enciclopedico – su tutti i temi cruciali dell’epoca, compiendo un’importante opera di “sistemazione” e “organizzazione” del sapere: la natura dell’essere umano, il suo rapporto con Dio, il ruolo della ragione nella comprensione della verità dietro la quale vi è un ordine, un principio universale di conoscenza, un’intelligenza che sovrasta e guida tutte le cose.

Fin dagli inizi della storia del pensiero si discute dell'unità del molteplice, di una "intelligenza" che sovrintende il tutto.

Una causa sui che in quanto tale non presupponga una coscienza essendo eterna, ma sia un principio supremo e trascendentale (così già nel pensiero di Plotino).
Verrebbe da domandarsi se l'Universo che abitiamo non funzioni proprio in questo modo, sulla base di un imponente modello, che via via andiamo scoprendo. Un algoritmo universale che si è andato – e si va – alimentando e costituendo particella dopo particella, contemplando un'intelligenza creatrice che è sì origine di tutto, ma che va oltre all'idea stessa di coscienza, ma talmente precisa e perfetta da replicarsi, una sorta di matrice essa stessa.

Nelle riflessioni contenute nel libro Literary Theory for Robots, Dennis Yi Tenen scopre una Intelligenza Artificiale che, lungi dal rivaleggiare con l’essere umano o con la sua coscienza, è una “intelligenza collettiva”.

Nata dal lavoro congiunto (sinergia) di filosofi antichi e moderni, matematici, letterati, ingegneri, linguisti e dagli aggiornamenti che aggiungono costantemente mattoni, tasselli, correggendo e perfezionando un che di prodigioso. Dall’altro lato però, grazie all'avanzamento della tecnologia informatica, si assiste a una crescita esponenziale della capacità computazionale e della velocità di elaborazione, che consentono il machine learning.
A questo punto la IA può apparire “trascendentale”, quasi un “oracolo” via via che la verifica e il controllo dei risultati e dei processi cessano di essere alla portata dei comuni mortali o, meglio, dei singoli individui. Questo probabilmente è l’aspetto nuovo e inedito che spaventa di più.


Literary Theory for Robots
How Computers Learned to Write

di Dennis Yi Tenen
W W Norton & Co Inc
ISBN: 978-0393882186
Cartaceo 20,00€
Ebook 14,56€

Quarta 

Literary Theory for RobotsIntelligence expressed through technology should not be mistaken for a magical genie, capable of self-directed thought or action. Rather, in highly original and effervescent prose with a generous dose of wit, Yi Tenen asks us to read past the artifice—to better perceive the mechanics of collaborative work. Something as simple as a spell-checker or a grammar-correction tool, embedded in every word-processor, represents the culmination of a shared human effort, spanning centuries.Smart tools, like dictionaries and grammar books, have always accompanied the act of writing, thinking, and communicating. That these paper machines are now automated does not bring them to life. Nor can we cede agency over the creative process. With its masterful blend of history, technology, and philosophy, Yi Tenen’s work ultimately urges us to view AI as a matter of labor history, celebrating the long-standing cooperation between authors and engineers.



Davide Dotto
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Carmela in libertà, un romanzo storico di Elvira Rossi

Carmela in libertà, un romanzo storico di Elvira Rossi

Carmela in libertà, un romanzo storico di Elvira Rossi

Libri Comunicato stampa. Carmela in libertà (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un romanzo storico di Elvira Rossi. Nella provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di una giovanissima campagnola analfabeta si intreccia con le vicende di un’Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l’affermazione della Repubblica.

Pazienza che fosse analfabeta: era sveglia, intelligente e dotata di un buon carattere.
Dopo Ferragosto, il prete si premurò di inviare un messaggio a Nicola attraverso Paoluccio, il sagrestano, per sollecitare una risposta. In caso contrario, la tanto attesa opportunità rischiava di sfumare. Don Filippo aveva appreso da Giustino Russo, un brigadiere di Montoro in servizio alla caserma di Salerno, che almeno altre due giovani si erano fatte avanti per essere assunte come bambinaie dalla famiglia del dottor De Bonis.
Bisognava decidere in fretta. Nicola e Anna, dal temperamento poco loquace, furono costretti a confrontarsi, ciascuno con le proprie riserve, e le scandagliarono tutte non senza contrasti e polemiche.
Sebbene Montoro e Salerno fossero separate solo da una ventina di chilometri, la corriera che le collegava, prevedendo delle fermate intermedie, impiegava un tempo eccessivo. Le possibilità di vedersi sarebbero state rare. Anita non era disposta a privarsi della compagnia della figlia e si oppose al suo trasferimento.
«Ma Carmela sta fuori tutto il giorno, e adesso dici che ti manca» obiettò Nicola.
«Sì, ma la sera torna a casa.»
Tra madre e figlia esisteva un rapporto distaccato, non c’era posto né per la tenerezza né per le confidenze. Un pudore innato e un’educazione ordinaria impedivano ogni manifestazione di affetto. La comunicazione tra loro, sintetica e superficiale, non andava oltre le faccende da sbrigare. Non avevano molto da raccontarsi, eppure tra le due donne, attaccate una all’altra senza averne coscienza e senza darlo a vedere, esisteva una sorta di sottintesa complicità. Nel corpo appesantito e cascante della madre, Carmela leggeva la stanchezza e un senso di sconfitta per una realtà che poco concedeva alle illusioni. Anita sapeva che alla figlia erano state imposte rinunce e responsabilità sproporzionate all’età, e non tollerava che Carmela ancora una volta venisse sacrificata per sostenere la famiglia. Dentro di sé imprecava contro Nicola, che per la devozione a una terra non di sua proprietà si era ostinato a restare, mentre tanti paesani erano partiti in cerca di fortuna.
Elvira Rossi, Carmela in libertà


Carmela in libertà

di Elvira Rossi
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Romanzo storico | Narrativa di costume
Copertina flessibile | 146 pagine
ISBN 9791254585634


Quarta

Nel cuore della provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di Carmela si intreccia con le vicende di un’Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l’affermazione della Repubblica.
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un’adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell’epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela – acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere – un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un’esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.

Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno.

«Sì, sono ignorante, non è colpa mia. L’ha voluto mio padre, ma prima ancora l’ha deciso chi non gli ha dato la possibilità di frequentare la scuola. Se la società è ingiusta, non posso fidarmi né delle sue regole né della sua morale. Il passato e il presente non mi convincono. Voglio scegliere da me. Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. Non so che cosa farò, intanto io non voglio essere né una ragazza seria né una ragazza poco seria. Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso.»

ARTICOLI E RECENSIONI


Elvira Rossi

Elvira Rossi nasce a Salerno, dove attualmente risiede. Laureata in Pedagogia ha insegnato Materie Letterarie negli Istituti d’Istruzione Secondaria superiore. Ha partecipato come docente a corsi di formazione sul rapporto tra creatività e multimedialità. Ha tenuto corsi di scrittura creativa e di lingua italiana per gli stranieri. Ha svolto attività sindacale nella Cgil.
Dal 2016 fa parte della Redazione di Cultura al Femminile, Associazione culturale e portale web per cui scrive articoli e recensisce libri di autori famosi ed emergenti. In qualità di relatrice ha partecipato a eventi promossi da Cultura al Femminile su varie tematiche.
Appassionata lettrice di opere classiche e moderne, ha una particolare predilezione per la letteratura palestinese.
Diversi suoi racconti sono stati inseriti in antologie monotematiche, ha vinto premi di narrativa breve e ha pubblicato il libro di poesie Frammenti di luce, edito da Milena Libri nel 2021.


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Il teatro senza tempo di Paola Gassman

Il teatro senza tempo di Paola Gassman

Il teatro senza tempo di Paola Gassman

Palcoscenico Di Tamara Marcelli. Ritratto d'artista: il Teatro senza tempo di Paola Gassman. Il doveroso ricordo di un'attrice che ha lasciato un segno indelebile nella storia del palcoscenico di tutti i tempi. Aveva scelto il Teatro e il Teatro non la dimenticherà mai.

Paola Gassman è nata a Milano il 29 giugno 1945. Figlia di Vittorio Gassman e Nora Ricci, due attori dai quali ereditò la passione per il Teatro. Del grande Vittorio la fama è assai nota, pertanto un breve cenno dovuto all’attrice Nora Ricci, figlia degli attori Renzo Ricci e Margherita Bagni i cui genitori furono l’indimenticato Ermete Zacconi e l’attrice Ines Cristina. Un destino segnato nel DNA.

Sarebbe impossibile sintetizzare in poche righe lo spessore artistico di Paola Gassman, le sue innumerevoli trasformazioni, l’intensità delle sue interpretazioni, ma un tributo, nel tentativo di farla conoscere a chi non è del mestiere, è dovuto.

Un’attrice capace di staccarsi artisticamente dal nobile fardello di una famiglia che ha contribuito alla storia del Teatro e del Cinema italiano. Paola è stata sì una figlia d’arte, ma si è distinta per le sue qualità, si è affermata sul palcoscenico, davanti agli spettatori dei teatri più importanti, imprimendo ad ogni spettacolo, ad ogni “chi è di scena”, un timbro tutto suo. E da questo è derivata la sua grandezza.
La sua classe, l'eleganza innata, la dizione che sfiorava la perfezione, la presenza scenica granitica, tutto questo e molto altro fu Paola Gassman. Paola Gassman, diplomata all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico nel 1968, si dedicò al Teatro, prestando la sua intensa capacità interpretativa a compagnie diverse, collaborando con registi teatrali di fama internazionale e scegliendo personaggi e sceneggiature sempre diverse. La ricordiamo nel 1969 nel ruolo di Marfisa nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, con la sceneggiatura del poeta Edoardo Sanguineti, spettacolo diretto da Luca Ronconi. Con lo stesso regista, nella Compagnia del Teatro Libero, fece alcune tournée in giro per il mondo e recitò in La tragedia del vendicatore del drammaturgo inglese Thomas Middleton.

Si affiancò ad altri grandi registi tra i quali Lina Wertmuller, Massimo Castri e Luigi Squarzina.

Entrata nella compagnia di Ugo Pagliai, che diventerà suo marito, si cimentò in ruoli molto diversi, spaziando tra il genere drammatico, comico e brillante. Memorabile in Spettri del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen e Processo di famiglia del drammaturgo italiano Diego Fabbri, in Liolà, Il piacere dell’onestà, L’uomo, la bestia e la virtù, Non è una cosa seria dal repertorio di Luigi Pirandello. Altri spettacoli, altri palcoscenici, altri personaggi tutti scelti nel variegato e immenso mondo dei testi che animano gli attori da secoli. La ricordiamo in Scene di matrimonio di Italo Svevo, Il bugiardo di Carlo Goldoni, Il mercante di Venezia e Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare.
Ne Il gatto in tasca di Georges Feydeau si affidò alla regia di Luigi “Gigi” Proietti.

Nel suo repertorio anche Spirito allegro di Noel Coward, Giù dal monte Morgan di Arthur Miller, Un debito pagato di John Osborne e Vita col padre di Howard Lindsay e Russel Crouse.

Fu diretta anche dal padre Vittorio Gassman in alcune commedie, Cesare o nessuno e Bugie sincere dello stesso Gassman sulla vita del grande attore inglese di epoca romantica Edmund Kean, e in Fa male il teatro di Luigi Codignola (Premio Flaiano 1979).
Nel 1980 partecipò alla trasmissione Rai in tre puntate Il gioco del teatro insieme al padre, il grande “mattatore” che idealmente le passava un testimone importante, riflettendo sul mestiere dell’attore e sul senso profondo di una passione senza fine.
Alcune partecipazioni cinematografiche tra le quali: Contestazione generale, regia di Luigi Zampa (1970), Di padre in figlio, regia di Vittorio e Alessandro Gassman (1982), Giorni, regia di Laura Muscardin (2001) e Un marziano di nome Ennio, regia di Davide Cavuti (2021).

Paola Gassman nel 2007 ha pubblicato il libro Una grande famiglia dietro le spalle (Marsilio): tra successi, amori, divorzi, figli e amicizie un grande affresco di storia dello spettacolo.

Te lo avevo promesso, ricordi papà, che ci avrei provato, tanti anni fa. Mi sarei sforzata. Per questo sono qui e mi sforzo di farcela. Anche se, devi ammetterlo, oggi più che mai, sembra davvero impossibile questa impresa, privata com'è dei suoi punti di riferimento più importanti. Eppure sono sicura che tu non ti arrenderesti, anzi ti sembrerebbe ancora più stimolante. Anch'io voglio credere che lo sia. Ce la metterò tutta. Ti stupirò. O molto più semplicemente mi sforzerò di farti contento. Paola Gassman, Una grande famiglia dietro le spalle
Doveroso ricordare un'attrice che ha lasciato un segno indelebile nella storia del Palcoscenico di tutti i tempi. La Rai le dedica lo speciale In ricordi di Paola Gassman.
Aveva scelto il Teatro e il Teatro non la dimenticherà mai.
Muore a Roma il 10 aprile 2024.
Non è l’attore che cercasi, è il mago! Paola Gassman
Chi è vero, non ha mai niente da nascondere Paola Gassman

Tamara Marcelli

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