Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista a Leonardo Gaglio, al suo esordio con il romanzo Quarantena: 14 storie ai tempi del Coronavirus: «Un libro per ricordare coloro che hanno combattuto la malattia».
Leonardo Gaglio, medico e scrittore., nasce nel 1990 a Palermo e passa i suoi primi 30 anni in un paesino della provincia: Montelepre. Dedica gran parte del suo tempo ad iniziative di volontariato costituendo un’associazione denominata ARCA con la quale organizza numerose iniziative. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, ottenuta con il massimo dei voti a Palermo, decide di fare della propria professione una missione svolgendo attività con Croce Rossa Italiana ed Emergency. Nel 2019 vince il concorso per Ufficiali Medici a Nomina Diretta della Marina Militare e presto concluderà l’iter formativo previsto.Un libro ti dà la possibilità di visitare nuovi mondi, vivere nuove emozioni, conoscere nuove verità, il tutto stando comodamente su una sedia e spendendo solo qualche euro.
Leonardo Gaglio
Diamo il benvenuto a Leonardo Gaglio. Grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale Gli Scrittori della Porta Accanto – Non solo libri. Qual è stato il percorso che ti ha fatto approdare al mondo della scrittura? Quando hai iniziato a scrivere e cosa?
Scrivo racconti, storie da quando ne ho memoria. Seppur con alcune pause, mi sono sempre rifugiato nella scrittura nei momenti più bui e nei momenti più belli. Quando non riesco ad esprimere a pieno le emozioni che vivo, l’unico modo che ho di dargli pieno sfogo è metterle su carta. La poesia è stato il mio primo amore, poi sono passato alla narrativa. Poche parole non mi sono più bastate per comunicare e quindi il passaggio è stato obbligatorio.Quarantena: 14 storie ai tempi del Coronavirus è la tua prima opera pubblicata. Quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
Il mio libro ha seguito il flusso della pandemia. Più il virus entrava nelle nostre case più la mia penna scorreva nel libro. Fino al momento in cui fatta la valigia sono partito nel pieno della pandemia, come medico volontario verso Bergamo, ho dovuto quindi interrompere il progetto letterario. Toccare, come medico, il COVID19 è stata un’esperienza forte, le storie dei pazienti mi sono entrate dentro e non riuscendo a metabolizzare io stesso la realtà “sono stato costretto” a continuare a scrivere quello che avevo iniziato prima di partire. Nei pochi momenti liberi dal lavoro all’ospedale Papa Giovanni XXIII ho così continuato a raccontare e a raccontarmi in questo piccolo volume. Il libro per me è stato come un fiume in piena, realtà, pensieri ed emozioni si sono intrecciate per dare vita a Quarantena: 14 storie ai tempi del Coronavirus.Prima di procedere, a nome degli Scrittori della Porta Accanto e dei nostri lettori, lascia che ti ringrazi, personalmente e per la categoria che rappresenti, per tutto quello che hai fatto in questi mesi.
Tornando al Leonardo Gaglio scrittore: il titolo del tuo libro è molto chiaro, non lascia ombra di dubbi, l’argomento di cui si parla è purtroppo molto attuale e ancora sulla bocca di tutti. Perché hai voluto dare ampio spazio all’argomento?
In realtà c’è ancora molto da dire sull’argomento. Le televisioni, i giornali spesso si soffermano sul dato oggettivo, sui numeri, sulle tragedie. Raramente ci si concentra sulle storie, su quello che si è vissuto tra le mura degli ospedali. Il mio intento è quello di donare un libro che sia chiave per capire, rivolto a coloro che fortunatamente non hanno vissuto il COVID19. Un libro per ricordare coloro che hanno combattuto la malattia. Ma soprattutto un libro per rinascere. Il virus ha portato nelle nostre case miseria della psiche, tragedia, ha lasciato ferite indelebili. Questo libro si propone come “cura” per l’animo umano.Quarantenadi Leonardo Gaglio |
Chi sono i protagonisti delle 14 storie? Quanto c’è di autobiografico e quanto di romanzato?
I protagonisti del libro siamo noi. È un nostro parente che vive lontano, un amico che ha incontrato il COVID19. Ma una cosa è chiara, non è un libro di tragedie. Uno sfondo di tenerezza terrà per mano il lettore proteggendolo dalla sofferenza, commuovendo ma non spiazzando il lettore. Inizialmente volevo distaccarmi dal libro, ma la mia esperienza di medico in prima linea mi ha portato tra le pagine. È stato inevitabile lasciare tracce sparse tra le righe. Sicuramente però il libro non è incentrato sulla mia figura, sono rimasto sullo sfondo per dare voce alle donne e agli uomini che hanno riscoperto di essere umani di fronte alla malattia.I luoghi del libro: dove si svolge la vicenda?
Ogni luogo della terra dove il virus ha affondato le sue unghie. Una stanza dove ha echeggiato la notizia, una corsia di ospedale dove si è combattuto.Leggendo Quarantena si intuisce che hai vissuto l’esperienza in prima persona, ma l’argomento può scorrere su due binari paralleli. Se da un lato si vuole lasciare traccia di vita vissuta ai posteri, c’è anche chi demonizza l’accaduto e molti preferiscono dimenticare il dolore e la tragedia che li ha colpiti. A che target di pubblico ti rivolgi?
Ottima osservazione. Ci ho pensato molto prima di pubblicare. L’animo umano spesso tende a dimenticare per andare avanti ma la psicologia ci insegna altro. Bisogna elaborare il tutto per non essere più schiavi dei nostri demoni. Io mi rivolgo a tutti. Non ho un target specifico. Nonostante l’argomento pressante, chi accetterà la sfida di questo libro scoprirà che gli spunti per imparare una lezione di vita sono tanti. Il coronavirus è solo il simbolo della svolta per cambiare.Un proverbio svedese cita così: «in un buon libro la cosa migliore è fra le righe». Tra le righe di Quarantena è celato qualche messaggio particolare che il lettore dovrà scoprire?
Sono tanti i messaggi che è possibile carpire da questo libro. Sono tanti i piani di lettura che è possibile osservare. La profondità del lettore riuscirà ad arrivare al vero senso che comunque si cela dentro ognuno di noi.Ci lasci un piccolo assaggio tratto dal libro?
“Andre dimmi cosa pensi” gli dissi sottovoce. “Non voglio appesantirti, ti vedo già provata” mi rispose. “Dimmi, insieme sarà più facile” lo incitai.
“Mi domando il perché di tutto questo, se esiste un Dio, come può permettere tutto ciò. Tutti quei numeri che salgono in TV, che la gente vede appassionata… sono morti, veri, non numeri. Sono famiglie. E come le più grandi malattie, finché non ti colpiscono sembrano entità astratte, tutti ci sentiamo di dare la lezione. Ma quando ti toccherà tutto questo, non ci andrà di fare gli stupidi su Facebook, non ci andrà di applaudire, di dire che si ingrassa in quarantena. Prima o poi toccherà tutti, ci raggiungerà. Un Dio questo non lo vorrebbe.”
Leonardo Gaglio, Quarantena
Se mi permetti, faccio una domanda al Leonardo Gaglio medico: secondo la tua esperienza in prima linea, riusciremo a uscire definitivamente da questa pandemia, e se sì, quando e come?
Se avessi la risposta a questa domanda sicuramente il mio volto sarebbe già su tutti i giornali. Durante la mia permanenza a Bergamo ho lavorato molto a progetti di ricerca, ho studiato l’esperienza di Wuan ma ti posso dire soltanto che “non si sa”. Nessun scienziato, medico, virologo o infettivologo potrà mai a risponderti. Sulle base delle competenze scientifiche potrei dirti che un vaccino sicuro, una campagna vaccinazioni potrebbe mettere fine a tutto questo. Ma una data alla fine nessuno ad oggi può darla. Lascio quindi alla comunità scientifica, sicuramente più competente in materia di me, la risposta a questa domanda. In attesa della fine della pandemia dovremmo però imparare a conviverci con le adeguate attenzioni.Una risposta che racchiude tutta la tua professionalità e sensibilità. Grazie.
Tornando al Leonardo Gaglio scrittore, hai nuovi progetti letterari per il futuro?
Ho scritto tante cose, ad oggi non ho mai pubblicato perché pensavo erano soltanto frutto di una mia esigenza e non avrebbero comunicato niente agli altri. Nel momento in cui avrò nuovamente qualcosa da dire agli altri, ritornerò a pubblicare e avrò sicuramente il piacere di poterti rilasciare una nuova intervista.Ringraziamo tantissimo Leonardo Gaglio per essere stato ospite degli Scrittori della porta accanto e, anche a nome dei nostri lettori, gli auguriamo in bocca al lupo per il suo lavoro di medico e per suoi progetti futuri di scrittore.
Silvia Pattarini Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita. Biglietto di terza classe, 0111Edizioni. La mitica 500 blu, Lettere Animate. Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni. |
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