Gli scrittori della porta accanto

Franco Mieli presenta: Il ciclo dei martiri

Franco Mieli presenta: Il ciclo dei martiri

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Franco Mieli presenta Il ciclo dei martiri ( Leone editore). Un thriller in cui non mancano scene d'azione, suspense e colpi di scena.

Franco Mieli nasce a Roma nel quartiere Prenestino, una periferia allora non ancora degradata in cui tutti si conoscevano e si rispettavano, vista, nel suo stato attuale attraverso gli occhi del maresciallo Coletta, in Ombre Pagane, il suo secondo romanzo.
Nel 2009 inizia a cimentarsi nella scrittura di racconti, partecipando a vari concorsi letterari.
La prima pubblicazione risale al 2014 con un volume comprendente due racconti noir Lupi nella nebbia – Zanne. A seguire nel 2015 la seconda pubblicazione Ombre Pagane un archeothriller ambientato tra le rovine della Roma pagana e in alcuni siti archeologici situati nelle vicinanze della capitale.
A gennaio 2017 la pubblicazione di La conquista dell’Etiopia – Diario di guerra del soldato Umberto Guidarelli in cui l’autore riadattando il diario scritto dal nonno materno durante la campagna d’Africa del 1935/36 ripercorre, corredando l’opera con fotografie e testimonianze dell’epoca quella che fu l’epopea, vista con gli occhi di un semplice soldato, degli italiani in quelle terre lontane.
A ottobre 2017 pubblica il suo terzo romanzo, Dieci Agosto un thriller che parte dall’omicidio di Ruggero Pascoli il 10 agosto 1867 e termina il 10 agosto 2015, quando il maggiore Massimo Cerci, già protagonista in Zanne e Ombre Pagane, riesce a risolvere dei misteriosi omicidi verificatisi in Romagna nella primavera del 2015.
Nel 2019 la pubblicazione con Leone Editore di Il Lupo e la Preda, un noir dai risvolti psicologici che va a concludere una vicenda iniziata con il primo racconto pubblicato Lupi nella nebbia. Del novembre 2021 la pubblicazione di Il ciclo dei martiri sempre con Leone Editore.


Il ciclo dei martiri

di Franco Mieli
Leone Editore
Thriller | Noir
ISBN 9788892960183
ebook 6,99 €
Cartaceo 13,90€

Sinossi

Roma, inizio estate 2019. Durante un maggio che sembra marzo, un crudele assassino semina il panico in una comunità religiosa, seguendo un rituale di sterminio che ricorda i martirii dei primi cristiani sotto i Romani. Starà al maggiore Cerci e al vicequestore Alessandro Di Bortolo, in una insolita collaborazione tra Carabinieri e Polizia, cercare di stabilire il collegamento tra i delitti che si susseguono implacabili precipitando la città in un incubo dal quale sembra impossibile risvegliarsi. Il killer è sempre un passo avanti alle forze dell’ordine in una escalation che sembra non avere fine e che, nei suoi piani dovrà culminare con un’azione clamorosa. Mentre il prezioso aiuto e il notevole intuito della giornalista Antonella Emiliani indirizza i due investigatori su una pista che potrebbe sembrare quella giusta, il maggiore Cerci annaspa tra i suoi incubi notturni sospesi in una tenue linea tra sogno e realtà e lo smarrimento provocato dalla possibile nascita di un nuovo amore, dopo tanti anni di solitudine e rimpianti, nella persona di una donna coinvolta nelle indagini sugli atroci delitti dei religiosi. Ma l’inafferrabile killer non lascia spazio ai sentimenti e ancora una volta Cerci dovrà seguire la strada che il destino ha in serbo per lui.


L'autore racconta



Franco Mieli, bentornato sul blog Gli scrittori della porta accanto. Entriamo subito nel vivo di questa intervista: quando e come hai maturato l’idea di scrivere Il ciclo dei martiri?

Anzitutto, di nuovo buongiorno a tutti e grazie per la pazienza che avete nel leggere una nuova intervista pochi mesi dopo Il lupo e la preda posticipata di molto a causa della pandemia. L’idea de Il ciclo dei martiri è arrivata attraverso due diverse direttrici. Una di fondo, in quanto ho in progetto di scrivere una serie di romanzi, thriller ovviamente, ognuno ispirato a una delle sette magnifiche arti. Ho cominciato con Dieci Agosto, dedicata alla letteratura, in primis alla sua più alta espressione, la poesia. Ora con Il ciclo dei martiri prendo a ispirazione la pittura. L’ispirazione secondaria, cioè quella che mi ha fatto iniziare il libro, è nata dalla mia visita a una basilica romana che ospita al suo interno un ciclo pittorico molto inquietante, realizzato da un pittore del tardo ‘500, Nicolò Cirignani detto il Pomarancio.

Il ciclo dei martiri è un bel thriller in cui non mancano scene d’azione e suspense. Ce ne vuoi parlare?

Le scene d’azione, trattandosi del maggiore Cerci, non mancano e nemmeno manca la suspense, con colpi di scena che si susseguono fino alle ultime pagine. Anche se questa volta l’ambientazione è tipicamente urbana, nella piovosa e fredda primavera romana del 2019, la caccia dello spietato assassino alle sue vittime è incalzante e senza respiro, finché da cacciatore diventa preda quando il maggiore Cerci e la sua spalla in questo romanzo, il vice questore della Polizia di Stato, Di Bortolo, cominciano a stringere il cerchio braccandolo sempre più da vicino. Ma il killer possiede nello stesso tempo una lucida intelligenza unita a una feroce follia e costringerà Cerci a dolorose scelte. Non manca un seguito del finale ambientato nel Parco Nazionale d’Abruzzo, che amo particolarmente, dove Cerci tenterà in una drammatica alba di sconfiggere l’incubo che lo perseguita da tre anni. Di più non posso dire.

I luoghi del libro sono reali o di fantasia?

Sono tutti reali, a cominciare dai sanpietrini dei vicoli e delle strade sia del centro che periferiche di Roma per finire nel Parco Nazionale d’Abruzzo, alle pendici del monte Amaro. Questa volta si va anche in periferia, o quella che una volta era considerata periferia. Mi riferisco al Pigneto e al Prenestino, dove sono nato e dove si svolge una parte importante della storia. Sono tutti luoghi dove sono stato e ho camminato proprio in quel freddo e piovoso maggio del 2019. Per onestà devo dire che questa volta in uno dei luoghi descritti non ci sono stato ma mi sono servito di resoconti e descrizioni di amici che hanno visitato la città di Amburgo, dove il maggiore Cerci andrà a cercare delle risposte ad alcuni dubbi sull’indagine.

Diamo la parola proprio al maggiore Cerci: come si presenterebbe?

Il maggiore Massimo Cerci, alto, moro, accenno di barba sul mento, è attualmente in forza al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, dove supporta il generale Rostagno, comandante della struttura. Prima di approdare al TPC è passato per un comando di compagnia a Palermo e una missione di due anni in Afghanistan. Durante il periodo trascorso in medio oriente è sopraggiunta la notizia della tragica morte della moglie e del figlioletto di sei anni nel corso di una rapina in casa. Da quel terribile evento il maggiore non è stato più lo stesso e dopo anni di estenuanti ricerche, ricorrendo ad amicizie poco raccomandabili che si era fatto in Sicilia, si è vendicato nel più terribile dei modi. Questo ha fatto di lui un personaggio non sempre simpatico, ma un personaggio deve essere vero, non può preoccuparsi di piacere a tutti. Caratteristica del maggiore, nonostante appartenga al nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, è quella di andarsi a cacciare in indagini che a volte hanno poco a vedere con le sue mansioni, come dare la caccia a psicopatici assassini dietro richiesta di amici carabinieri o poliziotti, come appunto capita in Il ciclo dei martiri. Dopo tanti anni da solo il maggiore sta tentando anche di rifarsi una vita, ma finora non ha trovato nuove compagne che gli facessero dimenticare la sua grande fiamma perduta. Si consola con la cagnolina Jessica, salvata da una brutta fine nei cassonetti dell’immondizia e adottata.

Leggi anche A cura di Silvia Pattarini | Scrittori, intervista a Franco Mieli

Quanto tempo hai impegnato a scrivere Il ciclo dei martiri?

All’incirca due anni. È ambientato nel 2019, quando ho scritto l’incipit. Ci ho messo molto a prendere il via, poi sono andato spedito. Parecchio tempo ho impiegato anche nella revisione, tagliando e aggiungendo pezzi. L’arco temporale del romanzo va infatti dai primi di maggio del 2019 al luglio dello stesso anno.

Ci racconti qualche curiosità sul romanzo per i nostri lettori?

Ho iniziato a scriverlo nell’estate del 2019, andando avanti a una pagina al giorno, interrompendo per molte volte e per lungo tempo. Poi è arrivata la pandemia e il lockdown, ma paradossalmente la forzata prigionia non mi ha fatto riprendere a scrivere. Ho letto molto e fatto molto sport e quando c’è stato il libera tutti estivo è tornata la voglia di scrivere. Ho fatto nuovi sopralluoghi e mi sono divertito a misurare i tempi di spostamento da un luogo all’altro, sia a piedi che in auto. Quando sono andato nel Parco Nazionale d’Abruzzo, per descrivere l’ultima scena del libro, ambientata alle pendici del Monte Amaro eravamo a luglio. Quella montagna l’ho risalita e sono arrivato in cima molte volte, ma quella volta dovevo stare ai suoi piedi, al caldo e all’afa estiva, che anche in bassa montagna in certi orari è soffocante e insopportabile. Quella volta ho avuto l’insopprimibile desiderio di raggiungere di nuovo la cima, e l’ho dovuto reprimere per essere fedele alla scena che dovevo descrivere. Ma ci sono andato il giorno dopo.

Qual è l’aspetto del tuo libro che ti piace di più e vorresti che il pubblico apprezzasse?

Il libro tratta molti temi attuali e scottanti del nostro tempo, anche se sfumati o a volte nascosti tra le pagine, come la parità di genere, la pedofilia nell’ambito ecclesiastico, la violenza latente e conclamata nella nostra società. Questi sono alcuni degli aspetti trattati, anche se, lo ribadisco, non in profondità. Il mio libro, come gli altri che ho scritto, ha lo scopo di far passare alcune ore di svago agli appassionati del genere e anche a chi si cimenta per la prima volta nella lettura di un thriller con scene abbastanza forti. Non ha lo scopo di impartire lezioni di vita o proclamare verità ovvie per cercare consenso e approvazione.

C’è una domanda che avresti voluto ti facessi?

Quanti libri vuoi ancora scrivere?
Il maggiore Cerci continuerà ad essere il tuo personaggio seriale? Alla prima risponderei: ancora qualcuno, finché la fantasia e la voglia di scrivere mi spingeranno e finché ci sarà qualcuno che mi vorrà leggere. Per quanto riguarda il maggiore Cerci, non so quante e se avrà altre avventure. Un personaggio seriale, dopo un po' rischia di stancare e i lettori non ti seguono più. Vi anticipo che ho iniziato da poco a scrivere un’altra avventura del maggiore. Forse sarà l’ultima. Chissà? Non so neanche come finirà.

Per finire, a chi consigli la lettura de Il ciclo dei martiri?

A tutti tranne ai bambini ovviamente, perché contiene scene e descrizioni non adatte a loro. A tutti gli adulti che amano il thriller, perché stavolta non è solo noir come Il lupo e la preda, ma un vero e proprio thriller con colpi di scena che si susseguono fino alle ultime pagine.

Ringraziamo Franco Mieli per essere stato con noi. In bocca al lupo per Il ciclo dei martiri e per i progetti futuri!


Silvia Pattarini



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