Gli scrittori della porta accanto
Post di Silvia Pattarini
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Recensione: Io sono Marie Curie, di Sara Rattaro

Recensione: Io sono Marie Curie, di Sara Rattaro

Recensione: Io sono Marie Curie, di Sara Rattaro

Libri Recensione di Silvia Pattarini. Io sono Marie Curie, di Sara Rattaro (Sperling & Kupfer). La biografia romanzata della prima scienziata a vincere due premi Nobel, il suo coraggio di sfidare il mondo, il desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale.


Ho avuto il piacere di conoscere personalmente la bravissima Sara Rattaro in una libreria della mia città, in occasione della presentazione del suo ultimo libro Io sono Marie Curie. Una bella signora davvero molto gentile, disponibile al dialogo coi lettori e soprattutto informatissima sulla vita della famosa scienziata Marie Curie.
Ha specificato subito che questo libro è il suo primo romanzo storico, o meglio, la biografia romanzata di Marie Curie. La stesura le è costata circa due anni di ricerche e documentazione, e ha precisato che ha avuto modo di visionare i diari e alcuni appunti della scienziata, facilmente consultabili al Museo Curie di Parigi.
Durante la presentazione ha anticipato alcune curiosità sulla trama, come la corrispondenza della scienziata con un giovane Albert Einstein e altri aneddoti, che ho ritrovato tra le pagine del libro.

Sara Rattaro, con una penna vivida e avvolgente, incuriosisce subito il lettore che si trova catapultato in un’epoca neanche poi così lontana, nella vicenda tanto scientifica quanto umana di una grande donna, la prima scienziata ad aver ricevuto due premi Nobel.

La vita di Marie Curie si riassume in queste poche righe:
Sono una polacca cresciuta sotto un regime opprimente, la prima donna ad aver vinto un premio Nobel e a insegnare alla Sorbona, ho perso mio marito e cerco di crescere due figlie al meglio delle mie possibilità. Se mi fidassi di un’estranea che si presenta nel mio laboratorio solo per fare due chiacchiere tra ragazze, darei ragione a quella parte di stampa che dichiara che il cervello femminile è fatto solo per sedurre e accondiscendere. Sara Rattaro, Io sono Marie Curie

Le pagine scorrono veloci, si fanno portatrici di messaggi potenti e attuali.

Le parti inerenti le ricerche scientifiche sono descritte con grande abilità e rese comprensibili anche a chi, come me, non ha assolutamente dimestichezza con una materia così ostica. Eppure, un poco alla volta si prende confidenza con una terminologia sconosciuta come ad esempio la pechblenda, ovvero un minerale di uranio, con altri elementi chimici e sostanze luminescenti.

Sara Rattaro racconta di una donna straordinaria che sfida le convenzioni dell’epoca.

Emancipata, riuscì a studiare di nascosto, nonostante il regime russo lo vietasse, con un forte senso del dovere ma anche un desiderio di libertà e di giustizia sociale.
Consiglio vivamente la lettura di Io sono Marie Curie perché la vita della scienziata merita di essere conosciuta: è grazie al suo amore per la scienza e alle sue ricerche sulla radioattività se oggi si possono curare molti tumori; inoltre, la sua vicenda personale, carica di passione, umanità e dolore, incarna molti stereotipi sulle donne, purtroppo ancora attuali. Come afferma l'autrice stessa: «Tutte possiamo essere Marie Curie».


Io sono Marie Curie

di Sara Rattaro
Sperling & Kupfer
Romanzo storico | Biografia romanzata
Copertina rigida | 208 pagine
ISBN 978-8820078461
Cartaceo 17,00€
Ebook 9,99€

Quarta

Parigi, 1894. Mentre si immerge nelle intricate ricerche per la sua seconda laurea in Matematica, dopo aver conseguito quella in Fisica, Marie s'imbatte in Pierre, un animo affine in grado di decifrare la sua mente complessa. Tra loro nasce un connubio di intelletti straordinari, uniti dalla sete di conoscenza e dalla volontà di esplorare insieme gli enigmi dell'universo. Tuttavia, Marie fin da giovane si rivela essere una donna particolare: rifiuta il destino di moglie tradizionale, respingendo l'idea di confinarsi tra le mura domestiche. Per lei, l'amore per la scienza è un compagno di viaggio nel sogno comune, un'ossessione che la guida lungo un percorso inedito. Quando si ritrova improvvisamente sola, costretta a confrontarsi con l'ostilità dell'ambiente scientifico maschilista e conservatore, inizia una battaglia per affermare la sua identità e il suo ruolo nel mondo. La vita di Marie prende così svolte inaspettate, mettendo alla prova la sua forza e la sua determinazione. Tra avventure misteriose e sfide personali, la scienziata che avrebbe successivamente conquistato ben due premi Nobel si trova a lottare non solo contro le forze della natura, ma anche contro un'epoca che fatica ad accettare il genio femminile. Attraverso la penna di Sara Rattaro, la figura di questa donna prodigiosa giunge fino a noi per portare il suo messaggio necessario e potentemente contemporaneo in ogni ambito e sfera dell'oggi: indossate il vostro coraggio e sfidate il mondo. È possibile. Tutte possiamo essere Marie Curie.



Silvia Pattarini

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Recensione: Carmela in libertà, di Elvira Rossi

Recensione: Carmela in libertà, di Elvira Rossi

Recensione: Carmela in libertà, di Elvira Rossi

Libri Recensione di Silvia Pattarini. Carmela in libertà , di Elvira Rossi (PubMe - Collana Gli scrittori della porta accanto). Un romanzo storico breve ambientato in un contesto rurale del sud Italia nel primo dopoguerra che pone l'accento sull'analfabetismo, soprattutto femminile, del tempo e sulla storia personale di Carmela, sul suo desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale.

Carmela è una pastorella analfabeta che vive in un contesto rurale del sud Italia nel primo dopoguerra. Un racconto intenso, quello di Elvira Rossi, che sia pure nella sua brevità, evidenzia le condizioni di vita di un’adolescente che si vede costretta, non per scelta sua ma della famiglia, a cercare un nuovo lavoro in città.
Ora, però, era in preda all’agitazione, non si aspettava di trovarsi al cospetto di una ragazza così giovane e malvestita. “Impresentabile” pensò per un istante e provò un sentimento di stizza per chi gliela aveva mandata. Come poteva aver creduto che per i suoi bambini andasse bene una ragazza così rozza? Grande fu la tentazione di mandarla indietro, poi si ricordò di una lettera di Montoro, il quale le aveva garantito che si trattava di una ragazza gentile e onesta, e che partecipava regolarmente alla messa della domenica. Elvira Rossi, Carmela in libertà 

Questa scelta potrebbe rivelarsi un’opportunità per Carmela.

La nuova vita in città a servizio di una famiglia borghese si mostra interessante e inaspettata. Nonostante le titubanze iniziali, la ragazza é benvoluta dalla signora e dai bambini di cui si occupa; ben presto le si aprono nuovi orizzonti e instaura nuove conoscenze, inoltre nei brevi e fugaci incontri con Antonio assapora una sconosciuta parvenza di libertà.

Lo stile di Elvira Rossi è essenziale, non si perde in orpelli, ma punta dritta al contenuto con prosa raffinata.

I rari dialoghi, genuini e in un dialetto del sud, raccontano una vita di campagna in cui il duro lavoro contadino, a stretto contatto con la terra e gli animali è indispensabile per la sopravvivenza dell’economia familiare e, anche se precario, non conosce giorni di riposo e lascia poco spazio agli svaghi e ai sentimenti. Per gli umili protagonisti, alle prese con la riforma agraria e le elezioni del giugno del 1953, non c’è possibilità di scelta; a potersi permettere di scegliere, anche per la sorte dei contadini, sono solo i borghesi, nonché i padroni.

Con alcuni personaggi si genera subito una forte empatia.

Da nonna Trofimena, che sembra la sola in grado di esternare i propri sentimenti, al vecchio marinaio Criscuolo che appare verso la fine del racconto e incarna il ruolo di personaggio-simbolo: il suo dono racchiude l'essenza di tutta la storia. A mio parere è il personaggio meglio caratterizzato.
Ho apprezzato molto la dedica nelle ultime pagine, che non voglio svelare e anche se mi aspettavo un finale diverso, nel complesso la lettura risulta scorrevole e godibile e mi sento di consigliarla a tutti gli amanti dei romanzi storici, a coloro che sanno apprezzare le storie vere di donne coraggiose e a chi non rinuncia a inseguire i propri sogni.


Carmela in libertà

di Elvira Rossi
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Romanzo storico | Narrativa di costume
Copertina flessibile | 146 pagine
ISBN 9791254585634
Cartaceo 11,00€
Ebook 2,99€

Quarta

Nel cuore della provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di Carmela si intreccia con le vicende di un’Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l’affermazione della Repubblica.
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un’adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell’epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela – acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere – un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un’esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.

Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno.

«Sì, sono ignorante, non è colpa mia. L’ha voluto mio padre, ma prima ancora l’ha deciso chi non gli ha dato la possibilità di frequentare la scuola. Se la società è ingiusta, non posso fidarmi né delle sue regole né della sua morale. Il passato e il presente non mi convincono. Voglio scegliere da me. Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. Non so che cosa farò, intanto io non voglio essere né una ragazza seria né una ragazza poco seria. Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso.»


Silvia Pattarini


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2 poesie da dedicare al papà per la sua festa

2 poesie da dedicare al papà per la sua festa

Poesie da dedicare al papà per la sua festa

Poeticamente Di Silvia Pattarini. 19 marzo, due poesie inedite per bambini da dedicare al papà per la sua festa: quando i figli chiedono attenzione, tempo di qualità a loro dedicato, perché alla fine è l'unica cosa che conta.

Oggi è la festa del papà. Come ogni anno cade il 19 marzo, giorno in cui si festeggia San Giuseppe.
Ogni occasione è buona per fare festa, è così bello riunirsi in famiglia e con buon cibo e assieme a uno degli uomini più importanti della nostra vita.
E mentre tra i banchi di scuola le aule assumono le sembianze del laboratorio di Babbo Natale, i bambini tagliano, incollano e disegnano, le maestre si spremono le meningi per realizzare l'ennesimo lavoretto, che non sia banale o scontato e assolutamente diverso da quello degli anni precedenti!
Una maestra stramba, per caso inventa rime, ma non rime qualsiasi; rime potenti, che disturberanno e faranno riflettere qualcuno, specialmente qualche genitore un po' frettoloso. Ma è proprio questo l'intento della poesia: intrattenere sì, oppure portare a riflessioni.
Una poesia d'attualità che rispecchia molto bene, forse troppo, la società del nostro tempo.
Il tempo è prezioso e purtroppo, non ritorna. Fate tesoro del tempo che passate con i vostri figli, che sia tempo di qualità, godetevi i vostri figli perché il tempo fugge e non ritorna, in un baleno quel bambino di sei anni, si ritroverà adolescente e sarà lui a sfuggirvi. E capirete di avere perso occasioni uniche ed esperienze preziose.

Caro papà

di Silvia Pattarini

Caro papà sei arrabbiato
nel traffico sei bloccato,
porta pazienza, caro papà,
presto il semaforo verde sarà.

Ma non correre, te ne prego
del tuo ritardo io me ne frego
io ti aspetto a tutte le ore
col cuoricino colmo d’amore.

Finalmente sei arrivato
ti corro incontro tutto agitato
ma ti squilla il cellulare
mentre io con te vorrei giocare

o fare un giro al parco
ma tu sei troppo stanco,
con tutti gli impegni che hai
un po’ di tempo per me non trovi mai!

Quando guardi la televisione
io mi sento un po’ in prigione,
poi ti addormenti sul divano
e ti accarezzo piano piano.

Caro papà, sai che ti dico?
Se prendi ferie ti benedico
così potremo andare al mare
e ridere e nuotare.

Quando sto in tua compagnia
sono il bambino più felice che ci sia!

Papà mi porti in giro?

di FraStè

Papà mi porti in giro
Lassù sulle tue spalle?
Voglio danzare in aria
Come le farfalle

E poi mi lasci in alto
Per fare l'aeroplano?
Lo sai che tocco il cielo
Se tu mi dai la mano

Sei il mio supereroe
Anche senza mantello
Perché quando mi abbracci
Tutto sembra più bello

E quando chiudo gli occhi
E sogno il futuro
Mi basta averti accanto
Per sentirmi al sicuro

Silvia Pattarini
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Luca Favaro presenta: Cinquanta passi all'indietro

Luca Favaro presenta: Cinquanta passi all'indietro

Luca Favaro presenta: Cinquanta passi all'indietro

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Luca Favaro presenta la raccolta di poesie Cinquanta passi all'indietro (Nulla Die edizioni): «La mia poesia è un viaggio verso l’essenza di ogni cosa, esperienza, persona. È un continuo pellegrinaggio, un eterno punto di domanda in sospeso».

Luca Favaro è nato a Treviso, vive a Thousand Oaks, California. Ha pubblicato tre raccolte di racconti tra le quali Ti ho visto, edizioni La Gru, e il fortunato romanzo Il tempo senza ore (Nulla Die 2015), primo classificato al Premio Prunola 2017 (ora diventato Premio Giorgione), primo classificato al Premio "Il lato notturno della vita 2017", premio speciale della Giuria all'IBRSC di Belluno 2016, e dalla quale è stata ricavata l'omonima rappresentazione teatrale. Cinquanta passi all'indietro è la sua prima raccolta di poesie.

Cinquanta passi all'indietro

Cinquanta passi all'Indietro

di Luca Favaro
Nulla Die edizioni
Poesia
ISBN 978-88-6915-453-9
cartaceo 12,00€

Quarta

Quando si cammina all'indietro non si vede dove si sta andando. Non si sa quale direzione prendere, a volte indovinando la via, altre cozzando contro gli ostacoli, altre ancora uscendo di strada. In ogni caso, si riparte senza stancarsi mai di riprovare, di ricominciare.
Cinquanta passi all'indietro è un cammino a ritroso attraverso relazioni, emozioni e sentimenti spesso in contrasto tra loro, ma che, nel bene e nel male, tracciano un percorso, indicano una via verso una meta che se in alcuni momenti appare nitida e sicura, in altri scompare e si fa incerta. Questa raccolta di poesie è ulteriormente arricchita da una prefazione a opera di Adelaide Scarabello.


L'autore racconta



Luca Favaro, ben tornato sul blog de Gli scrittori della porta accanto. Entriamo subito nel vivo di questa intervista. Com’ è nata l’idea di scrivere Cinquanta passi all’indietro?

Buongiorno Silvia. Cinquanta passi all’indietro è una raccolta di poesie che ho scritto in momenti diversi della mia vita. Molte sono state composte quando avevo dai venti ai trent’anni, altre in tempi più recenti. Ho raccolto tutte le poesie che avevo scritto nel tempo, e ne ho scelte cinquanta, quelle che mi emozionavano di più. Poi ci ho lavorato sopra per renderle omogenee nello stile, perché il modo in cui scrivevo vent’anni fa, era sicuramente molto diverso da quello attuale. L’idea di comporre questa raccolta è nata dal desiderio di chiudere un ciclo, iniziato con la trilogia di racconti, ha raggiunto il suo apice con il romanzo Il tempo senza ore, e si chiude con un libro di poesie. Potrei dire che Cinquanta passi all’indietro costituisce il cosiddetto “coperchio sulla pentola”.

Leggi anche Intervista a cura di Elena Genero Santoro | Luca Favaro presenta: Il tempo senza ore

Ricordo Il tempo senza ore, un libro che racconta il dramma dell'Alzheimer. Com’è cambiata negli anni la tua esperienza creativa?

Il tempo senza ore è un libro che mi ha fatto fare un notevole passo in avanti, sia in termini letterari che di popolarità. Credo però che la mia esperienza creativa si sia momentaneamente fermata; sono stato troppo impegnato, all’inizio per dare al romanzo la spinta promozionale che meritava, poi per il mio trasferimento negli Usa, che ha richiesto davvero molto tempo. In pratica non ho più scritto nulla di nuovo in tutti questi anni, a parte qualche poesia, entrata a far parte di Cinquanta passi all’indietro.

Come definiresti la tua poesia?

Non mi piace definire l’arte. Tutto ciò che nasce dal cuore e dall’anima non può semplicemente essere incasellato in una definizione. Potrei dire che lo stile delle mie poesie è lo stesso dei racconti e del romanzo; diretto, semplice, asciutto, senza tanti fronzoli di tipo letterario. Col tempo si è sempre più evoluto verso la semplicità e la schiettezza. Da quando sono negli Usa poi, ancora di più. Probabilmente sono molto influenzato dagli Americani che sono molto schietti, semplici e diretti nel modo di esprimersi e relazionarsi. Essenziale, ecco. Potrei definire la mia poesia come un viaggio verso l’essenza di ogni cosa, esperienza, persona. È un continuo pellegrinaggio, un eterno punto di domanda in sospeso.

A chi sono destinate queste liriche, le hai dedicate a qualcuno in particolare?

C’è una dedica all’inizio della raccolta che recita: “Dedicato a chi soffre per aver trovato finalmente il coraggio di dire Basta!”
Si volta pagina nella vita, e a volte si è costretti a fare delle rinunce. Sono scelte difficili e coraggiose. Le poesie sono dedicate proprio a quelle persone che come me, si sono spesso sentite giudicate per aver scelto di realizzarsi e di esprimere sempre di più il proprio essere più profondo. A chi ha avuto il coraggio di togliersi la maschera e manifestarsi apertamente. Un mio caro amico, purtroppo scomparso qualche anno fa, mi ha dato una grande lezione: “Quando hai ragione, non indietreggiare di un solo millimetro, anche se dovessi avere il mondo contro”. È quello che sostanzialmente ha sempre fatto lui nella sua vita. A quelli come lui dedico questo mio libro.

Questa raccolta contiene una poesia alla quale sei particolarmente legato? 

Difficile scegliere, perché ogni poesia è nata in momenti diversi, e in quei momenti ha costituito la massima importanza. Oggi, potrei dire che la mia preferita è Il nostro turno, perché parlo molto apertamente della relazione tra me e mio padre. Ma un’altra poesia molto importante è Lettera a me stesso. Il verso finale recita: «Per non aver compreso che in te c’era già / Il seme della felicità. / Io ti chiedo perdono».

Perché bisognerebbe leggere Cinquanta passi all’indietro?

La lettura deve sempre essere una libera scelta. Nei miei libri non mi sono mai posto l’obiettivo di insegnare qualcosa a qualcuno o di dare consigli, né tanto meno lezioni di vita o pillole di saggezza. Al massimo posso regalarvi qualche emozione, ecco. Cinquanta passi all’indietro è una raccolta emozionante, nel bene e nel male. Se vi piace emozionarvi, leggetelo.

Progetti per il futuro?

Tantissimi. Direi perfino troppi per una vita sola. Diciamo che la scrittura negli ultimi tempi si sta trasformando in una scelta sempre più professionale. Dal punto di vista letterario, i miei futuri progetti per ora sono più rivolti verso la realtà Americana.

Luca Favaro è stato un piacere conoscerti meglio e passare il tempo in tua compagnia, a nome de Gli scrittori della porta accanto ti faccio un grosso augurio per il tuo ultimo libro, e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.

È stato un piacere anche per me. Grazie e in bocca al lupo anche a voi.



Silvia Pattarini
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Paolo Avanzi presenta: Lo specchio infranto

Paolo Avanzi presenta: Lo specchio infranto

Paolo Avanzi presenta: Lo specchio infranto

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Paolo Avanzi presenta il thriller psicologico Lo specchio infranto (Gruppo Albatros): «Volevo coinvolgere il lettore in una storia che fosse avvincente. Così ho ipotizzato una mia scomparsa improvvisa. Una specie di cold case che il protagonista del romanzo è chiamato a risolvere».

Paolo Avanzi è nato a Rosolina (Rovigo) nel 1958 ma ora risiede a Bresso (Milano).
Laureato in Psicologia, con un master in Organizzazione aziendale, per oltre trent'anni ha lavorato in società multinazionali di servizi come quadro aziendale e project manager. In parallelo all’attività aziendale ha sviluppato competenze in vari ambiti artistici e culturali.
Da una ventina d'anni, come artista ha realizzato centinaia di opere esposte in decine di mostre personali, collettive e fiere in Italia e all'estero, come indicato sul sito www.paoloavanzi.com.
Ha tenuto corsi e presentazione su temi relativi alla cultura, all’arte e alla narrazione personale. Come attore ha messo in scena suoi testi teatrali sia in collaborazione con compagnie sia come monologhista. Svolge attività di promozione culturale presentando artisti e organizzando mostre di pittura. Conduce programmi radiofonici di aggiornamento e intrattenimento culturale su radio web (Avanzi di cultura e Kult News).
Ha scritto romanzi, poesie, racconti, testi teatrali e saggi. Tra le pubblicazioni: Il vuoto dietro l'angolo, racconti, Todariana editore, 1990; La decifrazione del male, romanzo, Tranchida editore, 1998; Una domenica notte in via della Pace al 53, racconti, Radar Edizioni, 2011; Confessioni apocrife, poesie, Tracce editore, 2012; Punti di vita diversi, poesie, The writer editore, 2013; Il penultimo atto di Manlio Z., testo teatrale, The writer editore, 2013; Divagazioni a 360° sulla creatività, saggio, The writer editore, 2016; Inezie sotto spirito, poesie, Youcanprint, 2017; Che racconto sei? Parole per vivere meglio, saggio, Youcanprint, 2018; Anche le cipolle piangono, saggio, Youcanprint, 2019; Breve romanzo finale, romanzo, Youcanprint, 2021; Il figlio smarrito, romanzo, Rossini Editore, 2022; Il colpevole tra noi. Testi teatrali, Youcanprint, 2023.

Lo specchio infranto

Lo specchio infranto

di Paolo Avanzi
Gruppo Albatros
Thriller psicologico
ISBN 9788830685192
cartaceo 14,90€
Ebook 9,49€

Quarta

Il protagonista di questo romanzo è l’autore stesso proiettato agli albori del ventiduesimo secolo.
La vicenda si svolge cinquant'anni dopo la morte dello stesso Paolo Avanzi. Una morte presunta, dato che lui è scomparso senza lasciare traccia. Ivano Paltesi, un cinquantenne che ha mollato lavoro e compagna per ricominciare una nuova vita capita nella casa, nei pressi del lago di Como, dove Paolo Avanzi ha vissuto. La frequentazione dell’abitazione, con i suoi misteri, innesca in quest’uomo un rapporto quasi mediatico con Paolo Avanzi, tanto da indurlo a intraprendere una ricerca per far luce sulla scomparsa.
Ivano Paltesi finisce così per ripercorrere la vita di Paolo Avanzi cogliendo dalle sue relazioni e dalla sua produzione artistica e letteraria quegli indizi utili all’indagine.
Il quadro di questo "cold case" procede come un puzzle, o più precisamente come uno specchio infranto di cui devono essere recuperati tutti i frammenti per giungere alla visione complessiva. Immagine che non a caso richiama le opere pittoriche dello stesso artista dove le figure appaiono frammentate, come riflesse da uno specchio rotto.
Una storia dove sogno e realtà, passato e presente si confondono a tal punto da immergere il lettore nel mondo creativo del poliedrico artista.


L'autore racconta



Paolo Avanzi, benvenuto sul web magazine culturale Gli scrittori della porta accanto. Entriamo subito nel vivo di questa intervista: come è nata l’idea di scrivere Lo specchio infranto, ce ne vuoi parlare?

Mi sono spesso domandato che ne sarà di me quando non ci sarò più. Cosa resterà di quello che ho fatto in vita, dei miei quadri, dei miei romanzi e racconti… Su questa proiezione di me in un lontano futuro ho scritto questo romanzo.
Cosa ne sarà di noi (quando non ci saremo più) credo sia una questione che molti si siano posti, indipendentemente dal fatto che si creda o no in una dimensione ultraterrena. E ciò riguarda soprattutto gli scrittori e gli artisti che dedicano gran parte della loro vita a creare qualcosa che duri nel tempo. Personalmente non sono attratto tanto dal successo quanto dalla speranza di poter lasciare una traccia visibile ai posteri.
Nella prospettiva di un lontano futuro ho cercato di proiettarmi in una dimensione che fosse verosimile al lettore. Non mi immagino così famoso che tanti possano ricordarsi di me. E tuttavia volevo coinvolgere il lettore in una storia che fosse avvincente. Così ho ipotizzato una mia scomparsa improvvisa. Una specie di cold case che il protagonista del romanzo è chiamato a risolvere.

Lo specchio infranto è un titolo evocativo che desta subito curiosità. Lo specchio svolge anche un ruolo da protagonista nel romanzo?

Sì. Ho voluto richiamare il tipo di pittura che mi caratterizza. Nelle mie opere le figure appaiono frammentate e distorte come se riflesse da specchi frammentati o deformati. Questa frammentazione della figura è un po’ una metafora di come vedo io la condizione umana, della nostra difficoltà a percepire gli altri in modo chiaro e univoco. Ciò anche per la effettiva complessità insita sia in ognuno di noi, nella nostra personalità, sia nel mondo che ci circonda, sempre più caotico e turbolento.
Lo specchio infranto nel romanzo non è però solo una metafora (legata alla mia pittura) ma anche un oggetto concreto in cui il protagonista si imbatte. Ed è proprio questa inspiegabile rottura dello specchio a indurre il protagonista stesso a cercare una ragione plausibile (di come esso si sia potuto rompere) e intraprendere la sua ricerca. Insomma questo specchio infranto è un po’ il filo conduttore del romanzo.

Che rapporto sussiste tra il Paolo Avanzi autore e il Paolo Avanzi protagonista del romanzo? In che veste ti sei raccontato?

Come ho detto, il Paolo Avanzi del romanzo sono io stesso proiettato nel futuro. Si tratta quindi di una mia fanta-biografia. Ho provato a immaginare che ne sarà di me in un lontano futuro: la mia fine, che resterà di me quando non ci sarò più. Così facendo ho dato rilievo al mio essere pittore e scrittore.
Non a caso ciò che, prevedo, resterà di me saranno le mie opere pittoriche e narrative. E proprio queste guideranno il protagonista alla ricerca di me misteriosamente scomparso.
Questo protagonista è una sorta di mio alter ego. Un cinquantenne che ha condotto una vita grigia e anonima, il quale cerca un riscatto ripercorrendo le tracce di questo scrittore artista che sarei io proiettato nel futuro.

La zona del lago di Como in cui hai ambientato la storia è reale? È un luogo a cui sei particolarmente legato?

Sì. La stessa casa in cui si svolge la vicenda a Dizzasco (tra il lago di Como e la Valle Intelvi) esiste realmente. Lì trascorro diversi week end e buona parte dell’estate con mia moglie.
Nel romanzo questa casa è descritta in modo piuttosto fedele, anche per rendere più verosimile la storia. A distanza di quasi un secolo in questa casa è cambiato ben poco, il che lascia trasparire in modo evidente la presenza di Paolo Avanzi che lì incombe.
Le località del lago e della valle fanno poi da corollario alle varie vicende che si susseguono in questa ricerca investigativa.
Il lago di Como in particolare mi ha sempre affascinato. Questo anche nel mio precedente romanzo Il figlio smarrito. È davvero sorprendente come uno specchio d’acqua possa nascondere tanti segreti. Forse per il fatto che le sue profondità non sono visibili, per quanto vicine a chi ci passa accanto.


Qual è l’aspetto del tuo libro che ti piace di più e vorresti che il pubblico apprezzasse?

Le domande che mi sono posto io sul mio futuro, su cosa lascerò ai posteri, che dovrebbe porsi chiunque. Noi spesso viviamo schiacciati in un presente che vorremmo essere eterno, ma che eterno non è. Non pensiamo più al passato perché lo riteniamo “vecchio” e obsoleto, e così perdiamo l’aggancio con le nostre radici. Tantomeno pensiamo al futuro (a parte quello immediato) perché non siamo più in grado di fare piani a lunga scadenza, succubi come siamo dell’utilità immediata e dell’effimero. I nostri antenati, per quanto limitati, avevano una visione del mondo più a lunga scadenza, sia verso il passato che verso il futuro.
Io ho cercato di raccontare una storia con questa visione. Non volevo scrivere un romanzo di fantascienza ma un romanzo esistenziale proiettato sul futuro. Credo che questa proiezione sul futuro, sul lascito personale ai posteri sia la caratteristica più originale del mio libro. E un invito al lettore a riflettere su questi aspetti spesso trascurati.

La domanda che non ti hanno mai fatto…

I tuoi interessi sono molteplici (scrittura, teatro, pittura, promozione culturale…). Ma chi sei realmente?
Sono un po’ tutto questo. Mi considero una persona eclettica, il che mi aiuta ad approcciarmi a persone e a tematiche anche molto diverse. Questa varietà di interessi non mi ha permesso di dedicarmi in modo esclusivo ad un campo particolare. La società tende a premiare l’eccellenza di chi si specializza piuttosto che la vastità degli interessi. Io ho la fortuna o sfortuna di avere questa ansia di cimentarmi in tutto ciò che ha a che fare con la creatività. Così non mi annoio, e spero di non annoiare le persone che mi seguono.

Per finire, perché si dovrebbe leggere Lo specchio infranto?

Chi ha letto questo romanzo, così come il precedente, è rimasto intrigato dalla tensione narrativa che afferra fino all’ultima pagina.
Si tratta in effetti di un thriller che accompagna il lettore in una indagine di tipo sia investigativo sia psicologico. Ed è un romanzo che parla di me come scrittore e pittore. Una storia che aiuta a capire chi sono, che cosa voglio trasmettere, che cosa potrei essere un domani.

Paolo Avanzi è stato un piacere conoscerti meglio e passare il tempo in tua compagnia, a nome de Gli scrittori della porta accanto ti faccio un grosso augurio per il tuo ultimo libro, e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.





Silvia Pattarini
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Recensione: Il segreto di Sissi, di Emily Pigozzi

Recensione: Il segreto di Sissi, di Emily Pigozzi

Recensione: Il segreto di Sissi, di Emily Pigozzi

Libri Recensione di Silvia Pattarini. Il segreto di Sissi di Emily Pigozzi (Sperling&Kupfer). Un romanzo storico avvincente: la vita della trovatella Edith s'intreccia a quella dell'imperatrice più famosa di tutti i tempi.

Premetto che ho sempre adorato la storia della principessa Sissi, ho visto il film interpretato da Romy Schneider non so quante volte, quindi quando ho saputo dell’ultimo libro di Emily Pigozzi, Il segreto di Sissi, la mia curiosità ha preso il sopravvento: dovevo leggerlo.
Il mio istinto di lettrice non sbagliava. Mi sono ritrovata tra le mani un bellissimo romanzo storico che amalgama sapientemente realtà e fantasia, rivelando il carattere tormentato, ma anche i vezzi e capricci della famosa Imperatrice d’Austria, nonché regina dell’amata terra d’Ungheria di Boemia e Croazia, consorte dell'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria.
Questa terra, Gödöllő... sono speciali per me. Quando ero poco più di una ragazzina, l’imperatore... si innamorò di me. Avrebbe dovuto sposare mia sorella... Emily Pigozzi, Il segreto di Sissi

La trovatella Edith, dal passato oscuro e dagli occhi di colore diverso, caratteristica che la rende vittima di superstizioni da parte delle persone del luogo, capiterà per caso nella vita della principessa Sissi.

Ne diventerà cameriera fedele, nonché depositaria di un segreto riguardante un ballo in maschera e dei vari intrighi di corte.
Erzsébet, Elisabetta, Sissi. Era così vera, così reale in quel momento. Profondamente viva. E si stava aprendo, come uno spettacolo meraviglioso della natura riservato a me sola. Il respiro mi si era fermato, non esisteva più niente. Il mondo parve arrestarsi mentre lei taceva, persa nei suoi ricordi. Emily Pigozzi, Il segreto di Sissi
.

Cos’è accaduto durante un ballo in maschera la sera di carnevale di tanti anni prima?

Un’imperatrice in incognito con la sua dama di compagnia, si aggirano per le stanze di un sontuoso palazzo, celate rispettivamente sotto un domino giallo e un domino rosso.
La giovane Edith o «Edith delle foreste», come è solito chiamarla il bel cavaliere Andràs, è disposta a tutto, anche a sacrificare se stessa, pur di mantenere integro il segreto che riguarda l’imperatrice: per fortuna Andràs capita giusto in tempo per proteggerla.
Non mi dilungo oltre, lascio ai lettori il piacere di scoprire di più circa l’avvincente trama, che narra, oltre agli intrighi di corte e la lontananza dell'imperatore Franz da Sissi, anche la storia d’amore tra la giovane Edith e il suo affascinante cavaliere.

Mi limito a dire che l’accurata descrizione del periodo storico, frutto di ricerche scrupolose da parte di Emily Pigozzi, i dialoghi ben strutturati e credibili, la scrittura limpida e fluente, rendono la lettura molto piacevole.

Risulta facile immedesimarsi nelle scene, respirare l’atmosfera della corte imperiale, soffrire o sorridere coi protagonisti. Un libro che sa regalare intense emozioni.
Consiglio la lettura de Il segreto di Sissi di Emily Pigozzi a tutti gli amanti della principessa Sissi, perché emergono curiosità inaspettate sul suo stile di vita, ma anche le sue fragilità; a chi sa apprezzare i romanzi storici e ai romantici che non disdegnano le belle storie d’amore.


Il segreto di Sissi

di Emily Pigozzi
Sperling & Kupfer
Romanzo storico
ISBN 978-8855441803
Cartaceo 10,35€
Ebook 6,99€

Quarta

La storia di una giovane trovatella incontra quella dell'imperatrice più famosa e iconica di sempre, tra segreti e amori nascosti, tra verità e finzione. Ungheria, 1874. Sono passati più di vent'anni dal primo incontro tra Sissi e Franz. Dopo la nascita dei figli, i lutti e le guerre che hanno sconvolto la loro vita, il matrimonio sembra giunto al capolinea e l'imperatrice, quando può, trascorre il tempo al palazzo di Gödöllő, l'amata reggia ungherese. È qui che conosce Edith, una trovatella abbandonata nella foresta appena bambina e allevata alla corte con il mito della sovrana. All'apparenza, le due non potrebbero essere più diverse, ma nel profondo condividono lo stesso desiderio di libertà, l'animo da viaggiatrici e il bisogno di trovare qualcuno che le ami per quello che sono. Il loro destino finirà per intrecciarsi irrimediabilmente, grazie a un segreto che la ragazza ungherese dovrà custodire e che riguarda il misterioso incontro a un ballo in maschera a cui Sissi ha partecipato sotto mentite spoglie. In una notte che segnerà la sua vita per sempre...

Silvia Pattarini

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Ornella Nalon presenta: Una luce sul futuro

Ornella Nalon presenta: Una luce sul futuro

Ornella Nalon presenta: Una luce sul futuro

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Ornella Nalon presenta Una luce sul futuro: una storia d'amore contrastata dall'aristocrazia ottocentesca, un intreccio tra passato e presente, il mistero di un incontro impossibile.

Dice di sè:


Una luce sul futuro

di Ornella Nalon
PubMe – Collana Gli scrittori della porta accanto
Narrativa | Paranormal
ISBN 9788833663173
Ebook 2,99€
Cartaceo 12,50€

Quarta

Quando il passato è ottenebrato dai rimorsi, solo una luce può rischiarare il futuro.
Cosa possono avere in comune un cantante rock e una ragazza vissuta nel 1800? Potrebbe sembrare nulla, ma la storia di Richard e Lidya vi dimostrerà che un collegamento può esserci. Dopo una breve gavetta, Richard Harvey riesce ad affermarsi nel panorama musicale londinese ed europeo. Ha rincorso la celebrità, sacrificando le amicizie, gli affetti familiari e i propri valori. Alla soglia della vecchiaia, si accorge che quanto ha ottenuto non lo ripaga di ciò che ha perduto. Un forte senso d’inutilità, il rimorso e la solitudine lo stanno conducendo verso un grave stato depressivo. Decide di affittare un piccolo castello a Filey, nel North Yorkshire e di rimanervi rinchiuso finché avrà scritto la sua biografia. Svelerà tutti i suoi segreti come atto di riscatto per una intera vita di bugie. In quello stesso castello, più di duecento anni prima, aveva vissuto Lidya, la figlia dei custodi. Una ragazza semplice, dolce e intelligente che, fin da piccola, coltivava il suo profondo amore per il figlio dei castellani. Un sentimento maturato con il trascorrere degli anni, ma destinato a incontrare molti ostacoli. Due storie totalmente diverse e separate dal tempo, ma che conosceranno un punto di connessione. Sarà quella fugace interconnessione che costituirà la salvezza per entrambi.


L'autore racconta

Diamo il benvenuto a Ornella Nalon, che oggi ho il piacere di avere come gradita ospite nel mio Caffè Letterario. Presentati ai nostri affezionati lettori: chi è Ornella Nalon e soprattutto, chi non è?

Ciao Silvia, anche per me è un grande piacere partecipare al tuo Caffè.
Mi chiedi di presentarmi, ma quant'è difficile parlare di sé! Chi sono? Una mamma e aspirante nonna, una contabile con la passione della scrittura. Chi non sono? Una bugiarda. Odio la falsità in tutte le sue forme.

Parliamo del tuo romanzo Una luce sul futuro. Come ti è venuta l’idea di questo libro, perché hai voluto raccontare la storia di Richard e Lydia?

Non sono stata io a scegliere di raccontare la storia di Richard e di Lydia, ma sono stati loro a scegliere me. A parte il mio giallo che è stato ispirato da una storia vera, tutti gli altri miei romanzi sono frutto di una illuminazione. La storia mi si è delineata all'improvviso e ho avuto l'esigenza di scriverla.

Le meravigliose descrizioni della contea del North Yorkshire sono molto realistiche. Hai avuto modo di visitarle personalmente?

No, in verità non ci sono mai stata. Tempo fa, dopo avere scritto il mio romanzo ambientato in Africa, un autore mi ha suggerito di non ammettere che non l'avevo mai visitata, perché avrebbe potuto diventare un deterrente agli occhi di un eventuale lettore. Infatti, molti “esperti” della scrittura, consigliano di parlare solo di luoghi che si conoscono poiché sarebbe un azzardo farlo di posti sconosciuti. Indubbiamente hanno ragione tutti quanti, ma io, tra le altre cose, sono testarda e mi piace sbagliare da sola. Dopotutto, con i mezzi che abbiamo a disposizione, al giorno d'oggi, si può conoscere ogni angolo del mondo senza muoversi da casa.

Hai ragione, la tecnologia ci aiuta molto nei viaggi virtuali. Lydia, la sua vita passata e il castello, le terre selvagge del nord Europa, questo personaggio surreale che fa la sua comparsa con discrezione, mi rimanda ai racconti gotici di Karen Blixen. Hai letto qualcosa di suo, ti sei forse ispirata al suo mondo?

Forse, chissà, potrei averne attinto anche per scrivere il romanzo ambientato in Africa, di cui ti parlavo prima, ma se l'ho fatto, non me ne sono resa conto, così, come in quest'ultimo. Sono comunque certa che dalle proprie letture qualcosa rimanga sempre e che, alla fine, finiscano con l'influire sul proprio stile, anche se a livello inconscio.

Passato, presente e futuro: è così che racconti la vita di Richard, un po’ come Dickens quando scrisse Canto di natale e fecero la comparsa i tre spettri. Nel tuo libro Una luce sul futuro fa il suo ingresso un solo spettro che incarna tutti e tre i fantasmi: è un fantasma del passato che si materializza nel presente e ha ripercussioni sul futuro del protagonista, un po’ come capita al protagonista del libro di Dickens. Ornella Nalon, avevi pensato a queste analogie o sono frutto del caso?

Anche in questo caso non ho attinto intenzionalmente da Dickens, tant'è che sei tu stessa, con la tua domanda, a farmi notare delle attinenze che probabilmente non avrei mai preso in considerazione.
In effetti, com'è stato per Scrooge che ha dovuto ripercorrere il passato per accorgersi che i suoi errori gli avevano procurato un presente vuoto di valori, prospettandogli una morte in totale solitudine, così è anche per Richard.
Ma in fondo, come ha scritto Pitigrilli: «Di scrittori originali non ce ne sono e si è sempre il plagiario di qualcuno».

Ci lasci un breve estratto significativo di Una luce sul futuro?

Ti posso proporre questo breve estratto; uno dei momenti in cui Richard realizza di essere ricco soltanto di cose materiali.
Non aveva idea se suo padre amasse gli orologi e avesse un minimo di conoscenza del loro mercato, ma credette di avere fatto una scelta giusta, quando gli si illuminarono gli occhi alla vista del Rolex Datejust 16013. Tuttavia, quando l’uomo lo indossò al braccio sinistro, realizzò che era quello che accusava difficoltà di movimento e si sentì mortificato.
Se fosse stato meno sprovveduto e più sensibile, avrebbe dovuto evitare un oggetto che andasse a evidenziare la sua menomazione. In quel momento ebbe dei forti dubbi anche sull’adeguatezza del regalo scelto per sua madre. Si chiese se una donna di mezza età, così umile e semplice, avrebbe mai avuto l’occasione o l’audacia di indossare la sua vistosa collana di smeraldi.
“Ho appena smentito ciò che ho confermato a mio padre poco fa. Non sono il solito Richard, né potrò mai più esserlo. Sono diventato un ibrido: un povero che si è arricchito in fretta, che ha perso il contatto con le sue radici, che ha barattato i suoi valori per raggiungere il paradiso. Scoprendo, troppo tardi, che quel paradiso era soltanto di carta” pensò mestamente.

Si dice che “in un buon libro la cosa migliore è fra le righe”. Ornella Nalon, tra le righe è celato qualche messaggio particolare o il tuo obiettivo è esclusivamente quello di intrattenere piacevolmente il lettore?

Proprio qualche giorno fa, una persona che ha letto questo mio libro mi ha voluto lasciare il suo commento nel quale, tra le altre cose, ravvisava questo tipo di messaggio: “per quanto un essere umano possa sentirsi smarrito, il cordone ombelicale con il passato mai potrà essere reciso. È dalla storia, è dal ricordo, è dalle persone apparentemente dimenticate e invisibili che noi traiamo la linfa che alimenta la nostra vita” e mi chiedeva se era questo ciò che volevo trasmettere al lettore. Io le ho risposto che ognuno trae le proprie conclusioni da ogni libro che legge, perché legge sempre un po' di se stesso. Ed è quello, proprio quello il messaggio corretto.

Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?

Ho esordito con due libri per bambini che ora ho intenzione di ripubblicare aggiungendo qualche illustrazione. Successivamente ho scritto un mainstream dal titolo Oltre i confini del mondo e un giallo che costituisce il mio bestseller personale Non tutto è come sembra.

Ornella Nalon, che tipo di pubblico vorresti conquistare?

Tutto è una risposta un po' troppo scontata? Scherzi a parte, mi piacerebbe conquistare almeno un po' di quel pubblico tendenzialmente diffidente verso lo scrittore non noto, farlo ricredere, farlo diventare un lettore più curioso, più coraggioso, che impari ad attingere anche tra le opere degli emergenti.

Progetti per il futuro...

Revisionare, rielaborare, correggere, editare e poi pubblicare il giallo che ho nel cassetto. Per cui non stiamo parlando di un futuro molto prossimo.

Brava, sempre sul pezzo. Grazie Ornella Nalon per essere stata con noi, in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.

Grazie a te Silvia, per gli auguri e per questa bella chiacchierata.


Silvia Pattarini
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