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Premio Strega
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Recensione: Come d'aria, di Ada D'Adamo, Premio Strega 2023

Recensione: Come d'aria, di Ada D'Adamo, Premio Strega 2023

Recensione: Come d'aria, di Ada D'Adamo, Premio Strega 2023

Libri Recensione di Davide Dotto. Come d'aria di Ada D'Adamo (Elliot), vincitore del Premio Strega 2023. Il tentativo testardo di vivere un giorno alla volta, il diario senza filtri di una madre con una figlia disabile.

Come d’Aria di Ada D'Adamo, vincitore del Premio Strega 2023, assegnato a poche settimane dalla scomparsa dell’autrice, affronta nodi e temi importanti e delicati.
Attraverso un intenso racconto autobiografico, Ada D’Adamo fa i conti non solo con la situazione drammatica in cui si è trovata – l’avere una figlia con disabilità grave – ma soprattutto con le difficoltà nel gestirla. Quella che consegue è una battaglia quotidiana per sopperire alle necessità di chi non potrà mai essere autosufficiente. Ecco quindi (e per fortuna) sollevatori, sedie a rotelle e altri ausili medici. Ma anche burocrazia impietosa, graduatorie, procedure, distanza.

Poche le parole di conforto, diversi gli approcci inappropriati.

Insomma, una sorta di trincea perpetua votata all’emergenza.
Le domande che sorgono sono numerose. Agli iniziali «perché» seguono i più pressanti «come», ai quali dall’esterno vengono spesso fornite risposte insufficienti. Non può che essere così se non ci si rapporta in alcun modo  con l’altrui dolore (e qualche volta col proprio), e si propongono invece rimedi che per lo più lasciano irrisolte le questioni di fondo.
Tra le quali «come» far fronte agli «equilibri che cadono per un nulla», alla salute che si deteriora, a un’esistenza prigioniera della malattia, ma anche del provvisorio, dell’incertezza, di destini intrecciati che richiedono una dedizione totale e incondizionata. Il risultato è una simmetria tanto perfetta quanto insostenibile.

A quali risorse attingere? In che modo superare «la condanna del presente» e la «solitudine lacerante»?

La storia qui raccontata non è una parentesi da chiudere subito una volta aperta, non è una pausa dell’esistenza, non c’è un cartellino da timbrare all’uscita. È l’altra faccia della medaglia, lo sguardo che si apre al tutto. Perché l’esistenza abbraccia ciò che comunque ne fa parte: le nostre fragilità, il dolore che, per averne adeguata “cognizione”, richiede un lessico appropriato, parole scelte con esattezza.

In queste pagine non ci sono sfogo, rabbia, risentimento o dispetto.

Né si leggono il male di vivere, o la cupa tristezza di un’anima in pena a prescindere. Emergono al contrario il tentativo testardo di vivere un giorno alla volta, un racconto in cui diversi potevano essere il timbro, il registro, la reazione.
Ne è nato invece un diario – non un romanzo – con dentro il vero antidoto che ci serve: un libro scritto senza filtri, che diffida di “pipponi motivazionali” («Non ci credo a questa cosa, che non guarisci perché non ci hai messo la testa») e che rimette in primo piano ciò che è stato rimosso con particolare ostinazione da una società altamente performante, competitiva e frenetica.


Come d'aria

di Ada D'Adamo
Elliot
Autobiografia | Non-fiction
ISBN 978-8892762459
Cartaceo € 14,25€
Ebook 9,99€

Quarta  

Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontare la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono.

Davide Dotto
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Emanuele Trevi, Premio Strega 2021: da Qualcosa di scritto, a Due vite

Emanuele Trevi, Premio Strega 2021: da Qualcosa di scritto, a Due vite

Emanuele Trevi, Premio Strega 2021: da Qualcosa di scritto, a Due vite

Professione scrittore Di Davide Dotto. Emanuele Trevi: dal Premio Strega mancato per Qualcosa di scritto, a Due vite, tra rievocazioni, opere folli, visionarie, fuori dai codici e rivelatrici.

Di Premio Strega mancato si è parlato giusto nove estati fa, in occasione del libro Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie), dedicato a Petrolio, opera postuma di Pier Paolo Pasolini.
Non è – Petrolio – di facile classificazione. È «un grosso frammento, quello che resta di un’opera folle e visionaria, fuori dai codici, rivelatrice». Sembra provenire da un'altra dimensione, o da un mondo parallelo, tanto che Emanuele Trevi azzarda un accostamento non troppo inverosimile con certi universi distopici.
Come un personaggio di un libro di fantascienza catastrofica, di un incubo di Philip Dick, Pier Paolo Pasolini ha scoperto l’orrenda verità che si nasconde dietro le apparenze, e bussa alle porte dei suoi simili per comunicare le sue scoperte prima che arrivi qualcuno a farlo fuori... Entrambi manifestano orrore nel potere in qualsiasi forma esso si manifesti.
Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto
Qualcosa di scritto

Qualcosa di scritto

di Emanuele Trevi
Ponte alle Grazie
Narrativa
ISBN 978-8868330286
cartaceo 13,20€
Ebook 3,99€

Nello stesso periodo (2012) esce in edizione accresciuta Musica distante, sempre per Ponte alle Grazie.

Si tratta, in questo caso, della rivisitazione della grande letteratura attraverso una griglia particolare.
Le opere passate in rassegna vengono ordinate e analizzate seguendo lo schema delle virtù teologali (fede, speranza, carità) e cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza), nate dal connubio tra cultura pagana e cristiana.
In questa griglia (ma ciascuno può costruirne di proprie) si afferma la sovranità del lettore: come nessuno può sognare il sogno di un altro, nessuno può tradurre quel che legge alla maniera di un altro. Se dessimo da leggere un racconto a dieci persone, avremmo dieci resoconti distinti, più un undicesimo, la sintesi dei dieci.
Da questo punto di vista il singolo individuo, nell'esercizio della soggettività, è una specie di Arca di Noè, un luogo di salvezza e di transito.
Emanuele Trevi, Musica distante

La catalogazione può apparire una scelta casuale.

È un pretesto azzeccato, però, perché le virtù, come la letteratura, stanno perdendo terreno se non significato, usurate, sbiadite dall'uso (o dal disuso), fino a rappresentare gusci vuoti, difficili da riempire, o riempiti a sproposito.
Vi ovviano la prosa d'arte di Emanuele Trevi, la ricerca indefessa e instancabile di chi vuole cogliere, tra le pieghe più inedite, il profondo senso del vissuto, un vento o una brezza che soffia illuminando pagine, cose e anime. Per afferrarlo, è importante ricorrere al lessico giusto. Se non è possibile trattenerlo, che almeno si registrino le tracce del suo passaggio.
Musica distante

Musica distante

di Emanuele Trevi
Ponte alle Grazie
Narrativa
ISBN 978-8862207713
cartaceo 12,35€
Ebook 6,99

Il dilemma che si solleva è trovare il recipiente più adatto a contenere qualcosa che sfugge da tutte le parti.

Si può cadere nella tentazione dello strutturalismo e in quel che ne consegue, alla ricerca dell'alchimia più nascosta, del segreto dei segreti narratologici, linguistici, semiologici e via dicendo.
La mia decisione è quella non di scrivere una storia, ma di costruire una forma… una forma consistente semplicemente in qualcosa di scritto.
Pier Paolo Pasolini, Petrolio (appunto 37)
Una forma che impedisca qualsiasi genere di fraintendimento non esiste, a meno di confrontarsi con una cosa morta: l'ossatura, lo scheletro. Ci si scontra, certo, con l'interpretazione e i suoi limiti, specie se non si vinca la tentazione di far dire a un testo qualsiasi cosa.

Si giunge a paradossi fin troppo scontati, tra cui la necessità di dismettere le vesti del critico letterario o del moralista.

Per comprendere un'opera come Petrolio c'è solo una strada: il coraggio dell'immedesimazione. Da cui la sensibilità nell'osservare la realtà con gli occhi di un altro, non soltanto con i propri. Ci si può avvalere – nell'intento – di tutti gli alter ego e dei mentori possibili. Nel caso di Qualcosa di scritto, è senz'altro la figura di Laura Betti, ideatrice e direttrice del fondo Pasolini.
Nulla di diverso emerge nel libro Musica distante: l'autore è lungi dall'offrire definizioni, canoni o dogmatiche rassicuranti (religiosa, filosofica, letteraria ecc...). Ci presenta piuttosto esempi e ammaestramenti ricavati da storie, racconti. Una definizione mandata a memoria, in fondo, lascia il tempo che trova. A rigirarla infinite volte sfuma; è lampadina che, se tenuta troppo in mano, si spegne.
Due vite

Due vite

di Emanuele Trevi
Neri Pozza
Narrativa
ISBN 978-8854522633
cartaceo 14,25€
Ebook: 7,99€

Due vite racconta non uno, ma due colpi di fulmine, ai quali seguono gli indispensabili "contraccolpi interiori".

Per trarne frutto non è sufficiente il bello scrivere, occorre la capacità di guardarsi dentro, di portare alla luce gli «innominabili fanghi dove pullulano desideri e aspirazioni, ricordi più vasti e oscuri di ogni parola, di ogni convenzione» (Qualcosa di scritto). In altre parole, l'onestà di portare in superficie, senza barare, quanto si raccoglie di quel che si è seminato.
Questo il senso della scrittura e del mestiere intrapreso da due autori particolari che Emanuele Trevi ha frequentato: Rocco Carbone e Pia Pera. Entrambi mai rincorrono o assecondano il lettore. Piuttosto – tramite la testimonianza di queste pagine – attirano l'attenzione dove di solito non si guarda, a un certo modo di concepire l'opera letteraria e la realtà stessa.
Si mettono da parte le rassicuranti conquiste del pensiero razionale e si accetta il rischio – qualunque esso sia – dell'esistenza.
Non è solo questione di cosa dire e raccontare, ma di trovare le parole esatte, lasciare una traccia indelebile e significativa di sé, continuare a esistere in altre forme. Il ruolo di chi rimane (lettore, testimone) è fondamentale, quanto la sua capacità di recepire, comprendere e partecipare.

Lo sguardo è radicale e introspettivo, un instancabile interscambio che non risparmia il vissuto personale di chi scrive, legge e, soprattutto, rievoca.

È in gioco una trasformazione che coinvolge l'opera letteraria stessa, che non è più – e non deve essere solo – evasione, fuga e intrattenimento, ma specchio e banco di prova.
La scrittura medesima si libera così da una sorta di dimensione orizzontale e spicca il volo intrecciandosi a un certo modo di vivere, da cui un'imprescindibile tensione che produce movimento: un'andata, un ritorno e una nuova partenza.
Davide-Dotto

Davide Dotto
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Recensione: Il colibrì, di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020

Recensione: Il colibrì, di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020

Recensione: Il colibrì, di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020

Libri Recensione di Davide Dotto. Il colibrì di Sandro Veronesi (La nave di Teseo). Vincitore del Premio Strega 2020, è il racconto estenuante di un'umanità fragile e disorientata che si inventa stratagemmi e riti per non soccombere.

Qualcuno lamenta che sia “un romanzo a tesi” e, come tale, “troppo costruito”. Può essere. 
Sostenere però che sia “banale” o “noioso” non gli rende giustizia.
È un romanzo da centellinare, esige lentezza per essere metabolizzato; non va letto tutto d'un fiato.  Oppure sì, a condizione si parta sin da subito col piede giusto.
Colibrì di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020, è un testo narrativo e letterario. Per struttura, sviluppi e considerazioni è un “romanzo mondo”. Entra in gioco non solo l’universo “borghese”, ma la ricerca ossessiva di un senso, se non di un ordine, proprio dove non è dato trovarne. A meno di individuarne uno nel mondo delle illusioni certificato da una etichetta, da un’idea, una forma mentis, una cultura e milioni di altre simili denominazioni.

Marco Carrera è il colibrì del titolo per più di una ragione. 

Sembra non accorgersi di nulla, vive un’infanzia serena solo perché non vede quello che avviene in casa, né le avvisaglie che porteranno allo sfaldamento del proprio matrimonio e, a cascata, di tutto il resto.
Se chi gli sta intorno si agita, stila minuziosi inventari (il fratello Giacomo), scrive la storia dei propri genitori attraverso i numeri mancanti della collezione Urania (sempre il fratello Giacomo), fa il conto di responsabilità e colpe per l’addebitamento della separazione (la moglie Marina), lui no.
Non coglie l’insieme, forse perché non lo insegue, o pretende di afferrarlo “al volo”, tutto in una volta, quando e se gli si presenterà come una rivelazione. Di sicuro non si aspetta quella dello psicanalista di sua moglie, che lo mette sull'avviso di molte cose, scoperchiando l’inferno che da sempre ha abitato, lui e tutti gli altri, nessuno escluso.

Se tutto crolla intorno, il movimento vorticoso del colibrì gli permette di restare ancorato nel medesimo punto dello spazio e del tempo.

Non immobile, ma inamovibile. È una forma di “resistenza” che si tramuterà in una fede tutta particolare, balsamo contro i dolori devastanti che la vita offre un po’ a tutti. Poco importa si tratti di una qualche “utopia”.
E questo chiaramente porta a cambiare, nel corso del romanzo, ogni giudizio o pregiudizio nei suoi confronti.
Marco entra in conflitto con le proprie colpe innumerevoli, talvolta fasulle. Intuisce forse che quanto vissuto e avvenuto, sarebbe avvenuto ugualmente se si fossero mossi altri ingranaggi.

Cosa interessante è che Marco, il colibrì, nel suo infaticabile e inavvertito moto dell’anima, è ingranaggio egli stesso.

Lo comprenderà a tempo debito, quando emozioni e reazioni cesseranno di essere (o sembrare) riflessi incondizionati, simili al movimento vorticoso delle ali del colibrì che rappresenta.
Allora smetterà di porsi tante e inutili domande che paiono decisive, ma non contemplano alcuna risposta, e presuppongono, invece, il vagare qua e là come un’anima in pena. Ciò che ottiene o otterrebbe sono solo giustificazioni postume che nulla possono.
Irene, la sua sfortunata sorella, di domande ne pone molte meno e però vede le cose come sono. Che si è come foglie trasportate dal vento quando ragionano sulla direzione del vento stesso.

Colibrì è il racconto estenuante di un’umanità fragile e disorientata che si inventa teorie e stratagemmi, riti per non soccombere.

È, questa, una regola ferrea, confermata dall’eccezione di un colibrì che, comunque vada, rimane imperterrito nella propria posizione aggrappandosi a qualsiasi cosa: ad altre illusioni, a una utopia qualsiasi, alla teoria dell’occhio del ciclone, a quello della pietra sull’acqua, in una parola: alla inesauribile, determinata e disperata propria ragion sufficiente.

Il colibrì

di Sandro Veronesi
La nave di Teseo
Narrativa
ISBN 978-8834600474
Cartaceo 19,00 €
Ebook 9,99€

Sinossi 

Marco Carrera è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d'arresto della caduta - perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno a lui, Veronesi costruisce un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all'improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l'uomo nuovo.
Davide-Dotto

Davide Dotto
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Recensione: Tutto chiede salvezza, di Daniele Mencarelli

Recensione: Tutto chiede salvezza, di Daniele Mencarelli

Recensione: Tutto chiede salvezza, di Daniele Mencarelli

Libri Recensione di Elena Genero Santoro. Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli (Mondadori). Vincitore del premio Strega Giovani 2020. Concreto e leggero, poesia distillata, introspettivo: gli odori, i sapori e i rumori di un reparto di psichiatria nel caldo torrido di giugno a Roma. 

Daniele Mencarelli, vincitore del premio Strega Giovani 2020, racconta una storia che mi ha fatto venire il magone a lungo. Il protagonista ha vent’anni e porta il suo nome. La vicenda è ambientata nel 1994.
Nei giorni tra il 14 e il 20 giugno, in pieno periodo di mondiali di calcio, Daniele viene ricoverato per un TSO.
Questo è l’arco di tempo in cui si svolge il racconto. Daniele è lucido, non pare psicotico, eppure ha perso il controllo, ha avuto una reazione spropositata che ha fatto star male suo padre.

E adesso è lì, in attesa di trascorrere questa settimana obbligatoria, in un reparto insieme ad altri cinque ricoverati. 

Gianluca, definitosi omosessuale (no, proprio frocio), è nella fase up del suo disturbo bipolare. Questa fase è detta anche il lato bianco, per contrapporsi al lato nero in cui la depressione lo divora. Gianluca è effeminato, in lui vive un’anima di donna e quando si agita strilla come una ragazza.
Mario, anziano di sessantaquattro anni, la copia sputata di Brian May, ex maestro saggio e riflessivo, ma con un lato oscuro, con cui deve fare i conti.
Giorgio, grande e grosso, buono ma incline all’aggressività, che a dieci anni ha perso la madre in un modo improvviso e non avendo potuto vederne nel corpo privo di vita, è rimasto talmente scioccato da procurarsi spesso dei tagli sul braccio.
Alessandro, che in un giorno normale di una vita normale è stato ritrovato da suo padre in stato catatonico e non si è mai più ripreso. Nessuno ha capito che cosa si sia incrinato nel suo cervello, che cosa lo tenga prigioniero nel suo corpo senza lasciarlo più esprimere. È una statua di carne, sempre seduto su un letto, con lo sguardo perso in un punto indefinito.
Infine Madonnina, soprannominato così perché invoca di continuo la Madonna, ma nessuno sa chi sia. Lui non riesce a dire il suo nome, né da dove provenga, ha lo sguardo perso nel buio nero della sua follia. Nessuno reclama Madonnina, nessuno conosce la sua storia. Anche per lui vale il mistero che aleggia su Alessandro: cosa è scattato in quella testa per scollegarlo del tutto dalla realtà?


La psichiatria negli ultimi decenni ha compiuto passi da gigante, ma non ha ancora spiegato tutto.

Anche i due medici con cui Daniele ha a che fare hanno un approccio diverso: Cimaroli predilige la psicanalisi, il dialogo, lo studio di se stessi e inizialmente Daniele lo sente più nelle sue corde. Daniele è un giovane molto sensibile, entrato in crisi durante l’adolescenza: si pone tante domande, cerca il senso dell'esistenza, cerca il rapporto con Dio. Vorrebbe su un piatto d’argento quelle certezze che la vita si guarda bene dall'offrirgli. Vorrebbe garanzia di salvezza per tutti.
Che cura può esistere per come è fatta la vita, voglio dire, è tutto senza senso, e se ti metti a parlare di senso ti guardano male, ma è sbagliato cercare un significato? Perché devo avere bisogno di un significato? Come si fa ad affrontare la morte di chi ami? Se tutto senza senso non lo accetto, allora voglio morire. Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza [nel testo originale è in romanesco]

Per questo non apprezza il secondo medico, il dottor Mancino, che col suo fisico da giocatore di rugby, è più orientato verso le cure farmacologiche di nuova generazione, verso antidepressivi con meno effetti collaterali, ma pur sempre medicine, perché se uno ha mal di stomaco prende una pastiglia, e alla stessa maniera se uno ha un disagio psichico non si capisce perché non debba usufruire di ciò che la scienza gli offre. Daniele, che sembra facile alle dipendenze, ha già girato diversi psichiatri e tentato alcuni cicli di farmaci, ma senza beneficio. Inoltre, talvolta, fa uso di droghe.

L’approccio verso la malattia mentale non è semplice e Tutto chiede salvezza parla proprio di questo. Intanto bisogna capire cosa è realmente patologico.

Daniele è alla ricerca di un senso, come tanti suoi coetanei, ma con una sensibilità differente. Ed è vero che se la ricerca del sé causa troppa sofferenza, diventa paralizzante, invalidante, è giusto contenere questa fatica anche con la chimica. Ma, come gli spiega pure Mario, non esiste una medicina che possa risolvergli la vita ed essere adatta a lui per sempre: il lavoro di introspezione non deve venire a mancare. Siamo individui in continua mutazione, siamo sempre in equilibrio precario. Ci evolviamo e così deve essere rivisitato ciò che ci procura sollievo.
Viviamo in un mondo edonistico, che ci porta a credere che la felicità sia un diritto, ma anche un dovere e che ogni altra emozione non sia legittima. La tristezza è diventata il nuovo demonio, o per lo meno un tabù.
Posso testimoniare che è vero, io stessa mentre sto dettando questa recensione al comando vocale delle note del mio telefono, perché ho una mano operata, mi sento disturbata, fuori posto. Non riesco ad accettare qualche giorno di pausa, sono abituata a produrre, a lavorare, a scrivere, cioè a godermi i frutti della mia normalità. Il filo d’argento della piccola malinconia che mi avvolge mi dà fastidio. La tristezza mi impaccia. Non la sopporto.


Mi vengono in mente due video.

Il primo è il film per bambini Inside out della Disney, quello con le cinque emozioni principali che vivono nella testa di una bambina. Inizialmente Tristezza viene confinata, maltrattata, relegata in un angolo. Sembra quasi che la causa della disfatta sia lei, finché non diventa chiaro che invece lasciare esprimere Tristezza è il modo più nobile di chiedere aiuto, di elaborare nuovi stati d’animo.


E poi mi è tornato in mente un video di Vasco Rossi, il cartone animato che fa da sfondo alla canzone Ho fatto un sogno. Siamo in un mondo distopico, futuristico: un bambino cade e si fa male, una donna, forse sua madre, lo abbraccia e ne raccoglie il pianto. Arrivano due miliziani con una maschera sorridente e impongono loro di sorridere alla svelta. 
Poco dopo in bagno la donna si toglie una mascherina su cui è stampato un sorriso. Esatto, proprio una mascherina come quelle che indossiamo noi adesso per difenderci dal COVID-19. Solo che questa non ha ragioni igieniche, deve nascondere una smorfia triste e forse illegale. Poi la donna assume una compressa di Felicitina. Perché anche qui essere felici è un dovere. Questo video, di dieci anni fa, all'inizio mi sembrava una provocazione, un mondo al contrario. Di recente ho capito che racconta proprio il nostro mondo.

Ci sono persone con caratteri più malinconici di altri, più introspettivi. La linea tra quella che è un’anima che si pone le giuste domande e un’anima in piena sofferenza sa essere molto sottile e labile. 

Ma se una volta si esagerava nel sottovalutare il disagio di certe persone più sensibili, adesso ogni deviazione dallo standard rischia di essere catalogata come un’anomalia da trattare con psicofarmaci. Pochi decenni fa la psichiatria era tutt'altro, non curava nulla, al limite conteneva, annientava. Chi cantava fuori dal coro (magari era solo omosessuale) veniva rinchiuso dai parenti e messo nelle condizioni di non arrecare disturbo. Chi invece riusciva a condurre un'esistenza quasi normale, veniva lasciato libero a fare i conti con i suoi tormenti.
L'introduzione degli psicofarmaci, la legge Basaglia del 1978 hanno cambiato tutto. O quasi. Con dei pro: l'omosessualità non è più considerata un'anomalia psichica o una devianza da correggere. L'elettroshock e la lobotomia non si praticano più. Molti disagi maggiori come la depressione, qualora non le psicosi, vengono affrontati con più successo. E con dei contro: nel manuale di psichiatria sono entrati mille altri disagi minori.


Perché come fa notare giustamente Daniele Mencarelli, un individuo che si pone questioni, che vede il vuoto dentro di sé, che cerca un senso, che intuisce che i piaceri materiali come lo shopping non colmeranno la voragine che ha dentro, rischia di diventare non più produttivo. E questo va evitato. 

E allora giù di psicofarmaci, giù di Felicitina, per non avere neanche un momento di cedimento. Oggi i “matti” non vengono più torturati nei manicomi, ma in compenso gli antidepressivi dilagano.
A volte sono necessari. A volte vanno calibrati sul paziente. A volte risolvono. A volte non bastano. A volte silenziano il problema ma non lo eradicano. Ogni caso è a sé. Non ci sono soluzioni standard. Per questo non bisogna smettere di tenere alta la guardia e porsi domande.
Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli, benché scritto in prosa, è poesia distillata.
È introspettivo, anche se non fa mai mancare il movimento, le azioni, e la trama c’è. Anche i colpi di scena. Non ci sono mai capitoli sottotono e il lettore può immergersi appieno in quelli che sono gli odori, i sapori e i rumori di un reparto di psichiatria nel caldo torrido di giugno a Roma. È concreto e leggero al tempo stesso.
Alla fine si dimostrerà che anche il dottor Mancino, con le sue prescrizioni farmacologiche, è meno peggio di quello che sembra e forse i suoi metodi possono trovare un senso.
Questo è uno dei migliori e più toccanti libri che io abbia letto negli ultimi mesi, che ha meritato i riconoscimenti ottenuti, e lo consiglio veramente a tutti.

Tutto chiede salvezza

di Daniele Mencarelli
Mondadori
Narrativa
ISBN
Ebook
Cartaceo

Sinossi

Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un'estate di Mondiali.
Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura.
Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all'uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro.
Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati. Nei precipizi della follia brilla un'umanità creaturale, a cui Mencarelli sa dare voce con una delicatezza e una potenza uniche.
Dopo l'eccezionale vicenda editoriale del suo libro di esordio - otto edizioni e una straordinaria accoglienza critica (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima) -, Daniele Mencarelli torna con una intensa storia di sofferenza e speranza, interrogativi brucianti e luminosa scoperta. E mette in scena la disperata, rabbiosa ricerca di senso di un ragazzo che implora salvezza: "Salvezza. Per me. Per mia madre all'altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza".

Elena Genero Santoro
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La ragazza con la Leica di Helena Janeczek, vincitore del Premio Strega 2018

La ragazza con la Leica di Helena Janeczek, vincitore del Premio Strega 2018

La ragazza con la Leica, di Helena Janeczek, vincitore del Premio Strega 2018

Professione lettore Di Ornella Nalon. La ragazza con la Leica di Helena Janeczek vince il Premio Strega 2018 con 196 voti. Dopo quindici anni torna a vincere una donna.

Al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, giovedì 5 luglio si è svolta la cerimonia di assegnazione del Premio Strega 2018.
Vincitore della 72esima edizione del premio è La ragazza con la Leica di Helena Janeczek, con 196 voti. Resto qui (Einaudi) di Marco Balzano è arrivato secondo con 144 voti e di seguito: La corsara (Neri Pozza) di Sandra Petrignani, con 101 voti, Il gioco (Mondadori) di Carlo D’Amicis, con 57, e infine Questa sera è già domani (E/o) di Lia Levi, con 55 voti.


Si deve tornare nel 2003 per vedere un'altra donna vincere il premio: Melania Mazzucco con Vita. In tutta la storia dello Strega, dunque dal 1947 ad oggi, sono state solo dieci le donne ad essere premiate.
Degna di nota anche la novità della casa editrice Guanda che, per la prima volta si aggiudica il premio, spezzando così quasi una egemonia dei grandi nomi editoriali quali Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Bompiani., Feltrinelli.
L’edizione del 2017 era stata vinta da Paolo Cognetti con Le otto montagne (Einaudi).


Helena Janeczek

Helena Janeczek è nata a Monaco di Baviera nel 1964 da una famiglia di ebrei polacchi. Dal 1983 vive in Italia; abita a Gallarate e lavora a Milano. È lettrice per Mondadori della sezione Letteratura straniera. Ha esordito con una silloge poetica in lingua tedesca, successivamente ha pubblicato con Mondadori il romanzo autobiografico Lezioni di tenebra, ripubblicato per Guanda nel 2011. Del 2002 è il romanzo Cibo, edito sempre da Mondadori per poi passare a il Saggiatore con Bloody Cow. Per Guanda ha pubblicato Le rondini di Montecassino, in cui ha parlato di una delle battaglie più cruente della seconda guerra mondiale che ha visto la presenza di polacchi, pachistani e altre nazionalità dimenticate.
La ragazza con la Leica (che si pronuncia "laica") è stato pubblicato nel 2017 e ha vinto anche il Premio Bagutta. È basato su fonti storiche e sulle biografie scritte dalla studiosa Irme Schaber. L'autrice dice di avere scelto di raccontare la vita di Gerda perché «è il simbolo di una donna libera e indipendente che ha creduto nelle sue convinzioni».

La ragazza con la leica

di Helena Janeckek
Guanda 
Biografia
ebook 10,99€
cartaceo 17,90€

Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l’irresistibile ragazza gli ha preferito Georg ­Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda ­rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di ­vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt’altro motivo, a dare l’avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l’ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.

Il libro è stato proposto  da Benedetta Tobagi e da Marco Santagata.


Biografia, romanzo storico, romanzo sentimentale? La ragazza con la Leica è tutte queste cose e, forse, qualcosa di più: è la fotografia di un intero gruppo di giovani esuli, per lo più di origine ebraica, che si incontra e si unisce nella Parigi degli anni Trenta. Un gruppo di giovani idealisti, politicamente di sinistra, che vede nella resistenza spagnola l’emblema del proprio riscatto.
Al centro del fuoco è la ragazza con la Leica, la giovanissima Gerda Taro (Gerda Pohorylle), fotografa tedesca, compagna del più noto Robert Capa, fotoreporter ungherese, morta in Spagna a soli ventisette anni, il 26 luglio 1937, sotto i cingoli di un carro armato.
Il racconto prende il via da una fotografia che ritrae la giovane coppia in un momento di felicità, «unita da un sorriso largo, molto intimo», e si chiude su altre fotografie che li vedono insieme.
La visione fotografica domina l’intero romanzo. Gerda è messa a fuoco, infatti, da diversi punti di vista, cioè dai ricordi di tre personaggi che l’hanno conosciuta da vicino e amata: l’allora studente di medicina, Willy Chardach, detto il Bassotto, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente, il militante Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali, che Gerda ha amato follemente; l’amica di Lipsia Ruth Cerf, con la quale vive a Parigi dopo la fuga dalla Germania.
Alternando il presente dei personaggi sopravvissuti alle loro messe a fuoco memoriali, l’autrice ci offre vere e proprie istantanee non ordinate di una biografia breve, ma a suo modo ‘epica’. Robert Capa, giovane e intraprendente fotografo esule dall’Ungheria, sarà uno dei tanti amanti della giovane e corteggiatissima passionaria. Sarà lei a inventare il suo personaggio e a fondare l’atelier fotografico Capa-Taro; ma sarà lui a insegnare a Gerda a usare la ‘Leica’.
Ma chi era Gerda Taro? Lavorando su un’ampia e accurata documentazione (attentissima per esempio al mondo del cinema, ai film dell’epoca), l’autrice ricostruisce un personaggio complesso, animato da una forte voglia di vivere, da un coraggio che sconfina nella sconsideratezza, da una passione che cerca costantemente i suoi oggetti: l’amore, la fotografia, il divertimento. Un romanzo corale, dunque, che ha al suo centro un personaggio di rara intensità.
Marco Santagata

Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l’irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni.
Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt’altro motivo, a dare l’avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l’ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.
Benedetta Tobagi 

Ornella Nalon

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, 0111 Edizioni.
Una luce sul futuro, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto.
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[Professione lettore] L'editoriale di Ornella Nalon: i 12 finalisti del Premio Strega, scelti da una rosa di 27 tra cui un autore self published

[Professione lettore] L'editoriale di Ornella Nalon: i 12 finalisti del Premio Strega, scelti da una rosa di 27 tra cui un autore self published


La settantesima edizione del Premio Strega avrà luogo venerdì 8 luglio all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Ecco i 12 finalisti.

In effetti, c'è ancora un bel po' di tempo, ma mi è piaciuto seguirne un po' gli sviluppi e curiosare tra la lista dei libri candidati. 
Il primo di Aprile, gli storici componenti della giuria “Amici della domenica”, avevano scelto 27 volumi tra i libri in lista, pubblicati tra il 1° aprile 2015 e il 31 marzo 2016.

Questo l'elenco: 
1.Dove troverete un altro padre come il mio di Rossana Campo - Editore Ponte alle Grazie 
2.L'uomo del futuro di Eraldo Affinati - Editore Mondadori
3.Quando Roma era un paradiso di Stefano Malatesta - Editore Skira 
4.La notte delle falene di Riccardo Bruni Editore -Amazon Publishing 
5.Il cinghiale che uccise Liberty Valance di Giordano Meacci - Editore Minimum fax)
6.La scuola cattolica di Edoardo Albinati - Editore Rizzoli 
7.La femmina nuda di Elena Stancanelli - Editore La nave di Teseo
8.La sumera di Valentino Zeichen - Editore Fazi 
9.Non adesso, per favore di Annalisa De Simone - Editore Marsilio 
10.L’addio di Antonio Moresco - Editore Giunti 
11.La casa blu di Massimiliano Governi - Editore e/o 
12.Notturno bizantino di Luigi De Pascalis - Editore La Lepre
13.Conforme alla gloria di Demetrio Paolin - Editore Voland 
14.Dalle rovine di Luciano Funetta - Editore Tunué
15.Quaderni di un terrorista di Giano Corte Moschin - Editore Biblioteca dei Leoni 
16.L’allegro manicomio di Lodovica San Guedoro - Editore Felix Krull 
17.Se avessero di Vittorio Sermonti - Editore Garzanti 
18.Le streghe di Lenzavacche diSimona Lo Iacono - Editore e/o 
19.Miracolo a Piombino di Gordiano Lupi - Editore Historica 
20.La figlia sbagliata diRaffaella Romagnolo - Editore Frassinelli 
21.La guerra è finita di Lucia Guarano - Editore Round Robin 
22.Il fischio finale di Davide Rubini - Editore Gilgamesh
23.Quasi morta di Amy Pollicino - Edizioni Anordest
24.Il paese dei segreti addii di Mimmo Sammartino - Editore Hacca 
25.Quel fiume è la notte di Flavia Piccinni - Edizioni Fandango 
26.Viaggio in bianco e nero di Alessandra Altamura - Editore Il Foglio 
27.La reliquia di Costantinopoli di Paolo Malaguti - Editore Neri Pozza 

Da segnalare la diserzione annunciata di Einaudi e Feltrinelli, la presenza di molti piccoli editori, l'esordio di Amazon Publishing e di un editore di Monaco di Baviera, Felix Krull, che pubblica in italiano.
Il 14 aprile Il Comitato direttivo del Premio ha selezionato i dodici libri in gara che, a loro volta, subiranno un'ulteriore scrematura per arrivare alla cinquina dei finalisti. Questo avverrà nella sede della Fondazione il 15 giugno. Mentre, come già detto, la seconda votazione che decreterà il vincitore, avrà luogo l'otto luglio. 


Dalle rovine

di Luciano Funetta
Editore Tunué
ISBN 978-8867901579
Cartaceo € 8,42 

Il collezionista di serpenti Rivera, grazie a un video amatoriale, entra in contatto con l'insolita e seducente scena della pornografia d'arte. Questa esplorazione si trasforma ben presto nella discesa in un abisso popolato da figure oscure, tra le quali spicca un argentino a dir poco enigmatico: Alexandre Tapia. Proprio attraverso la frequentazione di Tapia, Rivera scoprirà un universo di abiezioni private e catastrofi collettive, vittime invisibili e carnefici rimasti impuniti.




Dove troverete un altro padre come il mio

di Rossana Campo
Editore Ponte alle Grazie
ASIN B012XEOX7G
Ebook € 4,49 - Cartaceo € 11,05

Rossana Campo ...racconta qui il rapporto con Renato, il padre amatissimo e difficile scomparso di recente; o meglio con le molteplici figure, spesso contraddittorie, che Renato ha incarnato lungo tutta la sua vorticosa esistenza: il maestro di vita che fin da piccola esorta la figlia a rifuggire ogni forma di condizionamento e ipocrisia, ma anche l’irresponsabile che per niente e nessuno si separerebbe dalla sua amica più fidata: la bottiglia; l’individuo gioviale e irriducibilmente ottimista, ma anche l’attaccabrighe, dominato da una rabbia incontenibile; e ancora lo «zingaro» che non sopporta alcuna imposizione e non riconosce alcuna autorità, il contaballe prodigioso, il casinista indefesso, il terrone orgoglioso in un Nord che lo respinge… in una parola un essere infinitamente vitale e tremendamente fragile...

La scuola cattolica

di Edoardo Albinati
Editore Rizzoli 
ASIN B01CES8DI6
Ebook € 9,99 - Cartaceo € 18,70

 Roma, anni Settanta: un quartiere residenziale, una scuola privata. Sembra che nulla di significativo possa accadere, eppure, per ragioni misteriose, in poco tempo quel rifugio di persone rispettabili viene attraversato da una ventata di follia senza precedenti; appena lasciato il liceo, alcuni ex alunni si scoprono autori di uno dei più clamorosi crimini dell’epoca, il Delitto del Circeo. Edoardo Albinati era un loro compagno di scuola e per quarant’anni ha custodito i segreti di quella “mala educación”. Ora li racconta guardandoli come si guarda in fondo a un pozzo dove oscilla, misteriosa e deforme, la propria immagine. Da questo spunto prende vita un romanzo poderoso, che sbalordisce per l’ampiezza dei temi e la varietà di avventure grandi o minuscole: dalle canzoncine goliardiche ai pensieri più vertiginosi, dalla ricostruzione puntuale di pezzi della storia e della società italiana...

L’uomo del futuro

di Eraldo Affinati 
Editore Mondadori 
ASIN B019X6LPC8
Ebook € 9,99 - Cartaceo  € 15,30

 A quasi cinquant'anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi e straordinario italiano, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci. Eraldo Affinati ne ha raccolto la sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua avventura breve e fulminante: Firenze, dove nacque da una ricca e colta famiglia con madre di origine ebraica, frequentò il seminario e morì fra le braccia dei suoi scolari; Milano, luogo della formazione e della fallita vocazione pittorica; Montespertoli, sullo sfondo della Gigliola, la prestigiosa villa padronale; Castiglioncello, sede delle mitiche vacanze estive; San Donato di Calenzano, che vide il giovane viceparroco in azione nella prima scuola popolare da lui fondata; Barbiana, "penitenziario ecclesiastico", in uno sperduto borgo dell'Appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione...

La reliquia di Costantinopoli

di Paolo Malaguti
Editore Neri Pozza
ASIN B017RMGRF0
Ebook € 4,49 - Cartaceo € 15,30

1565, Venezia. Il sole non lambisce ancora il camposanto di San Zaccaria, quando il vecchio Giovanni si cala nella tomba del chierico Gregorio Eparco, il suo antico tutore, appena riesumata dai pissegamorti in cambio di tre ducati. Non vuole trafugare la bara di legno marcio o le ossa ricoperte di lanugine e muffa. Sta cercando un libercolo. Un diario «avvolto in una pezza di tela cerata, sigillata da un nastro nero», che lui stesso, cinquant’anni prima, ha nascosto sotto la nuca del maestro, dopo aver giurato di non sfogliarlo né di farne parola con nessuno. Il giuramento, però, ora può essere infranto, poiché le annotazioni contenute in quell’involucro sono l’unico indizio in grado di condurre ad alcune preziosissime reliquie cristiane andate perdute...

La femmina nuda

di Elena Stancanelli
Editore La nave di Teseo 
ASIN B01D0ERLJK
 Ebook € 9,99 - Cartaceo € 14,45

Anna è una donna intelligente, bella, con un lavoro interessante, ma di colpo tutto questo non serve più. Dopo cinque anni la sua storia d’amore con Davide affonda in una palude di tradimenti, bugie, ricatti. E la sua vita va in pezzi. Si trasforma in un’isterica, non dorme, non mangia, fuma e si ubriaca ogni sera per riuscire ad addormentarsi. Compulsivamente inizia a frugare nel telefonino di lui, nelle chat, sui social. Non sa cosa sta cercando, non sa perché lo sta cercando. Per un anno rimarrà prigioniera di quello che lei stessa chiama il regno dell’idiozia, senza riuscire a dirlo a nessuno. Questo racconto è la sua confessione, sotto forma di lettera, a Valentina, la sua più cara amica, che l’ha vista distruggersi sera dopo sera. Anna dice tutto, senza pudore. I dettagli umilianti e ridicoli, l’ossessione, la morbosità...

Le streghe di Lenzavacche

di Simona Lo Iacono
Editore e/o 
ASIN B01BPCO76O
Ebook € 8,99  - Cartaceo € 13,50

Le streghe di Lenzavacche vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell'abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde, rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l’oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo. È il 1938. Ululano le sirene che inneggiano al fascio. A Lenzavacche, minuscolo paese della Sicilia, vivono Felice, un bimbo disabile ma vivacissimo, la madre Rosalba e la nonna Tilde...

Conforme alla gloria

di Demetrio Paolin
Editore Voland 
ISBN 978-8862431958
Cartaceo € 15,30

Amburgo, 1985. Rudolf Wollmer fa il sindacalista, ha una moglie, un figlio adolescente e l'incubo di un padre scomodo, una ex ss che morendo gli ha lasciato in eredità la casa di famiglia. Deciso a sbarazzarsene subito, ritrova, tra gli oggetti del vecchio, un quadro intitolato La gloria. L'immagine è minacciosa ma nasconde un segreto ancora più terrificante. Nel tempo, la vicenda di Rudolf e del quadro si intreccia con quella di Enea Fergnani - ex prigioniero a Mauthausen sfuggito allo sterminio del lager grazie alla sua abilità artistica e proprietario di uno studio di tatuaggi a Torino - e della giovane Ana... Un romanzo sorprendente, dallo stile intenso e nitido, che è anche una riflessione sul rapporto tra vittima e carnefice...

Il cinghiale che uccise Liberty Valance

di Giordano Meacci
Editore Minimum fax 
ASIN B01C2UFDGG
Ebook € 8,99 - Cartaceo € 13,60

Nell’immaginario paese di Corsignano – tra Toscana e Umbria – la vita procede come sempre. C’è gente che lavora, donne che tradiscono i propri uomini e uomini che perdono una fortuna a carte. C’è una vecchia che ricorda il giorno in cui fu abbandonata sull’altare, un avvocato canaglia, due bellissime sorelle che eccellono nell’arte della prostituzione e una bambina che rischia la morte. E c’è una comunità di cinghiali che scorrazza nei boschi circostanti. Se non fosse che uno di questi cinghiali acquista misteriosamente facoltà che trascendono la sua natura. Non solo diventa capace di elaborare pensieri degni di un essere umano, ma, esattamente come noi, diventa consapevole anche della morte. troppo umano per essere del tutto compreso dai suoi simili e troppo bestia per non essere temuto dagli umani...

La figlia sbagliata

di Raffaella Romagnolo
Editore Frassinelli 
ASIN B00X4XI6O2
Ebook € 4,99 - Cartaceo € 12,75

Un sabato sera come tanti in una cittadina della provincia italiana. La tv sintonizzata su uno show televisivo, nel lavandino i piatti da lavare. Un infarto fulminante uccide il settantenne Pietro Polizzi, ma Ines Banchero, sua moglie da oltre quarant'anni, non fa ciò che ci si aspetta da lei: non chiede aiuto, non avverte amici e famigliari, non si preoccupa di seppellire l'uomo con cui ha condiviso l'esistenza. Comincia così un viaggio dentro la vita di una coppia normale: un figlio maschio, una figlia femmina, un appartamento decoroso, le vacanze al mare, la televisione e la Settimana Enigmistica. Ma è una normalità imposta e bugiarda, che per quarantacinque anni, per una vita, ha nascosto e silenziato rancori, rimpianti, rimorsi e traumi. E mentre giorno dopo giorno la morte si impadronisce della scena, il confine fra normalità e follia si fa labile.

L’addio

di Antonio Moresco
Editore Giunti
ASIN B01BZ1WPD2
Ebook € 9,99 -  Cartaceo € 12,75

«Mi chiamo D’Arco e sono uno sbirro morto.» Comincia così questo travolgente romanzo, metafisico e d’azione. Il protagonista è un uomo pieno di dolore, delicatezza e furore, chiamato a compiere una missione impossibile. La città dei vivi e quella dei morti sono vicine, comunicanti, e si assomigliano molto. La polizia dei vivi e la polizia dei morti sono in contatto e collaborano, quando devono risolvere i casi più difficili. Dispongono di cellulari tarati per la comunicazione tra vivi e morti, e di e-mail criptate. Ma c’è un’altra cosa, che però nessuno sa dire: quale dei due mondi venga prima. Ora D’Arco deve tornare nel mondo dei vivi, nel quale fu ucciso, per fermare un massacro di vittime innocenti. Ma, se la morte venisse davvero prima della vita e il male prima del bene, come si potrà invertire la spirale? ...

Se avessero

di Vittorio Sermonti
Editore Garzanti
ASIN B01BI4N7BA
Ebook € 5,49 - Cartaceo € 15,30

Una mattina di maggio del 1945, tre partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un villino di Milano, alla caccia di un ufficiale della Repubblica Sociale. Da questo aneddoto domestico, sincronizzato con i grandi eventi della Storia, si dipanano settant'anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi ma puntigliosi, affidati come sono agli «intermittenti soprusi della memoria»: il nero-sangue e il gelo della guerra, la triste farsa di sognarsi prima eroe e poi di passare «dalla parte del nemico» con l’iscrizione al pci, scegliendo infine un titubante far parte per se stesso; ma anche una collana di amori malriposti, le letture, il teatro, la musica, il calcio, gli amici. Testa e cuore però non fanno che tornare a quella mattina di maggio, a quell'ipotesi sospesa, a quell'eccidio mancato. Così, nel tentativo di fare i conti con i propri fantasmi...

Mi piacerebbe riuscire a leggere tutti i libri in gara, per potermi fare un'idea personale sul valore di ognuno e parteggiare per quello che riterrei più valido, ma, considerato il tempo disponibile e i miei impegni, presumo che non riuscirò a portare a compimento questo mio proposito. Qualcuno di voi ha letto qualche libro della lista? Sarei curiosa di sentire i vostri commenti.


Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.
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