Gli scrittori della porta accanto
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Imma Pontecorvo presenta: Nico e i cibi della salute

Imma Pontecorvo presenta: Nico e i cibi della salute

Imma Pontecorvo presenta: Nico e i cibi della salute

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini.Imma Pontecorvo presenta la favola didattica Nico e i cibi della salute (Youcanprint): «L'importanza di mangiare bene per crescere sani».

Imma Pontecorvo è laureata in Scienze dell’Educazione, presso l’Università Suor Orsola Benincasa, di Napoli.
Accanto alla sua professione come docente non ha mai smesso di coltivare quella che è la sua più grande passione: la scrittura. Ama scrivere fin dai tempi dell’adolescenza e partecipando a concorsi letterari, sia a livello nazionale che internazionale, si è aggiudicata diversi premi e riconoscimenti. Le sue opere figurano in numerose antologie letterarie. Nel corso del tempo ha svolto il Corso di scrittura creativa e il Corso di Giornalismo, web journalism e attualmente collabora come redattrice sul quotidiano nazionale La voce agli Italiani.
Tra le sue opere: la silloge di poesie A passi di danza sui miei pensieri, il racconto breve Lo specchio dei ricordi, il romanzo In un mare di emozioni (Menzione d’onore al Concorso Letterario Internazionale Le Pieridi), il racconto di narrativa per ragazzi L’azzurro dell’amicizia (Menzione d'onore - sez. racconti - al 4° Concorso Artistico Letterario Nazionale "Perdersi nell'amore"), il romanzo Nel sorriso dell’aurora, il racconto La più bella realtà, la silloge di poesia Carezze di seta, la favola ecologica per l’infanzia Nico e il fantastico mondo del mare (1° classificato - sez. favole – al 4° Concorso Artistico Letterario Nazionale “Perdersi nell’amore”), il per ragazzi Il Bivio (PAV edizioni), il romanzo Il diritto di vivere - La voce di Angela. Di recente pubblicazione è il romanzo I passi dell’amore – La mia vita con e senza la danza (Youcanprint).


Lo specchio infranto

Nico e i cibi della salute

di Imma Pontecorvo
Youcanprint
Favola educativa | Narrativa per l'infanzia 6+
ISBN 979-1222706320
cartaceo 8,00€

Quarta

Nico frequenta la seconda elementare e durante la ricreazione ama sedersi sotto il grande tiglio in fondo al cortile con il suo compagno Pietro. Dopo qualche giorno si unisce a loro Alan, un nuovo compagno di classe che non ha mai con sé merendine confezionate, ma ogni giorno mangia un semplice frutto. Pietro, invece, più paffutello, spesso ha perfino una doppia merendina.
Un giorno, mentre sono in palestra a giocare, Pietro rimane steso a terra e viene portato al Pronto Soccorso.
Osservando il banco vuoto accanto al suo, Nico è triste e preoccupato. I bambini non sanno cosa è successo a Pietro, ma la maestra spiega loro che il cibo che mangiamo è determinante per la nostra salute e che alcuni cibi sono più sani di altri.
Quando l’amico ritorna c’è una sorpresa per tutti: le mamme si sono organizzate per portare a scuola una merenda sana, costituita da succhi di frutta fatti in casa, fette di pane cotto nel forno a legna e condite con un filo di olio extravergine d’oliva.
Nico è il più felice di tutti perché capisce che anche cambiando solo una piccola abitudine come la merenda a scuola, lui e i suoi amici possono aiutarsi reciprocamente a crescere sani e forti e non ammalarsi più.
Età di lettura: da 6 anni.


L'autrice racconta



Buongiorno Imma Pontecorvo, benvenuta sul web magazine culturale Gli scrittori della porta accanto. Entriamo subito nel vivo di questa intervista: come è nata l’idea di scrivere Nico e i cibi della salute, ce ne vuoi parlare?

Buongiorno a tutti voi!
La favola Nico e i cibi della salute nasce dalla mia esperienza di insegnante. Per due anni l'intero istituto dove ho lavorato, é stato coinvolto nel progetto di educazione alimentare coadiuvato con una recita a fine anno scolastico dove i bambini mostrarono ciò che avevano appreso riguardo ad una corretta alimentazione.
È stato, quindi, spontaneo, per me, creare una storia che parlasse di tale tematica.

Cosa devono aspettarsi i lettori da questa bellissima favola didattica?

Questa favola vuole porre l'attenzione sulla buona alimentazione, ma, non solo, anche sul valore del cibo nel rispetto di chi non ha cibo sufficiente per sopravvivere. Attraverso dei dialoghi e vicissitudini, viene mostrata la differenza tra i cibi sani e i cibi spazzatura.
I lettori, quindi, leggeranno una storia sull'importanza di mangiare bene per crescere sani.
Non ci sono capitoli ma dei disegni realizzati dalle bravissime grafiche Domenica ed Emilia Lupia che mostrano le scene più salienti della storia.

Immagino che il bimbo in copertina sia Nico, il protagonista, che con la complicità della nonna divora una salutare fetta di pane…

In copertina é raffigurata la scena di Nico che ogni qualvolta si reca a casa della nonna, può gustare una bella fetta di pane, di quello casareccio con un filo d'olio paesano.

Un libro destinato a giovani lettori ma non solo, è una bella fiaba anche per gli adulti, affronta un tema molto importante: c’è anche un altro messaggio nascosto tra le righe?

La genuinità dei cibi con le loro proprietà nutritive, é il messaggio principale di questa favola che viene veicolato apertamente in ogni pagina del libro.
Non é presente, quindi, nessun altro messaggio nascosto.

Hai all’attivo diverse pubblicazioni: secondo te qual è il libro più bello che hai scritto?

La scrittura é stata sempre una passione molto forte pur se il mio "abito" naturale, é la poesia. La narrativa é stato un sentiero che nasce proprio da una mia poesia con il mio primo libro quale In un mare di emozioni. Da questo sono nati altri libri che abbracciano generi diversi, dai classici romance ai libri di formazione per ragazzi fino alle favole.
Ogni libro porta nelle sue pagine, un po' di me, i miei stati d'animo, riflessioni, emozioni, dire, quindi qual é il più bello, é alquanto difficile...
Forse la mia prima favola, Nico e il fantastico mondo del mare, é quello che ho scritto con maggiore sentimento. Da insegnante, sono entrata nel mondo "magico" dell'infanzia e quando ho iniziato a scrivere le prime riga, ho rivissuto i svariati momenti che ho condiviso con i miei piccoli alunni. Mi sono sentita più "libera" nel "creare" Nico e il granchietto Tobia, la stella marina Betty, il pesciolino Noé e altri simpatici personaggi, rispetto agli altri libri, un po' più "studiati".
Una favola ecologica per la salvaguardia del mare e delle spiagge che é entrata a far parte di diversi progetti plastic-free e della terza edizione degli Stati generali del mare promosso dal Comune di Napoli.

Secondo te è più difficile scrivere libri per bambini o per adulti?

Scrivere un libro per bambini, per me, é piú difficile rispetto a quello per gli adulti per l'attenzione che si deve porre soprattutto al linguaggio. Bisogna entrare nel loro mondo, "parlare" con la loro semplicitá. La scrittura per l'infanzia richiede fantasia, cura e i bambini sono anche lettori attenti ed esigenti. Ovviamente la mia professione di insegnante, mi ha "formata" in tutto ciò, ho ascoltato, imparato, condiviso con i miei piccoli alunni e mi sono impegnata piacevolmente, quindi, nel creare i dialoghi e nella descrizione di certe scene.

Prima di congedarti ti chiedo: progetti per il futuro?

Mah! Sinceramente io ho sempre scritto in modo naturale e spontaneo. Ho un racconto di formazione chiuso nel cassetto e mi piacerebbe "rispolverarlo" per dargli luce.
In futuro, vorrei scrivere una terza favola per realizzare una sorta di trilogia, affidando sempre a Nico una nuova storia di formazione da raccontare, vedremo...
Grazie di cuore a te, Silvia e a tutto lo staff degli scrittori della porta accanto per la cortesia e la disponibilità.

Imma Pontecorvo è stato un piacere conoscerti meglio e passare il tempo in tua compagnia, a nome de Gli scrittori della porta accanto ti faccio un grosso augurio per il tuo ultimo libro, e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.





Silvia Pattarini

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Recensione: Iside e lo Sciamano di Phoenix, di Giovanni Gnecchi

Recensione: Iside e lo Sciamano di Phoenix, di Giovanni Gnecchi

Recensione: Iside e lo Sciamano di Phoenix, di Giovanni Gnecchi

Libri Recensione di Andrea Pistoia. Iside e lo Sciamano di Phoenix di Giovanni Gnecchi (Youcanprint). Un condensato di nozioni, dalla medicina alternativa all’esoterismo alla religione egizia, ma anche un libro di autoaiuto per gli insegnamenti tra le righe.

Fin dalle prime pagine s’intuisce quanto Iside e lo sciamano di Giovanni Gnecchi sia originale e spiazzante al tempo stesso. Innanzitutto, la protagonista è Iside (sì, proprio lei: la dea egizia), intenzionata a suicidarsi pur cercando ancora una via di salvezza. Decide così di interpellare il miglior psicologo sulla piazza: il defunto Erickson, soprannominato “Lo sciamano di Phoenix”.
Lo contatta più volte in sogno per chiedergli aiuto e da queste conversazioni la dea resta ogni volta stupita e destabilizzata. Ericsson infatti le pone domande esistenziali che la spingono a mettersi in discussione, a ridimensionare se stessa e la sua visione della vita. E ad aiutarla a superare i suoi blocchi e paure con i loro modi singolari accorrono anche due donne sagge e profonde: Miriam, Shakti.

La narrazione non si limita alla storia di Iside, ma si intreccia anche con la vita e le vicende di Caterina, una donna sottomessa e con un passato doloroso.

Iside e lo sciamano di Giovanni Gnecchi segue le vicissitudini della dea e della donna, le quali cercano di affrontare le proprie zone d’ombra evitando al tempo stesso di esserne fagocitate.
Ma veniamo a questo punto al mio giudizio dopo la lettura.
Ho trovato azzeccato il fatto che il libro sia stato scritto su più livelli, in modo da lasciare qualcosa al lettore indipendentemente dalla sua sensibilità e cultura. Un primo livello è quello di un romanzo di fantasia che tratta argomenti drammatici e tristemente attuali: di donne che lottano ogni giorno contro i propri demoni causati da un passato che pesa sulle loro menti e i loro cuori.

Iside e lo sciamano è anche un libro di helpself.

Certi consigli dei comprimari forniti alle protagoniste possono tranquillamente adattarsi alla nostra vita. È anche un condensato d’informazioni e nozioni insolite che spaziano dalla medicina alternativa all’esoterismo alla religione egizia. Ciò dimostra quanto l'autore abbia una cultura che abbraccia campi e letture “di nicchia” (esempio lampante la citazione di Castaneda e dal suo romanzo L'arte di sognare nonché ovviamente alcuni concetti di Erickson tratti da La mia voce ti accompagnerà).
Ecco perché il fatto che sia a più livelli può essere apprezzato da chiunque, indistintamente, poiché ognuno presenta delle chicche che rendono il libro ricco di sfaccettature inaspettate e coinvolgenti. Quindi, che noi cogliamo l'aspetto drammatico, onirico, spirituale o esoterico dell'opera, ciò non toglie che il libro ci lascerà qualcosa dentro.

Un libro veramente curioso sia per la storia che per il modo in cui viene narrata.

L'opera oscilla tra momenti drammatici e poetici, da profondi a illuminanti, spaziando da episodi commoventi e tragici che gelano il cuore.
In più, la presenza di Caterina e della sua amica Nicole resta un’incognita per gran parte del romanzo, al punto che ci si domanda più volte: “Ma cosa c'entrano con Iside ed Erickson?”
Ciò mantiene alta la curiosità e l’interesse del lettore e lo spinge a proseguire la lettura per capire il legame tra le due donne, la dea e gli altri comprimari.
Non solo, durante la lettura compaiono anche altri personaggi (uno in particolare che non ci si aspetterebbe di trovare in un romanzo), i quali all’inizio sembrerebbero fuori posto o inseriti per ottenere il classico colpo di scena, ma che alla fine trovano la loro giustificazione e utilità, dimostrando come “nulla accade per caso”.
Questo è il motivo per cui consiglio la lettura di questo romanzo, sia per la storia in sé sia per ciò che si cela tra le righe, nonché per le conoscenze fuori dall’ordinario che si possono acquisire.


Iside e lo sciamano di Phoenix
Il risveglio della dea

di Giovanni Gnecchi
Youcanprint
Spiritualità
ISBN 979-1221414615
Cartaceo 15,00€
Ebook 5,49€

Quarta 

Iside, la Dea della Maternità, della Fertilità e della Magia, dopo aver viaggiato per millenni attraverso lo spaziotempo, precipita ai giorni nostri, durante l'Oscura Era dell'Incoscienza – il Kali Yuga – e perde memoria di Sé e del suo Potere. È depressa, svuotata e pensa di farla finita. In suo aiuto accorre il Dio dei Sogni, Morfeo, che proprio nei sogni la mette in contatto con Milton Erickson, uno degli psiche-terapeuti più innovativi del secolo scorso, tanto da essere soprannominato "Lo Sciamano di Phoenix" per via degli straordinari risultati che ottenevano i suoi pazienti durante e dopo le sue sedute. Inizia così un'avventura dentro e fuori di sé, che la porterà a riscoprire conoscenze ancestrali e a ritrovare la Via del Cuore.

Andrea Pistoia
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Recensione: Fulmine, di Lello Gurrado

Recensione: Fulmine, di Lello Gurrado

Recensione: Fulmine, di Lello Gurrado

Libri Recensione di Davide Dotto. Fulmine di Lello Gurrado (Youcanprint). Una fiaba che racconta un paese che non sta in piedi neppure con le stampelle dei sogni e delle illusioni.

Le grandi storie sono nel passato, o nel futuro. Il presente è la vita del condominio. C'è qualche spunto che diventerà importante, ma noi non possiamo coglierlo o, nel momento in cui si manifesta, non ha bisogno dello scrittore.
Sebastiano Vassalli
Fare letteratura scrivendo del presente si è fatto difficile. È improponibile tornare ai grandi romanzi psicologico-sociali di un tempo. Pier Paolo Pasolini faticava a giustificare una pagina che narrasse non dei padri che avevano il problema del pane, ma dei figli che avevano quello della motocicletta. A proposito di ciò non era tenero quando diceva: «Adesso non potrei fare alcun film su questi imbecilli che ci circondano, a meno che prendessi in considerazione delle eccezioni, non facessi un dramma su un nevrotico, un tipo sensibile» [Polemica Politica Potere].

Cambiando prospettiva, si potrebbe rispondere in maniera più appropriata a una domanda più che insidiosa: cosa raccontare oggi? 

Ecco la risposta: la storia di Fulmine, riproposto in una seconda edizione.
Non è un romanzo psicologico-sociale, non ve ne è l’intenzione. Ha la struttura di una fiaba, nel senso di fiaba vera, che ci mette di peso con i piedi per terra, facendoci conoscere un personaggio il cui nome viene dal cielo in tempesta. Sono i suoi occhi e soprattutto è il suo punto di vista a parlarci di temi che corrono di bocca in bocca quasi tutti i giorni, in un tam tam che ne attutisce l’importanza e le sfaccettature.
In una fiaba tutto è nuovo, come la luce che la irradia: ecco il mondo del lavoro, la fatica di combattere per i propri diritti e la storia di questo ragazzo del Sud raccontata a uno scrittore dalla proprietaria di una masseria. La quale prega di divulgarla, perché una storia così non vada dimenticata, una di quelle che non dà scampo; che sembra d’altri tempi, se non fosse ambientata nel presente.

Fulmine ci parla anche di un paese che non sta in piedi neppure con le stampelle dei sogni e delle illusioni.

In queste poche parole c'è un ritratto più spietato delle chiacchiere da bar e da osteria, fatte apposta perché non ci si muova di un millimetro, né in un senso né in un altro.
Assistere e prendere parte al lavoro degli stagionali che raccolgono pomodori, è come stare nella capanna dello Zio Tom. 
C’è molto da imparare, col professore di lettere che inculca una lezione per niente scontata: che la storia non è fatta solo di nazioni, di fatti, di idee, ma soprattutto da persone con nome e cognome. E non ci sono solo i Napoleoni e i grandi strateghi, ci sono anche i sognatori come Martin Luther King, Nelson Mandela.

Tra le pagine di Fulmine di Lello Gurrado emerge la cultura.

Quella genuina, che si fa civiltà dei rapporti umani. Vi è chi la dispensa per mestiere e con passione e chi, assetato di risposte, è pronto ad accoglierla, accettandone qualunque lezione: il destino non rispetta mai i progetti degli umili, si diverte a mandarli in fumo, facendosi beffe delle speranze.
Nonostante un'amara verità che non ammette eccezioni, il singolo ben può fare la sua parte lasciando un segno indelebile, e persino riuscire a tracciare una terza via, tra le due che si pongono lungo il cammino: quella della protesta ferma ma pacifica, di quelle che potrebbero assaltare e abbattere, con niente, le mura di Gerico.
Può bastare persino uno sguardo collettivo, ossessivo, perforante e fisso, consapevole, dal quale anche il tiranno più incallito difficilmente può sfuggire.


Fulmine

Fulmine


di Lello Gurrado
Youcanprint
Narrativa
ISBN 979-1220377690
cartaceo 18,00€

Sinossi 

A distanza di sette anni dalla nascita, Fulmine torna in libreria. Lo fa con una faccia diversa e con un nuovo editore. Inutile stare a spiegare il perché di questa decisione. Diciamo semplicemente che per Fulmine sono stati anni straordinari, esaltanti. Il libro ha girato tutta Italia, frequentando soprattutto le scuole e conoscendo centinaia di ragazzi. È stato anche all'estero, in Svizzera, Germania e persino a New York, in una prestigiosa biblioteca. Ha vinto un premio letterario, "Legenda giovani" di Ciriè con una giuria composta da ragazzi, ha fatto alcune apparizioni in televisione in trasmissioni culturali. Ora, lo ripeto, Fulmine torna in libreria e diciamo subito che il testo è esattamente quello della prima versione. Non è stata cambiata una virgola. È bene dirlo per evitare che chi ha già letto il libro rimanga deluso dall'eventuale secondo acquisto. Fulmine rimane Fulmine, col suo coraggio, il suo eroismo, il suo desiderio di cambiare il mondo, i suoi amori. Grazie a chi lo ha amato, grazie a chi ha voglia di conoscerlo.
Davide-Dotto

Davide Dotto
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Michaela Šebőková Vannini presenta: Dal diario di una piccola comunista

Michaela Šebőková Vannini presenta: Dal diario di una piccola comunista

Michaela Šebőková Vannini presenta: Dal diario di una piccola comunista

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Michaela Šebőková Vannini presenta: Dal diario di una piccola comunista (Youcanprint ). Attraverso le pagine di un diario, una bambina dà voce a un mondo colorato ed emozionante, ormai scomparso.

Michaela Šebőková Vannini è nata nel 1975 in allora Cecoslovacchia socialista, in una città di campagna in Pianura Danubiana, vicino ai confini con l’Ungheria. Risiede in Italia dal 2001; nel 2021 è tornata, dopo tredici anni in Veneto, a vivere in Toscana, in comune di Barga (LU). Lavora a distanza per una multinazionale di Padova dove si occupa del servizio clienti e dell’amministrazione dei paesi dell’Europa Centrale, alternando così all’italiano l’utilizzo di altre tre lingue – slovacco, ceco e ungherese.
Madrelingua slovacca di origini ungheresi, l’italiano ormai è la sua seconda lingua. Da autodidatta intraprende un percorso che la porta nel 2019 a conseguire la certificazione PLIDA C2. Su richiesta delle edizioni Eastone Books di Bratislava, Slovacchia, ha realizzato in slovacco il manuale di grammatica Nuovo Italiano per autodidatti (2016) con Eserciziario (2019). Nasce così la sua passione per l’insegnamento delle lingue e oggi insegna online l’italiano agli slovacchi, e lo slovacco agli italiani.
Ha curato la traduzione in italiano di diverse opere ceche: I racconti sul cagnolino e la gattina di Josef Čapek (Poldi Libri, 2014); l'importante raccolta di fejetony politici sulla Primavera di Praga Primavera è arrivata del giornalista dissidente Ludvík Vaculík (Edizioni Forme Libere, 2018, con S.Mella); l'autobiografia Nelle braccia del Destino del musicita e compositore Karel Moor (Lumen Harmonicum, 2019).
Nel 2012 ha vinto il Premio Speciale SlowFood-Terra Madre, nella cornice del Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre, con il racconto "Il profumo della domenica". Oggi cura la rubrica L’angolo di Michaela e Detti e proverbi slovacchi per BuongiornoSlovacchia, periodico slovacco online in lingua italiana.
Ha esordito nel 2013 con il romanzo Dal diario di una piccola comunista (Besa Editrice), il romanzo che nel 2020 è stato riproposto in una sua versione ampliata, arricchita di elementi storici, culturali e linguistici, e corredata di un apparato di note.
La sua fiaba Paulina e l’Acqua della Vita nasce nel 2011 ed è stata pubblicata quest'anno da PubMe nella Collana Gli Scrittori della Porta Accanto.


Dal diario di una piccola comunista

di Michaela Šebőková Vannini
Youcanprint
Narrativa storica
ISBN 979-1220305709
cartaceo 18,00€
ebook 8,49€

Sinossi

L'anno è il 1986, il luogo è la Repubblica Socialista Cecoslovacca, in una piccola città ai confini con l'Ungheria. L'undicenne Alzbeta ci racconta nel suo diario la propria fede nel Futuro Comunista: essere una Pioniera non è solo un obbligo scolastico, è una missione! Significa istruirsi, fare buone azioni, dire solo la verità… anche se non sempre il mondo accoglie bene questo sincero zelo, e non tutto intorno ad Alzbeta è come sembra. Compresa la sua stessa famiglia. Tra ricordi dai tratti autobiografici e affresco storico, "Dal diario di una piccola comunista" ci accoglie in un mondo ormai scomparso, che nelle pagine è vivo, colorato ed emozionante, grazie alla forza di una voce bambina.



L'autrice racconta



Michaela Šebőková Vannini bentornata sul blog Gli scrittori della porta accanto. Ci racconti  quando e come hai maturato l’idea di questo bel libro, Dal diario di una piccola comunista

Ciao Silvia, grazie per questo spazio. Era il 2008, mi trovavo in una situazione lavorativa nuova, in una città nuova (avevo traslocato dalla Toscana in Veneto per lavoro) e più che mai mi prendeva la nostalgia per il mio paese, per la mia infanzia. Non volevo che venisse tutto dimenticato, non volevo dimenticare: la vita non degli eroi che hanno cambiato la storia ma delle persone qualsiasi, le gioie e le sofferenze delle famiglie, nella quotidianità del socialismo. La scrittura era un modo valido per dar voce ai miei ricordi e io non mi opponevo, scrivevo ciò che mi veniva dal cuore e dalla mente. Nello stesso tempo speravo che ciò che avrei scritto avrebbe permesso ai miei amici italiani e alla mia nuova famiglia capire meglio me e il mio Paese natìo.
Così poi è nato Dal diario di una piccola comunista che ha trovato il suo editore in Besa e nel 2013 è stato pubblicato.

L’ultima versione di Dal diario di una piccola comunista risale al 2020, mi viene da pensare che tu ci tenga molto, lo hai dunque riscritto?

Negli anni successivi alla pubblicazione ho realizzato che questo romanzo potrebbe portare al lettore italiano più informazioni del tipo sociale, culturale, politico e linguistico, per comprendere meglio ciò che io, o chiunque del mio paese, davamo per scontato. All’Università degli Studi di Padova il mio libro d’esordio fu considerato quasi il tassello mancante del mosaico di “Cecoslovacchia durante il regime totalitario”, perché esistono tanti libri di testimonianze delle persecuzioni e delle vite dei dissidenti anche famosi, ma si sa poco (in Italia) della vita quotidiana delle persone ordinarie. Fui sorpresa dall’importanza accademica che i prof attribuivano alla mia opera prima, tanto da mettersi in discussione se l’acquisizione del romanzo per la Biblioteca Universitaria spettava alla parte ceca (romanzo ambientato in Cecoslovacchia) o a quella ungherese (le tradizioni e la vita familiare erano quelle ungheresi). Mi fecero capire che il romanzo meritava di essere rimodellato anche per fare una delineatura più precisa tra la lingua di famiglia – quella dei “matrimoni e funerali” (ungherese) – e la lingua ufficiale – quella di “vita fuori casa” (slovacco) – per rispecchiare la peculiarità della vita bilingue in una città di frontiera che per centinaia e centinaia di anni aveva fatto parte del Regno Austro-Ungarico.

Quanto tempo ti ha impegnato la sua ristesura?

Dopo la chiusura del contratto con Besa, nel 2019, cominciai a rileggere e a modificare il testo, ma solo durante il lockdown per Covid, nel 2020, decisi che era giunto il momento di portarlo in fondo. Ho cercato di rendere il testo più fluido, ho tagliato interi paragrafi e ne ho inseriti di nuovi, ho cambiato l’incipit, ho aggiunto delle citazioni delle poesie slovacche e dei detti ungheresi, ho incluso parole e frasi in entrambe le lingue, e infine ho deciso, relativamente alla mole di nuove informazioni che appesantivano il testo, di gestirla tramite le note a piè di pagina, quasi si trattasse di un libro tradotto, con le note del traduttore. In effetti è ciò che mi sentivo, stavo “traducendo” la nostra vita in Cecoslovacchia socialista ai lettori per i quali essa è del tutto estranea. Dopo una lunga serie di interventi, prima di mandarlo in autopubblicazione, a dicembre 2020, l’ho sottoposto alla correzione di bozze. Per il servizio di copertina e di booktrailer mi sono appoggiata all’eccellente Stefania Bergo, Gli scrittori della porta accanto.

La protagonista è una bambina di 11 anni, una “pioniera” che crede nel comunismo. Perché questa fede e quali sfide si trova ad affrontare? Cosa significa "pioniera"?

Per chi non conoscesse la vita nei paesi socialisti (o comunisti), la parola “pioniera” evoca un’immagine della conquista del West. Per questo motivo ho evitato di inserire nel titolo del libro la parola “pioniera”, sostituendola con la “piccola comunista”. Nel socialismo un pionere o una pioniera altro non erano che bambini, i futuri comunisti. Lo Stato all’epoca arrivò praticamente ad essere tutt’uno con il Partito Comunista. Il Partito si occupava egregiamente della formazione politica dei suoi cittadini più piccoli già dalla prima elementare, soprattutto durante le attività extra-scolastiche che bambini eseguivano nel loro tempo libero. La PO SZM, la sigla che sta per l’Organizzazione dei Pionieri dell’Unione Socialista della Gioventù, era l’organizzazione giovanile del Partito Comunista della Cecoslovacchia per ragazzi dagli 6 ai 15 anni che collaborava con le istituzioni scolastiche a insegnare ai bambini i valori della vita in socialismo, renderli attivi nella vita politica e partecipi alla costruzione del futuro socialista. In teoria la partecipazione a quest’organizzazione era in base volontaria, ma la realtà era ben diversa. I ragazzi erano tutti “pionieri”, come lo è Alžbeta, la protagonista, che crede fermamente e sinceramente in tutti gli insegnamenti ed è molto desiderosa di aiutare la propria Patria nel cammino verso il comunismo. Bisogna chiarire che il “credo” di un pioniere in alcuni punti era davvero facilmente assimilabile, in quanto sovrapponibile al “credo” cristiano: aiutare gli altri, comportarsi bene. In altri punti bisognava “venerare” l’Unione Sovietica e da grandi voler diventare comunisti. Per un bambino era naturale credere negli insegnamenti che altro non volevano che “la pace in tutto il mondo” e il “benessere di tutto il genere umano”. E se nell’ambiente familiare tali insegnamenti non venivano smentiti o smascherati, era naturale poi di conseguenza volerli amplificare.
Le sfide che la protagonista affronta arrivano proprio dagli ambienti ai quali tiene di più: quello familiare, quando casualmente scopre un segreto di famiglia, e quello politico, quando il suo “credo” viene minacciato dallo stesso nucleo dell’Organizzazione. La sfida la porta a crescere in fretta, e a doversi districare tra la realtà e la finzione, tra la verità e la menzogna.

Un diario è una cosa molto personale, ci sono parti autobiografiche o è totalmente romanzato?

Ho deciso di dare al romanzo la forma del diario sia per dividerlo nelle unità più corte sia perché il racconto comunque segue in ordine cronologico la vita della famiglia Novak per quasi un anno, tra il 1986 e 1987. L’introduzione dove si spiega il ritrovamento del diario fa parte del romanzo, non è cioè formulato dall’autrice ma dalla protagonista stessa, già in età adulta. La forma del diario mi ha permesso di intrecciare il racconto dei singoli avvenimenti tramite le annotazioni del momento della giovane protagonista, con le riflessioni scaturite nella mente della protagonista mentre già da adulta raccontava la vita di allora.
Il genere del romanzo rimanda all’autofiction: è una combinazione di avvenimenti realmente vissuti e la loro distorsione letteraria. I luoghi del romanzo, gli oggetti, i costumi, le tradizioni, le pietanze esistono realmente, gli avvenimenti erano accaduti a me, alle persone che conoscevo oppure sarebbero potuti accadere veramente, in quel momento e in quel luogo.

Dal diario di una piccola comunista si può annoverare tra i romanzi storici, quindi...

Assolutamente sì. La vita delle persone semplici, che non sono degli eroi e non hanno contribuito direttamente alla “grande storia”, sono una realtà storica nello stesso modo come le vite dei dissidenti o degli artisti perseguitati dal regime. La gente comune rappresentata in questa prosa documentale della realtà storica e sociale ricalca fedelmente la maggior parte dei cittadini di Cecoslovacchia socialista negli anni Ottanta. Le microstorie romanzate e basate sul proprio vissuto scorrono sullo sfondo della macrostoria che segue fedelmente il fluire storico. Mediante numerose dettagliate osservazioni la protagonista avvicina al lettore il modo di vivere nella Cecoslovacchia sotto il presidente Husák, ma descrive anche gli avvenimenti esteri che la toccano particolarmente, come l’incidente nucleare di Černobyľ.


Le tue origini slovacche hanno influito in qualche modo sulla tua scrittura?

Certamente. Se guardiamo strettamente la scrittura, non ci sono dubbi che si tratti di scrittura migrante con la sua espressività particolare e con alcune trovate linguistiche peculiari. Credo che ogni lingua madre influenzi in qualche maniera il modo di esprimersi in una seconda lingua.
La stesura e la rielaborazione di questo romanzo mi hanno resa più ricca e più felice interiormente, aiutandomi a scoprire ciò che vivendo e strada facendo mi ero quasi dimenticata: le mie radici ungheresi. Non ho nessun merito su dove sono nata e su che lingua parlavano i miei avi, ma posso avere il merito di continuare a diffondere, con le mie scritture, l’amore per quelle terre fertili dagli orizzonti lontani, per la gente che ci vive e per le lingue che in quei luoghi si parlano completandosi e intrecciandosi come le abili mani di un canestraio intrecciano i vimini.

Ho saputo che nel tuo paese di nascita alcune letture erano sottoposte a censura da parte del regime dittatoriale e questa cosa mi ha molto colpita. Per noi italiani è impensabile immaginare che un semplice libro possa fare così tanta paura al punto da impedirne la circolazione. Eppure la storia ci insegna che questa prassi si è ripetuta in diverse occasioni nel corso dei secoli, dal Concilio di Trento al fascismo, fino a tempi più recenti nella Repubblica Socialista Slovacca. C’è qualche famoso libro per ragazzi che non sei ancora riuscita a leggere ma che ti piacerebbe tanto conoscere?

Nel 1986 quando la narrazione si apre, il regime di Gustáv Husák, segretario generale del Comitato centrale del Partito Comunista nonché il presidente di Cecoslovacchia, ormai da oltre 15 anni guidava il paese attraverso la cosiddetta normalizzazione, di cui l’obiettivo era il “ristabilimento dell’ordine”, reintroducendo il realismo socialista. Come spiegato anche nel libro, l´indottrinamento ideologico era ognipresente per anticipare che la popolazione aspirasse ai diritti individuali o alle “strane” libertà non concesse. I bambini erano coloro che più subivano questa pressione “gentile” e costante, e la letteratura per l’infanzia era uno degli strumenti molto utili. I canoni per una pubblicazione o una traduzione dovevano scrupolosamente seguire le linee guida e avere un atteggiamento propositivo verso il socialismo. Così se da un lato venivano pubblicati i libri con i protagonisti pionieri, comunisti, partigiani e pionieri russi e famiglie modello, oppure i libri di cui narrazione si collocava in altri stati “amici”, socialisti o comunisti, dal lato opposto si bloccava la traduzione o la pubblicazione di libri che non corrispondevano completamente alle normative in materia. Nonostante avessi letto praticamente tutti i libri per l’infanzia della libreria comunale della mia città, non mi ero mai imbattuta in Piccole donne, Alice nel paese delle meraviglie, Mary Poppins, La fabbrica di cioccolato, non parlando di vari Tex, Paperino o Topolino. Ma naturalmente ho letto Tom Sayer e La capanna dello zio Tom, Cuore e anche Pinocchio se pur in una versione modificata. Voglio recuperare prima di arrivare in pensione, e ho cominciato con Alice nel paese delle meraviglie [nell'edizione PubMe Collana Gli Scrittori della Porta Accanto, ndr].

Considerando le attuali tempistiche per andare in pensione in Italia, sono convinta che farai in tempo a leggere tutto ciò che vorrai, stai tranquilla! Ma torniamo al tuo libro. Perché si dovrebbe leggere Dal diario di una piccola comunista?

Per riconfermare un’altra volta che il valore più grande è la famiglia, in tutte le epoche. Per realizzare che ogni passato vissuto plasma la gente in maniera diversa. Solo scoprendo le realtà del passato si riesce a capire in profondo un popolo, una nazione. Abituati a essere felici con poco, di riciclare, di non sprecare, lontani anni di luce dal consumismo, avendo il lavoro assicurato a vita e la possibilità di vivere in modo dignitoso, ma privati delle libertà fondamentali e costretti a diventare inespressivi: mi piace immaginare Dal diario di una piccola comunista come una chiave di lettura di quella storia recente, di quel mondo che ha forgiato la odierna popolazione.

Per finire, a chi consigli la lettura del tuo libro?

Consiglio la lettura a chi volesse approfondire la propria conoscenza dei paesi dell' ex blocco sovietico e dei suoi abitanti attraverso dei flashback sulla vita quotidiana negli anni Ottanta. Per avvicinarsi ai parenti o amici che provengono dalle nazioni dal passato sotto regime socialista e capire meglio i loro comportamenti, abitudini, usanze. Per conoscere un mondo ormai scomparso ma che non deve essere dimenticato, e che nella letteratura attuale sta cadendo nell’oblio. Per chi vuole semplicemente leggere una storia interessante, profonda, emozionante, toccante.

Ringraziamo Michaela Šebőková Vannini per essere stata con noi e in bocca al lupo per Dal diario di una piccola comunista, che vi consigliamo di leggere, e per i tuoi progetti futuri!

Grazie a te, Silvia, è stato un piacere!

Dal diario di una piccola comunista



Silvia Pattarini

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A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole, di Lara Zavatteri

A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole, di Lara Zavatteri

A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole, di Lara Zavatteri

Libri Comunicato stampa. A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole di Lara Zavatteri (Youcanprint). Racconti, storie e leggende agrodolci dei luoghi, per respirarne il profumo, coglierne l'essenza, conoscerne la gente. Per non dimenticare.

S’intitola A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole l’ultimo libro della giornalista e scrittrice Lara Zavatteri edito da Youcanprint. Un libro che raccoglie racconti di due zone, la Valpantena (Verona) e la Val di Sole (Trento) nato per ricordare il padre Renato, scomparso nel luglio del 2020.
L’idea infatti è stata quella di raccogliere in un libro storie della zona in cui il padre è nato, la Valpantena, e altre di dove è vissuto, la Val di Sole. Il titolo fa riferimento ai momenti in cui, da ragazzo, il padre, nel paese di Marzana in Valpantena, pigiava l’uva nei tini a piedi nudi per fare il vino come si usava allora. Anche in copertina Lara Zavatteri ha scelto un’immagine del padre da ragazzo, in un momento della vendemmia.

A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole

A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole

di Lara Zavatteri
Youcanprint
Racconti
ISBN 9791220354608
cartaceo 11,40€

Sinossi 

La Valpantena (Verona) e la Val di Sole (Trento) sono le protagoniste di questo libro. Sono proposti racconti di queste due zone, dove è nato e dove è vissuto il padre dell'autrice, cui è dedicato il libro. Il primo racconto narra proprio la sua vita e dà il titolo al libro. Racconti, storie e leggende agrodolci di questi due luoghi, per respirarne il profumo, per coglierne l'essenza, per conoscerne la gente, soprattutto per non dimenticare.

Il primo racconto del libro s’intitola proprio A piedi nudi nei tini e narra la vita del padre, ragazzo nel veronese, fino al suo arrivo nel paese di Mezzana in Valle di Sole.

Sono protagonisti dei racconti, oltre al padre, anche paesi e persone della Val di Sole, come Roncio, piccola frazione del Comune di Mezzana, o Cavizzana, di cui si ricorda l’emigrazione in Alta Savoia, ma anche leggende come quella del brigante Falasco per la Valpantena e di Olinda e Arunte per la Val di Sole. Per la Valpantena sono citati Marzana, Grezzana, Stallavena per fare qualche esempio. Si parla anche di Verona dove il padre si trasferì.
A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole è dedicato anche a diverse altre persone care al padre e all’autrice e si può trovare online sui principali siti di vendita – Ibs, Mondadori Store, La Feltrinelli – ordinandolo in libreria o rivolgendosi all’autrice – scrivendo a larazavatteri@gmail.com. Per restare aggiornati sui libri di Lara Zavatteri, il blog è www.larazavatteri.blogspot.com.
A piedi nudi nei tini
Veniva da una terra in cui si pigiava l'uva nei tini, con le braghe tirate su e i piedi nudi, si sperava, puliti. Era più un gioco che un lavoro, tra urla, schiamazzi, schizzi d'uva e acini che andavano in ogni dove. Era un piccolo paese, Marzana in Valpantena, dove ci si conosceva un po' tutti, come accade nei piccoli borghi. Suo papà aveva i baffi, i capelli tirati indietro con il pettine - una cosa comune agli uomini, all'epoca - e la domenica, o quando la famiglia si riuniva, si tirava su le maniche della camicia, una camicia bianca, arrotolandole per non rischiare di macchiarla. Aveva fatto la seconda guerra mondiale ed era tornato a casa, come invece non era accaduto a molti altri.
Lara Zavatteri, A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole

Lara Zavatteri

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Josie Mc Ross presenta: Le pene e gli amori di Pasqualina

Josie Mc Ross presenta: Le pene e gli amori di Pasqualina

Josie Mc Ross presenta: Le pene e gli amori di Pasqualina

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Josie Mc Ross presenta Le pene e gli amori di Pasqualina (Youcanprint): una bella favola a lieto fine che insegna l'importanza di andare oltre le apparenze.

Josie Mc Ross nasce a Benevento il 06/08/1986. Si laurea nel 2011 in Lingue straniere presso la LUMSA (Libera Università Maria S.S Assunta).
In perenne esilio all’estero per lavoro, sempre alla ricerca di nuove avventure. Presente con un suo racconto “Il conte contadino e Ondina” nell’ antologia Penne d’oro della Letteratura italiana della casa editrice Centoverba.
Vincitrice anche del concorso letterario Decameron, il tempo sospeso 2020 II edizione della casa editrice Il temperino rosso con la novella “Il mastro orologiaio e il setter del Re”.

Le pene e gli amori di Pasqualina

di Josie Mc Ross
Youcanprint
Narrativa per l'infanzia
ISBN 978-8831625173
cartaceo 8,00€

Sinossi

«Pasqualina rendendosi conto della paperiozia di tutti e tre li salutò e si congedò. Tornò dalle sue paperiche e a malincuore raccontò l’accaduto. Nei giorni seguenti le sue paperiche per non rigirare continuamente la zampa nella piaga si limitarono ad osservarla e ad annuire alle sue considerazioni.»
«Dopo circa due mesi il padre di Mencita e Fofò credette saggio portare altri animali nella fattoria: tra questi vi era un curioso papero, proveniente dalla Russia, al quale diede il nome di Gorieg. Era un papero molto introverso e inizialmente litigava con tutti gli altri animali. Probabilmente aveva sofferto molto durante la sua paperfanzia e quindi tutto il suo dolore lo esternava tramite atti aggressivi.»

Le vicissitudini di una giovane papera e dei suoi paperamici in una ridente e surreale contea.


L'autrice racconta



Diamo il benvenuto a Josie Mc Ross sul blog Gli scrittori della porta accanto. Rompiamo il ghiaccio con una domanda d'obbligo: com'è nata l'idea, il progetto di questo libro?

Dunque, correva l'anno 2008 e dovevo presentare un racconto per un esame universitario in Organizzazione e Scienze dello spettacolo. Tutto è nato da lì.

Le Pene e gli amori di Pasqualina è la tua prima fatica letteraria. Quanto tempo hai impiegato a realizzarlo e perché hai scelto questo titolo?

Beh diciamo quasi 10 anni per la realizzazione di un mio sogno.
Il titolo rimanda alle sofferenze e ai lieti eventi della protagonista.

La copertina è molto simpatica, è stata una tua scelta?

Si, l'idea di base è la mia, ovviamente supportata anche dalla mia casa editrice, Youcanprint.

Chi è la protagonista della storia?

È una giovane papera che vive in una ridente e surreale contea.

Ci parli più nel dettaglio di Le pene e gli amori di Pasqualina?

Dunque essendo un breve racconto non è strutturato in capitoli. Di tanto in tanto sono presenti le illustrazioni dei personaggi protagonisti del racconto.

Le illustrazioni hanno una notevole freschezza narrativa...

Beh, sono stati realizzati personalmente dalla sottoscritta come bozzetti. Non sono una disegnatrice pertanto non sono perfetti e hanno un tocco retrò.

Le Pene e gli Amori di Pasqualina è un libro da osservare, leggere, sfogliare. Ci lasci un piccolo assaggio della storia?

Ecco a voi un breve estratto:
I primi tempi si rivelarono alquanto ardui e Pasqualina, erroneamente creduta un maschietto, trascorreva le giornate in compagnia degli altri conquimali della casa, ovvero due gattine e la madre; vi era Evarista la gatta pianista, Tanghina la gatta ballerina e Gertrude la gatta rude, nonché madre delle due gattine.
Josie Mc Ross, Le pene e gli amori di Pasqualina

A che target di lettori è destinato?

Il mio racconto è indicato per un pubblico infantile e pre-adolescenziale, dai 6-7 ai 10-11 anni.

Ogni autore nel proprio scritto lascia sempre qualche piccola traccia di se stesso. Le pene e gli amori di Pasqualina è un’opera di pura fantasia o nel carattere di qualche personaggio ci sono riferimenti autobiografici?

Beh, si come tutti gli autori, anche io ho voluto disseminare il mio racconto di qualche riferimento autobiografico anche se nel complesso è un opera di fantasia al 70%.

C’è una morale nella favola?

Sì, certo. La morale della favola è di andare oltre le apparenze e scoprire e comprendere la vera essenza degli individui, ed inoltre come in tutte le favole a lieto fine il bene trionfa sempre sul male.

Progetti per il futuro?

Vorrei continuare a scrivere per i miei lettori nuovi racconti affinché possano volare sulle ali della fantasia. Vorrei anche dedicarmi alle composizione di testi di altri generi letterari.

Ringrazio Josie Mc Ross per essere stata con noi, in bocca al lupo con Le pene e gli amori di Pasqualina e per i progetti futuri.

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
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El ghe dis el bis al tas…, il nuovo libro di Lara Zavatteri

El ghe dis el bis al tas…, il nuovo libro di Lara Zavatteri

El ghe dis el bis al tas…, il nuovo libro di Lara Zavatteri

Libri Comunicato stampa. El ghe dis el bis al tas… di Lara Zavatteri (Youcanprint), un libro in dialetto per ricordare un papà.

Si chiama El ghe dis el bis al tas...Modi di dire dialettali di Mezzana e val di Sole l'ultimo libro di Lara Zavatteri, giornalista, blogger e scrittrice di Mezzana in val di Sole (Trento).
Ho iniziato a scrivere questo libro per raccogliere modi di dire, filastrocche, termini della mia valle, perché parlare in dialetto non è più scontato e molti detti rischiano di andare perduti. A luglio è scomparso improvvisamente mio papà Renato e inizialmente non sapevo come portare a termine il mio progetto, come ultimare il libro. Poi ho pensato di dedicarlo a lui ed infatti nel libro si trova una sua immagine e delle frasi per mio papà. È stato questo che mi ha dato la forza di andare avanti, finire il libro e pubblicarlo, l'idea di farlo per lui, ed oggi il libro è disponibile.

El ghe dis el bis al tas…

El ghe dis el bis al tas…

di Lara Zavatteri
Youcanprint
Narrativa popolare
ISBN: 978-8831697606
Cartaceo 10,00€
È possibile richiederlo all'autrice, scrivendo a larazavatteri@gmail.com o su Facebook.

Sinossi 

Modi di dire, filastrocche popolari, qualche termine nel dialetto di una valle del Trentino, la val di Sole, dove si parla il "solandro". Un libro per chi vive nel paese di Mezzana o in valle, ci è vissuto, ha qui le sue origini o semplicemente ama questi posti e la parlata della gente.
Il libro interesserà in particolar modo coloro che vivono a Mezzana o in valle di Sole, ma anche chi conosce il dialetto, il “solandro” perché ha vissuto in valle oppure in val di Sole ha le sue radici, suoi antenati o parenti, o anche chi ama leggere testi dialettali. Già nel titolo c'è una frase in dialetto, una filastrocca: “El ghe dis el bis al tas...” vuol dire “Dice la biscia al tasso…” e poi la filastrocca prosegue. Si trovano molti modi di dire, appunto filastrocche e termini che riguardano, ad esempio, gli animali, le piante, le stagioni.
All'inizio del libro c'è la dedica a Renato Zavatteri, che non era nato in val di Sole ma a Marzana in Valpantena (Verona) nel 1950. Solo in seguito si è trasferito in valle e ha imparato il dialetto parlandolo quasi come uno del posto, tranne per qualche espressione veronese che saltava fuori ogni tanto (una è nel libro, sotto la dedica). Un modo per ricordarlo per sempre. Inoltre, alla fine del libro c'è un'altra dedica, un pensiero speciale.

Lara Zavatteri

Lara Zavatteri


Classe 1980, vive e lavora nel paese di Mezzana in val di Sole (Trentino). Iscritta all'Ordine nell'elenco dei pubblicisti dal 2000, scrive articoli di cultura, ambiente e attualità locale. È anche blogger e autrice di libri.
Guardando le stelleUn cane di nome GiulianoRisparmia Subito!Amici per sempreCuor di Corteccia, Sopravvissuti, Youcanprint.
Reset, Photocity.it. La strada di casa, Edizioni del Faro.
Agata. Come un funerale ti salva la vita, Aroma di caffè e profumo di fieno, L'Intimo non si cambia (e nemmeno si prova), Youcanprint.
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