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2 settimane alla scoperta della Spagna: Valencia, Barcellona e Madrid

2 settimane alla scoperta della Spagna: Valencia, Barcellona e Madrid

2 settimane alla scoperta della Spagna: Valencia, Barcellona e Madrid

Mamme in viaggio Di Sonia Borrini. Hola! Due settimane in Spagna, viaggio on the road con mia figlia di dieci anni alla scoperta di tre città situate nel centro-est del Paese: Valencia, Barcellona e Madrid. Cosa fare, dove alloggiare, i musei e le attrazioni da non perdere, i piatti tipici e le attività che piacciono ai bambini.

Per le vacanze di ottobre 2023, io e mia figlia Mia di dieci anni abbiamo optato per la Spagna, un'avventura di quasi due settimane che ha lasciato un'impronta indelebile nei nostri ricordi.
Il nostro viaggio è iniziato con un volo che ci ha portato nella vivace metropoli di Madrid. Ma la vera avventura è iniziata quando abbiamo rischiato di perdere l’ultimo treno per Valencia, la nostra prima destinazione. Arrivando all’aereoporto la sera con un po’ di ritardo, abbiamo dovuto correre tantissimo per riuscire a prenderlo, ma alla fine siamo riuscite a salire a bordo, sollevate e ansiose per l'emozionante avventura che ci attendeva.
Mia è cresciuta abituata fin da piccola ai mezzi di trasporto pubblici, quindi li prende con molta facilità e si diverte anche durante i nostri spostamenti. Credo che viaggiare con i propri figli sui mezzi pubblici sia un'opportunità per insegnare loro preziose lezioni di vita e promuovere l'indipendenza. È un'avventura che comincia non appena si mette piede sul primo treno o autobus!
ASSICURAZIONE DI VIAGGIO
Quando si parte per viaggi on the road o comunque non organizzati da tour operator, è bene fare sempre una assicurazione, soprattutto se si viaggia con dei bambini. Molte sono le compagnie di assicurazione specifiche per i viaggiatori, con pacchetti personalizzati sul tipo di viaggio, la durata e sull'età dei partecipanti, e includono solitamente coperture mediche e/o eventuali annullamenti o altri problemi logistici.
Tra queste c'è Holins [sconto di 10€ a persona seguendo questo link], l'assicurazione medica ideale per viaggiare, anche per chi ha più di 85 anni e per soggiorni di lunga durata, con assistenza online, e HeyMondo [sconto del 10% sul totale seguendo questo link], più economica e ideale per chi cambia spesso programmi, con assistenza totalmente tramite app.

Una volta arrivati alla stazione di Valencia, è stato il nostro caro amico spagnolo a venirci a prendere.

Ci ha accolto con un sorriso caloroso e una generosità tipica della sua cultura, rendendo il nostro arrivo ancora più speciale. Proprietario di una casa in montagna chiamata Raco de Saoret, ci ha ospitato per due giorni, offrendoci un assaggio della vita rurale spagnola. Le mattine in montagna sono piene di vita e attività, accompagnate dal suono della natura e, ahimè, anche dalla motosega che riecheggia tra gli alberi. Abbiamo lavorato la terra, piantato banani e trasformato tronchi in sedili per una sauna naturale, tutto mentre ci godevamo la compagnia e l'atmosfera rilassante della campagna. Ma ciò non ha fatto altro che aggiungere fascino e autenticità all'esperienza. Dopo una buona dose di aria fresca e lavoro all'aria aperta, siamo scese in paese, solo per scoprire che il concetto di tempo e pasti a Valencia è un po' diverso dal nostro. Troppo presto per pranzare, troppo tardi per fare colazione: una lezione che ci ha accompagnato per tutto il resto del viaggio.

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Sulla strada ci fermiamo a mangiare la nostra prima paella ad Albufera, una laguna costiera situata a sud di Valencia.

È una riserva naturale protetta e un luogo di grande bellezza paesaggistica. La laguna è circondata da risaie, paludi e dune sabbiose, ed è nota per la sua ricca biodiversità. Molte persone visitano l'Albufera per godersi la natura, fare passeggiate in barca sulla laguna e osservare gli uccelli migratori che vi sostano durante le loro migrazioni. È un luogo molto suggestivo e tranquillo, ideale per una pausa dalla frenesia della città.

Albufera, Raco de Saoret

Successivamente, ci siamo avventurati nella vibrante Valencia, esplorando ogni angolo della città e lasciandoci sorprendere dalla sua bellezza e vivacità.

Il nostro primo giorno a Valencia è stato dedicato a una bella camminata lungo il Rio di Valencia, che in realtà è un parco, che ci ha portato fino all'Oceanogràfic, l'acquario più grande d'Europa. Siamo rimaste incantate dalle meraviglie marine che popolano le sue vasche, tanto che abbiamo trascorso ben cinque ore senza neanche accorgercene, rapite dalla bellezza e dalla varietà della vita sottomarina. Abbiamo visto squali, meduse, lo spettacolo dei delfini e pure la voliera.
Un’amica francese e la sua bella famiglia ci hanno accolto nella ridente cittadina residenziale La Cañada, a qualche stazione di metro da Valencia. Lì si gioca per strada senza problemi. Un’altra lezione è di prenotare in anticipo i treni, alla fine abbiamo dovuto cambiare i nostri programmi e partire all’alba con l'unico treno ancora disponibile per Barcellona. Dopo un viaggio incantevole a Valencia, il nostro percorso ci ha portato verso la magica capitale catalana, una città che profuma di storia, arte e spirito innovativo e che porto nel cuore avendoci passato un anno molto tempo fa.
Cinque giorni di pura gioia ci attendevano, ospitati in un accogliente bilocale a Barcelloneta, grazie a un house swapping non simultaneo con una studentessa gentile che ci ha permesso di vivere la città come veri locali.


Barcellona, con la sua architettura stravagante, le strade animate e le spiagge pittoresche, ci ha accolto con il suo carattere vivace e unico.

Ogni angolo della città racconta una storia, dalle strade strette del quartiere gotico alle audaci opere di Gaudì che decorano la città con la loro stravaganza. Durante il nostro soggiorno, abbiamo avuto il piacere di incontrare degli amici romani, anche loro in visita, con i quali abbiamo fatto turismo e condiviso momenti indimenticabili. Abbiamo esplorato le opere iconiche di Gaudì, tra cui il Parco Güell, un vero e proprio capolavoro artistico immerso nella natura, e la Casa Batlló, un edificio incredibilmente suggestivo con la sua facciata scultorea e colorata.

Parco Horta e Sagrada Familia

E ovviamente la Sagrada Familia, un capolavoro in divenire, la cattedrale incompiuta che racchiude l'essenza del genio architettonico di Antoni Gaudí.

Iniziata nel 1882, questa basilica è un'opera maestosa che combina elementi gotici e art nouveau in un modo unico, diventando il simbolo più iconico della città. La Sagrada Familia, con le sue torri che sfidano il cielo e gli intricati dettagli che adornano ogni angolo, è finalmente aperta al pubblico. Tuttavia, per immergersi pienamente in questo universo di spiritualità e arte, è essenziale prenotare in anticipo la visita interna. Questa meraviglia architettonica, che continua a evolversi anche dopo oltre un secolo dalla posa della prima pietra, offre ai visitatori un'esperienza unica, un viaggio attraverso la visione di Gaudí e la storia sacra che anima ogni scultura e vetrata. Assicuratevi quindi di organizzare per tempo la vostra visita, per non perdere l'opportunità di esplorare uno dei monumenti più emblematici e spiritualmente significativi di Barcellona. Onestamente, mi sono commossa all’uscita della metro, era la prima volta che vedevo la cattedrale senza impalcature.

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Per alimetare la passione di Mia per l’arte nonostante la stanchezza, ci siamo immerse nell'universo artistico di Pablo Picasso nel cuore del vivace quartiere El Born.

Il Museo Picasso non solo ospita la più estesa collezione delle opere del giovane maestro, ma racconta anche la profonda connessione tra l'artista e questa vibrante città catalana. Inoltre, non abbiamo potuto resistere al fascino del Parco del Labirinto di Horta, un'oasi di tranquillità e bellezza che offre un'esperienza unica tra labirinti di siepi, fontane e statue romantiche.

Museo di Picasso e Parco Güell

Barcellona ci ha affascinato con la sua cultura vivace, la sua cucina deliziosa e le sue strade piene di vita.

Ho voluto far conoscere a Mia anche uno dei miei luoghi preferiti, il mondo incantato al Bar El Bosc de Les Fades, situato, un po’ nascosto, nel cuore di Barcellona. Con il suo ambiente unico e surreale, questo bar ci ha trasportati in una foresta fatata piena di sorprese.
Ogni giorno è stato un'avventura diversa, un mix di scoperte, incontri veloci con amici di oltre 15 anni, risate e momenti indimenticabili che porteremo nel cuore per sempre.
Curiosità molto gradita da Mia: l'omino che fa la cacca, conosciuto come il "Caganer", è una figura tradizionale catalana presente nei presepi di Natale, soprattutto in Catalogna e in alcune aree dell'Italia e del Portogallo. Rappresentato tipicamente come un contadino catalano con il tradizionale berretto chiamato "barretina", il Caganer è raffigurato mentre compie un bisogno naturale. Questa figura unica è considerata un simbolo di fertilità e fortuna, oltre che un elemento che porta umorismo e umanità nelle rappresentazioni della natività. La tradizione del Caganer risale almeno al XVIII secolo e rimane una parte curiosa e amata delle festività natalizie in queste regioni.
Mia ha subito il fascino delle empanadas, che non sono forse tradizionalmente spagnole ma che trovi a tutti gli angoli della città, e si è divertita a gustarle in diverse varianti durante il nostro soggiorno.

Il Bar El Bosc de Les Fades e il Museo

Abbiamo salutato Barcellona con direzione Madrid con la promessa di ritornarci presto.

Siamo arrivate in treno e siamo state accolte da un'amica spagnola con le sue due simpatiche figlie, vecchie amiche di Mia. Purtroppo il tempo non ci ha accolto bene e ci siamo trovate a sprofondare nell'inverno madrileno, con il sole che è solo un ricordo. Infatti, Madrid è la capitale europea più alta, situata a circa 650 metri sul livello del mare. Questa elevata altitudine contribuisce a un clima particolare, con estati calde e inverni freddi, a differenza di altre parti della Spagna. E quindi anche i piatti sono invernali. Non potevamo quindi non assaggiare il cocido, in una taberna tipica in centro a Madrid. Il cocido è un piatto tradizionale spagnolo, particolarmente popolare nelle regioni centrali del paese come Madrid. Si tratta di un gustoso stufato a base di carne e verdure, preparato con ingredienti come manzo, pollo, maiale, salsiccia, patate, ceci e altre verdure a piacere. La preparazione del cocido può variare leggermente da una regione all'altra, ma generalmente coinvolge la cottura lenta di tutti gli ingredienti in un brodo ricco di sapori, fino a quando non diventano morbidi e succulenti. È un piatto ricco e sostanzioso, spesso servito in più portate: prima la zuppa, seguita dalla carne e dalle verdure. Il cocido è un piatto confortante e nutriente, perfetto per affrontare le fredde giornate invernali.

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Il costo della vita a Madrid è sensibilmente più elevato rispetto alle località che avevamo visitato precedentemente.

Dalle piccole spese quotidiane ai pasti nei ristoranti, tutto sembrava avere un prezzo maggiore. Mia approfitta del fatto che non avevamo l’abbigliamento giusto e si dedicava allo shopping. E c’era da sbizzarrirsi a Madrid, senza dubbio! Oltre a centri commerciali e negozi vari, abbiamo passeggiato per le vie del centro ammirando l’architettura e gli artisti di strada.
Visto il brutto tempo, abbiamo optato per una visita al Museo delle Cere. Questo museo porta i visitatori a confrontarsi con figure di cera incredibilmente realistiche, rappresentanti celebrità di ogni genere, dalle star di Hollywood ai grandi leader politici. Attraverso le sue esposizioni interattive e dettagliate, il museo offre un'esperienza unica e coinvolgente, permettendo ai visitatori di avvicinarsi ai loro personaggi preferiti in un ambiente divertente e educativo. Mia ha trascorso un momento davvero divertente!

Il Palazzo di Cristallo e il Museo delle Cere

Il Parco del Retiro, uno dei suoi gioielli, è un vasto parco pubblico che offre un'oasi di tranquillità nel cuore della città di Madrid.

Con i suoi laghetti, giardini ben curati e statue iconiche, il Retiro è un luogo perfetto per passeggiare, fare jogging o semplicemente rilassarsi lontano dal trambusto urbano. All'interno del parco, si trova anche il Palazzo di Cristallo, una struttura di vetro e metallo costruita nel XIX secolo e utilizzata per mostre d'arte e eventi culturali. Il Retiro è un luogo molto amato dai madrileni e dai visitatori, ed è un must durante una visita a Madrid.
Ovviamente non posso dimenticare di citare i churros che ci hanno tenuto compagnia durante questo viaggio! I churros sono un delizioso dolce spagnolo, tradizionalmente consumato a colazione o come merenda, ma apprezzato in qualsiasi momento della giornata. Si tratta di bastoncini di pasta dolce fritti e ricoperti di zucchero, con un interno morbido e un'esterno croccante. Solitamente vengono serviti accompagnati da una tazza di cioccolato caldo denso e cremoso, perfetto per intingervi i churros e gustarli al meglio. I churros sono diventati popolari in tutto il mondo e sono un'icona della cucina spagnola, amati sia dai locali che dai turisti in visita alla Spagna.
Per tutte le esperienze vissute elencate e molte altre, Mia non vede l'ora di ritornare in Spagna. Allora non possiamo che salutarci con un “Hasta pronto!”.



© Sonia Borrini

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Canarie, viaggio a Tenerife: panorami mozzafiato e boschi patrimonio dell'UNESCO

Canarie, viaggio a Tenerife: panorami mozzafiato e boschi patrimonio dell'UNESCO

Canarie, viaggio a Tenerife: panorami mozzafiato e boschi patrimonio dell'UNESCO

Viaggi Di Luigi Lazzaroni. Canarie, isola di Tenerife: il Parco Nazionale del Teide, i panorami mozzafiato di Los Gigantes e Masca, e i boschi di Anaga, patrimonio dell'UNESCO.

La TF-523 sale decisa da Arafo, la giornata è bella, ma non possiamo fermarci ogni due per tre a fotografare i fiori, brontola giustamente mia moglie, ma questi proprio non possiamo perderli e anche lei è d’accordo: sui bordi della strada, prima fiori isolati poi macchie poi una distesa unica di papaveri gialli, una fioritura incredibile, non sai più cosa fotografare – a casa ho poi scoperto che si tratta di una specie americana introdotta nelle Canarie e diventata invasiva, che delusione!
Più avanti,  La Tarta del Teide, un punto panoramico eccezionale, a destra in basso sotto le nuvole c’è il mare, poi paesini lontani che dalla costa risalgono il pendio per lasciar spazio a boschi e pinete, un’onda scura che sale fino alla base del cono del Teide, impossibile non fermarsi ad ammirare lo spettacolo.


Il Parco Nazionale del Teide.

Il Parco Nazionale del Teide.

Una ventina di minuti e siamo alle Canadas, qui si entra nel cuore del Parque Nacional del Teide e qui i colori si scontrano e si mescolano: colate di lava nera e arbusti verdi mezzo rinsecchiti, spiagge di pomice bianca e cespugli gialli, scivoli di sabbia ocra e cespi di margherite bianche, massi color carbone e fiori rosso magenta, il tajinaste rojo, il fiore simbolo del parco, non puoi sbagliare c’è una tavola illustrativa e ce n’è uno proprio lì dietro immobile per la foto.
La strada gira attorno alla cima del Teide tra fioriture di ginestre bianche, sulla destra la colata lavica più recente, quella del 1909, in fondo al rettilineo incomincia la discesa, giuro è l’ultima fermata, siamo stanchi e cotti dal sole ma non si può rinunciare al panorama lunare, una distesa di sabbia nera da cui spuntano surreali pini delle Canarie, alle spalle le ultime nevi del Teide, di fronte il profilo lontano de La Gomera.

Il Parco Nazionale del Teide.

Il tajinaste rojo e le distese di papaveri gialli

I panorami mozzafiato di Los Gigantes e Masca, alla ricerca del Drago di Tenerife.

Oggi giornata di relax, dove andiamo? A cercare El Drago di Tenerife – ??? –, una pianta, la Dracaena draco, la più vecchia è a Icod de los Vinos – quanto ci vuole?, chi lo sa.
Non lo so perché, prima dobbiamo vedere due attrazioni turistiche: Los Gigantes e Masca.
Cosa hanno di bello Los Gigantes? Sono una infilata grandiosa di promontori a strapiombo sul mare. E di brutto? Il solito incredibile caos di costruzioni turistiche lì di fianco.
E Masca? La strada spettacolare lungo i costoni della montagna e le folate di nebbia che scendono spinte dagli Alisei, il paese è in una bellissima posizione ma un po’ troppo turistico per i nostri gusti.
Il mare sulla costa nord è in burrasca e gli scorci panoramici si sprecano, non si spreca invece tempo a Icod per trovare il famoso drago, grande, bello, strano con quella forma a candelabro e i ciuffi rossi dei fiori, quanti anni ha? Boh, chi dice mille, chi dice tremila, è comunque l’albero simbolo di Tenerife.

Los Gigantes e Masca

San Cristobal de La Laguna.

«Non mi porti mai a vedere qualche bella città, sempre boschi e montagne», casualmente oggi pensavo di fermarci a San Cristobal de La Laguna prima di andare a vedere i boschi di Anaga, «ma come sono fortunata!»
Sole e luce limpida dopo la polvere del Sahara portata dal vento di ieri e i colori delle case di San Cristobal sono luminosi come non mai. Passeggiata nel centro storico, sembra di essere in una città dell’America Latina, palazzi coloniali con portali di pietra scura su facciate color pastello, balconi di legno e patio nascosti, ovviamente la cattedrale, c’è anche un teatro con balconcini di ferro battuto stile liberty. E tutta questa gente dove sta andando? La seguiamo e arriviamo alla chiesetta di San Francisco Real Santuario del Santisimo Cristo de La Laguna, il nome è più lungo della chiesa, sull’abside un crocifisso tutto luci e oro, è il Cristo de La Laguna di alto valore artistico e religioso, scrive la nostra guida – la cerimonia sembra lunga, usciamo. Guarda, ci sono anche qui gli alberi del drago! A proposito di alberi, dobbiamo andare sui monti di Anaga.

La Laguna

I boschi di Anaga, patrimonio dell'UNESCO.

Dopo Las Mercede la strada sale ma noi ci fermiamo quasi subito, c’è il mirador Pico del Inglés, panorama magnifico, come al solito verrebbe da dire, si vede tutta la valle, si vede San Cristobal de La Laguna e, in fondo, l’immancabile Teide. Si sale ancora e ci accoglie la nebbia, esce dal bosco, si infittisce e si dirada all'improvviso, sibila nel vento quando la strada corre sulla cresta, nei momenti di luce valloni profondi che scendono al mare, picchi rocciosi che sbucano dal bosco compatto, viene definita zona selvaggia e lo è davvero. Dai facciamo una passeggiata, sì, le conosco le tue passeggiate, non lasciarmi indietro come al solito. Il sentiero è umido e scivoloso e come non potrebbe con tutta questa umidità, non si vede praticamente niente perché le piante sono fittissime, tronchi magri, storti, sbilenchi, attorcigliati, festonati da muschi e licheni, il suolo è coperto da cespugli spinosi, foglie coriacee, rami caduti e grandi felci, è la famosa laurisilva, mi prende in giro mia moglie, come su La Gomera e su La Palma, sempre la stessa roba. Non abbocco alla provocazione ma è vero, resta il fatto che queste foreste sono un fossile vivente tutelate dall’UNESCO come Patrimonio della Biosfera.

PIANIFICA UN VIAGGIO

Guida turistica
Hotel
Volo
Albergo Montes de Anaga, un tè caldo è quello che ci voleva. Panorama bello! – sentenzia mia moglie, il che è tutto dire.

Luigi Lazzaroni

Luigi Lazzaroni
Non credo nell’astrologia ma mi ritrovo in alcune caratteristiche del mio segno, ovviamente quelle che mi fanno più comodo: l’Acquario ama sentirsi libero e sente il bisogno di spostarsi continuamente, adora viaggiare, è attratto da tutto ciò che è nuovo, ha idee continue che gli girano in testa, gli Acquario sono sognatori. Confermo al cento per cento. Per il resto studi classici, laurea scientifica giusto per cambiare, pittura nei periodi di meditazione, fotografia sempre, in montagna da solo o con gli amici, in giro per il mondo con una moglie che mi tiene nel mondo reale tranne che in Amazzonia dove non vuole proprio venire.

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Weekend a Barcellona: l'itinerario del secondo giorno

Weekend a Barcellona: l'itinerario del secondo giorno

Weekend a Barcellona: l'itinerario del secondo giorno

Viaggi Di Loriana Lucciarini. Un itinerario per visitare Barcellona in un weekend. Secondo giorno: alla scoperta di Gaudì e delle Case di Passeig de Gracia, con inevitabile passeggiata sulla Rambla fino a La Bouqueria.

Continua con l'itinerario del secondo giorno il mio weekend a Barcellona.



Giorno 2: Casa Battlò | Parc Guell | Manzana de la Discordia | Casa Lleo Morera | Casa Amattler | Casa Millà - La Pedrera | Placa de Catalunya | Fonte del Canalettes | La Ramblas | La Boqueria


Casa Batllò

Da Universidad raggiungibile con metro L2 direzione Pep Ventura per una fermata: Passeig de Gracia.
Casa Batllò è una delle più geniali e celebri costruzioni del famoso architetto Gaudì. La facciata ha uno stile fortemente evocativo e richiama, come spesso accade in tutta l’opera di Gaudì, le strutture e le forme della natura.
La visita è d’obbligo: casa Batllò è il capolavoro del genio creativo di Gaudì. Lascia nel visitatore ricordi indelebili fiabeschi e magici e un’emozione unica. Data la sua bellezza e la particolarità vi consiglio di considerare almeno due ore per il giro interno.

Parc Guell

Raggiungibile da Casa Batllò prendendo sulla Rambla la linea 24 per Parc Guell. In venti, trenta minuti circa si arriva al parco.
Parc Guell è tra i luoghi più belli e affascinanti di Barcellona. È animato da sculture di animali fantastici, tutti decorati con maioliche variopinte e cocci di vetro che vanno a formare un grande mosaico. Da fotografare El Dragon, un drago di ceramiche colorate che è la mascotte del parco. Un parco unico per uno stile unico, quello di Gaudì, spettacolare e merita una visita di almeno due ore. Perdetevi nei giardini, ammirate le architetture e i mosaici, fotografate il panorama della città visto dal parco e ristoratevi nel verde del parco. Anche qui Gaudì ha dato il meglio di sé!

Parc Guell e Casa Batllò

Passeig de Gracia: Casa Lleo Morera, Casa Amatller, Casa Batllò e La Pedrera

Da Parc Guell si riprende il bus 24 per ridiscendere verso Passeig de Gràcia e scendere nuovamente davanti a casa Batllò.
Passeig de Gracia è una strada delle più note della capitale, la via per eccellenza degli acquisti. Qui vi sono i più begli edifici della città. Famosa anche come Manzana de la Discordia (Via della discordia) a causa della disputa tra architetti per edificare le case più belle: Casa Lleo Morera al n° 35, Casa Amattller al n° 41, Casa Batllò al n° 43, Casa Milà (La Pedrera) al n° 92, patrimonio dell’Unesco.
Casa Amatller si trova proprio a fianco a casa Batllò. È un edificio di chiaro stile modernista, costruito a fine Ottocento da Josep Puig i Cadafalch. Di stile gotico urbano, ha anche un patio e un salone centrale. L’atrio d’ingresso è davvero bello e merita una visita, anche per la suggestiva scalinata e le belle vetrate decorate. Al suo interno ospita un caffé cioccolateria che va assolutamente visitato per una sosta gourmet tutta panna e cioccolata!
La Pedrera (Casa Milà) è un famoso edificio di sei piani progettato da Gaudì. La casa è immediatamente riconoscibile per il procedere curvo delle sue linee costruttive. L’idea di fondo di Gaudì era quella di richiamare l’andamento ondulato del mare. È patrimonio dell’Unesco ed è visitabile anche al suo interno.
I principali edifici da vedere sono tutti molto vicini e non vi è la necessità di dedicarvi molto tempo. Si può camminare in relax lungo la via, curiosando tra i negozi chic con le griffe più alla moda e godersi dall’esterno questi bei palazzi.

Plaza de Catalunya e la Fonte di Canaletes

Continuando la passeggiata lungo Passeig de Gràcia, verso la Rambla, incontriamo Plaza de Catalunya: la piazza principale di Barcellona, il cuore della città (qualcosa come il km 0). È il punto di congiunzione tra Passeig de Gràcia e l’inizio de La Rambla.
Qui si trova la Fonte di Canaletes, una fontana che attrae turisti soprattutto per la leggenda secondo cui chi beve l’acqua di Canaletes poi torna a visitare la città.
Una sosta per ristorarsi è d’obbligo, se poi la leggenda vuole che in questo modo sia assicurato un nuovo viaggio in questa bella città tanto meglio!

La Rambla e La Pedrera

La Rambla e La Bouqueria di Placa Sant Josep

La Rambla è senza dubbio la via più conosciuta della città. Lunga due chilometri, collega Placa de Catalunya al mare ed è affollata da turisti che qui trovano, passeggiando, tante attrattive: dai locali alle bancarelle, dai numerosi artisti di strada ai caffè, dai vicoli con edifici di pregio al divertimento. Di giorno e di notte è il punto nevralgico della città. Da girovagare in lungo e in largo per scoprire mille cose interessanti…
A Placa Sant Josep, una delle piazze più suggestive di Barcellona c’è la sede de La Bouqueria – il mercato –, un'enorme distesa di banchi che vendono ogni genere di prodotti alimentari, uno dei mercati più antichi d’Europa. La visita è di rigore, per ammirare l’esposizione di frutta e verdura, per gustare street food locale, per immergersi in una parte della città autentica.

Loriana Lucciarini
Impiegata di professione, scrittrice per passione. Spazia tra poesia e narrativa. Molte pubblicazioni self e un romanzo Il Cielo d'Inghilterra con Arpeggio Libero. È l'ideatrice e curatrice delle due antologie solidali per Arpeggio Libero, la prima di favole per Emergency Di favole e di gioia nonché autrice con la fiaba Si può volare senza ali e la seconda di 4 Petali Rossi – frammenti di storie spezzate, racconti contro il femminicidio per BeFree. È fondatrice e admin di “Magla-l'isola del libro”.
Una felicità leggera leggera, Le Mezzelane.
Ritrovarsi, Le Mezzelane.
Racconti di Stelle al bar Zodiak, Le Mezzelane.
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Weekend a Barcellona: l'itinerario del primo giorno

Weekend a Barcellona: l'itinerario del primo giorno

Weekend a Barcellona: l'itinerario del primo giorno

Viaggi Di Loriana Lucciarini. Un itinerario per visitare Barcellona in un weekend. Primo giorno: dalla Sagrada Familia a Placa de Espanya, attraverso Barceloneta e Montjuic, per ammirare il castello e la fontana magica.

Questo itinerario, inizialmente organizzato in un modo, è stato poi rivisto e adattato alle necessità sorte durante il soggiorno. Quello che leggete è quindi il tour effettivo, realmente fatto durante la nostra vacanza, testato dal nostro girovagare e macinar chilometri.
Un itinerario fattibile, pur se stancante, che permette di ammirare tutti i siti e i luoghi più importanti di Barcellona. Alcune delle informazioni qui riportate sono state reperite dalla guida PaesiOnline su Barcellona.


Giorno 1: Sagrada Familia | Placa de Sant Jaume | Port Vell | Barceloneta | Montjuc | Placa de Espanya e Parc Joan Mirò



La Sagrada Familia

Da Universidad raggiungibile con metro L2 – Sagrada Familia – direzione Pep Ventura, fermata Passeig de Gracia.
La Sagrada Familia è l’edificio più conosciuto di Barcellona. È la grande basilica cattolica tuttora in costruzione dal 1882 e uno dei capolavori di Gaudì che verrà conclusa nel 2026. La costruzione è originale e straordinaria e per questo è meta dei turisti di tutto il mondo. L’ingresso nella struttura è dalla Facciata della Passione.
Da visitare anche il museo esplicativo sulla filosofia costruttiva di Gaudì, il museo con le opere di Gaudì, la cripta.
Tempo di visita: 2 ore.

La Sagrada Familia

Barrio Gotic: la Cattedrale (SEU) e Placa De Sant Jaume

Dalla Sagrada Familia prendere la Linea L5 – Jaume I – diretta verso Cornella Centre, fermata Verdagnet e poi cambiare con la linea L4 direzione La Pau, fermata Jaume I.
La SEU è la cattedrale di Barcellona, dedicata a Santa Eulalia: edificata sopra una basilica paleocristiana del V secolo, nel 1058 venne consacrata una basilica romanica e successivamente iniziò la costruzione della cattedrale gotica.
Placa De Sant Jaume è il centro della vita politica della città, vi sorgono il Palau De La Generalitat (sede del governo autonomo catalano) e L’Ajuntament (il municipio).
In piazza si teneva una manifestazione a favore dell’unità spagnola. Cartelli, cori e volantini contro la politica, che vede favorevole la maggior parte del popolo basco, per l’indipendenza della Catalogna.
Verso il palazzo di Caixa Forum abbiamo fatto una sosta gourmet in una jamoneria: prosciutto e vino per un relax garantito!

Ribeira: Santa Maria del mar

Da metro Jaume I prendere la linea L4 – Urquinaona – verso Trinidad Nova per una fermata e scendere a Urquinaona.
Simbolo della Catalogna, affascinante esempio di architettura modernista. Sito nel quartiere Ribeira, ha l’esterno imponente e finemente decorato. Si possono fare anche visite guidate all’interno, che è davvero spettacolare. Santa Maria del mar è una chiesa gotica del XIV secolo, affacciata sul mare. Di questa costruzione parla il romanzo La cattedrale del mare di Idelfonso Falcones. Fu costruita dagli abitanti del quartiere La Ribera con i soldi che avevano guadagnato grazie al commercio estero, i portuali hanno portato al suo interno – masso dopo masso – i materiali da costruzione, così come descritto dal romanzo di Falcones. Questo perché era la loro chiesta privata, a cui hanno dedicato energia, passione e impegno economico. L’esterno è davvero imponente. L’interno è visitabile solo a pagamento, abbastanza singolare, visto che la Cattedrale (la SEU) offre invece l’entrata gratis. Sarà perché i turisti sono attratti alla visita grazie al famoso romanzo di Falcones?
Interessante perdersi nei vicoli laterali adiacenti, si respira un’atmosfera antica ma frizzante…


Port Vell e Barceloneta

Port Vell è la zona commerciale, turistica del lungomare di Barcellona. Per arrivarci si oltrepassa Rambla del Mar (con ponte galleggiante in tek e numerose panchine per sostare), si visita il Maremagnum (centro commerciale con ristoranti bar negozi souvenir, ...), accanto al centro commerciale c’è L’Aquarium e infine Palau del Mar, l’unico magazzino originale sopravvissuto al rinnovamento. Zona di passeggiata: negozi, banchetti, centro commerciale, bar e ristoranti, una lunga camminata per il porto e verso il mare, utile a rilassarsi godendosi il clima che Barcellona riesce ad offrire anche a dicembre…
Realizzata nel 1715, Barceloneta è quartiere di marinai e pescatori. Ha ristoranti di pesce e permette una distensiva passeggiata in riva al mare. Mar Bella Beach è la rinomata spiaggia di sabbia, di origine artificiale. Questa zona è davvero spettacolare: la lunga e larga spiaggia si estende per chilometri ed è sempre frequentata. Famiglie con bambini, artisti di strada e musicisti allietano il relax di chi si concede una pausa davanti all’Oceano.
La teleferica porta i visitatori al quartiere di Montjuic, arrivando ai Jardins de Miramar: uno dei punti panoramici sul mare della città. Una luuunga scarpinata per arrivare alla teleferica (il punto esatto è in fondo alla Barcelloneta e noi invece pensavamo fosse in Port Vell, quindi ci siamo fatti nuovamente l’intera passeggiata al contrario!), pagando ben 11 euro a testa per un tratto sì suggestivo ad oltrepassare il mare fino a Montjuic, ma che può essere decisamente evitato. Il costo è alto, il tragitto è brevissimo e lascia i visitatori nella parte opposta alla collina che necessita di una nuova lunga scarpinata per arrivare nei siti più interessanti da visitare. Molto più comodo e economico invece prendere la metropolitana fino a Placa de Espana e arrivare dal lato opposto: ci si ritrova davanti al Museo nazionale di arte di Catalunya (MNAC) e alla Fonte magica in brevissimo tempo e si può usufruire delle scale mobili per arrivare al Castello di Montjuic, senza sobbarcarsi un tratto di strada scomodo e poco suggestivo.

Santa Maria del mar e Baceloneta

Montjuic: la Fontana magica, il castello, il villaggio spagnolo e l'Anello Olimpico

Montjuic è il vero polmone verde della città con i suoi 250 ettari di estensione. Le attrazioni all’interno del parco sono tante: oltre al Castello e all’Anello Olimpico meritano una visita il Mercato dei Fiori, il Teatro Greco, il Museo Mirò, il Museo di Arte della Catalogna, il Giardino Botanico storico, il parco e la Fonte Magica, che verso sera si aziona con spettacolo di luci musica e acqua per 15 minuti – ogni mezz’ora dopo le 19. Vi consiglio di organizzare la gita a Montjuic di giorno, per visitare con la giusta luce le molte attrazioni qui presenti.
Il Castell de Montjuic, costruito nel 1640 per respingere l’assalto delle truppe castigliane, nel 1842 venne utilizzato per bombardare la città e sedare nel sangue la rivolta della popolazione contro il governo. È il simbolo del potere di Madrid su Barcellona (fu poi prigione e luogo di tortura franchista).
Lungo la Avinguda del Marques de Comillasi, si può visitare il Villaggio spagnolo, Poble Espanyol. Da qui si raggiunge la zona olimpica, sulla terrazza si gode il panorama della città sullo sfondo de la Torre delle Comunicazioni.
L’errore logistico ci ha impedito di vedere la maggior parte delle attrazioni di Montjuic. La Fonte magica dà spettacolo solo di venerdì e sabato mentre di domenica è chiusa. Molti turisti, assieme a noi, si sono ritrovati a bocca asciutta! Ci siamo consolati con il Museo nazionale di Catalogna che è imponente e suggestivo e offre uno scorcio interessante tra le luci della sera di Barcellona.
Scendendo verso Placa de Espanya abbiamo trovato una esposizione di auto d’epoca, molto visitata, e siamo arrivati direttamente in piazza.

Placa d’Espanya e Parc Joan Mirò

Ampia e ariosa, Plaça Espanya è una piazza deliziosa appena fuori dal centro dove convergono alcune delle vie principali di Barcellona, tra cui Gran Via e Parallel.
Vi si stagliano le due grandi Torri veneziane e al centro troviamo la grande fontana progettata da Jujol nel 1928, un omaggio all’acqua: ciascun gruppo scultoreo infatti rappresenta uno dei mari e degli oceani che bagnano le coste spagnole (il Mar Mediterraneo, l’Oceano Atlantico e il Mar Cantabrico).
Qui si trova anche la vecchia Arena de Toros di Barcellona (Las Arenas) che è stata conservata nella sua struttura originaria ma che oggi è un moderno centro commerciale. Un ascensore panoramico porta i visitatori sulla grande terrazza che permette di ammirare un colpo d’occhio spettacolare dell’intera città.
Animata dalle luci della sera, questa piazza è suggestiva e spettacolare. Comodamente raggiungibile con la metropolitana – Linea L1 verso Fondo, fermata Espanya – offre al turista molti scorci suggestivi e edifici interessanti da visitare.
Adiacente alla piazza c’è anche il Parc Joan Mirò. Sorge sull’antico mattatoio della città e ospita giardini pubblici, dedicato all’artista catalano, ospita una delle sue più famose sculture: «Dona I Ocell».

A presto, con Weekend a Barcellona: l'itinerario del secondo giorno: Casa Battlò, Parc Guell, Manzana de la Discordia, Casa Amattler, Casa Millà, Placa de Catalunya, Fonte del Canalettes, La Ramblas, La Boqueria.


Loriana Lucciarini
Impiegata di professione, scrittrice per passione. Spazia tra poesia e narrativa. Molte pubblicazioni self e un romanzo Il Cielo d'Inghilterra con Arpeggio Libero. È l'ideatrice e curatrice delle due antologie solidali per Arpeggio Libero, la prima di favole per Emergency Di favole e di gioia nonché autrice con la fiaba Si può volare senza ali e la seconda di 4 Petali Rossi – frammenti di storie spezzate, racconti contro il femminicidio per BeFree. È fondatrice e admin di “Magla-l'isola del libro”.
Una felicità leggera leggera, Le Mezzelane.
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Weekend a Barcellona: cosa fare, cosa evitare e dove mangiare

Weekend a Barcellona: cosa fare, cosa evitare e dove mangiare

Weekend a Barcellona, cosa fare e cosa evitare

Viaggi Di Loriana Lucciarini. Barcellona, una città che incanta: cosa fare, cosa evitare e dove mangiare in un weekend.

Barcellona. Affascinante di giorno, suggestiva al tramonto, frizzante di sera, ha mille attrattive per ammaliare i turisti e offrire un soggiorno speciale.
Vi racconterò nei prossimi post il mio weekend a Barcellona, questa città unica, piena di colori, di vita, di musica, di allegria e vi offrirò informazioni utili per organizzare il vostro prossimo viaggio in terra di Catalunya! In questo post, invece, vi segnalo quali sono le cose principali da vedere a livello turistico, architettonico e le principali attrazioni della città da poter visitare in 3 giorni, cosa evitare e dove mangiare.

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Cosa fare a Barcellona

  • Passeggiare per la Rambla e ammirare bancarelle e artisti di strada
  • Girovagare nei quartieri de El Raval, del Barrio Gotic e de La Ribeira perdendosi tra vicoli e viuzze
  • Ammirare l’oceano dalla spiaggia de la Barcelloneta
  • Pranzare in uno dei tanti locali che offrono degustazione di vino locale e jamon iberico (prosciutto)
  • Cenare nei tipici ristoranti a base di paella e papas (patate), rinfrescati da gustosa sangrìa
  • Visitare il mercato de La Boqueria per assaporare lo street food locale e ammirare le composizioni di frutta e verdura dai mille colori


Cosa evitare a Barcellona

  • Prendere la Teleferica per arrivare a Montjuic: costa tanto (11 euro a persona) e non merita, molto più economico l’uso della metropolitana che vi porta a Placa de Espanya e da lì siete ai piedi di Montjuic.
  • Lasciarsi prendere dalla frenesia di visitare frettolosamente le mille attrattive: vi perdereste il vero spirito di Barcellona, questa magica città va assaporata girovagando in relax tra i quartieri e la grandi e ampie vie
  • Considerare poco tempo per visitare La Sagrada Familia, Parc Guell o Casa Battlo: due ore per ognuna sono necessarie per ammirare questi capolavori di bellezza e arte.
  • Non tenere d’occhio borse e portafogli: i borseggiatori sono bravissimi a colpire i turisti distratti!

Dove mangiare


Info utili

È utile prenotare online i biglietti per i musei e le attrazioni principali: la Sagrada Familia, Casa Battlo e Parc Guell impongono ai visitatori una lunga attesa. Prenotando direttamente online si evitano le file e si risparmia tempo!
Per utilizzare i mezzi pubblici esistono biglietti ad hoc per i turisti: il carnet da 10 viaggi multipersona (costo 9,40 euro) è comodo se si viaggia in gruppo e se si prevede di non utilizzare molto i mezzi pubblici (per i pochi viaggi si divide la spesa e il prezzo del trasporto è scontato rispetto al semplice biglietto singolo). I biglietti turistici a tempo (24 ore, 46 ecc…) permettono invece di girare senza problemi fino allo scadere della convenzione a un prezzo modico. Tutti i biglietti sono validi per metro e bus.
Controllate sempre su internet gli orari e i giorni delle attrazioni che intendete visitare, considerando che potrebbe esserci un ampio margine di errore! Noi abbiamo potuto verificare che la Font Magica è chiusa di domenica e che il Museo Picasso aveva un giorno di chiusura differente da quello riportato sul sito ufficiale… Siate quindi sempre pronti a rivedere il vostro itinerario adattandolo ai giorni di permanenza!



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Loriana Lucciarini
Impiegata di professione, scrittrice per passione. Spazia tra poesia e narrativa. Molte pubblicazioni self e un romanzo Il Cielo d'Inghilterra con Arpeggio Libero. È l'ideatrice e curatrice delle due antologie solidali per Arpeggio Libero, la prima di favole per Emergency Di favole e di gioia nonché autrice con la fiaba Si può volare senza ali e la seconda di 4 Petali Rossi – frammenti di storie spezzate, racconti contro il femminicidio per BeFree. È fondatrice e admin di “Magla-l'isola del libro”.
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Weekend a Madrid: cosa fare, cosa vedere

Weekend a Madrid: cosa fare, cosa vedere

Weekend a Madrid: cosa fare, cosa vedere

Viaggi Di Loriana Lucciarini. Un weekend a Madrid, per il ponte dell'Immacolata di qualche anno fa. Cosa fare e cosa vedere nella capitale iberica, tra movida, parchi, musei e piatti tipici.

Madrid, attira ogni anno migliaia di visitatori che scelgono la capitale Iberica per godere di un po’ di sana movida in una delle capitali europee più amate al mondo.
La tipica espressione Madrid nunca duerme, “Madrid non dorme mai”, rende davvero l’aspetto frizzante e vivace di questa città.
Madrid è ben collegata con le tante stazioni e fermate della metropolitana, ma si può visitare anche a piedi e in un weekend è possibile visitare le sue principali attrazioni.
Anche se la capitale spagnola mi ha deluso — forse perché era il mio primo viaggio all’estero dopo tanti anni e quindi mi aspettavo molto di più — in ogni caso sono rimasta colpita dalla vitalità di Madrid e dalla propensione alla vita notturna di tutti i suoi abitanti: si gira e si fa festa fino a notte fonda, passando di locale in locale, di aperitivo in aperitivo! Questo aspetto di Madrid l’ho molto apprezzato e forse è l’unico che io ricordi bene…
Il nostro viaggio è stato fatto durante il ponte dell’Immacolata del 2007: abbiamo trovato un clima rigido e freddo ad accoglierci, questo però non ci ha scoraggiato e ben imbacuccati per sfidare il vento sferzante abbiamo iniziato il nostro tour facendo numerose puntatine nei bar e nei locali della città per un caffè caldo e della cioccolata fumante… una buona scusa per far scorpacciata di delizie!

Ma quali sono le cose principali da vedere a Madrid in un weekend?

  1. Il Palazzo Reale
    È residenza dei Re spagnoli e si trova di fronte alla Cattedrale.
    L’imponente edificio si ispira chiaramente a quella del palazzo del Louvre di Parigi e per la sua vastità è il più ampio palazzo reale d’Europa.
    Al suo interno saloni con opere d’arte, collezioni di valore e museo d’armi.
  2. La Cattedrale
    È un mix di stili diversi e influenze architettoniche che nei cinque secoli l’hanno arricchita: il neoromanico, il neogotico, il neoclassico, il barocco, il gotico.
    Al suo interno la famosa statua della Madonna dell’Almudena e la rappresentazione delle 14 stazioni della Via Crucis. Anche il portale di bronzo è di pregio e richiama l’attenzione dei turisti.
  3. Plaza Mayor
    La piazza nei secoli passati era destinata alla vita civica: mercato, luogo di feste popolari, corride e manifestazioni, anche pubbliche esecuzioni. Poi, con il trasferimento della corte di Filippo II d’Asburgo a Madrid, nel 1561 questa piazza è stata soggetto a ristrutturazione architettonica, con i risultati che possiamo ammirare ancora oggi.
  4. Puerta del Sol
    Questa piazza si contende – assieme a Plaza Mayor – il titolo di piazza principale di Madrid.
    Qui è l’epicentro della movida madrilena e ci si festeggia il capodanno.
    Al centro vi è la statua dell’orso e il “chilometro zero”, da cui partono tutte le misurazioni di distanze per l’intero paese.

Madrid: Palazzo Reale, Cattedrale Almudena

  1. Parco del Buen Retiro
    Il parco di Madrid, frequentato dagli iberici in ogni periodo dell’anno permette rilassanti passeggiate tra viali alberati, escursioni in pedalò nel laghetto dell’Estanque grande, il Palazzo d’Inverno, per raggiungerne l’edificio e visitarlo.
    Nell’area verde si trova anche il monumento alle vittime dell’attentato alla stazione di Atocha e il famoso Palacio de Cristal, una costruzione di ferro e vetro davvero suggestiva.
  2. Stazione di Atocha
    È il luogo del terribile attentato che, nel 2004, uccise 191 persone e ne ferì 1800.
    La stazione Atocha è un opera d’arte dove acciaio, cemento e vegetazione si uniscono in modo straordinario.
    La stazione, terminata nel 1892 con la progettazione di Gustave Eiffel (i richiami al monumento che rappresenta Parigi sono numerosi e evidenti) è il punto di partenza e di arrivo di numerose linee ferroviarie, da qui ad esempio si va a Toledo.
    Al suo interno, nella parte della vecchia, ospita un grande giardino tropicale con piante rigogliose, foresta tropicale e alcune specie di animali, come tartarughe.
  3. I Musei: il Reina Sofia, il Prado e il Thyssen Bornemiza
    Al Reina Sofia una visita è di rigore, soprattutto se amate l’arte e in particolare quella di Picasso, Gaudì e Mirò. Infatti la Guernica di Picasso è solo una delle opere che attirano qui la maggior parte dei visitatori.
    Il Prado offre capolavori della pittura fino al 1800, ampie le sale per innumerevoli opere esposte. Il visitatore può passarci un’intera giornata, stando molto attento a non rimanere incantato davanti alle opere, come è capitato a me con un Renoir…
    Adiacente al Prado c’è il Parco del Buen Retiro e si può approfittare per una visita a entrambi.
    Il Thyssen ha opere del 1800 americano ed europeo, mi hanno colpito molto le opere di Goya e Sorolla.

Madrid: Plaza Mayor, paella e prosciutto iberico

Poi, tra le cose da fare, c’è la... Madrid gourmet!

Per il visitatore è d’obbligo assaggiare i famosi piatti locali, come la paella (piatto di riso, con varie varianti) e il cocido madrileno (tipo zuppa di ortaggi, cereali e patate) sono i piatti tipici. Ma si possono degustare anche i tanti dolci che vengono venduti agli angoli delle strade: le rosquillas de San Isidro (ciambelle), i churros (dolci di pastella fritta), gli huesos de santo (fatti con patate, mandorle e crema). Una sosta d’obbligo è nelle Jamonerie, dislocate in ogni quartiere: qui si può assaggiare il prelibato prosciutto iberico: una delizia!
Le caffetterie (il caffè italiano è meglio scordarvelo, anche se lo richiedete espresso, qui lo fanno imbevibile, purtroppo!) propongono cioccolata calda e ampia varietà di biscotti in ambienti raffinati e suggestivi. Alcuni locali offrono cucina Gallega a base di pesce crudo, ma la nostra esperienza non è stata granché: il giorno dopo avevamo tutti influenza intestinale, quindi consiglio di andare solo in locali affidabili e seri.



Loriana Lucciarini
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Barcellona in auto coi bambini

Barcellona in auto coi bambini

Barcellona in auto coi bambini

Mamme in viaggio Di Elena Genero Santoro. Un viaggio a Barcellona, in macchina da Torino, tra l'architettura incredibile di Gaudi, la Rambla e i quartieri paesani. Per sentirsi a casa.

Cosa si può raccontare di una vacanza a Barcellona? Cosa si può dire della città più turistica del mondo che non sia già noto?
Anche quest’anno è proseguito il mio impegno di far conoscere il mondo ai miei bimbi. Volevo stupirli con effetti speciali, mostrando loro qualcosa di così diverso da ciò che vedono di solito che non potessero dimenticarselo.
La scelta è ricaduta su Barcellona perché erano tredici anni che non ci andavo e volevo dare un’occhiatina, vedere cos’era cambiato. E poi perché io sono una patita di Antoni Gaudi, ho iniziato ad amarlo nel 1998 quando me l’hanno fatto studiare a ingegneria edile e ho proseguito negli anni. Perché tutto quel colore e quelle forme antropomorfe, il parto di una fantasia geniale e feconda, di una creatività esuberante, per me sono sempre stati il meglio del meglio. 
E anche perché quando mia figlia ha visto sul web una simulazione di come doveva diventare la Sagrada Familia è rimasta esterrefatta.

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Abbiamo raggiunto Barcellona da Torino in auto, per avere la possibilità di muoverci a nostro piacimento e di girare. 

Questo per dire che la metropolitana non l’abbiamo presa mai e non rientra nelle nostre esperienze. La viabilità a Barcellona, per lo meno ad agosto, è ottima. I viali sono larghi, i parcheggi si trovano, basta pagare, e si gira benissimo.
L’ho riscoperta come una città ariosa, rilassata, che nulla aveva da spartire con la Parigi tesa e cupa che ho visitato l’anno scorso, dove c’erano guardie armate ovunque.


A Barcellona, nonostante l’attentato del 17 agosto 2017, non so se a torto o a ragione, non c’era nemmeno un poliziotto e l’atmosfera era veramente rilassata per tutti.
Non so se sia una percezione mia, o se è cambiato qualcosa nella città, ma mi pare che Barcellona abbia rimosso il velo scuro che trovavo avesse prima. Forse si è evoluta, (per tante cose gli spagnoli mi sono sembrati molto più avanti di noi), forse si è liberata di un certo bigottismo. Forse ha restaurato qualche monumento corroso dallo smog. Non lo so, eppure mi è parsa più chiara.

Noi comunque alloggiavamo in un paese vicino, a Cardedeu, quindicimila anime e un centro per niente turistico, con piccoli negozi che alla domenica stanno chiusi e ad agosto chiudono per ferie.

Cardedeu si è animato con processioni ed eventi dal 10 al 15 di agosto, perché in Catalonia il Ferragosto è molto sentito. Nel pomeriggio di Ferragosto, in cui mi sono guardata bene dal raggiungere Barcellona, c’è anche stata la sfilata, che si compone essenzialmente di tre momenti: le maschere di cartapesta (senza carri, le maschere, imponenti, sono indossate da persone che camminano a piedi), la danza con i bastoni, e i diavoli che sparano petardi. Ignoro il significato di queste figure, più profane che sacre, in verità – non c’è alcuna Madonna in processione – ma a Cardedeu ci hanno mostrato in piccolo quello che sicuramente hanno fatto a Barcellona mille volte più grande e che avevo già visto nel 2005.
Comunque a Cardedeu, dove avevo affittato una casa stupenda sul circuito di Airbnb, ho avuto la conferma di quello che tutti mi hanno sempre detto: la Spagna è il paradiso del celiaco. Su una decina di roulotte da streetfood di Ferragosto, due avevano cibo senza glutine. Un sogno per me e mia figlia.

Ma torniamo a Barcellona. Per chi come me è amante di Gaudi, la visita alla Sagrada Familia e alle altre opere è d’obbligo.

Ma torniamo a Barcellona. Per chi come me è amante di Gaudi, la visita alla Sagrada Familia e alle altre opere è d’obbligo. 

L’unico problema è che tutto costa parecchio e possibilmente deve essere prenotato via internet almeno il giorno prima, con l’ingresso a una determinata ora.
Questo ci ha portato a rinunciare alle case Milà e Battlò, perché ogni biglietto costava tra i venti e i trenta euro a testa: io e mio marito le avevamo già viste, i bambini non le avrebbero apprezzate.
Anche il parco Guell, un tempo gratuito, ora è a pagamento nella parte centrale, che al momento è pure, in parte cantiere: l’abbiamo scartato. C’è invece una porzione di parco accessibile a chiunque. Quella merita una passeggiata, anche per l’aria limpida e la visuale. Con pochi euro inoltre si accede alla casa di Gaudi nel parco, anche quella vale un’occhiata e il giardino è stupendo, rilassante, ben organizzato. Ci sono dei tunnel di rampicanti nei quali si può entrare, sembrano usciti dalle fiabe.
Alla Sagrada Familia, l’opera infinita di Gaudi, non abbiamo rinunciato. L’esterno è ancora tutto in divenire, ma l’interno è concluso. È un bosco di colonne, arbusti e foglie sono stilizzati; gli elementi strutturali, quando furono pensati, erano altamente innovativi e di difficile realizzazione. Ma la meraviglia sono le vetrate, lunghe, ampie, di tutti i colori. È stata un’emozione tornarci, l’ultima volta che avevo messo piede nella Sagrada Familia mancava ancora la copertura, invece adesso è una vera chiesa.
Mi sono chiesta a lungo se portare i miei figli là non fosse stato troppo. Cioè, alla loro età, con la loro esperienza parziale, tutta quella maestosità non poteva venire colta. Per loro la Sagrada Familia era una grossa chiesa e le altre opere di Gaudi semplicemente delle case. Non ero certa che potessero apprezzarne la loro particolarità con il resto dell’architettura, non avendo metri di paragone. Eppure qualcosa è rimasto loro, e ancora adesso hanno in mente Gaudi. Abbiamo letto la storia della sua vita su un libro per bambini, che in realtà era presentata in maniera abbastanza triste e sconsolata. Comunque, anche a scuola qualcosa hanno raccontato.

Casa  Battlò e parco Guell

Ma la vera scoperta in Barcellona è stato il museo della scienza di CosmoCaixa.

Dopo aver scartato l’acquario di Barceloneta, perché costava una cifra importante a fronte del fatto che i miei bimbi di acquari ne hanno già visti più d’uno, da Genova a Cherboung in Normandia, in una giornata uggiosa ci siamo trovati in questo museo la cui visita ci ha preso un pomeriggio intero, per la favolosa cifra di otto euro totali (quattro euro gli adulti, zero i bambini).
A CosmoCaixa ci sarebbero state anche delle attività a pagamento aggiuntive, tipo il planetario, ma non abbiamo avuto tempo. Infatti parte inclusa nel biglietto era davvero vasta. Ci abbiamo trovato dentro di tutto, dai meteoriti ai fossili, dagli esperimenti di cinematica al diorama degli uomini primitivi. C’erano degli acquari con i pesci e anche la ricostruzione di un ambiente pluviale (mica piccolo). Ma il sollazzo assoluto da cui non riuscivamo più a staccarci era la zona dedicata ai robot di tutti i tipi: dai dinosauri animati ai robot interattivi che camminavano coi visitatori o che ci giocavano a memory.
Insomma, una scoperta veramente interessante, che ha appassionato i bambini avvicinandoli col gioco al percorso STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) che a me sta molto a cuore.

Un’altra attività interessante per i bambini è prendere la funicolare e andare fino al Tibidabo. 

La funicolare è già un’attrazione simpatica: queste due carrozze in discesa, una che sale una che scende, che si scambiano nel punto centrale nel percorso, dove il binario unico si sdoppia, è qualcosa che ai piccoli piace parecchio. Ma una volta lassù ci si trova a girare in un immenso luna park e ad avere a disposizione tutta la visuale di Barcellona. Poi alle spalle c’è anche la chiesa neogotica fondata dal nostro San Giovanni Bosco (che per me che sto vicino a Torino, è il santo della porta accanto), che è rappresentato in molte statue. La balconata antistante la chiesa è il punto più alto accessibile, tutta Barcellona sarà ai vostri piedi.

E poi si scende, si torna a terra, dove la Rambla è sempre la Rambla.

Con le sue statue viventi che sono sempre un’ispirazione, dove Passeig de Gràcia ha i negozi di lusso, dove il gelato italiano assomiglia a un gelato italiano, dove le vie sono una scoperta continua, dove il barrio Gotico è sempre un’emozione e dove si trovano quartieri che sono essi stessi città nella città.
Per esempio il Barrio Gràcia, in cui ci siamo trovati per caso l’ultima sera: ha il respiro di un paese, con una festa di paese. Le strade erano state addobbate con installazioni coloratissime. Ogni tratto di via era in gara con gli altri. Erano rappresentati vigneti, con grandi grappoli d’uva che pendevano da un soffitto di tralicci verdi. C’era il libro della giungla, con Mogwli, Akela e tutti gli altri, grandi personaggi, imponenti, verosimili, di carta pesta. In una via, in un cielo di fili di nylon blu e verdi, era rappresentato lo spazio con gli alieni. E ancora la campagna, con topi stilizzati fatti coi mouse dei computer e funghi di spugna dipinti con la vernice. Con materiali poco costosi e di recupero, erano state create delle atmosfere suggestive, che con le luci della notte erano ancora più intense. La folla apprezzava lo spettacolo, passeggiava, si fermava dove si poteva mangiare. Era stata allestita persino una tavolata. C’era chi si faceva dei selfie, chi girovagava e basta. Nella piazza si stava tenendo un concerto.
Ed è stato in quel momento che ci è dispiaciuto lasciare Barcellona: quando ne abbiamo scorto il risvolto più paesano, ci siamo sentiti a casa.



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Elena Genero Santoro

Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag.
L’occasione di una vita, Lettere Animate.
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni.
Gli Angeli del Bar di Fronte, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).
Il tesoro dentro, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).
Immagina di aver sognato, PubGold.
Diventa realtà, PubGold.
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