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Rosanna Costantino presenta: The TØP - Il mondo dei Twenty Øne PilØts

Rosanna Costantino presenta: The TØP - Il mondo dei Twenty Øne PilØts

Rosanna Costantino presenta: The TOP - Il mondo dei Twenty One Pilots

Presentazione Libri Intervista a cura di Stefania Bergo. Rosanna Costantino presenta The TØP - Il mondo dei Twenty Øne PilØts (PubMe - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto) in uscita il 9 dicembre, disponibile in anteprima alla fiera Più Libri Più Liberi di Roma: una biografia arricchita dalle illustrazioni di Silvia Zaccour, una panoramica estesa sulla discografia e la poetica della band, l'analisi dettagliata delle tematiche ricorrenti nelle canzoni, il linguaggio metaforico e l'universo distopico di Dema, i Vescovi, Trench, Clancy e il Tedoforo.

Rosanna Costantino è nata nel 1981 in Basilicata, dove vive col marito e due figli. Ha conseguito la laurea in Lettere Moderne. Ha lavorato come correttrice di bozze ed è giornalista pubblicista per blog e testate giornalistiche locali. Le sue passioni sono la scrittura, il cinema, la letteratura, l’arte, la musica e tutto ciò che è immaginazione, sogno e bellezza.
Nel 2020 ha unito tutte queste passioni e professionalità e ha scritto il suo primo libro, In The End. Una biografia non ufficiale di Chester Bennington (Collana Gli Scrittori delle Porta Accanto), tradotto in inglese e portoghese. Sempre per la stessa collana, un suo racconto su Kurt Cobain è stato inserito nell’antologia Gli anni del Grunge: Italia 1989-1996, mentre nel 2024 è uscito il libro illustrato per ragazzi Road to Revolution, che racconta i Linkin Park ai più giovani. Nel 2025 è uscito Linkin Park. Under my skin. Testi commentati per Arcana Edizioni.


L'autrice racconta



Rosanna Costantino torna con un nuovo libro, una biografia dei Twenty One Pilots, arricchita dalle splendide illustrazioni di Silvia Zaccour. Attraverso il commento dei testi racconta la loro storia musicale e personale, il mondo alternativo cui hanno dato vita. Cosa ti ha spinto a scrivere un libro su di loro e perché proprio in questo momento storico della band?

Credo che la musica dei Twenty One Pilots meriti di essere analizzata, raccontata e divulgata e credo che questo sia il momento storico perfetto perché il racconto del loro universo narrativo distopico e alternativo è giunta alla conclusione, dopo ben 10 anni, con l'ultimo album, Breach, pubblicato recentemente. Perciò, adesso abbiamo tutti i pezzi del puzzle sul tavolo e possiamo prendere il messaggio che c'è dietro nella sua totalità.

Cosa cosa distingue la loro discografia da quella di altre band?

La discografia dei Twenty One Pilots credo abbia una marcia in più rispetto a quella di altre band, perché i messaggi che sono dietro ogni canzone attengono alla sfera della psiche umana in cui tutti possono rispecchiarsi. Perciò credo che questo sia una marcia in più.

Qual è l'aspetto della loro poetica che ti ha stupito di più in fase di stesura del libro?

Durante la stesura del libro ho potuto analizzare e approfondire ogni canzone, ogni album, perciò ho scoperto degli aspetti che non avevo considerato prima a un ascolto poco attento, da semplice ascoltatore che magari si lascia trasportare solo dalle belle parole o dalla musica orecchiabile. Perciò, durante la scrittura di The TØP mi sono sentita arricchita dentro, perché ho potuto leggere tutti i testi con attenzione e comprendere tutte le metafore dietro le parole. Per me è stato un bellissimo viaggio interiore di crescita, anche spirituale ed emotiva.

Ammesso che si possa fare, come riassumeresti i Twenty One Pilots?

I Twenty One Pilots sono un duo che crea canzoni orecchiabili di successo affrontando temi importanti e sempre attuali. Dunque, possiamo dire che non sono affatto noiosi perché sanno divertire il proprio pubblico e sanno divertirsi, ma nello stesso tempo sanno comunicare messaggi molto profondi e creare empatia, un senso di comunità e appartenenza con i proprio propri fan, sanno regalare esperienze indimenticabili durante i live. La percezione è che creino musica per il piacere di farlo e non per la fama.

Perché un fan dovrebbe comprare il tuo libro The TØP - Il mondo dei Twenty Øne PilØts?

Se sei un fan come me, non puoi non desiderare un libro come questo perché ho analizzato ogni canzone, ogni parola, ho cercato di raccontarle, di dare degli spunti per capirle meglio, per entrare nella mente di Tyler Joseph, che è l'autore delle canzoni, per carpire anche le sfumature musicali. Nel libro, accanto agli estratti dei testi originali c'è la traduzione, per comprendere completamente le canzoni che racchiudono dei mondi. The TØP potrebbe essere visto come la Bibbia dei fan appassionati! È il primo, e al momento unico, libro ad avere un lavoro così approfondito su tutta la loro discografia, sull'universo di Trench, Dema, sui personaggi come Clancy, il Tedoforo, i Vescovi, ed è perfetto da leggere mentre si ascoltano le loro canzoni in sottofondo.

Il volume è arricchito dalle illustrazioni originali di Silvia Zaccour che aprono ogni capitolo dedicato ai singoli album. Considerando che la band è nota per la forte connessione tra musica e dimensione visiva (come i colori distintivi di ogni era), questi elementi grafici supportano e approfondiscono l'esperienza di lettura. Di chi è stata l'idea di inserirli e perché?

Amando tantissimo anche le arti visive e questi disegni in particolare, ho pensato finalmente di poter realizzare questo mio sogno di creare un libro completo di immagini e parole che nascono dalla musica. Ho sottoposto questo mio desiderio alla mia curatrice di Collana che ha sposato immediatamente l'idea e ha lavorato in modo impeccabile per renderlo un prodotto finito di qualità. Abbiamo pensato di pubblicarlo in due diverse edizioni cartacee, una a colori e l'altra in bianco e nero, oltre alla versione digitale, in modo da rendere il libro accessibile a un pubblico più vasto possibile.
Ho conosciuto Silvia Zaccour tramite la mia cara amica Roberta con la quale condivido la passione per i TOP e i Linkin Park. Un giorno mi ha regalato due stampe e da allora ho cominciato a pensare di includere i lavori di Silvia nel libro che stavo ancora scrivendo. Mi hanno ispirata moltissimo.

Hai debuttato con In The End. Una biografia non ufficiale di Chester Bennington, l'unica in Italia a raccontare in modo approfondito il compianto frontman dei Linkin Park. In che modo l'esperienza di scrittura su temi simili – legati in quel caso alla poetica di Bennington – ha influenzato l'approccio e la profondità dell'analisi sui TOP?

L'approccio empatico è praticamente identico e anche per questo ho sentito moltissime affinità e connessioni. Il fatto stesso che Chester amasse i TOP e che si rivedesse nei loro testi ha fatto sì che io potessi avere un accesso familiare a tutte le componenti poetiche e tematiche della band.

Oltre a In the end, l'anno scorso hai pubblicato anche il libro illustrato per ragazzi Road to Revolution, anche in questo caso mettendo in evidenza, attraverso il percorso biografico e musicale dei Linkin Park, tematiche profonde, tra cui ansia, depressione e ricerca di redenzione. A che pubblico si rivolge The TØP? Pensi sia adatto anche ai più giovani?

Credo che sia un libro adatto a tutti coloro che si sentono vicine a queste tematiche, e in particole a un pubblico giovane, che poi fondamentalmente è il cuore della fanbase dei TOP. Credo che questi ragazzi siano pronti ad affrontare certe tematiche legate alla salute mentale, che siano già sensibilizzati e che proprio per questo motivo ascoltino una band come questa che non si ferma solo al motivetto orecchiabile, alla hit radiofonica e ai sold-out dei concerti.


Ti ringrazio per questa bella chiacchierata e in bocca al lupo per il tuo nuovo libro. A proposito, quando è prevista l'uscita?

L'uscita di The TØP – Il mondo dei Twenty Øne PilØts è prevista per il 9 dicembre in tutti gli store online, ma verrà presentato al pubblico in anteprima alla fiera Più Libri Più Liberi di Roma, tra il 4 e l'8 dicembre. Allo stand PubMe saranno disponibili, a prezzo scontato, delle copie a colori autografate, oltre ad alcuni omaggi per chi ci farà visita. Io sarò personalmente presente sabato 6 dicembre per il firmacopie. Anzi, per chi vuole, è possibile prenotare fin da ora la propria copia e venire a ritirarla a Roma, basta commentare sotto questo post o scrivere direttamente alla collana: collanagliscrittori@gmail.com.


The TØP
Il mondo dei Twenty Øne PilØts

di Rosanna Costantino
illustrazioni di Silvia Zaccour
PubMe - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Biografia illustrata | Discografia con testi commentati
ISBN 9791257260729 ed. a colori | ISBN 9791257260767 ed. in b/n
Cartaceo b/n 19,00€ | Cartaceo a colori 25,00€
Ebook 4,99€

Quarta

“Ho creato questo mondo per sentire un po’ di controllo” canta Tyler Joseph. E io in questo mondo sono entrata, l’ho studiato, l’ho fatto mio. E ho scoperto che, in qualche modo, mi apparteneva già.

Dalle prime esibizioni nei piccoli locali dell’Ohio al successo mondiale, i Twenty ∅ne Pil∅ts hanno ridefinito il concetto stesso di musica nel XXI secolo. Tyler Joseph e Josh Dun fondono generi diversi, dal rock alternativo al rap, dall’elettronica al pop, in una continua evoluzione sperimentale, dando voce a una generazione in cerca di connessione, sintonia emotiva e riscatto psicologico.
Questo libro racconta la loro storia: le origini, il talento, le difficoltà, l’amicizia, le vittorie e il legame unico con la fanbase, attraverso aneddoti, analisi dei testi e approfondimenti, seguendo l’evoluzione dei due artisti, capaci di trasformare l’insicurezza, l’ansia e la depressione in forza creativa, l’oscurità in speranza condivisa. Parallelamente, la voce intensa di Tyler e i ritmi magnetici di Josh ci traghettano in una realtà metaforica che attraversa cinque produzioni, dall’acclamato Blurryface fino a Breach, un complesso universo concettuale che funge da allegoria per la lotta contro le malattie mentali, le insicurezze personali e le pressioni esterne di omologazione sociale.
The TØP è un racconto appassionante non solo per i fan, ma per chiunque creda nel potere della musica, in grado di unire, guarire e cambiare prospettiva. Dopo il successo di In the end, Rosanna Costantino torna con una biografia che esplora la discografia dei Twenty ∅ne Pil∅ts, con approfondimenti su ogni album e curiosità sui brani che hanno segnato la loro carriera, arricchita dalle bellissime illustrazioni originali di Silvia Zaccour.
Un viaggio emozionante tra musica, poesia e simbolismo, perfetto per i fan che vogliono scoprire l'universo narrativo unico della band.

«Questo libro è dedicato a tutti voi che, anche solo per un istante, vi siete sentiti smarriti, invisibili, messi ai margini o travolti dal peso del mondo. Non siete soli. Non lo siete mai stati.»




Stefania Bergo
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Recensione: Il pappagallo muto, di Maurizio De Giovanni

Recensione: Il pappagallo muto, di Maurizio De Giovanni

Recensione: Il pappagallo muto, di Maurizio De Giovanni

Libri Recensione di Davide Dotto. Il pappagallo muto. Una storia di Sara di Maurizio De Giovanni (Rizzoli). Il giallo nell'era dell'IA e la rivincita dell'intuizione: non soltanto un gioco logico, ma luogo in cui la letteratura custodisce la dimensione umana dell’indagine.

Da qualche anno il romanzo giallo sta affrontando più di una sfida per restare al passo con i cambiamenti.
Se esiste un “canone”, alcuni aspetti necessitano di un aggiornamento – non solo sul piano della scrittura. Più di un autore se ne è accorto.
Alcuni tratti non reggono il confronto con il presente: non basta più immaginare indagini condotte tra bistrot parigini, pipe fumanti e appostamenti alla Maigret. A meno di ambientare la vicenda in un’epoca passata (anni Ottanta, Novanta o primi Duemila), i nostri anni Venti – e i prossimi Trenta – pongono domande nuove.

Come si conduce un’indagine quando la tecnologia digitale sembra promettere soluzioni istantanee, scandagliando dati e connessioni in pochi secondi, quando tecnici informatici offrono risposte immediate senza muoversi dalla sedia – salvo rocambolesche irruzioni da serie TV come Criminal Minds – mentre ogni dettaglio della vita quotidiana viene archiviato con precisione maniacale?

Il racconto poliziesco deve reinventarsi, e fare del conflitto tra algoritmo e intuizione il suo nuovo motore narrativo.
Ed è proprio su questo che riflette Il pappagallo muto, la settima indagine di Sara Morozzi.
Comparsa per la prima volta nella raccolta Sbirre, Sara porta con sé un passato segnato da scelte radicali: l’amore inseguito a costo di lasciare famiglia e certezze, il prezzo pagato senza concessioni al giudizio altrui. Ex agente dei Servizi, è una protagonista atipica: invisibile per scelta, dotata di un talento raro nell’ascolto e nell’interpretazione dei silenzi. Le sue indagini non puntano mai sulla spettacolarità, ma sulla capacità di leggere le persone. Anche in questa nuova avventura De Giovanni non cerca l’effetto del “chi è l’assassino?”, bensì la profondità del “perché”.



Il giallo non è soltanto un gioco logico, è il luogo in cui la letteratura custodisce la dimensione umana dell’indagine.

Qui si incontrano luce e ombra, memoria e oblio.
Qui soprattutto il conflitto non si esaurisce nell’arresto del colpevole, ma diventa contatto con i demoni interiori, con le ferite e le fragilità che nessun software può archiviare. È questa tensione – irriducibilmente umana – a costituire l’identità profonda del genere.
Il detective classico, da Sherlock Holmes a Frate Guglielmo da Baskerville ne Il nome della rosa, è tormentato dalla vertigine dell'enumerazione infinita degli indizi. L'intelligenza artificiale, per sua natura, risolve questo problema. La macchina non si perde nella lista, ma la elabora interamente, fornendo la base oggettiva su cui l'intuizione umana può finalmente agire, senza perdere il controllo.
Non è una questione da poco se oggi si parla di trasparenza algoritmica, ovvero della necessità di comprendere i processi attraverso i quali una macchina giunge a una decisione.

Se l’intelligenza umana è fallibile, quella artificiale è spesso opaca.

E non ci si può accontentare di un generico «Lo ha stabilito l’algoritmo» o «Il software ha deciso». La differenza tra un detective e una scatola nera, del resto, è proprio questa: l’umano, anche quando intuisce la soluzione, sa ricostruirne i passaggi.
In fondo, l'IA diventa un prezioso ausilio di quel "ragionamento all'indietro" che è la cifra di Holmes e la chiave per uscire dall'opacità dei dati. Holmes lo spiega con chiarezza in Uno studio in rosso (1887):
In solving a problem of this sort, the grand thing is to be able to reason backward… You see, I have already arrived at the conclusion without having all the facts. I then proceed to verify my solution. Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso, CAP 3

Un giallo che rinunciasse a tale percorso logico cadrebbe nel paradosso: un enigma con una soluzione inaccessibile. Ma se il giallo classico si fonda sulla dimostrazione logica, la realtà contemporanea spinge in direzione opposta.



E se Sherlock Holmes indagasse oggi?

Il fascino dell'investigatore inglese nasceva dal gap tra ciò che sfuggiva a tutti e ciò che lui, grazie a osservazione e ragionamento, riusciva a scovare. Quel vuoto di percezione era lo spazio in cui fioriva il giallo classico.
Oggi, però, quel margine rischia di venire colmato – o peggio banalizzato – dalla tecnologia: non serve più il colpo d’occhio sul fango sugli stivali se esistono tracciamenti GPS, né riconoscere una certa cenere di tabacco se un database può segnalarlo in un istante.
Il giallo contemporaneo deve quindi reinventare quello spazio narrativo, mostrando che, anche nell’epoca degli algoritmi, resta un gap umano che nessuna macchina può azzerare: la memoria, la capacità di leggere ciò che non si lascia tradurre in dato.
La rivoluzione digitale non è solo una questione di strumenti; è una forza trasformativa che rimette in discussione il valore di certe abilità. Il classico investigatore che si affida all’intuizione, alle confidenze, all’osservazione sul campo, è a rischio di obsolescenza. Perché affaticarsi con lunghi interrogatori quando un’IA può tracciare movimenti, incrociare dati finanziari?

Emergono nuove professioni, esperti di cybersecurity, mentre le competenze "analogiche" passano in secondo piano.

In questa corsa al digitale, le abilità analogiche rischiano di sembrare superflue: riconoscere un’esitazione nello sguardo, condurre un interrogatorio con pazienza, conquistare la fiducia di un testimone.
Eppure sono proprio questi i dettagli che nessun software sa riprodurre, e che spesso aprono varchi decisivi nelle indagini. Il giallo diventa così la cartina di tornasole di questi mutamenti, mettendo a confronto generazioni investigative e metodologie diverse.

Il pappagallo muto. Una storia di Sara di Maurizio De Giovanni ribadisce l’insostituibilità dell’elemento umano.

Le doti di Sara Morozzi e del suo gruppo (Andrea, Teresa), considerate marginali o anacronistiche, trovano invece spazio nelle zone d’ombra che la tecnologia non sa illuminare.
Si rivela decisiva la capacità di collegare fatti, e di trasformare anomalie ed errori in indizi.
Il romanzo non si concentra sul “chi” o sul “come” del crimine, ma soprattutto sul “perché”.
I personaggi, e in particolare Sara, mostrano come il delitto affondi le radici nella complessità delle relazioni umane, nei segreti, nelle passioni e nelle fragilità.
Sara Morozzi e Andrea Catapano, messi a riposo, diventano così figure considerate anacronistiche in un mondo di tecnici informatici e analisti forensi digitali. Eppure, proprio la loro marginalità diventa forza narrativa. Non sono reliquie, ma personaggi centrali di un nuovo paradigma narrativo: resistono non per nostalgia, ma perché incarnano ciò che nessuna tecnologia può sostituire.

Il giallo diventa allora un atto di memoria.

Indagando nei segreti e nelle motivazioni di situazioni e personaggi, si riportano alla luce frammenti di verità in cui il male e le debolezze umane ripropongono schemi che nessuna IA può cogliere fino in fondo. La saggezza, contaminata dall’esperienza, continua a battere il dato puro.
Scrivere un giallo oggi significa misurarsi con tensioni che esigono di restituire spessore umano a un genere che vive di dettagli, esitazioni, illuminazioni. È una sfida duplice: narrativa ed etica, perché il giallo interroga il rapporto tra verità e giustizia, tra prova e interpretazione.
Maurizio De Giovanni sceglie di rimettere al centro l’esperienza, la memoria e il dubbio. Sara Morozzi non è l’antitesi della tecnologia, ma la dimostrazione che nessuna macchina può sostituire la capacità di leggere l’animo umano. È in questa frattura che il giallo contemporaneo trova nuova linfa: nel ricordarci che la verità non si riduce a un calcolo, ma nasce da uno sguardo che coglie ciò che sfugge alle griglie degli algoritmi.

Vale la pena aggiungere due ulteriori aspetti.

L’Intelligenza Artificiale procede per sequenze lineari, mentre l’intelligenza umana vive di simultaneità: può cucinare e nello stesso tempo rispondere a una telefonata, ascoltare una canzone e collegare tra loro dettagli marginali. È questa capacità di intrecciare piani e tempi che distingue Sara e Andrea, restituendo al lettore l’impressione che l’indagine sia, prima di tutto, un atto umano.
Ciò che chiamiamo “intelligenza artificiale” è, in fondo, un’intelligenza alternativa: potente nei dati, nei calcoli e negli incroci logici, ma priva della simultaneità incarnata della coscienza. Lo ricorda Jeanette Winterson in 12 Bytes. Come siamo arrivati fin qui, dove potremmo finire in futuro, invitandoci a “rallentare” per capire cosa significa davvero essere umani. La via scelta da Sara Morozzi – intrecciare intuizione, memoria e presenza corporea – non è solo moralmente difendibile: è forse l’unico modo per non lasciarci definire da algoritmi troppo veloci e troppo silenziosi.

Non a caso, l’interesse intorno a Sara Morozzi si sta ampliando anche oltre i libri.

Dai primi due romanzi della serie è tratta una serie TV, con protagonista Teresa Saponangelo, che porta sullo schermo la “donna invisibile” creata da Maurizio De Giovanni. Non si tratta soltanto di un adattamento, ma della conferma che la sua vicenda parla al nostro tempo, intercettando paure e desideri che vanno oltre la cronaca nera. La serie televisiva coglie con precisione questa dimensione liminale di Sara: un personaggio-soglia che scosta la cortina, muovendosi con agilità tra luce e ombra. Non più soltanto una donna invisibile, ma una guardiana silente, un’Atena dagli occhi cerulei, immagine che avevo già evocato in un’altra recensione dedicata alla serie di Sara Morozzi.

Il pappagallo muto
Una storia di Sara

di Maurizio De Giovanni
Rizzoli
Gialli/crime/noir
ISBN: 978-8817182072
Cartaceo 18,05€
Ebook 10,99€
Ascolta l'audiolibro

Quarta

Al parco, seduti su una panchina vicino ai bambini che giocano, potrebbero sembrare due innocui vecchietti, Sara Morozzi e Andrea Catapano. Nessuno indovinerebbe che sono stati per anni i migliori agenti sulla piazza. A sorpresa, ora, i Servizi hanno di nuovo bisogno della donna invisibile e del cieco dalle straordinarie doti investigative. Si tratta di un'operazione in cui non possono usare mezzi tecnologici, solo l'intercettazione personale alla vecchia maniera, che i due maneggiano come nessun altro. Decidono di accettare: se hai fatto quel lavoro, ti resta nel sangue, non riesci a tirarti indietro nemmeno dopo anni.
Ma Sara e Andrea capiscono presto di aver sbagliato a rimettersi in attività. L'incarico potrebbe portarli a rischiare grosso, stretti in un ingranaggio troppo più grande di loro. Per fortuna non è sola, Mora: Teresa è sul piede di guerra, e ci sono i fidatissimi Pardo e Viola, oltre al Bovaro del Bernese Boris, a vegliare sul suo destino incerto e su quello di Andrea, in un'indagine che rivelerà, una svolta dopo l'altra, un intricato groviglio di interessi segreti.



Davide Dotto
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Francesco Nucera presenta: 118 Codice rosso sangue

Francesco Nucera presenta: 118 Codice rosso sangue

Francesco Nucera presenta: 118 Codice rosso sangue

Presentazione Libri Intervista a cura di Andrea Pistoia. Da una live radiofonica su DeejayFox Radio Station, Francesco Nucera presenta: 118 Codice rosso sangue (Delos Digital | Scatole Parlanti). Stefano e Penny sarebbero una bella coppia: ridono, scherzano e si amano. Peccato solo che lei sia morta vent’anni prima e che, da quel momento, lui abbia sviluppato il potere di vedere gli spettri.

Francesco Nucera ha un buon curriculum di volumi pubblicati, tra cui spiccano Nerd AntiZombie e Grosso guaio a RozzAngeles, editi con Nero Press, Cambio vita: vado a fare il soccorritore, con Augh! Edizioni e, con Acheron Books, Gli Inutili, un romanzo sul filo dell'ironia che racconta la dura vita dei supereroi italiani. Da sempre lavora sulle ambulanze dove fa anche il volontario.
118 Codice rosso sangue è il secondo romanzo che ambienta in Bronzea Soccorso, un’Associazione immaginaria con sede a Rozzano (MI).


L'autore racconta



Ciao Francesco. Come ti descriveresti, a chi non ti conosce?

Grandioso, così mi sento rigettato in uno di quei video di inizi anni duemila, con la musica a palla sullo sfondo, il bicchiere di gin tonic in mano e la testa che ciondola fuori tempo come un idiota.
Ciao, mi chiamo Francesco Nucera, mi piacciono i gatti e i libri. Da bambino volevo diventare uno scrittore, ora lo sono diventato e vorrei tornare indietro per cambiare il mio sogno nel cassetto. Forse preferirei diventare assicuratore, o agente immobiliare. Se non si fosse capito sono uno a cui piace ironizzare per evitare le risposte scomode.

Ho colto il messaggio! Passiamo al tuo romanzo: 118 codice rosso sangue. Puoi spiegarci in breve la trama?

Il romanzo è ambientato nella periferia sud milanese. Il protagonista è Stefano, un soccorritore del 118, che da vent’anni convive con il fantasma della sua ragazza. Lui ci parla e ci scherza come fosse viva, ma così non è. Questa capacità di vedere i morti non si limita a Penny, lui percepisce i demoni. Così, il prete che lo segue da dopo la scomparsa di lei, lo usa nella caccia al male. In questo idilliaco quadretto si unisce Lara, una giovane soccorritrice. Stefano ne è da subito attratto, in maniera quasi maniacale, forse perché in lei c’è qualcosa di speciale.

Cosa ti ha spinto a scriverlo? Un'idea, un'emozione o un episodio che hai voluto sviluppare?

La spinta arriva da un’amica e dalla mia voglia di sperimentare. Polly (l’amica) è diventata la curatrice di una collana di romanzi dark romance e mi ha chiesto di scrivere un romanzo per lei. Io, dopo aver detto un secco no, almeno dieci volte, mi sono convinto che foirse il mondo era pronto a emozionarmi con un mio romanzo. E caspita, pare che ne sia uscita un’ottima storia.

Da dove nasce la caratterizzazione dei personaggi? Ti sei ispirato a qualcuno che conosci personalmente?

Sicuramente mi sono ispirato a qualcuno per entrambi. In particolare Lara nasce dalle chiacchierate con una giovane amica. Mi sarebbe stato impossibile descrivere le ragazze di questo millennio senza il suo aiuto.

Da una parte il paranormale, dall'altra la vita in ambulanza e dall'altra ancora l'amore (quello tossico, quello perduto e quello nascente). Come ti è venuta l'idea di amalgamare questi tre elementi così diversi tra loro e perché è proprio questi?

Nasce dalla voglia di scrivere del mondo delle ambulanza, ma da un punto di vista diverso da quello del soccorso puro. Attraverso le sue pagine vorrei che i lettori si interessassero di più a quelle persone che dedicano la propria vita per aiutare gli altri, che siano essi lavoratori stipendiati o volontari. E il resto vien da sé, amore e demoni viaggiano di pari passo da sempre.

Il titolo è decisamente accattivante. Perché hai scelto proprio questo? E quale altro hai scartato, pur ispirandoti particolarmente?

Non l’ho scelto io ma il popolo di Instagram. Ho lanciato un primo sondaggio da cui sono nate diverse proposte che poi abbiamo escluso fino a quando non è rimasto solo questo. In effetti gli altri erano terribili: Le sirene dell’inferno, Un amore infernale, Quattro salti in barella

118 codice rosso sangue è legato a qualche altro romanzo precedentemente o è una storia a sé stante? Ma soprattutto, è autoconclusivo o dobbiamo aspettarci un seguito?

Sull'autoconclusivo rispondo quello che rispondo per ogni singola storia che ho scritto: dipende da quanto i lettori vorranno un seguito. Le mie storie si concludono sempre, ma è altrettanto vero che ogni storia può continuare. Quindi, vediamo.
Il "fratello" maggiore, o minore per le intenzioni, è Cambio vita: vado a fare il soccorritore, romanzo da cui ho preso la Bronzea Soccorso (associazione immaginaria di Rozzano) e alcuni dei coprotagonisti. La storia d’amore che racconto qui prende spunto da uno dei protagonisti del vecchio romanzo, poi cambia tutto con l’innesto del fattore demoniaco.

Inevitabile quindi chiederti: hai già dei progetti (letterali) su cui stai già lavorando o ti stai dedicando per ora a far conoscere il più possibile il tuo attuale romanzo?

Progetti tanti, ma dovrei lavorare di più… Intanto a giugno 2025 è uscita un’antologia zombie, Mortimale. Benvenuti sullo Zombibus, di cui sono scrittore e curatore. Poi ho un romanzo da scrivere che catologherei sotto “fantascienza” e un'idea "giallesca" che mi attrae. Giusto per cambiare ancora genere letterario e confondere di più i miei lettori.

Concludiamo con una domanda fondamentale: dove possiamo trovare il tuo romanzo?

Sicuramente lo potete trovare su Amazon, ma se siete ancora più intrepidi ptreste provare a farlo ordinare dal vostro libraio, anche se non è scontato che riesca a reperirlo.

È giunta l’ora dei saluti. Grazie per averci tenuto compagnia in questa intervista.

Grazie a voi per avermi dato voce.


118 Codice rosso sangue

di Francesco Nucera
Delos Digital | Scatole Parlanti
Romance
ISBN 978-8825429282
Cartaceo 16,15€
Ebook 4,99€

Quarta

Stefano ufficialmente lavora in ambulanza, quello che gli altri non sanno è che aiuta don Guido, un prete esorcista, a combattere i demoni. Lo fa da quando Penny, la sua ex fidanzata, è morta per poi tornare sotto forma di spettro che può vedere solo lui.
Questi sono i suoi unici amici, non male per un uomo che spesso si scorda di mangiare e il cui obbiettivo è quello di morire il prima possibile. Almeno, lo è fin quando non incespica in Lara.
Lei, giovane e bella, è alla ricerca di un mentore che le insegni il lavoro da soccorritrice, ma ancora prima è in fuga da un amore tossico che la sta logorando. Si rende conto che la persona con cui sta le fa del male ma non ha la forza di mollarlo.
Quando si incontrano, nessuno dei due immagina che tra loro possa nascere qualcosa, ma il destino è infame, soprattutto se aiutato da un demone che ha messo sotto tiro Stefano e il suo gruppo.
Le forze in gioco sono spietate, demoni millenari cercano la loro vendetta e sono disposti a usare ogni arma in loro possesso.
In una Rozzano invasa dal male, potrà l’amore salvare entrambi o li consumerà fino a portarli alla rovina?



Andrea Pistoia
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