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Il castello di Windsor: l'ultima dimora della Regina Elisabetta

Il castello di Windsor: l'ultima dimora della Regina Elisabetta

Il castello di Windsor: l'ultima dimora della Regina Elisabetta

Viaggi Di Silvia Pattarini. Tour del castello di Windsor, l’ultima dimora di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Il suo feretro, dopo i funerali di Stato a Londra, riposerà accanto al principe Filippo. Meta ideale per un weekend a Londra e dintorni.

Situato a un’oretta di strada dal più famoso Buckingham Palace di Londra, il castello di Windsor, ubicato nel borgo omonimo, nel Berkshire, è la residenza reale più antica delle Isole britanniche.
Attualmente in uso, dà lavoro a circa 200 dipendenti, tra domestici, facchini, un orologiaio, cocchieri, stallieri, restauratori, coristi, sacerdoti, agenti di polizia e personale di manutenzione.
Sua Maestà la Regina Elisabetta II era solita soggiornare tra le mura del castello due volte l’anno: a Pasqua e nel mese di giugno, quando la cappella di San Giorgio ospita la solenne cerimonia d’investitura dei nuovi Cavalieri dell’ordine della Giarrettiera.

Il Castello di Windsor è suddiviso in tre aree, denominate corti: la Corte Superiore, la Corte Centrale e la Corte Inferiore. La Cappella di San Giorgio è ubicata nella parte settentrionale della Corte Inferiore.

Magnifico esempio di architettura gotica britannica, è luogo sepolcrale di numerose tombe e monumenti reali.
Un’ampia volta a ventaglio, decoratissima e rigorosamente in pietra color paglia, offre ai visitatori uno spettacolo mozzafiato. Nel soffitto sopra le sedute del coro, svettano i coloratissimi vessilli dei Cavalieri dell’Ordine della Giarrettiera, per lo sguardo stupito dei visitatori. Lo stile perpendicolare caratterizza le ampie finestre: in particolare la grande vetrata occidentale che arriva a sfiorare gli undici metri d’altezza, è decorata con vetrate istoriate risalenti al ‘500. Gli alti pilastri affusolati che s’allungano verso l’alto offrono un impatto visivo di grazia, armonia ed eleganza.
Lungo la navata s’incontrano splendidi monumenti, a cominciare da quello di Re Giorgio V e della Regina Maria, e la magnifica scultura della Principessa Carlotta, sfortunata figlia di Giorgio IV, morta alla nascita. Sono tumulati nella cappella, nella zona settentrionale del coro, Re Giorgio VI, la Principessa Margaret e la Regina Madre. In tempi recenti si è aggiunto anche il sepolcro del Principe Filippo.

Il giardino del castello e la futura regina Elisabetta a 18 anni a Windsor

Dove sarà sepolta Sua Maestà la Regina Elisabetta II?

Sua Maestà la Regina Elisabetta II, dopo i funerali di Stato a Londra, officiati dall'Arcivescovo di Canterbury nell'Abbazia di Westminster, sarà trasalta a Windsor e riposerà accanto al suo principe Filippo, alla sorella Margaret e ai genitori: il Re Giorgio VI e la Regina Madre.
Sicuramente per la Regina del Giubileo – quest’anno ricorre il settantesimo anno di regno – sarà previsto l'innalzamento di un monumento degno della Sovrana più longeva del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, nonché Capo del Commonwealth.
Stando ai tabloid britannici, le spoglie mortali di Sua Maestà la Regina Elisabetta II dimoreranno nella cappella di San Giorgio.

All'interno della Cappella i visitatori possono ammirare anche alcuni veri e propri tesori.

La splendida spada di Edoardo III, lunga ben due metri e probabilmente utilizzata in battaglia, e una cassetta per le elemosine, realizzata attorno al 1480, talmente bella che serviva ad invogliare i pellegrini a lasciare un obolo.
Il Castello di Windsor ospita anche matrimoni, battesimi e compleanni reali. Il Principe di Galles, da poco diventato sovrano, Re Carlo III, il 9 aprile 2005 convolò a nozze con la discussa Camilla, Duchessa di Cornovaglia e ora Regina Consorte, proprio nella Cappella di San Giorgio.
Il 19 maggio 2018 anche il Principe Harry si sposò con l’ex attrice statunitense Meghan Markle nella Cappella di San Giorgio, coppia che ha fatto e continua a fare discutere i media britannici e non solo.

Il Castello di Windsor è utilizzato in alternativa a Buckingham Palace in occasione di visite ufficiali di capi di stato stranieri. Meta ideale per un weekend a Londra e dintorni.

Oggi si accede al Castello, di origine medievale, attraversando la Porta Normanna, che dà accesso diretto alla Torre Rotonda, situata nella Corte Centrale.
Si prosegue in direzione della Corte Superiore dove il visitatore può ammirare gli splendidi giardini e accedere a una parte degli Appartamenti di Rappresentanza.
Nel giro è compreso l'accesso a una ventina di sale.
Salendo lungo la Scala Regia, imponente e sfarzosa si entra nel Grande Vestibolo, con tante armi in bella mostra alle pareti.
Si attraversa la Sala Waterloo, che contiene il tappeto più grande senza cuciture mai esistito. Durante l'incendio del 1992, ci vollero ben cinquanta persone per arrotolarlo e trasferirlo in un luogo sicuro.

Proseguendo nel tour ci si trova catapultati nel Salotto del Re, di cui ricordo arazzi verdi e grandi quadri alle pareti, la Camera da letto del Re con immancabile letto a baldacchino.

Il Salotto della Regina ammicca coi suoi arazzi rossi e grandi dipinti di antichi sovrani appesi alle pareti.
La Sala da Pranzo del Re si distingue per la volta affrescata e un grande caminetto con marmi bianchi e doppie colonne ai lati.
Segue la Sala da Ballo della Regina, sfarzosa, con la peculiarità di arredi in argento che spiccano su pareti damascate in tinta azzurro pastello. Alcuni mobili, del tardo 600, sono esemplari splendidi e unici, oggetti di eccezionale valore, simboleggiavano l'essenza assoluta del prestigio e del potere della Corona.

Cappella di San Giorgio e Sala da ballo della Regina

Seguono tra sfarzi, arazzi, quadri, lampadari luccicanti, ampie finestre, specchi dorati, orologi e mobili antichi la sala Udienze della Regina, la sala di Ricevimento della Regina, la sala della Guardia della Regina.

Si attraversa la Sala di San Giorgio, dominata dalla statua equestre del Campione del Re: l'usanza vuole che il Campione dopo la cerimonia d'incoronazione del Re, fosse solito gettare a terra il guanto per tre volte, sfidando chiunque non volesse riconoscere il nuovo sovrano. Il soffitto e parte del tetto di questo salone immenso, furono danneggiati dall'incendio del 1992.
L'Atrio della Lanterna, ospita bacheche contenenti oggetti molto pregiati in argento dorato, appartenenti alla Collezione Reale.

Ma non è finita, il tour si snoda attraverso il magnifico Salotto Verde e il Salotto Cremisi, in cui la magnificenza dell'oro delle decorazioni dei soffitti e dei muri, contrasta col rosso dei velluti di poltrone e divani, drappi e tende.

Finalmente si mangia! O forse il banchetto non è per noi, ma riservato ai Reali e ai graditi ospiti. La Sala da Pranzo di Rappresentanza, è un ampio salone con un lunghissimo tavolo solennemente apparecchiato con porcellane finissime, bicchieri di cristallo bordati d'oro e posate d'argento in bella vista; utilizzata per le funzioni ufficiali, fu anch'essa danneggiata dall'incendio del 1992.
La Sala da Pranzo Ottagonale, di dimensioni molto ridotte rispetto alla precedente, è utilizzata dai familiari della Regina quando risiedono a Windsor, anch'essa fu danneggiata dall'incendio di cui sopra.

Il luogo in cui mi sono soffermata di più ad ammirare delle vere e proprie meraviglie e rarità è il Corridoio delle Porcellane: delle teche mostrano porcellane cinesi e giapponesi in grande quantità, pezzi antichi risalenti al XVII secolo e servizi inglesi ed europei.

Il mio sguardo si è posato su un mare di bellezza: il servizio Rockingham. Ogni pezzo, unico ed esclusivo, celebra i successi in mare della Gran Bretagna, con scene ispirate ai Caraibi e all'India. Alzatine magnifiche riportano con grande dovizia di particolari le sagome di frutta esotica, ananas, canne da zucchero, coralli e conchiglie, per un'eleganza e una raffinatezza senza tempo.
Seguono altre sale sfarzose: il Salone dei ricevimenti e la Sala del Trono della Giarrettiera, in cui, sopra al caminetto riccamente decorato con doppie colonne di marmo rosa, trova spazio uno splendido ritratto della giovane Regina Elisabetta II, che indossa le vesti ufficiali del giorno dell'Incoronazione, il collare della Giarrettiera, il diadema di diamanti appartenuto a Giorgio IV, lo scettro e la Corona Imperiale poggiata sul tavolo. Il trono reale poggia su una moquette blu; ai suoi lati si snodano due file di poltrone, posizionate una di fronte all'altra, dai velluti in tinta col pavimento e s'allungano per tutta la stanza.

Per finire, la Casa delle Bambole della Regina Maria che non è un giocattolo ma una replica in miniatura di una casa aristocratica, datata 1923 e creata da un architetto inglese: Sir Edwin Lutyens.

Nel Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Reale sono conservate opere di Canaletto, Michelangelo, Parmigianino, Guercino e molti altri.
La Biblioteca Reale conserva invece una impareggiabile collezione di seicento disegni di Leonardo da Vinci.
Ma i gioielli della Corona? Vi suggerisco di cercarli altrove, magari nella Torre di Londra...


Per maggiori informazioni e per organizzare il tour del Castello di Windsor: www.windsor.gov.uk

Silvia Pattarini

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Modena da scoprire: la Torre Ghirlandina e la piazza Granda

Modena da scoprire: la Torre Ghirlandina e la piazza Granda

Modena da scoprire: la Torre Ghirlandina e la piazza Granda

Viaggi Di Lara Zavatteri. Modena da scoprire in un weekend: la Torre Ghirlandina, la piazza Granda e il Duomo.

Per arrivare in cima bisogna salire la bellezza di 200 gradini e, prima, s’incontra la famosa “secchia rapita”. Si tratta della Torre Ghirlandina a Modena, insieme al Duomo e alla piazza patrimonio dell’Umanità Unesco .

La Torre Ghirlandina conserva al suo interno quella che viene chiamata “la secchia rapita” (in realtà è una copia, l’originale è conservata altrove per motivi di sicurezza).

È un secchio, posto a qualche metro da terra e trattenuto da una fune. Tutto qui? Sì, ma è il secchio, o meglio “la secchia” di cui parlò nel suo poema eroicomico il poeta Alessandro Tassoni nel Seicento.
Si narra, infatti, la storia di questo secchio, trafugato come trofeo di guerra dai modenesi ai bolognesi durante la battaglia di Zappolino, nel novembre del 1325, tra i ghibellini modenesi e i guelfi bolognesi. Vinsero i modenesi e decisero di portarsi a casa, appunto come trofeo di guerra, una secchia che quindi venne “rapita”. Il Tassoni ne fece un poema, tramandando il fatto. Tra l’altro, una statua del poeta si trova proprio a Modena a ricordo di questo scritto.

La Torre Ghirlandina permette una vista sulla piazza Granda e sul Duomo, anch'esso da visitare, dall'alto.

Costruito in stile romanico, il Duomo conserva al suo interno le reliquie di San Geminiano, patrono della città.
La consacrazione avvenne nel 1184 mentre vi lavorarono l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo, nonché in seguito delle maestranze campionesi (da Campione d’Italia). Da rilevare l’importanza delle sculture del Duomo, che come per gli affreschi avevano il compito di far comprendere la religione ai poveri, cioè coloro che non sapevano leggere la Bibbia ma conoscevano bene i simboli.
Da ricordare anche un presepe in terracotta del 1480 detto della “Madonna della pappa” mentre se ne trova anche un altro, sempre illuminato e anch’esso in terracotta, ma non dipinto come il primo.

Un altro luogo da visitare sono le Gallerie Estensi, luogo d’arte in cui si mescolano quadri, sculture, affreschi staccati, oggettistica.

Testimonianza del collezionismo degli Estensi, si trovano opere di Correggio, Velazques, Bernini, Dosso Dossi . Vale la pena tra le altre cose per il busto di Francesco I d’Este realizzato dal Bernini, per la scultura de “Lo Spinario” detto anche “Cavaspino”. Si tratta di una scultura in marmo che raffigura un ragazzino che si toglie una spina dal piede, di cui esistono varie versioni di cui la più nota è quella in bronzo ai Musei capitolini di Roma, ma ne esistono in varie parti del mondo.
Nelle vicinanze di questi siti si ricorda anche che Modena venne insignita della Medaglia d’oro al valor militare nel 1947 , per il ruolo che la Resistenza svolse in città, con le fotografie, i nomi e i cognomi dei partigiani caduti per la libertà.

Per saperne di più e organizzare una visita a Modena, consultare il sito www.visitmodena.it.

Lara Zavatteri


Lara Zavatteri

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Val di Sole da scoprire in un weekend

Val di Sole da scoprire in un weekend

Val di Sole da scoprire in un weekend

Viaggi Di Lara Zavatteri. Val di Sole da scoprire in un weekend da marzo a settembre. Cosa fare e cosa vedere, tra natura, sport e musei.

La Val di Sole, con tante bellezze naturali e storiche, è una valle del Trentino da scoprire per una gita fuori porta nei mesi primaverili ed estivi.
Si snoda tra bassa, media e alta Val di Sole ed è attraversata dal torrente Noce su cui è possibile fare attività sportive e avventurose come hydrospeed e rafting.
Risalendo la valle, da non perdere il castello di Caldes – riaprirà il 18 marzo –, ubicato nell’omonimo comune. Si tratta di un antico maniero che, come per tutti i castelli, ha la sua leggenda, quella di Olinda e Arunte, due giovani innamorati e sfortunati.
Non è l’unico castello della Val di Sole.

A Ossana, il castello di San Michele.

Collocato in posizione strategica per una perfetta visuale a 360 gradi quando era necessario scorgere per tempo i nemici, il castello di San Michele non è l’unica cosa da visitare a Ossana. Bosco Derniga, infatti, è una sorta di oasi in cui è possibile scoprire tutto sul bosco, la biodiversità, gli animali che popolano la valle e si può raggiungere anche grazie al Sentiero degli gnomi, con sculture in legno. Nei mesi di luglio e agosto vengono proposte numerose attività, soprattutto per i più piccoli.

Cosa vedere? Antichi mulini, musei e chiese.

Per gli appassionati di api e miele, a Croviana c’è il MMApe, Mulino Museo dell’Ape, mentre a Pracorno (nella vicina val di Rabbi) esiste il Mulino Ruatti, un antico mulino ad acqua che ospita un museo per scoprire le antiche tradizioni.
A Vermiglio da non perdere la visita al forte austroungarico di Forte Strino e al Museo della Guerra Bianca. A Peio si segnala anche il Museo delle streghe.
Da non perdere, una delle chiese più belle della valle, quella di Pellizzano, famosa per i suoi affreschi. A Monclassico e Presson si possono ammirare invece le meridiane dipinte sulle abitazioni, diverse per tema, colori, materiali.

A Mezzana si può passeggiare lungo il Noce, per scoprire la bellezza e la pace di un paesino in quota.

Si può salire fino a Roncio.
Nel paese di Cavizzana, in bassa valle, si trova anche il Sass da la Guardia, un masso che ha permesso agli abitanti di salvarsi dalla peste del 1600. Qui, infatti, una guardia non permetteva a nessuno di entrare né di uscire dal villaggio, un antenato del lockdown di questi anni.
Nelle vicine valli di Peio e Rabbi si snoda il Parco nazionale dello Stelvio, settore trentino, con molte cose da scoprire, come le segherie veneziane che un tempo si utilizzavano per tagliare il legname in val di Rabbi.
Questo e molto altro si può trovare in Val di Sole nei mesi più caldi. Per tutte le informazioni e per restare aggiornati basta consultare il sito dell’Azienda di promozione turistica della valle www.visitvaldisole.it. Per programmare un viaggio, anche soloo un weekend fuori porta, per la primavera estate (occhio alle varie aperture) in una delle valli più affascinanti del Trentino.

Lara Zavatteri


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Weekend in Toscana: viaggio fra le 8 migliori cantine

Weekend in Toscana: viaggio fra le 8 migliori cantine

Weekend in Toscana: viaggio fra le 8 migliori cantine

Viaggi Di Valentina Gerini. Weekend fra le migliori cantine della Toscana, regione meravigliosa in ogni stagione dell'anno.

In questo anno bizzarro molte sono le abitudini che abbiamo dovuto cambiare, così come i progetti e, ahimè, anche i viaggi sono stati riprogrammati. Lo abbiamo chiamato turismo di prossimità e si riferisce alla scoperta o riscoperta di posti che sono proprio dietro l'angolo ma che, troppo spesso, siamo portati a ignorare, attirati dalle immagini di posti che invece si trovano dall'altra parte del globo. Attenzione, non sto affatto dicendo che viaggiare all'estero sia sbagliato, lungi da me. Sono una delle tante persone affette dalla sindrome di wanderlust e fosse per me starei sempre col sedere sul sedile di un aereo, posto finestrino. Ma quando viaggiare lontano diventa complicato, allora non rimane che esplorare luoghi sconosciuti o poco conosciuti a qualche chilometro da casa.


Io vivo in Toscana e mi ritengo molto fortunata, perché posso raggiungere il mare per ammirare un tramonto in poco tempo, ma posso anche andare in montagna oppure errare tra le nostre magnifiche colline. Per non parlare delle città d'arte, di cui Firenze è la portavoce, e della nostra cucina. E come si fa a non parlare di vino quando si parla di Toscana? Come accompagnatrice turistica abilitata e assistente turistica di professione (e per vocazione), ho deciso di darvi alcuni consigli di viaggio per un enotour volto a scoprire la Toscana, regione meravigliosa in ogni stagione dell'anno.

La Toscana: forse il più grande museo a cielo aperto del mondo.

La storia inizia molto lontano, nell'epoca Etrusca, ma è col Rinascimento che la Toscana raggiunge il suo massimo splendore e oggi, tra sculture, dipinti, affreschi e edifici importanti, rappresenta una delle aree più visitate al mondo. Come accompagnatrice turistica che si dedica prevalentemente al turismo incoming, sono solita scortare turisti americani alla scoperta della mia terra e tutti, dico tutti, osservando le nostre colline citano il famoso film Under the Tuscan sun. Ma in Toscana non si viene solo se si ama l'arte, se si apprezzano i paesaggi collinari o se si è appassionati di trekking. In Toscana trovano il proprio habitat anche buongustai e wine-lovers.
Ci sono molte cose da vedere, tante attività da fare in Toscana e decidere a quale dedicarsi spesso è motivo di scontro. Ma su una cosa saremo sempre tutti d'accordo: in Toscana si mangia e si beve bene. Dunque godetevi oggi una visita virtuale delle migliori cantine presenti in Toscana. Prendete spunto e poi... veniteci davvero!


Dal Chianti al Brunello di Montalcino, passando per Bolgheri.

Dal Chianti al famoso Brunello di Montalcino, dal Blogheri al Vino Nobile di Montepulciano. Nel panorama vitivinicolo mondiale la Toscana è considerata una delle regioni più importanti per la produzione del vino rosso. L'uva Sangiovese è la base di tutti i vini rossi toscani più famosi. Molti dei vini prodotti in Toscana sono DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) e per questo devono seguire regole ferree per rispettare i canoni di produzione. Se siete degli appassionati bevitori o anche semplici buongustai, qui vi elenco otto ottime cantine nelle quali la degustazione di vino è una vera e propria esperienza multisensoriale.

  1. Villa Saletta
    Situata a Palaia, nella provincia di Pisa, Villa Saletta è cantina moderna che gli inglesi definirebbero boutique winery dove si produce una gamma di vini vincitori di premi importanti. Scelta perfetta per gli amanti del Chianti ma anche per gli amanti delle bollicine: la Toscana non è la patria del prosecco, ma a Villa Saletta troverete un ottimo Spumante Metodo Classico che fa una concorrenza spietata al prosecco. Prodotto al 100% con uva Sangiovese è uno dei miei vini preferiti.
  2. Antinori
    Aperta ad agosto 2013, la nuova cantina Antinori è un vero e proprio museo. Da loro è possibile assaggiare il famoso Tignanello, ma anche visitare e cenare all'Osteria di Passignano, ristorante con una stella Michelin.
  3. Castello di Ama
    In un mix di storia e arte contemporanea, il Castello di Ama è luogo ideale per la degustazione del Chianti Classico, trovandosi proprio nella regione di produzione del vino Chianti Classico definito gallo nero. Qua si possono fare anche degustazioni verticali, ovvero degustare un unico vino provandolo nelle diverse annate di produzione. Per veri intenditori!

Toscana: degustazione, cantine, vigne

  1. Poggio Amorelli
    Sempre nel cuore del Chianti Classico, a pochissimi chilometri da Castellina in Chianti, si trova Poggio Amorelli, una cantina a conduzione familiare che vanta vini importanti e vincitori di diversi premi internazionali. La vista sui vigneti dalla terrazza di Poggio Amorelli (poggio significa colle) è fantastica e il tramonto è mozzafiato.
  2. Castiglion del Bosco
    Comprato 15 anni fa da Ferragamo, oggi Castiglione del Bosco è una cantina dove si produce un Brunello di Montalcino in stile moderno, oltre che un fantastico resort che include due ristoranti e una spa. Ferragamo è anche proprietario di un'altra tenuta, in una zona completamente diversa e che consiglio di visitare perché ha una vista spettacolare sul mare. 
  3. Tenuta Prima Pietra
    La Tenuta Prima Pietra, sempre di proprietà della famiglia Ferragamo, si trova a Riparbella e dalla sua terrazza, nei giorni di cielo terso, si riesce persino a vedere l'Isola d'Elba. Anche a Tenuta Primapietra si può sperimentare la deguastazione verticale.

Toscana: degustazione, cantine, vigne

  1. De' Ricci
    Conosciuta come la cattedrale del vino, la Cantina De' Ricci è probabilmente una delle  cantine più suggestive che io abbia mai visitato. La cantina, situata nel sottosuolo, è suddivisa in tre navate longitudinali, le cui arcate a tutto sesto e volte a crociera sono sorrette da giganteschi pilastri. Il tutto ricorda una cattedrale Romano-Gotica e da qui la definizione di cattedrale del vino. Situata a Montepulciano, qua si degusta un buonissimo Vino Nobile di Montepulciano.
  2. Ornellaia
    Situata nel piccolo borgo di Bolgheri, l'Ornella è una cantina d'alto livello che, come tutta la zona di Bolgheri, ha saputo far crescere il vino lì prodotto raggiungendo una fama mondiale. Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdo qua crescono beneficiando della brezza marina, che regala al suolo caratteristiche eccezionali, aiutando così a produrre vini dal gusto unico. 


Le cantine in Toscana sono tantissime e l'elenco potrebbe essere sterminato.

Ma dovendo dare un punto a questo articolo mi sono limitata a citare le otto migliori winecellar visitate durante i tour che accompagno per lavoro e dove, spesso, sono anche tornata in borghese. Perché quando un posto merita, merita di essere visitato anche per piacere! E adesso non so voi, ma a me è venuto un certo languirono.





Valentina Gerini
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Weekend a Leopoli, in Ucraina

Weekend a Leopoli, in Ucraina

Weekend a Leopoli, in Ucraina

Viaggi Di Alessandra Nitti. Weekend a Leopoli, in Ucraina. Storia, piacere e fascino della decadenza in una città polacca dal gusto mitteleuropeo.

Leopoli, L’viv in ucraino, è una delle maggiori città dell'Ucraina. È così diversa dalla capitale; piccola, accogliente, storica: me ne sono innamorata a prima vista.
Le quattro parole che so di russo qui, al contrario di Kiev, non mi aiutano perché a ovest si parla solo ucraino con tante influenze polacche. Polacca era infatti questa città dal gusto tutto mitteleuropeo.
Il centro storico è molto contenuto, con le sue fatiscenti case d’epoca e le vie lastricate.
È forse il suo aspetto decadente e quasi trasandato ad avermi ammaliata. Le costruzioni dall’intonaco scrostato e i tetti strettissimi l’uno all’altro sopra il reticolato di vicoli senza macchine mi ricordano la mia Venezia, anche se osservo il tutto da una Lada – macchina sovietica d’epoca –installata sul tetto dell’House of legend, anziché dalla Scala del Bovolo.

Questo storico bar a quattro piani è un must se si viene a Leopoli. 

Le sue anguste scale si snodano tra le salette a tema, fin sul tetto e ancora più su, se ci si arrampica nel comignolo per osservare i tetti della città e i campanili.
Di chiese ce ne sono a centinaia: cristiane, ortodosse, polacche, armene, queste ultime con i dipinti di angeli dallo sguardo duro o di fantasmi che accompagnano i feretri. Non mancano le mura medioevali, dietro al quartiere ebraico, lì dove della sinagoga distrutta dai tedeschi non rimane altro che le fondamenta e le placche commemorative.

Il teatro e uno scorcio di Leopoli

Alle spalle della città vecchia sorge la collina del castello, che si può percorrere nel silenzio degli alti ippocastani.

Tra le fronde, dall’alto, filtrano i raggi a illuminarne i fiori come candele.
Giunti in cima si ammira la città. Per assaporarla ancora meglio si possono noleggiare dei binocoli da un signore che, avvolto nel suo giaccone militare sia in inverno che in primavera, ascolta musica assurda dal suo altoparlante offrendo un servizio abusivo ai turisti.
Vagando per i vicoli di Leopoli si possono scorgere sui muri dipinti e bassorilievi di leoni, simbolo della città. Un leone anche qui: è come essere a casa.
Il mercato dei libri usati – in cirillico – non è lontano dal cortile dei giocattoli, uno squallido angolo dove vengono raccolti giocattoli abbandonati che, zuppi di pioggia, ti guardano con gli occhioni angosciati. Nessuno vi vuole più e io sento la vostra melanconia in questo surreale pezzo di mondo, in questa sconosciuta Ucraina dal sapore europeo.

Leopoli: prezzi bassi, ottimo cibo, vodka e masochismo. 

A Natale la Piazza del Mercato, la piazza principale, si affolla di mercatini e avventori infreddoliti: riscaldarsi con una tazza di vin brûlé è d’obbligo. In primavera, invece, si approfitta dei patii all’aperto. Leopoli è infatti città di locali: abitanti e turisti non fanno altro che assaporare le bontà dei Carpazi o bere birra e vodka. I prezzi sono assurdamente bassi e il cibo buonissimo.
Per finire, non si può non fare un salto al Bar Masoch, dedicato allo scrittore Leopold Ritter von Sacher Masoch, austriaco di origini ucraine nato qui nel Diciannovesimo secolo. Dal suo nome è stato coniato il termine masochismo. Incluso nel prezzo della vodka al peperoncino o di qualsiasi altro drink ci sono le frustate da parte delle cameriere e, se siete fortunate, potete leccare la panna dal corpo di un avvenente sconosciuto.
Storia, piacere e fascino della decadenza, questa è Leopoli. 


Alessandra Nitti
Sinologa, viaggiatrice, appassionata lettrice, yogini e scrittrice. Trascorro le giornate nel mio mondo di poesia inventando trame di racconti, progettando viaggi intorno al mondo o in posizioni yoga a testa in giù. Laureata in lingue e letteratura straniere solo per il gusto di conoscere lingue difficili. Vivo a Canton, nel sud-est della Cina, per insegnare italiano a giovani cinesi. Tra una lezione e l’altra gestisco Durga – Servizi editoriali.
L’amuleto di giada, Arpeggio Libero Editore.
Faust – Cenere alla cenere, Arpeggio Libero Editore.
Esilio, Arpeggio Libero Editore.
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Disneyland Paris con i bambini: un’esperienza indimenticabile

Disneyland Paris con i bambini: un’esperienza indimenticabile

Disneyland Paris con i bambini: un’esperienza indimenticabile

Mamme in viaggio
Disneyland Paris con i bambini: alcuni suggerimenti per vivere un’esperienza indimenticabile. Come prepararsi e quali sono le attrazioni da non perdere.

Portare i bambini a Disneyland Paris è un sogno che prima o poi tutti devono realizzare. E quando finalmente arriva il momento, e non si sta più nella pelle, bisogna preparare la partenza con molta cura.

Come preparasi alla partenza per Parigi?

La prima cosa è stabilire il periodo più conveniente per andare e poi scegliere un alloggio adatto alle proprie esigenze. Ma, per quanto i preparativi possano essere dettagliati e perfetti, appena si arriva sul posto non si potrà fare a meno di chiedere informazioni sulle strade, i mezzi da prendere, dove mangiare un boccone.
Certo il parco di Eurodisney è internazionale, ma nel territorio in cui si trova la lingua parlata è ovviamente il francese, per cui sarà meglio conoscere qualche rudimento prima di partire. Essendo una lingua neolatina è abbastanza facile da imparare, ma è consigliabile studiare in anticipo le basi della grammatica francese, servendosi di metodi d’apprendimento digitali, rapidi e intuitivi, offerti da realtà tipo Babbel. Solo così, qualsiasi soluzione per l’alloggio si scelga e in qualunque posto si voglia andare a fare shopping o a mangiare, non sarà difficile farsi capire e ottenere le giuste informazioni. D’altronde il piacere di una vacanza sta anche nel fare conoscenza e comunicare con le persone del posto.

PIANIFICA UN VIAGGIO A PARIGI

Guida turistica
Hotel
Volo

I servizi a misura di bambino.

Ma l’obiettivo principale di chi va a Disneyland Paris è prevalentemente quello di far divertire i bambini, quindi bisogna capire quali servizi si possono trovare per loro, insieme a biglietti agevolati. Tra i servizi da conoscere e da sfruttare, ad esempio, c’è il biglietto “Baby Switch” che dà la possibilità di evitare la coda al secondo genitore che sale su un gioco o un’attrazione. Poi c’è il “Single Ride” che fa accedere all’attrazione scelta attraverso un’entrata a parte, ma senza posto a sedere. Anche il “Fast Pass” è un servizio interessante, perché mette in condizione tutta la famiglia di prenotare l’orario di ingresso invece di fare la coda. Si fa gratis alle macchinette all’ingresso ma vale solo per un’attrazione alla volta. Sarà possibile fare il “Fast Pass” per la seconda ruota solo dopo aver usufruito della precedente.
Ovviamente, essendo pensato anche per i piccolissimi, il parco offre servizi indispensabili, come le aree fasciatoio per i cambi o la possibilità di affittare un passeggino. Ed è disponibile, se si vuole girare solo con i più grandicelli, anche un’area con servizio baby-sitting. Infine, ma bisogna prenotare, è possibile incrociare alcuni dei personaggi Disney più famosi tra i tavoli dei ristoranti più gettonati del Parco, come l’Auberge de Cendrillon e il Plaza Garden Restaurant.


Quali sono le attrazioni da non perdere?

Una volta capito come destreggiarsi al meglio nel Parco, bisogna scegliere le attrazioni più divertenti, anche in funzione dell’età dei ragazzi e del tempo disponibile. Per i più piccoli c’è da scegliere tra alcune attrazioni davvero carine ed estremamente colorate, come il Parco di Alice, con tutti i personaggi del Paese delle Meraviglie, compreso un percorso nel famoso Labirinto del Giardino della Regina di Cuori. E, per non dimenticare questi momenti magici, all’uscita è possibile fare una foto ai bambini con in testa il Cilindro del Cappellaio Matto. Ma si può vivere anche un’avventura unica nell’Isola che non c’è di Peter Pan o un’esperienza multisensoriale nella casa di Ratatouille.
Per i più grandi invece c’è la casa del terrore di Phanton Manor, infestata dai fantasmi, o la corsa da brivido sul trenino dei minatori di Big Thunder Mountain, circondati da montagne e città fantasma. Ma se si vuole vivere un’esperienza affascinante, da vero pirata dei Caraibi, allora bisogna prenotare un giro dei Pirates of the Caribbean ad Adventureland, insieme allo stesso Jack Sparrow. E non mancano neanche le pistole laser per uno scontro a fuoco con Zurg, prenotando a Discoveryland un giro al Buzz Lightyear Laser Blast.

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Weekend a Barcellona: l'itinerario del secondo giorno

Weekend a Barcellona: l'itinerario del secondo giorno

Weekend a Barcellona: l'itinerario del secondo giorno

Viaggi Di Loriana Lucciarini. Un itinerario per visitare Barcellona in un weekend. Secondo giorno: alla scoperta di Gaudì e delle Case di Passeig de Gracia, con inevitabile passeggiata sulla Rambla fino a La Bouqueria.

Continua con l'itinerario del secondo giorno il mio weekend a Barcellona.



Giorno 2: Casa Battlò | Parc Guell | Manzana de la Discordia | Casa Lleo Morera | Casa Amattler | Casa Millà - La Pedrera | Placa de Catalunya | Fonte del Canalettes | La Ramblas | La Boqueria


Casa Batllò

Da Universidad raggiungibile con metro L2 direzione Pep Ventura per una fermata: Passeig de Gracia.
Casa Batllò è una delle più geniali e celebri costruzioni del famoso architetto Gaudì. La facciata ha uno stile fortemente evocativo e richiama, come spesso accade in tutta l’opera di Gaudì, le strutture e le forme della natura.
La visita è d’obbligo: casa Batllò è il capolavoro del genio creativo di Gaudì. Lascia nel visitatore ricordi indelebili fiabeschi e magici e un’emozione unica. Data la sua bellezza e la particolarità vi consiglio di considerare almeno due ore per il giro interno.

Parc Guell

Raggiungibile da Casa Batllò prendendo sulla Rambla la linea 24 per Parc Guell. In venti, trenta minuti circa si arriva al parco.
Parc Guell è tra i luoghi più belli e affascinanti di Barcellona. È animato da sculture di animali fantastici, tutti decorati con maioliche variopinte e cocci di vetro che vanno a formare un grande mosaico. Da fotografare El Dragon, un drago di ceramiche colorate che è la mascotte del parco. Un parco unico per uno stile unico, quello di Gaudì, spettacolare e merita una visita di almeno due ore. Perdetevi nei giardini, ammirate le architetture e i mosaici, fotografate il panorama della città visto dal parco e ristoratevi nel verde del parco. Anche qui Gaudì ha dato il meglio di sé!

Parc Guell e Casa Batllò

Passeig de Gracia: Casa Lleo Morera, Casa Amatller, Casa Batllò e La Pedrera

Da Parc Guell si riprende il bus 24 per ridiscendere verso Passeig de Gràcia e scendere nuovamente davanti a casa Batllò.
Passeig de Gracia è una strada delle più note della capitale, la via per eccellenza degli acquisti. Qui vi sono i più begli edifici della città. Famosa anche come Manzana de la Discordia (Via della discordia) a causa della disputa tra architetti per edificare le case più belle: Casa Lleo Morera al n° 35, Casa Amattller al n° 41, Casa Batllò al n° 43, Casa Milà (La Pedrera) al n° 92, patrimonio dell’Unesco.
Casa Amatller si trova proprio a fianco a casa Batllò. È un edificio di chiaro stile modernista, costruito a fine Ottocento da Josep Puig i Cadafalch. Di stile gotico urbano, ha anche un patio e un salone centrale. L’atrio d’ingresso è davvero bello e merita una visita, anche per la suggestiva scalinata e le belle vetrate decorate. Al suo interno ospita un caffé cioccolateria che va assolutamente visitato per una sosta gourmet tutta panna e cioccolata!
La Pedrera (Casa Milà) è un famoso edificio di sei piani progettato da Gaudì. La casa è immediatamente riconoscibile per il procedere curvo delle sue linee costruttive. L’idea di fondo di Gaudì era quella di richiamare l’andamento ondulato del mare. È patrimonio dell’Unesco ed è visitabile anche al suo interno.
I principali edifici da vedere sono tutti molto vicini e non vi è la necessità di dedicarvi molto tempo. Si può camminare in relax lungo la via, curiosando tra i negozi chic con le griffe più alla moda e godersi dall’esterno questi bei palazzi.

Plaza de Catalunya e la Fonte di Canaletes

Continuando la passeggiata lungo Passeig de Gràcia, verso la Rambla, incontriamo Plaza de Catalunya: la piazza principale di Barcellona, il cuore della città (qualcosa come il km 0). È il punto di congiunzione tra Passeig de Gràcia e l’inizio de La Rambla.
Qui si trova la Fonte di Canaletes, una fontana che attrae turisti soprattutto per la leggenda secondo cui chi beve l’acqua di Canaletes poi torna a visitare la città.
Una sosta per ristorarsi è d’obbligo, se poi la leggenda vuole che in questo modo sia assicurato un nuovo viaggio in questa bella città tanto meglio!

La Rambla e La Pedrera

La Rambla e La Bouqueria di Placa Sant Josep

La Rambla è senza dubbio la via più conosciuta della città. Lunga due chilometri, collega Placa de Catalunya al mare ed è affollata da turisti che qui trovano, passeggiando, tante attrattive: dai locali alle bancarelle, dai numerosi artisti di strada ai caffè, dai vicoli con edifici di pregio al divertimento. Di giorno e di notte è il punto nevralgico della città. Da girovagare in lungo e in largo per scoprire mille cose interessanti…
A Placa Sant Josep, una delle piazze più suggestive di Barcellona c’è la sede de La Bouqueria – il mercato –, un'enorme distesa di banchi che vendono ogni genere di prodotti alimentari, uno dei mercati più antichi d’Europa. La visita è di rigore, per ammirare l’esposizione di frutta e verdura, per gustare street food locale, per immergersi in una parte della città autentica.

Loriana Lucciarini
Impiegata di professione, scrittrice per passione. Spazia tra poesia e narrativa. Molte pubblicazioni self e un romanzo Il Cielo d'Inghilterra con Arpeggio Libero. È l'ideatrice e curatrice delle due antologie solidali per Arpeggio Libero, la prima di favole per Emergency Di favole e di gioia nonché autrice con la fiaba Si può volare senza ali e la seconda di 4 Petali Rossi – frammenti di storie spezzate, racconti contro il femminicidio per BeFree. È fondatrice e admin di “Magla-l'isola del libro”.
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